BISESSUALITÀ E EDUCAZIONE SESSUALE A FINE 800

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte quattordicesima

Prosegue la pubblicazione delle Storie annesse al trattato sull’inversione sessuale di Havelock Ellis.

Le storie che potete leggere qui di seguito riguardano tutte la bisessualità propriamente detta e ci mettono in condizione di capire come la vita sessuale dei ragazzi e degli uomini di fine 800 fosse molto meno repressa di quanto si crede  e fosse in realtà piena di occasioni di coinvolgimento sessuale, sia etero che omosessuale.

Nell’ultima delle storie, in particolare, si troverà un esempio, in realtà più unico che raro  di un figlio che riceve da suo padre una vera e propria educazione sessuale. Con la mentalità di oggi, alcuni comportamenti di questo padre possono sembrare sospetti. Il figlio, anche se ipotizza che il padre sia a sua volta un invertito, non sembra essere stato condizionato se non positivamente da quanto appreso dal padre verso il quale non mostra alcun risentimento. Il ruolo concreto del padre nell’educazione sessuale del figlio è in realtà una questione poco approfondita e si preferisce, ancora oggi, demandare tutto ad altre agenzie educative se non direttamente alla pornografia.

Buona lettura.

STORIA 28

Inglese, 40 anni, chirurgo. Le esperienze sessuali iniziarono presto, circa all’età di 10 anni, quando un compagno lo indusse a giocare ai rapporti sessuali con le loro sorelle. Non provò alcun piacere. Poco dopo una domestica cominciò a curarlo con affetto e infine lo chiamò nella sua camera da letto quando era parzialmente svestita, accarezzò e baciò il suo membro e gli insegnò a masturbarla. In occasioni successive lei tentò una simulazione del rapporto sessuale, che le diede soddisfazione, ma non riuscì a indurre l’eiaculazione in lui. Al ritorno a scuola la masturbazione reciproca fu praticata con i compagni di scuola, e la prima eiaculazione avvenne all’età di 14 anni.

Lasciando la scuola divenne schiavo del fascino delle donne ed ebbe frequenti coiti intorno all’età di 17 anni, ma preferiva masturbare le ragazze e soprattutto indurre le ragazze di buona posizione, per le quali l’esperienza era completamente nuova, a permettergli di prendersi delle libertà con loro. A 25 anni si fidanzò e la masturbazione reciproca fu praticata all’eccesso durante il fidanzamento; dopo il matrimonio, in genere il rapporto sessuale  aveva luogo due volte ogni ventiquattro ore fino alla gravidanza.

“In questo momento”, egli scrive, “ho soggiornato presso la casa di un vecchio compagno di scuola, a causa dei miei amanti di un tempo. C’erano così tanti ospiti che ho condiviso la camera del mio amico. La vista del suo corpo ha dato luogo a sentimenti lussuriosi, e quando la luce era spenta scivolavo furtivamente nel suo letto. Lui non faceva obiezioni e passavamo la notte a masturbarci reciprocamente. Passammo i successivi quindici giorni insieme, e non ho mai provato lo stesso piacere nel coito con mia moglie, però facevo il mio dovere. Lei è morta cinque anni dopo, e mi sono dedicato anima e corpo al mio amico fino alla sua morte per un incidente l’anno scorso. Da allora ho perso ogni interesse per la vita.”

Sono grato per questo caso ad un noto psichiatra inglese, il quale sottolinea che il paziente appare abbastanza sano, quando lo si osserva, ma presenta una tendenza alla nevrastenia, alla melanconia e al temperamento nevrotico. Il corpo è maschile e peli pubici sono abbondanti. Un testicolo appare atrofico.

STORIE 29 E 30

Riporto il seguente racconto con le parole di un amico intimo di uno dei protagonisti: “La mia attenzione fu attirata all’inizio dallo studio dell’inversione – anche se io allora consideravo tutte le forme di essa come depravate e abominevoli  – nella scuola pubblica, dove nel nostro dormitorio un ragazzo di 15 anni iniziò i suoi amici scelti ai segreti della masturbazione reciproca, che aveva imparato da suo fratello, un guardiamarina. Io non diedi peso a questo fatto in quel momento, anche se me ne ricordai dopo anni, quando ero immerso in Platone, Lucrezio e negli scrittori epicurei. Ma la mia attenzione si fermò sull’inversione, all’età di 20 anni, quando trascorsi una vacanza con A., un compagno con cui ero, e sono ancora, in grande amicizia. Abbiamo apprezzato molte cose in comune, studiato insieme e discusso questioni assai poco convenzionali, ma non questa.  Precedentemente avevamo sempre occupato stanze da letto separate, in questa occasione ci trovavamo all’estero in un luogo di campagna, e siamo stati costretti ad adattarci con quello che abbiamo potuto trovare. Non solo dovevamo condividere la stanza, ma il letto. Non mi ha sorpreso il suo poggiare il braccio su di me, perché sapevo che era straordinariamente attaccato a me, e mi ero sempre sentito un bruto perché non ricambiavo il suo affetto altrettanto calorosamente. Ma sono rimasto sorpreso quando più tardi mi sono svegliato e l’ho trovato occupato nella fellatio su di me mentre cercava di ottenere la mia risposta. Se fosse stato qualcun altro avrei reagito molto male ad una tale libertà, e la nostra conoscenza sarebbe finita, ma mi sono preso cura di lui, anche se in modo non molto espansivo. Questo episodio portò alla discussione dell’argomento. Mi disse che la sua forza sessuale era grande, che l’aveva messa alla prova in molti modi, e che era essenziale per il suo benessere che egli potesse avere soddisfazione in qualche modo. Lui detestava la prostituzione e la riteneva degradante; si sentiva fisicamente attratto da alcune donne e intellettualmente da altre, ma i due elementi non si combinavano mai, e se era stato in intimità con alcune, sentiva che non era giusto per loro, dato che lui non poteva sposarle perché aveva un ideale troppo alto del matrimonio. Si era sempre sentito attratto dal proprio sesso e aveva mantenuto per alcuni anni un’amicizia platonica con un amico intimo del college, X (al quale ho capito che era appassionatamente legato). Entrambi consideravano la cosa perfettamente morale, ed entrambi, stavano meglio a causa del loro rapporto. Entrambi aborriscono la pedicatio. X., tuttavia, non avrebbe mai discusso l’argomento, e sembrava quasi vergognarsene. A., d’altra parte, pur mostrando un grande rispetto di sé in tutte le altre cose, non provava alcuna vergogna, anche se lui dice che non avrebbe mai discusso di questo se non con gli amici intimi o se gli fosse stato chiesto un consiglio privatamente.

“A. è il figlio maggiore di un ufficiale. I suoi genitori avevano 21 e 19 anni, rispettivamente, al momento della sua nascita. Entrambi i genitori sono sani, e i due figli (entrambi maschi) hanno buone costituzioni, anche se quello più grande ne ha una un migliore. Lui è di media statura e arti sottili, portamento fiero, faccia bella e intellettuale (classico tipo greco), eccellente carnagione, modi affascinanti, e buon umore. Il pene è grande, il prepuzio molto breve. È appassionato di filosofia, scienze naturali, storia e letteratura. È riflessivo e paziente piuttosto che intelligente, ma è volitivo e molto attivo quando si impegna, mai a riposo finché non ha compiuto quello che vuole, anche se questo richiede anni. Canta in modo eccellente, ed è appassionato di ciclismo, canottaggio, nuoto, e alpinismo. Gode di ottima salute e non ha mai avuto una malattia neppure per un giorno da quando aveva 12 anni. Dice che l’unico caso in cui non riesce a dormire è quando sta a letto con qualcuno che non può o non vuole soddisfatto. Ha bisogno di soddisfazione almeno una volta alla settimana, due o tre volte nella stagione calda. Non fuma mai e nemmeno beve birra o superalcolici. È ancora single, ma ritiene che il matrimonio potrebbe soddisfare tutte le sue esigenze.

“Anche X è il figlio più grande di genitori  giovani e sani (tra i 21 e i 24 anni alla sua nascita) di classe sociale diversa; il padre è un costruttore. È di gradevole aspetto ma non bello,  molto sensibile, molto ordinato e metodico in tutte le cose, non molto volitivo, e molto riservato verso le donne. È di indole assai studiosa, è soprattutto appassionato di filosofia, politica e scienze naturali, è un buon musicista. Fa poco esercizio fisico ed è di piuttosto facile affaticabilità, è generalmente sano, ma non fortissimo. È vegetariano, ed è stato allevato come un libero pensatore. Fino a due anni fa, non è mai stato attratto verso una ragazza; anzi, non gli piacevano le ragazze, ma adesso è fidanzato. Per circa diciotto mesi ha abbandonato l’omosessualità, ma da allora ha sofferto di incubi, cattiva digestione e irritabilità. Pensa che l’unico rimedio sia il matrimonio, che sta rinviando. Considera l’omosessualità come del tutto naturale e normale, anche se i suoi desideri non sono forti, e una volta ogni quindici giorni è sempre bastata per lui. È stato portato alla pratica dell’omosessualità dal ragionamento di A., e perché ne sentiva una certa vaga esigenza, e questo lo confortava. Pensa che sia una questione di temperamento e non una cosa da discutere, se non da parte degli scienziati. Dice che non lo potrebbe fare se non con il suo più caro amico, alla cui richiesta non potrebbe resistere. Ha un lungo prepuzio, carne come quella di una donna, ed è ben proporzionato.

“Entrambi gli uomini sono interessatissimi alle riforme sociali, nelle quali sono impegnati, uno in modo attivo, l’altro passivamente. Entrambi considerano anche la legge sulla omosessualità come assurda e demoralizzante. Pensano anche che il divieto legale della poligamia sia in gran parte la causa della prostituzione, dato che molte donne non possono vivere una vita onesta e trovare qualcuno che si prenda cura di loro, e ritengono che molti uomini potrebbero sposare una donna per la soddisfazione fisica e un’altra per la soddisfazione intellettuale.

“Si dedicavano totalmente uno all’altro quando li ho conosciuti; sono ancora amici, ma separati dalla distanza. Entrambi sono persone degnissime, e il secondo è fin troppo sincero.”

Secondo informazioni successive, X. si era sposato e le sue tendenze omosessuali erano quasi completamente in sospeso, in parte, forse, per il fatto che viveva tranquillamente in campagna. A. ha sorpreso i suoi amici per il suo ardente attaccamento ad una donna più o meno della sua età con cui si è fidanzato. Dichiara di amare questa donna più di chiunque uomo, ma tuttavia sente ancora una forte passione per i suoi amici uomini. È evidente che la tendenza omosessuale in A. è nettamente più pronunciata che nel suo amico X. Come si trova più spesso nelle persone bisessuali rispetto agli omosessuali, è di tipo prevalentemente maschile, possiede grande vitalità, e desidera esercitare tutte le sue facoltà . Ha un sistema nervoso sano ed è del tutto libero da ogni “nervosismo”. Ha scritto un trattato scientifico e può studiare indisturbato in mezzo a rumori violenti. La sua voce è virile (nel canto è un basso profondo).  Può fischiare. Non è vanitoso, anche se è ben formato e le sue mani sono delicate. Il suo colore preferito è il verde. L’evidente calore del suo affetto per i suoi amici è il principale tratto femminile rilevato in lui. Sogna raramente e non ha mai avuto sogni erotici; questo lo spiega col dire (prima di Freud) che tutti i sogni, non causati da condizioni fisiche, sono sogni di desidero, e dato che egli soddisfa sempre i suoi bisogni sessuali tutti in una sola volta, con un amico o con la masturbazione, i suoi bisogni sessuali non hanno alcuna possibilità di incidere nella sua vita subconscia.

Ci può essere qualche dubbio sulla classificazione dei due casi precedenti: non li conosco personalmente. Il caso seguente, che conosco da molti anni, lo considero chiaramente un vero e proprio esempio di bisessualità: –

STORIA 31

Inglese, possidente, 52 anni, sposato. La sua ascendenza è piuttosto  complicata. Alcuni degli antenati di sua madre, nell’ultimo e nei secoli precedenti, si suppone siano stati invertiti. Ricorda che gradiva le carezze del valletti del padre quando era un ragazzino. Sogna indifferentemente di uomini e donne e prova forte attrazione sessuale per le donne. Può copulare, ma non insiste su questo atto; ha una tendenza a un piacere raffinato e voluttuoso. È stato sposato per molti anni e dal matrimonio sono nati molti figli.

Non ha gusti particolari sulla classe o l’età degli uomini che ama. Sente per quanto riguarda gli uomini più anziani quello che sentono le donne, e gli piace essere accarezzato da loro. È immensamente orgoglioso della sua bellezza fisica; rifugge la pedicatio e non si preoccupa troppo dell’atto sessuale, ma ama le lunghe ore di comunione voluttuosa durante le quali il suo amante lo ammira. Sente la bellezza dei ragazzi giovani. Allo stesso tempo, è molto attratto da ragazze giovani.

È decisamente femminile nel vestire, nel modo di camminare, nell’amore per i profumi, gli ornamenti e le cose belle. Il suo corpo è fin troppo liscio e bianco, i fianchi e i glutei sono arrotondati. Gli organi genitali normali. Il suo temperamento è femminile, soprattutto per la vanità, l’irritabilità e le preoccupazioni insignificanti. È molto preoccupato del suo aspetto fisico e interessatissimo ad essere ammirato; in un’occasione è stato fotografato nudo come Bacco. È fisicamente e moralmente coraggioso. Ha genio per la poesia e la speculazione, con una tendenza al misticismo.

Sente la discordanza tra il suo amore per gli uomini e la società, e anche tra il suo amore per gli uomini e il suo amore per la moglie. Considera l’amore per gli uomini come, in parte almeno, ereditario e innato in lui.

STORIA 32

C. R., medico, età 38 anni. Nazionalità irlandese, con una vena portoghese. “Mia madre viene di un’antica famiglia quacchera. Ero del tutto inconsapevole delle differenze sessuali fino a quando non ebbi circa 14 anni, perché ero stato accuratamente tenuto separato dalle mie sorelle e, anche se di tanto in tanto si impadronivano di me dei desideri strani che non capivo, ero stato vergine nel pensiero e nell’azione fino a quel periodo della vita.

“Quando avevo 14 anni un cugino di qualche anno più grande di me venne a stare con noi e condivise il mio letto. Con mia sorpresa mi afferrò il pene e lo strofinò per un po’, allora una sensazione più piacevole mi invase e aumentò fino a quando un’emissione di sperma uscì dal mio organo; poi lui mi chiese di fare lo stesso con lui. Abbiamo spesso ripetuto il processo nel corso del mese successivo; ero del tutto inconsapevole dei danni che ne potevano derivare.

“Lo stesso anno andai a scuola, ma nessuno dei miei compagni di scuola per un certo tempo mi suggerì tali azioni fino a quando un amico che stava con noi per le vacanze un giorno in bagno ripeté il processo e premette il suo pene tra le mie cosce e una scarica simile ebbe luogo. Ho scoperto in poco tempo che molti dei miei compagni di scuola e cugini maschi avevano gli stessi desideri, e un fratello maggiore del mio primo iniziatore alla sessualità ripetutamente passava la notte con me, e allora ci divertivamo in modo simile.

“Un po’ più tardi, quando mia madre era lontana da casa, condivisi il letto di mio padre, lui prese il mio pene in mano e tirò il mio prepuzio indietro. Io in risposta afferrai il suo e scoprii che aveva un’erezione. Continuai a strofinarlo fin quando non mi fermò e mi disse che non dovevo farlo, perché quando fossi stato più grande avrei amato una donna che avrebbe fatto quella cosa e che se non mi fossi strofinato da solo e non avessi consentito ad altri ragazzi di farlo, mi sarei divertito molto di più. Io sono quasi certo che mio padre fosse un invertito, perché lui spesso, quando era a letto con me, usava premere il mio corpo nudo contro il suo e aveva sempre una forte erezione. Una volta mi strofinò fino a quando non ebbi l’eiaculazione e poi, girando sulla schiena, mi fece prendere il suo pene in mano e si fece strofinare per pochi minuti. Avevo l’abitudine di scherzare spesso con mio padre perché a partire dal mio diciassettesimo anno il mio pene era più grande del suo. Tornerò a parlare di mio padre tra un po’. Quando avevo 17 anni un amico del college condivise il mio letto, e quando ci spogliammo disse che invidiava il mio pene che era tanto più grande del suo; una volta entrati nel letto, mi chiese di girare dalla mia parte e mi accorsi che stava tentando la pedicatio. Ero stupito della sua azione e allora mi informò che accanto a una donna quel processo dava più piacere. Tuttavia, non se ne face nulla, e questa è l’unica esperienza di pedicatio che io abbia mai avuto.

“Quando avevo 18 anni, una sera un compagno di università mi fece conoscere una donna e lei è stata la prima con la quale io abbia mai avuto una relazione. Siamo andati dietro alcune rocce e lei ha affettato il mio pene e lo ha stretto nel suo corpo, stando stesa contro di me.

“Mio padre, evidentemente sospettò qualcosa su di me quando tornai a casa, e pochi giorni dopo, mi disse che era molto pericoloso avere a che fare con le donne, che avrei dovuto aspettare fino a quando fossi stato più grande, che quando un ragazzo è diventato un uomo deve avere una donna di tanto in tanto, e che se avessi mai avuto una brutta malattia dovevo dirglielo subito in modo da poter essere adeguatamente curato.

“Al college ho trovato molti compagni che erano desiderosi di condividere il mio letto e di indulgere alla masturbazione reciproca, premendo i nostri corpi insieme faccia a faccia fino a quando non vi fosse stata eiaculazione da entrambe le parti, ma non trovai mai più nessuno che cercasse il rapporto anale.

“Poco tempo dopo ero a Bruxelles e feci la mia prima visita a un bordello, un posto vicino alla Cattedrale. Ho scelto una ragazza di circa 18 anni tra otto bellezze nude esposte alla mia scelta. Lei era avara e mi chiese 10 franchi, Ne avevo pagati 20 per la mia camera e me ne erano rimasti solo due. Volevo che lei giocasse con me, ma lei prese solo il pene e mi tirò verso di lei con un’azione così vigorosa che eiaculai molto rapidamente. Ero così disgustato dal risultato che mi masturbai quando tornai alla mia pensione.

“Un anno dopo feci una visita in Portogallo e i miei amici, lì, spesso, mi portarono ai bordelli e mi presentarono anche a donne di facili costumi. Avevo rapporti con loro; le prostitute portoghesi non mi hanno mai suggerito nulla di innaturale e in nessun caso un maschio mi ha approcciato per scopi sessuali.

“Quando divenni uno studente di medicina, usavo visitare un bagno turco di frequente, in un’occasione ho scherzosamente schiaffeggiato un amico sulle natiche, mio padre, che era presente, mi ha detto di non farlo perché non era un comportamento corretto in pubblico, se mi piaceva farlo a lui o ad un altro o ad altri due non c’era nulla di male in privato. Fino a quando non ebbi 21 anni, nel bagno mio padre copriva sempre il suo pene alla mia vista, ma dopo che raggiunsi la maggiore età, si mostrava sempre e più volte mi fece vedere immagini di donne nude, e mi insegnò anche l’uso del preservativo.

“Nel mio ventiquattresimo anno, un uomo alto che era solito frequentare le terme un giorno sedette accanto a me e giocosamente mi toccò le dita dei piedi con le sue, poi premette la coscia nuda contro la mia e un po’ più tardi nella camera di raffreddamento allungò la mano sotto il mio asciugamano e afferrò il mio pene, poi mi chiese di incontrarlo un paio di giorni più tardi nei bagni, dicendo che sarei stato soddisfatto di quello che lui avrebbe fatto.

“Sono andato all’appuntamento e lui mi ha portato nella stanza più calda, dove ci stendevamo sul pavimento, in pochi minuti si girò su un fianco e gettò una delle sue gambe su di me, mi spaventai e balzai in piedi, aveva una potente erezione, ma mi rifiutai di sdraiarmi di nuovo, anche se lui tirava il suo prepuzio indietro per eccitare i miei desideri, io avevo paura di essere sorpreso da un altro bagnante. Ho incontrato quest’uomo due volte in occasioni successive e lui mi ha fatto delle avances. Credo che avrei ceduto allora se ci fossimo incontrati in una casa privata.

“Poco tempo dopo incontrai un signore anziano presso i bagni che, anche lui mi fece delle avances, ma per paura io resistetti. Non mi piaceva perché aveva un alito cattivo e i denti guasti; e poi ero ora in grado di andare in continente e godere del fascino femminile secondo il desiderio del mio cuore.

“Dopo la qualificazione sono entrato nell’esercito in Sud Africa e con mio grande stupore trovai molti dei miei compagni appassionati della compagnia maschile, un ufficiale che era stato ferito condivideva la mia camera da letto in un ospedale militare, e quando ci spogliavamo, spesso ammirava il mio pene, avevamo l’abitudine di giocare l’uno con l’altro fino a quando non raggiungevamo erezioni potenti, ma non ci siamo mai masturbati né abbiamo provato qualche vizio contro natura.

“Ero solito avere rapporti sessuali con le donne tanto spesso quanto potevo, e ho spesso visitato i bagni turchi e ho scoperto che diversi clienti erano anormali, e anche uno dei massaggiatori, quest’ultimo si divertiva a giocare con il mio pene, baciandomi e facendomi il solletico.

“Mi sono sposato a 28 anni. La mia vita coniugale è stata normale e mia moglie ed io siamo ancora innamorati uno dell’altra, abbiamo avuto diversi figli.

“Le mie ultime esperienze sessuali sono state in Australia, una volta a Sydney, ai bagni, un compagno bagnante giocosamente cominciò a farmi il solletico, quando ebbi un’erezione, lui afferrò il mio pene, io mi alzai di scatto, e lui mi chiese di fare con lui qualsiasi cosa mi fosse piaciuto fare. Mi rifiutai. Una volta a bordo di un piroscafo costiero un compagno di viaggio aveva l’abitudine di mettersi in mostra, in posa come una statua; diventammo molto intimi e lui voleva che io passassi una notte con lui. Ho rifiutato anche le sue offerte.

 ”Sono molto sano e forte, appassionato di equitazione, pesca, e tiro. Conduco una vita molto attiva. Non sono né musicista né artista, ma mi piace molto sentire la musica e ammiro le opere d’arte.

 ”Di persona io sono alto 6 piedi, tendente al grasso, il mio corpo è molto forte, il mio pene è di sei pollici di lunghezza a riposo e otto in erezione, posso senza fatica eiaculare due volte nella notte e ho rapporti sessuali almeno due volte alla settimana. Il mio scroto è teso e entrambi i testicoli sono grandi. Sono un po’ lento a eiaculare. Dopo il matrimonio, non ho mai avuto nessun desiderio di avere rapporti sessuali con nessun’altra donna, ma più volte ho incontrato uomini che mi hanno attratto. Ho un amico (un altro medico ) che mi conosce molto bene e se passiamo la notte insieme giochiamo uno con l’altro. Ho un grande desiderio che lui mi circoncida. Non ci siamo mai lasciati andare a nulla che non fosse sentire o premere insieme i nostri corpi come scolaretti.

“Il mio colore preferito è il verde.

“I miei sogni erotici, quando ne ho, sono di mia moglie o di un amante maschio.

“L’inversione sessuale è molto più diffusa di quanto comunemente si suppone e non ho mai avuto alcun rimorso di coscienza dopo nessuno dei miei rapporti amorosi. Considero l’istinto omosessuale come del tutto naturale, e, tranne che per quanto riguarda mia moglie, è più forte nel mio caso dell’istinto eterosessuale. Non ho mai iniziato un giovane alla vita sessuale né ho avuto alcun desiderio di sedurre una ragazza. I ragazzi sotto i 17 anni, o le persone di bassa classe sociale, non mi attraggono.”

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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:

http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=5346

DA ETERO A GAY: LA SCOPERTA TARDIVA DELLA PROPRIA SESSUALITÀ

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte tredicesima

Prosegue la pubblicazione delle Storie annesse al trattato sull’inversione sessuale di Havelock Ellis.

Nella Storia n. 27, che potete leggere qui di seguito, si può seguire il percorso di emersione della omosessualità in un ragazzo americano di fine 800. Nella storia si ha una chiarissima esemplificazione di un concetto fondamentale riguardante la sessualità: l’imprinting sessuale (cioè le prime esperienze sessuali o para-sessuali vissute in età infantile).

Da una lettura attenta risulta chiaramente che l’imprinting, nel caso specifico molto forte e molto anticipato, e la facilità nel procacciarsi sesso etero, hanno reso impossibile l’emersione della omosessualità fino all’età adulta. Aggiungo che l’assenza della masturbazione dovuta alla facilità e alla frequenza del coito eterosessuale, privava di fatto il ragazzo di un elemento fondamentale per il riconoscimento del proprio orientamento sessuale.

Buona lettura!

STORIA 27

H. C., americano, 28 anni, possidente, non sposato, il maggiore dei due figli. La sua storia può essere meglio espressa con le sue stesse parole:

“Io sono, dalla parte di entrambi i genitori, di ascendenze inglesi molto antiche, essendo i primi coloni del mio nome arrivati nel New England nel 1630. Sia la famiglia di mio padre che quella di mia made sono state prolifiche di soldati e statisti; la famiglia di mia madre diede un presidente degli Stati Uniti. Per quanto ne so, nessuno dei miei predecessori ha fatto sospettare stranezze mentali, ad eccezione di uno zio materno, il quale, per eccesso di studio, divenne folle per un anno.

“Sono laureato in due università con una laurea in belle arti e una in medicina. Dopo un anno come medico in un ospedale, abbandonai la medicina del tutto, per seguire la letteratura, una predilezione che avevo dall’inizio della fanciullezza.

“Mi sono svegliato al sentimento sessuale all’età di 7 anni, quando, in una piccola scuola privata, intravedendo le cosce nude sopra le calze delle mie compagne di scuola femmine, mi esaltavo vagamente. Questo feticismo, è cresciuto più definitamente centrato alla fine sulle cosce e poi su tutta la persona di una ragazza in particolare. Il mio primo sogno tinto di sessualità fu su di lei, mentre lei mi stava vicino io schiacciavo il mio pene sopra un’incudine rovente e poi, in beatifica auto-immolazione, esponevo il moncherino carbonizzato ai suoi supplicanti occhi rotondi. Questo amore, però, diminuì all’arrivo di una nuova ragazza nella scuola, che, non più bella, ma più formosa, esercitava una forte attrazione sulla mia sessualità nascente. Un pomeriggio, nella soffitta della scuderia di suo padre, mi indusse a spogliarmi, dando lei stessa l’esempio. L’erezione che le nostre manipolazioni reciproche produssero fu per me senza impulso cosciente, provai solo una curiosità infantile vedendo la nostra differenza genitale. Ma l’episodio diede l’avvio a capricci stravaganti, uno dei quali con insistenza mi ossessionava: con queste differenze fisiche, ovviamente, compensatorie, perché io e quella ragazza non avremmo dovuto realizzare un qualche tipo di rapporto sessuale? Questa fantasia, derivante esclusivamente da quell’esperienza unica, mi affascinò solo con quello che aveva di grottesco, perché in quel momento la mia sensibilità sessuale non era che rudimentale e la mia conoscenza del sesso era nulla. L’idea bizzarra, presentata alla ragazza altrettanto ignorante e da lei approvata, nacque nella soffitta dell’aia paterna e là, in modo molto pasticciato, giunse a un compimento sorprendente e piacevole.

“Nei quattro anni successivi ho ripetuto l’atto non di rado con questa ragazza e con altre.

“Quando avevo 11 anni io e mia sorella fummo portati dai nostri genitori in Europa, dove rimanemmo sei anni, frequentando la scuola ogni inverno in una città diversa e viaggiando, durante l’estate, in diversi paesi.

“All’estero il mio desiderio fu saziato al massimo grado: la disponibile ragazza compagna di giochi era onnipresente, e io la maneggiavo con ardore negli alberghi svizzeri, negli stabilimenti termali tedeschi, nelle pensioni francesi, dove non l’ho fatto? Verso la pubertà per la prima volta ho fatto ricorso, qualche volta, alle prostitute.

“Alla masturbazione, eccetto alcuni esperimenti, non ho mai fatto ricorso. Pochi dei miei compagni di scuola la praticavano dichiaratamente.

“Di omosessualità avevo sentito qualcosa esclusivamente attraverso i classici, in cui, senza lunga ponderazione, riconoscevo solo il nostro cameratismo moderno, poeticamente esaltato, mascherato con gli abiti con la fraseologia antica. L’omosessualità non riuscì mai ad annidarsi dentro di me e non trovò nessuna consonanza nella scala delle mie simpatie, non possedevo nessuna pietra di paragone per tradurre le esibizioni di quegli amori ambigui in messaggi infuocati Il rapporto con il mio sesso consisteva, intellettualmente, in un’amicizia occasionale priva di forte affetto, e fisicamente, in un blando antagonismo, il corpo nudo di un uomo era per me alquanto repellente. Le statue di donne mi evocavano una risposta sia carnale che estetica, quelle degli uomini, non mi suscitavano alcuna emozione, salvo un approfondimento di quella antipatia originaria. Allo stesso modo accadeva per i dipinti, la letteratura, il dramma, gli uomini servivano solo come complemento per le deliziose fanciulle, che visitavano i miei serragli aerei e mi leccavano nei miei rosei sogni.

“Nel mio diciottesimo anno tornammo in America, dove entrai all’università.

“Il corso del mio amore per le donne era ormai un po’ irregolare, il rapporto sessuale normale cominciò a perdere fascino. Già avevo definito, senza l’aiuto di nessuno la logica del coito, così ora l’immaginazione, brancolando nel buio, concepì un nuovo impulso per il desiderio, il  cunnilingus. Ma questo, anche se per un po’ fu abbastanza adeguato, presto cessò di soddisfarmi. In quel frangente, il Natale del mio primo anno di college, fui nominato direttore di una piccola rivista, una pecca precoce del modo di procedere di questa rivista fu la scarsità di storie d’amore. Tale abbandono improvvido era in linea con il mio modo deviante di vedere le donne, un modo di vedere che mi era stato dato dalla auto-dissipazione del glamour attraverso il quale si voleva che apparissero. Avevo vagato in qualche modo dietro le quinte e avevo visto, senza l’intervento delle luci della ribalta del sesso, che le fate una volta così raggianti si riducevano ad una umanità imbellettata, simpatica come sempre, ma non più desiderabile.

“Poco dopo, si cominciò a parlare del caso di Oscar Wilde. I resoconti dei giornali su questa faccenda, mentre  mi illuminavano, non accendevano alcuna luce di auto-rivelazione; correggevano soltanto alcune inutili congetture che, su alcuni vizi mistici, avevo sentito sussurrare. Qua e là un’allusione giornalistica ancora troppo recondita mi veniva faticosamente chiarita da un compagno di studi effemminato, che, immagino ora, non avrebbe mostrato alcuna reticenza se lo avessi pregato di aggiungere una dimostrazione pratica. Acquistai anche delle fotografie di Oscar Wilde, le guardavo sotto gli auspici untuosi di quello stesso svirilizzato mentore blandiloquente. Se il mio interesse per Oscar Wilde derivava da qualche altra emozione che non fosse la curiosità piuttosto morbosa allora quasi universale, non ne ero comunque consapevole.

“I sogni erotici, preclusi fino ad allora dal coito, vennero subito ad affliggermi. I protagonisti di questi sogni erano (e sono tuttora) invariabilmente le donne, con questa sola eccezione che io posso ricordare: sognai che Oscar Wilde, una delle mie fotografie di lui incarnata, si avvicinò a me con un languore buffonesco e eseguì una fellatio su di me, un atto che mi era stato spiegato verbalmente poco prima dal mio oracolo. Per un mese o più, il ricordo di questo sogno mi disgustò.

“I pochi tentativi successivi, timidi e svogliati, di ripristinare la mia attività sessuale erano predestinati a fallire, anche perché avevo temuto che lo fossero: l’erezione era incompleta, l’eiaculazione senza piacere.

“Sembrava che ci fosse qualcosa di sbagliato in questo comportamento. Perché coito senza desiderio sensuale del coito? Nessun senso del dovere mi spingeva, né alcun timore di un’aberrazione sessuale. La spiegazione è questa: l’attrazione per le donne non era stata eliminata, ma semplicemente sublimata, la mia immaginazione, che non importava più le immagini delle donne dall’osservazione, creava le proprie sirene deliziose, una volta diventata ​​esigente e trascendente, si rivolgeva invano alla realtà. La sostanza era svanita stabilmente, e presto anche queste sue ombre tormentose divennero via via più evanescenti, finché anch’esse svanirono nel nulla .

“Gli antipodi della sfera sessuale vennero sempre più verso la luce della mia tolleranza. L’inversione, fino ad allora macchiata da una leggera ripugnanza, divenne alla fine esteticamente incolore, e poi riprese delicatamente colore, in un primo momento solo attraverso la pietà verso le sue vittime, ma alla fine, il colore si fece più marcato con l’inclinazione semicosciente ad applicarla a me stesso come una remota possibilità. Questa rivoluzione, però, non avvenne senza una spinta esterna. Il tono prevenuto di un libro che stavo leggendo, Psychopathia Sexualis di Krafft-Ebing, incitando il mio sdegno, mi portò alla simpatia. Il mio prendere le difese degli omosessuali, puramente astratto anche se era solo un inizio, comportava però il mio guardare le cose con occhi ipoteticamente invertiti, un orientamento per amor di discussione. Dopo un po’, insensibilmente e non in un momento ben preciso, l’ipotesi si fuse con la realtà: io stesso ero un invertito. L’inversione occasionale e fittizia non si era mai sovrapposta, credo, a questa vera inversione, ma piuttosto una vera e propria inversione, dormiente per tutti quegli anni, aveva semplicemente risposto alla fine ad uno stimolo forte e abbastanza prolungato, come un uomo che si risveglia quando è chiamato ad alta voce.

“Nel presentare me stesso così sessualmente trasformato, non affermo di aver avuto fin dall’inizio una qualche inclinazione definitiva. L’istinto, così evoluto da poco tempo, rimase per un po’ offuscato. La sua espressione primaria era un interesse debolmente sensuale per le caratteristiche fisiche dei ragazzi specialmente nelle loro somiglianze con le donne. A questo interesse non opponevo alcuna disapprovazione; dato che la lascivia con le donne in molte e diverse situazioni aveva molto tempo prima intossicato la mia coscienza sessuale fino a portarla alla letargia, nessun ragionamento si oppose al tentativo di ricostituire quella coscienza sessuale. D’altra parte, il piacere intellettuale per le promesse del nuovo mondo, così come la sensualità, mi conducevano alla sua esplorazione deliberata. Eppure, per un anno, il desiderio si fermò ad una vera libidine su nulla di più concreto dei giovani, la coabitazione coi quali era la mia unica fantasia.

“Un giovane chirurgo, dopo aver letto la mia copia della Psychopathia Sexualis, si mise una sera a discutere sugli invertiti con tale gusto che gli chiesi ingenuamente se lui stesso fosse invertito. Diventò rosso, se confermativamente o altrimenti non potevo immaginarlo, nonostante il suo no veemente. Immediatamente ritirò molto sottilmente la sua negazione. Ma alla sua domanda, in risposta alla mia, io mantenni il mio no, per paura che mi proponesse qualche atto sessuale, un cosa che l’estetica della mia inversione sessuale in pieno sviluppo non avrebbe ancora permesso, i ragazzi della mia immaginazione dominavano ancora la scena.

“Una sera, subito dopo, mi scortò a molte delle caffetterie dove gli invertiti sono soliti radunarsi. Questi luoghi di incontri amorosi segreti erano tutti molto simili: un lungo corridoio, con l’orchestra ad una estremità, tavoli in marmo lungo le pareti, che lasciavano il pavimento libero per ballare. Attorno ai tavoli sedevano ragazzi e giovani, Adoni sia per effetto dell’arte che della natura, disponibili per un drink o una chiacchierata col Samaritano di turno, e timidamente venivano importunati per i piaceri per i quali, al piano di sopra, c’erano piccole stanze in affitto. Uno dei ragazzi, supportato dall’orchestra, cantava “l’aria dei gioielli” del ‘Faust’. La sua voce aveva la limpida, tremula purezza di un clarinetto, e il suo volto la bellezza di un angelo. La canzone si concluse, lo invitammo al nostro tavolo, dove si sedette a sorseggiare un brandy liscio, mentre rispondeva beffardamente alle mie domande libresche. I ragazzi prostituti che abbelliscono queste sale, ci informò, avevano nomi fantasiosi, alcuni di attrici famose, altri di eroi del teatro, il suo nome era Dorian Gray. I rivali, si lamentava, avevano assunto lo stesso nome, ma lui era l’originale Dorian, gli altri erano solo impostori gelosi. I suoi capelli ricci erano d’oro; le guance rosa; le labbra, rosso corallo, si aprivano incessantemente per rivelare il bianco perla scintillante dei suoi denti Eppure, anche se lo ritenevo il giovane più bello del mondo, non provavo nessun interesse sessuale né per lui né per gli altri ragazzi, che in realtà erano tutti belli – la bellezza era la loro principale risorsa. Dorian, inoltre, esaltato dallo splendore del suo abbigliamento femminile, corsetti di raso, abiti da sera scollati, ecc, si vestiva, nelle notti di gala, in modo da mettere in mostra le sue spalle lucenti e le sue braccia belle, paffute e bianche. Così messo in mostra, scherzava, e avrebbe stregato perfino me, ancora così impassibile, fino a quando non mi fossi buttato, in lacrime di felicità, nel suo abbraccio d’amore.

“La mia prima esperienza di fellatio fu un mese più tardi, con il giovane chirurgo. Gli confessai lo sfizio di provare, e lui accettò. Anche se questo atto nauseante e faticoso, molto imperfettamente eseguito, era dovuto soprattutto alla curiosità, sorse ben presto una passionale velleità di ripetizione. In breve, il desiderio della fellatio crebbe lentamente dalla notte di quel fiasco sdolcinato e divenne alla fine in un desiderio sovrano.

“Forse l’abortire spontaneo di quell’esperimento iniziatico era dovuto alla precipitazione, all’incubazione del mio istinto perverso che non era ancora completa. Ci fu poi una pausa di un mese, nella quale, anche se non ci fu alcun tentativo di una ulteriore fellatio, la mia mente andò via via sempre più vicino ad una conciliazione con la grossolanità dell’atto, e cominciò a scoprire qualche correlazione tra le sue creature e i bei ragazzi visti in carne e ossa. Una sera, a Broadway, concepii improvvisamente un desiderio totale per un giovane che stava uscendo da un hotel mentre passavo. I nostri sguardi si incontrarono e si  fermarono insieme. Si accostò a me per la prima volta vicino a una vetrina. Era un invertito. Con lui, nella sua stanza presso l’hotel da dove lo avevo visto uscire, ho passato una notte apocalittica. Da allora in poi il contatto con i ragazzi limitato solo allo spirito cessò di essere un fine, le immagini si erano trasformate in carne, uscivano dal loro contesto a andavano per le strade. Quel ragazzo, quel deus ex machina, lo vedo chiaramente: i suoi capelli ricci marroni, gli occhi azzurri come il mare, il suo petto insieme così ad arco e così pieno, le braccia arrotondate, la sua vita stretta, il rigonfiamento aggraziato dei suoi fianchi e le cosce, piene e bianche come la neve; ricordo come ieri le fossette nelle sue ginocchia, la snellezza delle sue caviglie, la morbidezza dei suoi piccoli piedi, con il collo del piede rosa come l’interno di una conchiglia. Come gongolavo sulle sue ampie rotondità, le sue ricche ondulazioni!

“Negli ultimi otto anni ho eseguito la fellatio (mai la pedicatio) con più di trecento uomini e ragazzi. La mia preferenza è per i ragazzi tra i 15 ei 20 anni, raffinati, carini, con un fare da ragazzina, e loro stessi omosessuali.

“Personalmente, salvo questo amore per i maschi, sono da ogni punto di vista maschile, dedito agli sport all’aria aperta, e a fumare e a bere moderatamente. All’apparenza, non sono che un ragazzo di 18 anni. La mia faccia e la figura sono generalmente considerate belle. Sono ben rasato, con capelli neri e ricci, le guance rosse e gli occhi castani, i lineamenti delicati e regolari; il corpo, di media statura, ovunque praticamente senza peli. Con anni di allenamento ho raggiunto anche grande forza e proporzioni classiche, i contorni dei muscoli sono facilmente arrotondati dal tessuto adiposo. Le mie mani ed i piedi sono di piccole dimensioni. Il mio pene, anche se perfettamente formato, è decisamente enorme – eretto, dieci pollici e mezzo di lunghezza, sette pollici e un quarto di circonferenza.

“Qualche spinta alla mia apostasia dai metodi ortodossi è venuta, senza dubbio, da questa ipertrofia del pene, che già nel mio ventesimo anno aveva acquisito la sua attuale dimensione eccessiva, rendendo il coito impraticabile con la maggior parte delle donne. Io tentavo e dolorosamente quando l’inserimento riusciva. Dal quando mi ritrovai erede dell’inversione, un unico ritorno del desiderio normale, sei anni fa, mi convinse a tentare il coito con undici o dodici prostitute, e, abbastanza stranamente, con quasi tutta la lascivia dei vecchi tempi e con la piena erezione, ma, come avvenne, sempre con troppo grande disparità delle parti per il successo.”

Una certa ricercatezza nei modi di questa comunicazione può essere attribuita in parte alla natura degli interessi letterari che lo scrittore di preferenza coltiva, e in parte, senza dubbio più fondamentalmente, al carattere speciale del suo temperamento, prevalentemente estetico e all’attrazione per l’esotico. Un’attrazione per esperienze esotiche non sarà, tuttavia, sufficiente a spiegare lo sviluppo piuttosto tardivo delle tendenze omosessuali, uno sviluppo ritardato che può essere la base per collocare questo caso proprio nel gruppo degli invertiti ritardati. H. C. stesso ha sottolineato a me che la sua avversione per le donne, che cominciò ad apparire nel diciottesimo anno, era già notevole prima che avesse mai sentito parlare chiaramente di atti omosessuali specifici e un anno intero prima che egli sperimentasse il minimo interesse sessuale per gli uomini o per i ragazzi. Inoltre, se è vero che la tendenza attuale all’attrazione omosessuale è apparsa solo dopo che aveva letto Krafft-Ebing ed era venuto a contatto con gli invertiti, tali influenze non sarebbero sufficienti a cambiare la natura sessuale di un uomo normalmente costituito.

Si può aggiungere che H. C. non è attratto da uomini normali. Per quanto riguarda il suo atteggiamento morale egli osserva: “Non ho scrupoli nell’indulgere alla mia passione. Capisco le obiezioni morali avanzate, ma esse sono così speculative e costruite, mentre, in modo immediato, l’inversione è la fonte di tanto bene.” Egli considera tutta la questione sessuale come in gran parte una questione di gusto.

Considero il caso precedente, un caso di notevole interesse. Presenta ciò che è comunemente considerato un tipo molto diffuso di inversione, di cui Oscar Wilde sarebbe il massimo esponente, in cui una persona eterosessuale diventa chiaramente omosessuale per effetto dell’esercizio della curiosità intellettuale e dell’interesse estetico. In realtà il tipo è tutt’altro che comune; infatti, una curiosità intellettuale e un interesse estetico, abbastanza forti da dirigere anche in apparenza l’impulso sessuale in qualche nuova direzione, sono a loro volta tutt’altro che comuni. Inoltre, una lettura critica di questa storia suggerisce che il controllo apparente della ragione sull’impulso sessuale è un fenomeno superficiale. Qui, come sempre, la ragione non è che uno strumento nelle mani delle passioni. Le cause apparenti sono in realtà gli effetti; e noi assistiamo al graduale emergere di un impulso omosessuale ritardato.

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OMOSESSUALITA’, CRIMINE E MALATTIA MENTALE

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte dodicesima

Prosegue la pubblicazione delle Storie annesse da Havelock Ellis al suo trattato sull’inversione sessuale. La Storia n. 26 affronta un tema critico, ossia il rapporto omosessualità-crimine-malattia mentale. Si tratta di una storia dai risvolti fortemente drammatici in cui il protagonista, che presenta una forma di delirio paranoico, è angosciato dall’idea dell’omosessualità e non riconosce la sostanza del suo vero problema che lo porta a progettare e a tentare di realizzare un omicidio-suicidio, sparando quattro colpi di revolver al partner che gli aveva detto che, quando fosse giunta l’ora, sarebbe stato bello per loro morire insieme. Ovviamente l’idea romantica di morire insieme era per il partner solo una gentile espressione affettuosa verso il suo compagno e non rappresentava affatto la concreta volontà di morire insieme, meno che mai a breve scadenza, ma per il protagonista la scelta di morite insieme era invece una prospettiva concreta, romantica e nobilitante, alla quale dare seguito quanto pima. Il partner si era accorto che qualcosa non andava nei comportamenti del protagonista e lo aveva allontanato, provocandogli anche la perdita del lavoro. Il protagonista tuttavia non lo accusa mai di questo e scarica la colpa del suo licenziamento sul direttore delle poste che avrebbe ordito una congiura contro di lui. Il tono drammatico della vicenda è sottolineato dl fatto che il protagonista ha problemi di malformazioni genitali e probabilmente turbe ormonali e va incontro, per risolvere questi problemi, ad una castrazione chirurgica che non fa che peggiorare la situazione.

La storia è una testimonianza molto forte di quanto l’omosessualità possa essere vista come “il problema” e possa creare grave sofferenza anche quando ci sono gravi disturbi mentali che andrebbero diagnosticati e seguiti con la massima attenzione. Va sottolineato che il protagonista, che su molti contenuti non perde la sua lucidità, riconosce alla base del suo tentato omicidio-suicidio non la passione per il suo partner, ma la castrazione chirurgica con tutte le conseguenze che essa aveva prodotto.

Vi invito a leggere la storia con la massima attenzione, perché è un documento assolutamente unico.

STORIA 26

Il 28 marzo 1894, a mezzogiorno, in mezzo alla strada, a Chicago, Guy T. Olmstead sparò con un revolver ad un portalettere di nome William L. Clifford. Venne da dietro e deliberatamente sparò quattro colpi, il primo entrò nei lombi di Clifford, gli altri tre penetrarono nella parte posteriore della sua testa, in modo che l’uomo cadde e fu considerato ferito a morte. Olmstead tentò di fuggire, mentre una folla si precipitava su di lui con il solito grido di “Linciatelo!” poi brandì il revolver esclamando: “Non mi prenderete mai vivo!” e quando un agente di polizia lo disarmò, disse all’agente: “Non mi prendere la mia pistola, lasciami finire quello che devo fare.” Questo era evidentemente un’allusione, come si vedrà nel seguito, all’’intenzione di suicidarsi. Entrò però rapidamente nel cellulare della polizia, per sfuggire alla folla minacciosa.

Olmstead, che aveva 30 anni, era nato vicino a Danville, Illinois, città nella quale aveva vissuto per molti anni. Entrambi i genitori erano nati in Illinois. Suo padre, una ventina di anni prima, sparò e quasi uccise un ricco mercante di carbone, indotto a commettere il reato, si dice, da un’organizzazione segreta di un centinaio di eminenti cittadini a cui la vittima si era resa odiosa facendo causa contro di loro per motivi banali. La vittima impazzì, ma il criminale non fu mai punito e morì pochi anni dopo, all’età di 44 anni. Quest’uomo aveva un altro figlio che era considerato particolare.

Guy Olmstead cominciò a mostrare segni di perversione sessuale all’età di 12 anni. Fu sedotto (siamo portati a credere) da un uomo che occupava la stessa camera da letto. La storia precedente di Olmstead non è chiara dai dati di cui disponiamo. Sembra che abbia iniziato la sua carriera come insegnante nel Connecticut e che lì abbia sposato la figlia di un ricco contadino; ma poi si “innamorò” del cugino di lei, che egli descrive come un giovane molto bello. Ciò portò alla separazione dalla moglie, e lui se ne andò verso l’West.

Non è mai stato considerato perfettamente sano e dall’ottobre 1886 al maggio 1889 è stato nel Manicomio di Kankakee. Dalla documentazione, la sua malattia risulta della durata di tre anni, causata da cattive condizioni di salute generale; sono anche riportate: ereditarietà dubbia, abitudini buone, occupazione come insegnante. La sua condizione è stata diagnosticata come paranoia. Al momento del ricovero era irritabile, alternava eccitazione e depressione. Tornò a casa in buone condizioni.

In questo periodo (e di nuovo quando sarà esaminato in seguito) le condizioni fisiche di Olmstead sono descritte come, nel complesso, come normali e discrete. Altezza: 5 piedi e 8 pollici; peso: 159 libbre; percezioni normali; genitali anormalmente piccoli, con un pene rudimentale. La sua testa è asimmetrica, ed è piena nella zona occipitale, un po’ infossata al bregma, la fronte è bassa. Il suo indice cefalico è 78. Il pelo è color sabbia, e normale in quantità sopra la testa, il viso e il corpo. I suoi occhi sono grigi, piccoli e infossati; gli zigomi sono normali. Il naso è grande e molto sottile. C’è un arresto dello sviluppo della mascella superiore. Le orecchie sono eccessivamente sviluppate e malformate. Il viso è molto marcato, la fessura nasolabiale è profondamente incisa, e ci sono rughe orizzontali ben marcate sulla fronte, così che egli dimostra almeno dieci anni di più della sua età effettiva. La mascella superiore è parzialmente a forma di V, quella inferiore è ben sviluppata. I denti, le loro radici e il processo alveolare sono normali. I seni sono pieni. Il corpo è generalmente ben sviluppato; le mani e i piedi sono grandi.

Non conosciamo la storia di Olmstead per il periodo di alcuni anni dopo lasciò Kankakee. Nel mese di ottobre 1892, si parla di lui come portalettere a Chicago. Durante l’estate seguente sviluppò una passione per William Clifford, un collega portalettere della sua stessa età, che era stato anche lui precedentemente un insegnante, ed era considerato uno degli uomini più affidabili ed efficienti nel servizio. Per un certo tempo Clifford sembra aver condiviso questa passione, o essersi sottomesso ad essa, ma ben prestò pose fine a questa relazione e invitò pressantemente il suo amico a sottoporsi a cure mediche, offrendosi di pagare lui stesso le spese. Olmstead continuò a scrivere lettere dal contenuto più appassionato a Clifford, e lo seguì quasi costantemente finché la vita di quest’ultimo non divenne insopportabile. Nel mese di dicembre 1893, Clifford consegnò le lettere nelle mani del direttore delle poste e ad Olmstead fu chiesto di dimettersi subito. Olmstead fece ricorso alla Commissione del Servizio Civile a Washington lamentando di essere stato licenziato senza giusta causa e richiese anche la reintegrazione, ma senza successo.

Nel frattempo, a quanto pare su consiglio di amici, andò in ospedale, e alla metà di febbraio 1894, gli furono asportati i testicoli. Non disponiamo di nessun rapporto dell’ospedale. L’effetto della rimozione dei testicoli fu tutt’altro che favorevole e Olmstead cominciò a soffrire di melanconia isterica. Poco dopo si recò di nuovo in ospedale. Il 19 marzo scrisse al dottor Talbot dall’Ospedale della Misericordia, di Chicago: “Sono tornato a Chicago la notte dello scorso Mercoledì, ma mi sentivo così infelice che ho deciso di entrare di nuovo in ospedale, e così sono andato all’ospedale della Misericordia, che è molto buono rispetto a come sono gli ospedali. Ma potrei anche andare all’inferno per quanto riguarda la speranza di una mia guarire. Sono un caso assolutamente incorreggibile, del tutto incurabile e assolutamente ingestibile. A casa ho pensato per un momento che ero guarito, ma mi sbagliavo, e dopo aver visto Clifford giovedì scorso sono stato molto peggio di prima per quanto riguarda la mia passione per lui. Il cielo solo sa quanto ho lavorato duro per cecare di fare di me una creatura decente, ma la mia bassezza è incontrollabile, e potrei anche arrendermi e morire. Mi chiedo se i medici sapevano che dopo l’evirazione era possibile per un uomo avere erezioni, masturbarsi, e avere la stessa passione di prima. Mi vergogno di me stesso, mi odio, ma non ci posso fare nulla. Ho amici tra la brava gente, suono il pianoforte, amo la musica, i libri, e tutto ciò che c’è bello e nobilitante; tuttavia queste cose non mi possono nobilitare, perché questo carico di innata abiezione mi trascina verso il basso e mi impedisce il perfetto godimento di qualsiasi cosa. I medici sono gli unici che capiscono e conoscono la mia impotenza davanti a questo mostro. Io penso e lavoro finché il mio cervello gira, e posso a stento trattenermi dal gridare miei problemi.” Questa lettera è stata scritta pochi giorni prima della commissione del reato.

Quando fu trasportato alla stazione di polizia, Olmstead scoppiò in pianto dirotto gridando amaramente: “Oh! Will, Will, vieni da me! Perché non mi uccidete e mi non lasciate andare da lui?” (In quel momento supponeva di aver ucciso Clifford.) Gli fu trovata addosso la una lettera, come segue: “Ospedale della Misericordia, 27 marzo. A colui che si interessa di leggere: Temendo che le mie motivazioni per uccidere Clifford e me stesso possano essere fraintese, scrivo questo per spiegare la causa di questo omicidio-suicidio. La scorsa estate Clifford e io cominciammo un’amicizia che si sviluppò in amore.” Aggiungeva poi i dettagli dell’amicizia e continuava: “Dopo aver suonato una rapsodia di Liszt per Clifford più e più volte, lui mi disse che, quando il nostro tempo di morire fosse arrivato, sperava che saremmo morti insieme, ascoltando una musica così gloriosa. Ora per noi il tempo di morire è arrivato, ma la morte non sarà accompagnata dalla musica. L’amore di Clifford si è, ahimè, trasformato in odio mortale. Per qualche ragione Clifford improvvisamente ha interrotto i nostri rapporti e la nostra amicizia.” Nella sua cella si comportava in maniera selvaggiamente eccitata, e fece diversi tentativi di suicidio; così che doveva essere strettamente sorvegliato. Poche settimane più tardi, scrisse al dottor Talbot: “Cook County Gaol, 23 aprile. Mi sento come se l’avessi trascurata non scrivendole in tutto questo tempo, anche se può non interessarle affatto avere mie notizie, dato che non ho mai fatto altro che approfittare della sua gentilezza. Ma per favore mi renda giustizia nel pensare che non mi sarei mai aspettato tutti questi problemi, quando pensavo che Will e io saremmo stati nelle nostre tombe e in pace già molto prima di tutto questo. Ma i miei piani fallirono miseramente. Il povero Will non era morto, e io ero stato catturato prima che potessi spararmi. Penso che Will davvero si sarebbe sparato (e sento anche che altri lo penseranno) quando tutta la storia è venuta fuori in tribunale. Non riesco a capire la sorpresa e l’indignazione che il mio atto sembra generare, dato che era perfettamente giusto e naturale che Will e io dovessimo morire insieme, e questo non riguardava nessun altro. Sappia che io credo che il povero ragazzo comunque si ucciderà, perché lo scorso novembre, quando nel mio dolore e nella mia rabbia dissi ai suoi parenti del nostro matrimonio lui era così spaventato, ferito e arrabbiato che voleva che ci uccidessimo tutti e due. Ho accettato volentieri questa proposta di suicidarsi, ma lui ha fatto macchina indietro dopo un giorno o due. Sono contento ora che Will sia vivo, e sono contento che io sia vivo, anche con la prospettiva di anni di reclusione davanti a me, anni che io sopporterò allegramente per il suo bene. Eppure negli ultimi dieci mesi la sua influenza mi ha dominato così completamente, corpo e anima, che se io avessi agito bene, lui avrebbe dovuto avere il merito delle mie buone azioni, e se avessi agito male, avrebbe dovuto essere incolpato lui per quel male, perché io non sono stato assolutamente me stesso, ma solo una parte di lui, e felice di fondere la mia individualità nella sua.”

Olmstead fu processato a porte chiuse nel mese di luglio. Non emersero elementi nuovi. Fu condannato al Manicomio criminale. Poco dopo, mentre era ancora nel carcere a Chicago, scrisse al dottor Talbot: “Dato che lei si è interessato al mio caso da un punto di vista scientifico, c’è ancora qualcosa che voglio dirle di me, ma che ho evitato, perché mi vergognavo di ammettere certi fatti e certe caratteristiche della mia deplorevole debolezza. Tra i pochi pervertiti sessuali che ho conosciuto ho notato che tutti hanno l’abitudine di chiudere spesso la bocca con il labbro inferiore sporgente oltre il superiore. [Di solito a causa dell’arresto dello sviluppo mascella superiore.] Ho notato questa particolarità nel signor Clifford prima che diventassimo intimi, e spesso ho colto me stesso nel medesimo atteggiamento. Prima dell’operazione i miei testicoli potevano gonfiarsi, diventare dolenti e farmi del male e, anche dopo, le cose sembravano andare nella stessa maniera, proprio come un uomo che a volte si lamenta che gli fa male la sua gamba amputata. Dopo l’operazione, poi, i miei seni potevano gonfiarsi e diventare duri, dolenti e arrossati intorno ai capezzoli. Dal momento dell’operazione non c’è mai stato un giorno in cui sono stato libero da dolori acuti, lancinanti, dal basso addome allo scroto, che erano peggiori alla base del pene. Ora che il mio destino è deciso, devo dire che davvero la mia passione per il signor Clifford è in declino, ma non so se questo miglioramento è permanente o no. Non ho assolutamente nessuna passione per gli altri uomini e ora ho cominciato a sperare di poter ancora sopravvivere al mio desiderio di Clifford, o almeno di controllarlo. Io non ho ancora detto nulla di questo miglioramento delle mie condizioni, perché volevo che la gente continuasse a pensare ancora che ero pazzo, in modo che sarei stato sicuro di evitare di essere mandato al penitenziario. So che ero pazzo nel momento in cui ho cercato di uccidere sia Clifford che me stesso, e sento che non mi merito una punizione così terribile come essere mandato in una prigione di Stato. Tuttavia, penso che siano state l’operazione e la mia successiva malattia che hanno causato la mia follia, piuttosto che la passione per Clifford. Mi piacerebbe molto sapere se lei considera davvero la perversione sessuale una follia.”

Una volta dimesso dal Manicomio criminale, Olmstead tornò a Chicago e rivendicò i suoi testicoli dal direttore delle poste della città, da lui accusato di far parte di una congiura organizzata contro di lui. Affermò che il direttore delle poste era uno dei principali agenti di un complotto contro di lui, risalente a prima della castrazione. Fu poi inviato al Manicomio Cook. Sembra probabile che una condizione di paranoia fosse ormai saldamente radicata.

I casi seguenti sono tutti di bisessuali: attrazione che si fa sentire verso entrambi i sessi, di solito in grado predominante verso il maschile.

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STORIA DI UN INSEGNANTE OMOSESSUALE

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte undicesima

La Storia 25 presentata da Havelock Ellis nel suo trattato sull’inversione sessuale, scritta in un Inglese molto paratattico e colloquiale (probabilmente scritta di getto) si sofferma sul senso che ha la scelta dell’insegnamento per un omosessuale. Nel caso specifico si tratta di un omosessuale di formazione nettamente puritana che cerca di conciliare omosessualità e senso del dovere in una situazione, come quella delle scuole inglesi a cavallo tra 800 e 900 in cui l’omosessualità tra studenti non era certo rarissima. Qui tuttavia il punto vi vista è quello dell’insegnante che si innamora di uno studente ed è, almeno relativamente, ricambiato.

Buona lettura.

STORIA 25

A. S., insegnante, 46 anni.

“Mio padre era, direi, al di sotto della media quanto a disponibilità per l’amicizia. Gli piacevano le ragazze, e non è mai stato interessato a ragazzi. Era un uomo di moralità fortemente puritana, capace di condannare con cupa asprezza. Era anche un uomo capace di grandi sacrifici per questioni di principio, e mentalmente era molto ben dotato. Mia madre era un’intelligente donna pratica, molto partecipativa. Era capace di calda amicizia, specialmente verso quelli più giovani di lei. Suo padre (che non ho mai conosciuto) era un insegnante. Si dedicava a sua moglie, ma si dilettava anche della compagnia di giovani uomini. Aveva sempre qualche giovane uomo in braccio, mia madre mi diceva. La famiglia di mia madre è di origine gallese. Ho imparato a leggere a 5 anni, e posso a malapena averne avuti 6 quando avevo l’abitudine di leggere più e più volte il lamento di Davide per Assalonne. Anche ora posso vagamente ricordare il fascino da sirena che quel ritornello malinconico esercitava su di me, ‘O figlio mio Assalonne …. O Assalonne, figlio mio, ​figlio mio! ‘ Di recente, quando ho pensato alla quantità di devozione che ho dimostrato per i ragazzi e alla quantità di patimenti che ho a volte sofferto per loro, ho sentito come se ci fosse qualcosa di quasi stranamente profetico in quel fatto così precoce.

“Sono sempre stato una creatura suggestionabile. Mia madre era molto musicale, e il suo canto ‘si impossessò’ di me meravigliosamente. Il drammatico e il poetico mi hanno sempre attirato fortemente.

“Sentivo che avrei voluto agire, ma non ho mai osato. Nello stesso modo sentivo che un giorno mi sarebbe piaciuto essere un insegnante, ma non osavo dirlo Una creatura timida, che si ritraeva, era evidentemente inadatta per tali occupazioni. Beh, l’insegnamento alla fine arrivò, e la cosa strana era che i ragazzi erano in un modo o nell’altro attratti da me, e i peggiori elementi erano attratti più degli altri. E arrivò anche la possibilità di agire. A causa di alcune difficoltà su un lancio in un gioco a scuola, entrai in gioco io. Dopo di che ho capito che (in una certa misura) potevo agire. Ho trascorso due periodi di vacanza con una compagnia drammatica. Avrei potuto senza dubbio rimanere sulla scena, salvo che per una cosa. Non vogliono essere bigotto, ma le barzellette sporche e brutte mi sono odiose. È stato questo genere di cose che mi ha allontanato. Mi buttai invece nel lavoro scolastico.

“Sono stati in parte l’interesse drammatico e in parte un genuino interesse per la natura umana, che mi hanno portato a fare anche un po’ di predicazione. Quando era stato gravemente ferito da uno o due ragazzi che amavo, pensai di dedicarmi al lavoro pastorale, ma abbandonai anche questo, e molto saggiamente. Non sarei mai stato in grado di lavorare comodamente con una qualsiasi organizzazione. Per prima cosa ho una tendenza a far mie le idee nuove, e questo alle organizzazioni non piace. E poi, tutte le funzioni sociali sono anatema per me.

“L’interesse per ‘arte’, come di solito intesa, cominciò a farsi sentire solo dopo i 30 anni. Iniziò con l’architettura per passare poi alla pittura e alla scultura. La tendenza a fare piuttosto una varietà (una troppo grande varietà) di cose caratterizza molti Uranisti. Siamo un po’ come i composti chimici labili: le nostre molecole facilmente si riorganizzano.

“Quando ero un ragazzo di 10 anni ho avuto la classica storia d’amore con una ragazza della mia stessa età. L’incidente richiede forse un po’ più di analisi per il seguente motivo: quando avevo 16 anni quella ragazza visse con noi per un anno. Era una bella, piacevole, ragazza intelligente, e pensava molto a me. Sono stato fortemente attratto da lei. Ricordo in particolare un piccolo fatto. Le avevo mostrando come fare un po’ di algebra e lei era inginocchiata vicino al tavolo dalla parte della mia sedia. I suoi capelli le scorrevano sulle spalle e lei sembrava piuttosto affascinante. Espresse calda ammirazione per il modo in cui avevo risolto il problema. Mi ricordo che io volutamente schiacciai il sentimento di attrazione che mi aveva assalito. Io a malapena so perché l’ho fatto; ma penso che ci fosse la vaga sensazione che non volevo che disturbasse il mio lavoro. Non c’era attrazione sessuale o, almeno, nessun’attrazione che fosse manifesta. La ragazza, non c’è dubbio, è arrivata ad amarmi. Mi dispiace dire che in altri due casi, poi, due donne mi volevano bene, e sono rimaste entrambe nubili per colpa mia. A volte sento che in una società sapientemente libera sarei in grado di dare figli ad entrambe queste donne. Credo che lo avrei potuto fare, e credo che sarebbe stata una soddisfazione immensa per loro. Una unione permanente con una donna sarebbe, tuttavia, impossibile per me. Una unione permanente con un uomo sarebbe, credo, possibile. Almeno sono consapevole che le attrazioni che sono state di carattere totalmente omosessuale, nel mio caso, sono state molto durature.

“Sono stato fortemente attratto quando non avevo più di 13 anni da un ragazzo poco più grande di me. È stata una storia d’amore, non c’è dubbio, ma non ricordo alcuna manifestazione sessuale esterna. Ci sono stati altri casi di passaggio, ma in nessun caso c’è stata una qualche risposta calda fino a quando ho raggiunto i 15 anni. Ho poi fatto amicizia con un ragazzo di tipo completamente diverso da me. Ero un lettore. Mi piaceva fare lunghe passeggiate e mi piaceva l’aria fresca, ma ero troppo timido per andare a fare sport. Anzi ero terribilmente timido. Lui era un grande sportivo e sempre a suo agio in compagnia. Ma mi chiese di aiutarlo in un certo lavoro, e cominciammo a lavorare insieme. Ho finito per innamorarmi appassionatamente di lui. Le sue carezze mi causavano sempre un po’ di erezione. Personalmente, credo che sarebbe stato più saggio aver dato espressione sessuale completa a questi sentimenti. L’assenza di conoscenze portò a due risultati nettamente indesiderati: il primo fu una forte congestione e dolori intermittenti, il secondo fu una tendenza ad una sorta di masochismo modificato. C’è sempre stata, suppongo, una qualche attrazione erotica per le natiche, e naturalmente anche per i ragazzi, essi offrono un bersaglio irresistibilmente attraente per un buono schiaffo. Ho scoperto che quando questo ragazzo mi ha sculacciato, il fatto ha prodotto una certa quantità di eccitazione sessuale, e il desiderio di questa forma di stimolo è cresciuto in me. Il risultato, nel mio caso, è stato cattivo. Era sensualismo, non amore. Posso dire questo in modo affidabile, perché in un caso di amore profondamente appassionato di molto tempo dopo, mi ritrassi da tale metodo, ma il reciproco abbraccio nudo trovai che fosse per me una espressione assolutamente naturale e pura d’amore. Non ho mai sentito nulla di grossolano in esso, e quell’abbraccio distrusse il mio precedente e (almeno per me) meno salutare desiderio.

“L’amicizia scolastica scomparve con il matrimonio del mio amico. Io ero furiosamente geloso, e la madre del giovane era contro di me, ma io continuo a pensare a quell’amicizia giovanile con tenerezza. Io so che il mio ragazzo è stato il primo che mi ha reso capace di espressione autonoma, il primo in assoluto che mi ha insegnato a fare amicizia. E se ancora si interessasse me, so che il suo amore sarebbe caro anche a me.

“Il rammarico più grande, se guardo indietro, è che non sapevo di queste cose in anticipo. Non posso non pensare che tutti i giovani dovrebbero essere istruiti circa l’amore dei compagni e incoraggiati a cercare aiuto in qualsiasi tipo di difficoltà che questo possa portare. Noi gente omogenica non possiamo essere che una piccola percentuale dell’umanità, ma i nostri numeri sono ancora grandi, e sicuramente il fatto di realizzare o mandare in rovina la nostra vita dovrebbe contare qualcosa. Al college mi sono violentemente innamorato di un amico col quale avevo fatto un lavoro scientifico. Anche lui mi amava, anche se non con un simile calore. Anche lui era in gran parte uranista, ma me ne sono reso conto solo uno o due anni fa. È ancora celibe, ed è ancora mio amico. Abbiamo fatto qualche lavoro di ricerca insieme che è piuttosto noto. Sono abbastanza sicuro che l’amore che abbiamo avuto uno per l’altro ci ha dato un enorme entusiasmo per il nostro lavoro e ha notevolmente aumentato le nostre possibilità.

“Mentre stavo lavorando al college ero interessato a un ragazzo che lavorava come fattorino per una ditta della città. L’ho aiutato a ottenere una migliore formazione, e ho investito denaro su di lui. Mio padre mi stava facendo qualche concessione al momento e fece obiezioni . Ho detto che in futuro mi sarei mantenuto da solo, e in questo modo sono arrivato a prendere l’abilitazione all’insegnamento. Sono subito stato abbastanza assorbito dal mio lavoro con i ragazzi. Naturalmente li amavo. E qui mi sento di dover toccare quella che mi sembra una caratteristica della maggior parte di noi Uranisti. I nostri organi genitali sono ordinariamente, di solito, organi di espressione L’uomo eterogenico dalla mente pulita tende a considerare una tale visione degli organi genitali come mostruosa, noi, d’altra parte, siamo obbligati (almeno per noi stessi) a considerarla come una cosa semplice e naturale. Per quanto mi riguarda ho avuto molti pregiudizi puritani – pregiudizi che ho conservato per molti e faticosi giorni – ma il mio affetto per quelli del mio stesso sesso si è manifestato molto spesso attraverso una certa agitazione sessuale, e con un’erezione più o meno sostenuta, tanto che io fui costretto a considerare queste cose come inevitabili, e, in generale, non prestai attenzione ad esse in alcun modo. Erano i ragazzi più grandi che a volte mi attraevano fortemente. Il mio amore per loro era, lo so, una cosa veramente spirituale, anche se inevitabilmente aveva qualche espressione fisica. Ero capace di grande devozione, di fare grandi sacrifici per loro, e avrei certamente preferito morire che ferirli. I ragazzi andavano d’accordo con me. Non sono mai stato debole con loro, e sono stato in grado di consentire tutti i tipi di familiarità, senza alcuna perdita di rispetto. I ragazzi più grandi di solito, fuori dalla classe, mi chiamavano per nome, e ricordo di uno che mi scrisse per chiedermi se poteva farlo, perché questo lo faceva sentire ‘vicino’ a me. Alcuni dei ragazzi, ovviamente, li amavo con particolare devozione. Mi baciavano e gradivano che io li abbracciassi. Uno di questi era, ora lo so, un vero uranista, e c’era nel suo caso certamente qualche risposta sessuale, ma anche se spesso ho dormito con lui, quando era un ragazzo di 17 e 18 anni, non c’era mai alcuna idea nella nostra mente di un qualsiasi atto sessuale. Siamo ancora amici affettuosi, e sempre ci baciamo quando ci incontriamo. Guardando indietro a quei giorni, capisco che ero un po’ incline a passare da un amore all’altro, ma ognuno è stato un vero e proprio culto, e ha coinvolto un vero, duro lavoro nell’interesse del ragazzo. E so che quando il ragazzo resta legato a me andando verso la virilità rimangono ancora una vera tenerezza e un vero amore.

“Mentre insegnavo feci la conoscenza di un religioso anticonformista, che, pur felicemente sposato, aveva certamente alcune tendenze omogeniche. Si dedicava molto ai ragazzi e mi aiutò per quanto riguardava alcuni casi difficili. Sono stati proprio i casi difficili quelli che mi hanno sempre attratto. Dovevo punire questi ragazzi e il mio amico mi consigliò di sculacciarli con la mano sulle natiche nude. Dico che ho adottato questo metodo, perché si potrebbe pensare che fosse pericoloso per me. Certamente non ha prodotto in me neppure la più remota suggestione di un qualche atto sessuale, anche se a volte ha prodotto una piccola quantità di eccitazione sessuale. Ho ignorato questo metodo, e me lo sono tolto dalla testa, quando ho trovato il metodo più efficace. Poteva concretizzarsi con grandi variazioni di intensità, e i ragazzi erano sempre pronti a scherzarci sopra. Non ho mai incontrato alcun caso in cui una qualsiasi eccitazione sessuale sia stata prodotta da esso. I ragazzi coi quali ho dovuto essere più duro, quasi sempre, però, si sono attaccati di più a me. Ci può essere una leggera e normale tendenza masochista nella maggior parte dei ragazzi, e forse il carattere erogeno delle natiche ha qualcosa a che fare con lo sviluppo dell’affetto. Se è così, io sono propenso a considerarlo come normale e utile, piuttosto che in modo contrario, perché nella mia esperienza non si sono mai prodotti risultati indesiderati. Ma poi, naturalmente, c’è poco da scherzare con questa cosa, che potrebbe, ne sono certo, in alcuni casi, essere decisamente dannosa.

“Un’esperienza dei miei giorni di insegnamento è, credo, importante per il suo peso sulla psicologia sessuale generale. Ho sempre notato che durante il periodo delle lezioni ero particolarmente libero da ‘sogni bagnati.’ Ciò che è degno di nota è questo: durante il periodo delle lezioni non ci fu mai niente di più che una espressione sessuale molto parziale di qualsiasi mio sentimento, tale espressione d’altra parte era del tutto inevitabile. Non c’era quindi alcuna perdita effettiva di sperma, e sembra chiaro che i ‘sogni bagnati’ non erano dovuti alla mera pressione fisica. La soddisfazione psichica dell’amore in questo caso rendeva l’espressione fisica completa meno urgente. Ma era un amore di un genere decisamente tenero che era necessario per trattenere il fisico dall’invadere il campo. Di questo la mia ulteriore esperienza mi ha fatto certo. Adesso sono, inoltre, ormai convinto che un amore uranista reciproco raggiungerà i suoi migliori risultati, sia spirituali che fisici, quando potrà avere un’espressione sessuale completa.

“Quanto al carattere dei sogni sessuali che ho avuto, non c’è molto da dire. Durante il periodo della tendenza masochista, erano di carattere masochista; altrimenti erano sogni semplicemente di abbraccio nudo. Di solito si è registrato un considerevole elemento di amore ideale nel sogno. Ho non più di tre volte al massimo sognato di avere rapporti sessuali con una persona del sesso opposto. Ci fu solo, in un solo caso, ciò che potrei chiamare emozione reale in un tale sogno. Gli altri sogni sono sati spesso (non sempre) sogni di vero desiderio, e assolutamente non è quelli che dovrei chiamare sogni semplicemente sensuali.

“Nel corso del tempo ho voluto più libertà di fare le cose a modo mio, di quella che si poteva ottenere in una scuola pubblica. Ho avviato una scuola mia. Il lavoro è stato per parecchi anni molto felice. Amavo i ragazzi, e loro mi amavano. Ero attivo, ardente, e loro mi consideravano un compagno. Ma la gente trovò il modo di mandarmi clienti difficili. Ho versato il mio amore su questi, mi sono dato da fare per loro. Purtroppo (anche se non ero mai ‘ortodosso’) la mia moralità puritana era ancora forte dentro di me, le mie opinioni della psicologia umana erano troppo limitate, e io le imponevo ai ragazzi Alcuni erano molto devoti, ma, col passare degli anni e la percentuale dimauvais sujets aumentava , tendeva ad esserci una spaccatura nel piccolo ambiente e uno o due ragazzi che io amavo mi ingannarono terribilmente. Per un uomo del mio temperamento questo era straziante e da allora in poi il lavoro fu destinato all’insuccesso. I problemi a scuola andavano insieme ai problemi a casa, e queste cose contribuivano a centrare il mio affetto su di un ragazzo che era con me, e che mi aveva dato molti problemi. Per un motivo o per l’altro continuai a credere che si sarebbe comportato bene. L’inganno era la sua grande difficoltà. Era certamente in parte omosessuale lui stesso. Guardando indietro mi rendo conto che con una conoscenza più ampia e più generosa avrei affrontato più saggiamente e utilmente certi suoi episodi omosessuali. Sono convinto ora che la semplice condanna radicale della parte fisica non sia la modalità di aiuto più sana. Tuttavia, per farla breve, tutto sembrava finalmente andare bene, e il ragazzo stava diventando un giovane uomo. Il nostro amore si approfondiva, e noi dormivamo sempre insieme, ma abbastanza asceticamente. Più tardi, quando nella sua prima virilità aveva lasciato la scuola, ci furono, purtroppo, incomprensioni con i suoi genitori, che gli proibirono di dormire con me. Quello che seguì è di una certa importanza. Fino ad allora, anche se certamente il suo affetto sembrava ardente, non avevo osservato alcun segno sessuale da parte sua. Ero stato molto franco con lui sui miei sentimenti. Aveva allora 19 anni, e lo credevo abbastanza grande per spiegargli le cose. Dormendo con lui l’avevo trovato tranquillo e disponibile, e più di una volta mi aveva detto che questo lo aveva molto aiutato. Ma dopo che ci fu proibito di dormire insieme, trovai la passione dentro di me più difficile da controllare, e improvvisamente la passione saltò fuori in lui. Eravamo ancora, tuttavia, piuttosto ascetici, anche se avevamo l’abitudine di baciarci e di abbracciarci nudi. Ciò non raramente produsse emissioni da parte mia, ma solo una volta da parte sua, anche se produceva sempre potenti erezioni. Non avrei consentito nessuna frizione. Forse questo è stato un errore. Un’espressione più completa avrebbe potuto aiutarlo.

“Tutta la mia vita ero stato affamato di una risposta completa, e per una volta il ragazzo pensò che poteva darmela. Si stava avvicinando allora ai 20 anni. ‘Non sono mai stato così felice in vita mia,’ disse. È  stato un colpo per me quando ho scoperto che aveva confuso i propri sentimenti, ma ero abbastanza pronto ad accettare qualsiasi tipo di amore avesse potuto darmi. Non mi sono mai sognato alcun tipo di insistenza sull’espressione sessuale. Di un amore come quello che mi poteva dare ero abbastanza pronto a sentirmi contenuto. .’La vera misura dell’amore,’ mi ha scritto una volta un insegnante uranista, ‘è il sacrificio di sé’, non e ‘Che cosa darai?’ ma ‘A che cosa rinuncerai?’ Non ‘Che cosa farai per lui?’ ma ‘A che cosa rinuncerai per il suo bene?’ Cito questo volentieri, perché i classici moralisti inglesi considerano un invertito come una sorta di bestia deforme. Posso solo dire che ho cercato di realizzare l’ideale che queste parole esprimono. Nessun ‘moralista’ mi avrebbe aiutato un briciolo. I genitori, poi, ci separarono. Fecero molto male col loro errore. Quanto è difficile per i genitori lasciare la libertà ai propri figli! Il loro ideale è la costrizione che ottiene il risultato, non la libera scoperta di sé. Ma a dispetto di loro, e nonostante la separazione, so che il mio amico e io ci siamo aiutati a vicenda.

“C’è una paura che genitori hanno che credo sia ingiustificata. Per quanto ho visto, non posso concludere che la prima espressione dell’amore omosessuale impedisca all’amore eterosessuale di svilupparsi in seguito. Dove questo amore è una parte della natura innata dell’individuo, esso si mostrerà. Io, però, credo che un nobile amore omogenico nella vita giovanile a volte aiuti un ragazzo ad evitare un basso standard nel legame eterosessuale. I greci hanno fatto bene, nella loro epoca migliore, a coltivare e a nobilitare l’amore omogenico. Tra noi, come può essere compreso da tutti coloro che conoscono come funzionano i taboo sociali, sono le forme più vili che non trovano ostacoli, e le forme più nobili che vengono degradate.

“Noi urning siamo, credo, dipendenti dall’amore individuale. Molti di noi, lo so, hanno bisogno di lavorare per una persona per fare del loro meglio. È questa l’eredità della donna nel temperamento uranista? E la tragedia del nostro destino è che noi, le cui anime vibrano solo al tocco della mano di Eros, ci trovano ad affrontare il più feroce tabù su tutto ciò che può dare senso alla nostra vita. Gli altri tabù sono stati superati ad uno ad uno. Non svanirà presto anche questo, che è l’ultimo dei tabù? Ho conosciuto vite oscurate da questo, indebolite da questo, schiacciate da questo. Da quanto tempo i moralisti occidentali ci stanno mutilando, marchiando e perseguitando in cose che non capiscono? “

Il prossimo caso appartiene ad una categoria totalmente diversa da tutte le storie precedenti. Queste storie – tutte inglesi o americane – sono state ottenute privatamente; non trattano di detenuti delle carceri o dei manicomi, e nella maggior parte dei casi i protagonisti non hanno mai consultato un medico per quanto riguarda i loro istinti anormali. Attraversano la vita come persone normali, a volte come onorati membri della società. Il caso seguente, di un americano, ha a che fare sia con la prigione che col manicomio. Ci sono diversi punti di interesse nella sua storia, che illustra il modo in cui l’inversione sessuale può diventare una questione di importanza medico-legale. Penso, però, di essere giustificato nel credere che la percentuale di persone sessualmente invertite che raggiungono tribunale penale o il manicomio non sia molto più grande rispetto al numero delle persone sessualmente invertite tra di noi di quanto lo sia tra i miei casi. Per i documenti su cui ho fondato la storia di Guy Olmstead, sono in debito con la gentilezza del dottor Talbot, di Chicago, noto per i suoi studi sulle anomalie della mascella e del viso, così spesso associate con anomalie nervose e mentali. Conosceva l’uomo che gli indirizzò le lettere dalle quale io qui cito dei brani: –

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Se volete, potete partecipare alla discussione di questi post aperta sul Forum di Progetto Gay:

http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=19&t=5337

STORIE DI OMOSESSUALI: NARRAZIONE E AUTODIFESA IMPLICITA

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte decima

Prosegue la pubblicazione delle storie annesse al trattato sull’inversione sessuale di Havelock Ellis. Nelle tre storie che seguono sono illustrati alcuni temi estremamente delicati, in particolare l’interesse sessuale dei ragazzi omosessuali molto giovani per il loro padre o per un fratello e l’interesse dell’adulto per i minori impuberi, cioè in pratica la pedofilia. Su quest’ultimo punto vanno fatte delle osservazioni importanti: il pedofilo, nel caso qui rappresentato, non si rende conto del danno che può provocare, tende anzi a trovare delle giustificazioni altruistiche del suo comportamento, in termini di protezione del minore. Nel caso specifico si tende a sottolineare che non esiste violenza e che i ragazzi che sono passati per queste esperienze alla fine sono diventati tutti buoni padri di famiglia e anzi hanno mantenuto un buon rapporto con l’adulto che aveva avuto contatti sessuali con loro. Questa è ovviamente una visione di parte per la quale non ci sono riscontri dall’altra parte. In realtà si tratta oggettivamente di abusi perché non c’è di fatto la possibilità di un vero consenso da parte del minore. Il problema dell’età del consenso è dibattuto ancora oggi, ma l’età del consenso non può essere spostata troppo indietro. Va sottolineato che l’abuso su un bambino o su un preadolescente da parte di un uomo adulto produce in genere danni molto più gravi in un ragazzo che crescendo si scopre omosessuale, piuttosto che in uno che si scopre eterosessuale, e questo perché l’omosessuale tenderà a riconnettere la propria omosessualità all’abuso e tenderà quindi a rifiutarla. Il problema è comunque molto serio e richiederebbe un approfondimento adeguato, Havelock Ellis fornisce solo un esempio che non può in nessun caso essere generalizzato.

Buona lettura.

STORIA 22

T. J., 50 anni; uomo di lettere. Altezza 5 piedi 7 pollici; peso 10 stone [circa 63,5 kg], ma prima molto meno. Appartiene ad una famiglia del tutto normale, tutti sposati e con figli.

“A causa del fatto che mia madre ha sofferto di qualche malattia per tutto il periodo della gestazione prima della mia nascita, venni al mondo, così gracile, così mal nutrito, che per qualche tempo i medici disperarono della mia vita. Fino al età della pubertà, anche se mai malato, ho sofferto molto per la salute delicata. Ero anormalmente sensibile e tutti i miei affetti e le passioni erano straordinariamente sviluppate. Dato che i miei fratelli erano molto più grandi di me, sono stato lasciato in compagnia di mia sorella. Fino a 8 anni lei è stata il mio principale compagno di giochi. Con lei ho giocato con le bambole e mi abbandonavo totalmente ai piaceri di una terra immaginaria che era molto più reale per me del mondo intorno a me. Non ricordo di aver imparato a leggere, ma a 5 anni Le mille e una notte e Hereward the Wake di Kingsley erano i miei libri preferiti. Vivendo in campagna, la vicinanza di altri bambini era difficile da ottenere. Tutti i miei affetti erano centrati su mio padre, mia madre era morta quando ero un bambino. Questo affetto per mio padre era piuttosto una passione morbosa che assorbiva la mia vita. Non osavo staccarmi dal suo fianco per timore di una definitiva separazione da lui. Io lo svegliavo nel sonno per vedere se era ancora vivo. Fino ad oggi, anche se è morto ventisei anni fa, il suo ricordo mi perseguita.

“I miei primi desideri anomali erano collegati con lui. Lo avevo visto occasionalmente orinare nei viali del giardino o fuori in campagna. Queste situazioni mi eccitavano terribilmente, e, se possibile, avrei aspettato fino a quando non se ne fosse andato, per toccare le foglie umide, ottenendo un terribile piacere dal contatto. In seguito, anche se non lo ha mai sospettato, il desiderio di lui divenne una passione che mi consumava, e mi ricordo una volta, quando, in vacanza, io e lui occupavamo lo sesso letto, l’emozione della sua vicinanza mi fece venire un attacco così formidabile di palpitazioni cardiache che mio padre chiamò il medico di famiglia al nostro ritorno a casa. Inutile dire che il mio cuore fu trovato abbastanza sano. Il desiderio rimane ancora dopo tutti questi anni, e nulla mi eccita di più, anche ora, che la memoria di mio padre nel suo bagno mattutino.

“Tutto il mondo per me, nella mia infanzia, era popolato di esseri immaginari. Quando ero ancora un bambino potevo inventare storie e metterle in relazione con qualsiasi ascoltatore che riuscivo a trovare, una di queste storie andò avanti per tre anni. Sono stato un lettore onnivoro, ma la mia lettura preferita era la poesia. A 7 anni potevo ripetere a memoria la maggior parte delle poesie di Longfellow; poi seguì Scott, poi Milton mi ha affascinato quando avevo 14 anni; poi vennero Tennyson, Arnold, Swinburne e Morris. Più tardi vennero i poeti greci e latini. Dai 7 anni in poi ho scritto versi per mio padre. Fino a 8 anni avevo molta paura del buio e, anzi, di ogni tipo di solitudine. Questo, tuttavia, passò e si trasformò in un estrema sensibilità legata al vedere o incontrare le persone. Anche su una strada di campagna avrei camminato per miglia fuori del mio percorso pur di evitare di incontrare un comune contadino. In quel periodo i miei sogni ad occhi aperti erano la mia occupazione preferita. Anche oggi le mie visioni occupano la maggior parte della mia vita. Anche se ero timido, non mi mancava il coraggio. In giovane età avrei combattuto contro ragazzi anche più grandi di me. Più tardi ho rischiato la vita molte volte in varie parti d’Europa. Per quanto riguarda gli sport, posso fare un po’ di tutto: nuoto, equitazione, scherma, tiro, un po’ di ciascuno. Giocavo anche passabilmente a cricket e al calcio, ma gli sport non mi interessavano molto. La letteratura è diventata ed è la passione della mia vita e per alcuni anni è rimasta la mia unica occupazione.

“A 8 anni l’inversione sessuale cominciò a manifestarsi, anche se fino a quando raggiunsi i 10 anni di età ero praticamente del tutto innocente. Quando avevo 8 anni, la mia famiglia si trasferì un altro paese e feci conoscenza con un bambino che mi attirava sessualmente. Ci masturbavamo in compagnia, senza alcuna ragione se non il piacere di vederci con gli attributi esposti. Poi ho avuto un rapporto con lui in anum. Questo, in realtà, a quel tempo, era un’eccezione ai miei gusti ordinari che rapidamente si svilupparono in un intenso desiderio della fellatio e più tardi dei piaceri intercrurali. Quest’ultima cosa, forse può essere spiegata a partire da una visita alla nostra casa fatta un ragazzino con cui ho dormito per circa un anno. Ogni notte, durante questo periodo, avevo rapporti intercrurali con lui due volte e qualche volta anche tre. Poi è arrivata una grande passione per tutti i ragazzi giovani e per gli uomini molto vecchi. I ragazzi, dopo i 14 o 15 anni cessavano di attirarmi, in particolare quando i peli del pube iniziavano a svilupparsi. Da 8 a 14 anni, quando cominciavo ad avere le prime eiaculazioni, mi masturbavo in ogni occasione. Da 14 ai 27, sempre una volta al giorno, generalmente due volte e talvolta tre volte al giorno. A 27 anni ho presi in fitto delle camere e feci conoscenza con la famiglia che occupava la casa. I ragazzi, uno per uno, erano autorizzati a dormire con me e io concepii una straordinaria passione per uno di loro, un attaccamento che durò finché, alla fine, lasciai l’Inghilterra. Il legame era molto più forte di quello di un uomo con la moglie e non aveva nulla degradante. Ero infelice quando ero lontano da lui, e dato che era molto interessato agli sport di tutti i tipi, ho sofferto ‘diversi tipi di morte’ ogni volta che ho immaginato che la sua vita fosse in pericolo. Posso onestamente dire che in ciascuna delle mie relazioni, e ne ho avute molte, il sentimento prevalente era la gioia di proteggere un essere più debole di me. Tutti quelli che ho amato sono stati poi perfettamente normali e tutti sono adesso padri di famiglia. Tutti mi riguardano ancora con affetto e rispetto a dispetto di ciò che è accaduto tra noi. Per tutta la mia vita sono stato posseduto dalla passione per la paternità, potrei quasi dire per la maternità. Volentieri avrei sofferto le pene dell’inferno se avessi potuto partorire un figlio alla persona che amavo. Posso dire onestamente che quello è stato l’istinto dominante della mia vita. Nella mia passione non sono mai stato brutale, né, salvo che sotto l’influenza del vino, ho avuto rapporti con maschi che avessero superato la pubertà. Nell’Europa meridionale le mie esperienze sono state le stesse, una passione predominante per un ragazzo che si manifestava in ogni specie di cura protettiva, che, anche se finiva, per quanto riguarda la passione sessuale, quando il ragazzo raggiungeva i 15 o 16 anni, durava comunque ancora come affetto onesto e altruista. All’età di 51 anni, mi masturbo ancora una o due volte la settimana, anche se desidero ardentemente che una persona e amo quella persona condivida il piacere con me. Ho cercato invano all’età di 27 anni di mettermi in linea con gli altri. Sia le prostitute  che i prostituti maschi mi hanno causato orrore. Ho tentato l’atto del coito quattro o cinque volte, due volte con donne di facili costumi e le altre volte con donne sposate. Salvo che in un caso, i tentativi o abortivano o mi causavano estremo disgusto.

“Praticamente dal momento della pubertà ho attratto sessualmente non solo donne ma anche uomini. Le donne, abbastanza stranamente, anche se sessualmente non mi importa nulla di loro, o mi odiano o mi adorano, e ho avuto cinque proposte di matrimonio. Allo stesso tempo, fino a cinque anni fa, sono stato inseguito dagli uomini e ho avuto le esperienze più strane sia in Inghilterra che all’estero. Nel primo periodo di questa storia ho sofferto enormemente per la sensazione di essere isolato e unico al mondo. Mi sono opposto con tutte le mie forze all’abitudine della masturbazione e ai miei gusti perversi. Fustigazioni, veglie, bruciature, erano tutte cose inutili. Una più approfondita lettura dei classici mi mostrò quanto fosse comune l’attrazione sessuale per lo stesso sesso. A 27 anni ho iniziato ad avere una filosofia costante. Allora come oggi, decidevo infinite volte di evitare la masturbazione, anche se non vedo nulla di male in un atto reciproco di due persone spinte insieme dall’amore. Io sono e sono sempre stato un uomo estremamente religioso, e se non sono proprio un cattolico ortodosso, faccio i miei doveri religiosi  e ho un alto senso del soprannaturale. Ho sofferto molto di melanconia dai miei primi anni. A 18 anni, anche se niente andava veramente male, un malessere vago ma profondo mi indusse ad aprirmi le vene del braccio. Svenni, ma fui prontamente soccorso. All’età di 35 anni, dopo un ritorno dall’estero, presi una dose enorme di veleno. Anche questa volta una singolare coincidenza mi salvò, e ancora una volta tornai alla vita. Dopo questo sono volutamente andato all’estero per ottenere la morte e l’ho cercata in ogni modo possibile. Ma invano, come vedete. La morte è una cosa di cui non ho mai avuto paura, ma che ho sempre desiderato. Sono sicuro che se solo sapessimo che gioie ci sono dall’altra parte della morte, il mondo intero si precipiterebbe follemente al suicidio. Ho, a prescindere da qualsiasi perversione del gusto, una passione sincera e genuina per i bambini e gli animali, e non sono mai più felice di quando mi trovo in loro compagnia. Entrambi mi adorano.

“La mia vita non ha offuscato né attutito le mie facoltà, perché sono occupato in questo momento con un lavoro molto importante e scrivo costantemente. Ma la mia vera vita è passata nelle mie visioni, che mi portano in un altro mondo altrettanto reale come questo sensibile, e dove mi ritiro sempre in tutte le occasioni possibili. E tuttavia, è uno strano paradosso: io sono uno stoico convinto e limito quasi le mie letture ad Epitteto, Marco Aurelio, e all’’Imitazione’. Sono estremamente emotivo, appassionato della compagnia delle donne, anche se detesto il loro lato sessuale, e quando io amo, anche se la passione è certamente inestricabilmente coinvolta, il sentimento prevalente è spirituale. Io probabilmente finirò per essere un certosino o un fachiro.”

STORIA 23

Inglese, 70 anni, di origine tedesca per parte di padre. È stato il primo figlio di sua madre, che aveva 36 anni alla sua nascita; un fratello minore normale; non ha altri parenti.

Fu portato in Inghilterra e andò a scuola all’età di 13 anni. In età molto precoce, tra i 6 e gli 8 anni, fu profondamente colpito dal bel volto di un giovane uomo, un trombettiere reale a cavallo, visto in un corteo. Questo, e la vista del corpo nudo di giovani uomini in una gara di canottaggio sul fiume, gli provocarono una grande commozione, ma non di un carattere decisamente sessuale. Questa sensazione fu aumentata dalla vista di un bel modello maschile, un giovane turco che fumava, con il suo vestito aperto davanti, che mostrava gran parte del petto e sotto la vita. Si abituò a guardare le immagini, ammirava le figure maschili di martiri italiani e la ricchezza di forme di Antinoo, e lesse avidamente Le mille e una notte e altri racconti orientali, traduzioni dai classici, Svetonio, Petronio, ecc.. Disegnò modelli nudi nelle scuole dal vivo e di deliziò con ballerini maschi. Come un bambino, aveva l’abitudine di esibirsi in recite private; eccelleva in parti femminili, e cantò le canzoni di Madame Vestris, incoraggiato in questo da suo padre.

Gli organi sessuali non sono mai stati pienamente sviluppati, e i testicoli, anche se di grandi dimensioni, sono di una consistenza flaccida. Non può fischiare. Crede che avrebbe dovuto essere una donna.

A scuola era timido e riservato, e non ha avuto particolare intimità con nessuno, anche se una volta lo desiderava. Ha imparato l’auto-abuso da suo fratello minore, che lo aveva appreso da un ragazzo più grande. Non ha mai avuto sogni erotici. Non ha mai toccato nessuno, se non suo fratello fino a quando, molto più tardi, quando era in viaggio in Italia, e anche allora si è limitato solo al suo compagno di viaggio. Quando viaggiava in Asia Minore ebbe molte opportunità, ma le mise sempre da parte per paura, pentendosi poi della sua timidezza. Desiderava l’intimità con particolari amici, ma non osò mai dirlo. Andava molto ai teatri, e quello che vedeva lo incitava alla masturbazione. Quando aveva circa 30 anni, la sua riservatezza e la sua paura di essere imbrogliato e di subire estorsioni, furono infine superate da un incidente che si verificò a tarda notte al Royal Exchange, e di nuovo in un oscuro nascondiglio nella galleria del Teatro Olimpico, quando era in scena Gustavus Brooke. Da quel momento l’Adelphi Theater, l’Opera italiana, e i parchi aperti di notte divennero i suoi campi di avventura. Egli osserva che tra le persone che si affollavano per assistere ad un incendio trovò molte opportunità. I suoi amici intimi speciali erano un impiegato della ferrovia e un modello italiano. In anni più recenti ha principalmente trovato gratificazione tra i fanti e i poliziotti.

È esclusivamente passivo; gli piace anche la fellatio reciproca. Si è dato molto da fare per ammirare forme finemente sviluppate (conscio dei propri difetti), membra ben tornite, e capelli castani delicati, e ha sempre ammirato la forza e il vigore virile. Non ha mai avuto alcun interesse per i ragazzi, ed è sempre stato indifferente alle donne.

STORIA 24

Un uomo di medicina, inglese, di 30 anni. Ritiene che suo padre, che era un magistrato, avesse molte simpatie per gli uomini; in più occasioni si è seduto con lui sulla panca [del magistrato] quando venivano trattati casi di offesa al pudore; il padre si pronunciò per l’assoluzione in tre casi, anche se ci potevano essere pochi dubbi sulla colpevolezza, e era fu molto indulgente negli altri casi.

Dall’età di 9 anni amava dormire con suo fratello, di dieci anni più grande, che era in marina; dormivano in letti separati, e il bambino andava a letto presto, ma restava sempre sveglio per vedere il suo fratello spogliarsi, perché adorava il suo corpo nudo; e sarebbe poi entrato nel suo letto. Imparò il vizio della masturbazione dal fratello all’età di 9 anni; a quel tempo non c’era l’orgasmo sessuale, ma guardare suo fratello era una fonte perpetua di meraviglia e piacere. Durante l’assenza di suo fratello in mare il ragazzo desiderava il suo ritorno e praticava l’auto-abuso con il pensiero del corpo di suo fratello nudo davanti a lui. La morte di questo fratello fu una fonte di grande dolore. All’età di 12 anni andò in collegio ed era costantemente innamorato di ragazzi di bell’aspetto. Veniva sempre accolto in uno dei letti dei ragazzi più grandi. A questa età era perfettamente in grado di godere l’orgasmo sessuale con i ragazzi. I suoi sogni erotici sono sempre stati di uomini e soprattutto di ragazzi; non ha mai sognato sessualmente delle donne. Dall’età di 9 anni fino  ai 21, quando lasciò la scuola, non dedicò mai alle donne alcun pensiero sessuale, anche se amava sempre la loro compagnia. Per due anni dopo la fine della scuola ebbe relazioni con donne, non perché pensava che ci fosse qualcosa di male nell’amare il proprio sesso, ma perché riteneva  che nessuno lo avesse fatto dopo aver lasciato la scuola. Nel corso di questi due anni preferiva ancora molto gli uomini ed era solito ammirare le figure di soldati e marinai. Egli compì poi una visita a Londra, che può essere descritta con le sue parole: “Sono andato a trovare un vecchio compagno di scuola che viveva lì. Nella sua stanza c’era un giovanotto, fiero, estremamente bello, di bella presenza e di modi affascinanti. Da quel momento tutti i miei ricordi del passato sparirono. Non me lo potevo togliere dalla testa, in realtà, ero innamorato di lui. Me lo immaginavo nudo davanti a me come una bella statua, i miei sogni erano frequenti durante la notte, sempre di lui. Per una quindicina di giorni dopo praticai la masturbazione con l’immagine del suo bel viso e del suo bel fisico sempre davanti a me. Siamo diventati rapidamente amici, e da quel giorno le donne non sono mai più entrate nei miei pensieri “.

Anche se fino ad oggi non ha desiderio o intenzione di sposarsi, crede che finirà per farlo, perché il matrimonio si ritiene opportuno nella sua professione; ma è piuttosto certo che il suo amore e l’affetto per gli uomini e i ragazzi non potrà mai diminuire.

Nella vita precedente preferiva gli uomini dai 20 a 35 anni; ora gli piacciono i ragazzi dai 16 in poi; stallieri, per esempio, che devono essere belli, ben sviluppati, puliti, e di una natura amabile immutabile; ma lui preferirebbe i signori. A lui non interessa il mero abbraccio reciproco o la masturbazione reciproca; quando in realtà ama un uomo, desidera la pedicatio in cui egli stesso è il soggetto passivo.

Ha i capelli ricci e i baffi, e organi sessuali ben sviluppati. Le sue abitudini sono maschili; gli sono sempre spiaciuti gli sport sul campo, e può nuotare, correre, cavalcare e pattinare. Allo stesso tempo, è appassionato di musica, è in grado di disegnare e dipingere ed è un fervente ammiratore della statuaria maschile. È  appassionato di occupazioni pratiche di ogni genere, e non gli piace tutto ciò che è teorico.

E aggiunge: “Come uomo di medicina, non riesco a trovare moralmente qualcosa di patologico, o qualcosa di cui la natura dovrebbe vergognarsi, nel rapporto tra uomini o nella simpatia tra loro.”

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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:

http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=5334

STORIA DI UN OMOSESSUALE DAI 4 AI 16 ANNI

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte nona

La pubblicazione delle Storie annesse al trattato di Havelock Ellis sull’inversione sessuale, procede con la Storia numero 21, che lo stesso Ellis considerava di straordinaria importanza. In effetti apre uno squarcio su una realtà che è da sempre piuttosto sconosciuta e cioè la sessualità infantile omosessuale, ma si dovrebbe dire più correttamente dell’omosessualità infantile. La Storia n. 21 è in sostanza la documentazione di una sessualità “nata omosessuale” e non divenuta omosessuale in età adolescenziale. Il soggetto che scrive la storia della propria sessualità, cioè della propria omosessualità, conferma in modo molto forte che l’omosessualità non si acquisisce ma che omosessuali si nasce, questa conclusione mette del tutto in crisi l’dea che l’omosessualità sia un vizio o una colpa e proprio per questa ragione è stata violentemente contestata. Nella Storia 21, l’evoluzione della omosessualità infantile è seguita passo per passo fino all’adolescenza e mette in evidenza i problemi derivanti da un’educazione che non affronta il problema della sessualità e dell’omosessualità in particolare, chiarisce i rapporti tra fantasia sessuale, necessità di contatto fisico e sessualità propriamente genitale e ricostruisce nei dettagli un percorso di crescita individuale. Certo la storia riguarda la crescita di un bambino di quasi cento anni fa, ma si tratta di un’esperienza che per moltissimi aspetti, pur con le dovute distinzioni, non è molto lontana da quanto tanti ragazzi provano ancora oggi.

Il testo originale è stato scritto da un uomo di lettere e la lingua Inglese impiegata è molto complessa nella sintassi, ricercata nel lessico tipicamente letteraria, questo ha portato qualche difficoltà di traduzione. Anche se ho cercato di rendere il testo di facile lettura, in qualche punto è richiesta anche la buona volontà del lettore nel seguire esattamente il filo del discorso.

Buona lettura.

STORIA XXI  

“Quasi il primo ricordo che ho è di un sogno, che, dato mio ricordo vivido dei suoi dettagli, deve essersi ripetuto, credo, più di una volta, a meno che i miei pensieri della veglia inconsciamente non abbiano aggiunto una maggiore definizione. Da questo sogno cominciò la mia coscienza dell’attrazione che mio stesso sesso esercita su di me, attrazione che ha da allora dominato la mia vita. Il sogno, suggerito in parte, io credo, da un’immagine di un giornale illustrato, di una banda che uccise un dignitario della chiesa, prese questa forma: sognai di vedere mio padre ucciso da una banda di ruffiani, ma non ricordo di aver provavo nessun dolore, anche se ero in realtà un bambino estremamente affettuoso. Il corpo fu poi spogliato del suo abbigliamento ed eviscerato. Non avevo allora alcuna nozione di dettagli anatomici, ma rimangono chiari agli occhi della mia mente i particolari delle interiora uniformemente marroni, del colore dello sterco, e non c’era insieme sangue. Quando l’addome fu svuotato, si verificò il fatto di cui diventai un partecipante attivo. Fui preso (e il fatto che fui sopraffatto contribuì all’agonia di gioia che mi produsse), e fui messo tra le cosce del mio genitore assassinato; e da lì dopo poco mi feci strada, strisciando verso l’addome vuoto. L’atto, per quanto io posso ricordare di un sogno, in un’età in cui l’eiaculazione era fuori questione, mi causò una estrema eccitazione organica. In ogni caso, sicuramente, successivamente, ho fatto ricorso ad esso nei momenti di veglia prima di dormire al fine di ottenere uno stato di erezione. Il sogno non ha avuto esito; sembrava raggiungere il suo scopo nell’eccitazione che causava. Ero, in quel periodo, fra i 3 e i 4 anni. (mi è stato detto che le erezioni si verificavano già quando avevo solo 2 anni. È stato tra i 3 e i 4 che avevo l’abitudine di indurre, in ogni caso, la sensazione di un’erezione. Ma ero più vicino ai 5 quando, seduto sul mio letto e in attesa di essere vestito, ebbi un’erezione involontaria e richiamai l’attenzione della mia bambinaia su di essa, chiedendo che cosa significasse. La comparsa dell’erezione deve, quindi, essere stata usuale per me a quella data, ma certamente la sensazione non lo era.)

“A quel tempo ero totalmente all’oscuro delle condizioni della pubertà che, dopo, quando le scoprii, mi riguardarono così potentemente.  Non potevo nemmeno visualizzare gli organi privati ​​di un uomo; non feci alcuna deduzione a partire da me stesso. Gli unici corpi nudi che avevo visto allora, io giudico dalle circostanze e non da una qualche memoria effettiva dei fatti, erano quelli delle mie sorelle. Nei sogni a occhi aperti, che cominciavo a costruire, anche se ricorrevo spesso a quanto già narrato, l’obiettivo del mio desiderio era generalmente quello di accoccolarmi tra le cosce, o di premere il mio viso contro le parti posteriori dell’oggetto della mia adorazione. Ma per un po’ il mio primo sogno mi assorbì talmente che non mi abbandonai ad alcuna promiscuità. A poco a poco, però, il mio orizzonte si allargò fino a comprendere, oltre a quella che ho citato prima, altre tre persone: un cugino molto più grande di me, uno zio, e il curato della parrocchia.

“A questo punto ho cominciato a inventare delle ambientazioni per lasciarmi andare alla mia passione. Una delle prime fu di immaginarmi in una vasca con i miei tre amanti che galleggiavano in acqua sopra di me. Da quella posizione ispezionavo le loro membra, a turno; l’attrazione si soffermava soltanto sulle cosce e sui glutei. Immagino che questa limitazione del fascino per le sole parti inferiori sia durata solo finché l’esperienza reale di un abbraccio più completo non mi rese ugualmente amante delle braccia e del petto, anzi, più tardi sono diventato più emotivamente innamorato di queste parti rispetto a tutto il resto. All’inizio preferivo semplicemente ciò di cui la mia mente poteva entrare prima in possesso.

“Molto precocemente nelle mie prime esperienze, quando non avevo più di 5 anni, mi svegliai prima del solito, e vidi la mia bambinaia in piedi in completa nudità, che iniziava la sua toletta. Mi sembrava un oggetto grossolano, rozzo, e privo di senso; i peli sotto le sue ascelle non mi piacquero, e ancor più quelli nella parte inferiore del suo corpo. Nel caso degli uomini, arrivai direttamente ad avere conoscenza delle stesse cose sui loro corpi, ma l’effetto fu esattamente il contrario. Il caso volle che a quel tempo il giardiniere avesse avuto un incidente alla gamba e, nel mostrare il livido ad un altro, espose davanti ai miei occhi una pelle completamente lanuginosa per i peli scuri. Anche se la vista del livido mi respinse, il mio piacere fu intenso, e la visione delle gambe del giardiniere fu nel mio letto ogni notte per una settimana di seguito. La mia opinione è che la vista della mia bambinaia fosse tale da suscitare interesse tanto quanto la molto più prosaica visione della gamba ferita del giardiniere, ma la mia natura rendeva impossibile per me una cosa del genere.

“È stato in questo periodo, se non prima, che un enorme senso di timidezza nei confronti di tutti i miei doveri privati ​​ha cominciato ad affliggermi. Era così grande che non potevo sopportare l’assistenza necessaria per abbottonarmi i vestiti da nessun’altra mano, che non fosse quella di mia madre o della mia bambinaia, salvo sempre quelli che erano della mia stessa età, verso i quali non provavo assolutamente alcun bisogno di privacy.

“Quando avevo un po’ più di 5 anni, formai un’amicizia con un giovane impiegato, un ragazzo di circa 15 anni, anche se mi sembrava una persona adulta. Un giorno, mentre stava scrivendo alla sua scrivania, mi sedetti e iniziai a giocare con i suoi piedi, indagando l’altezza a cui i suoi calzini arrivavano sotto i pantaloni, in questo modo ottenevo sei pollici di gamba nuda. Consapevole del mio coraggio mi sono chinato a baciarla. Il mio amico si mise a ridere, ma mi lasciò in pace alle mie devozioni. Questa è stata la prima volta in cui un senso di romanticismo si è mescolato con i miei sogni; l’eccitazione fisica era poca, ma il piacere era più grande. Non riesco a capire il motivo per cui non ho mai ripetuto quell’esperienza. Quel ragazzo rimase per me oggetto di una specialissima e tenera considerazione.

“Nel prossimo episodio che sto per riportare, l’ideale era totalmente assente, e il ruolo che ho avuto era passivo piuttosto che attivo. Sono stato messo a dormire con un ragazzo molto più grande di me. La sua iniziazione portò ad una familiarità fisica tra di noi che non era né calda né gentile, e non mi fu lasciato alcun margine per il mio desiderio istintivo di una specie più calda di contatto; se cercavo quel contatto facendo affidamento sul fatto che il mio compagno era addormentato, mi ritrovavo cacciato via. Solo una volta ho trovato un paio di momenti di supremo fascino, mentre lui continuava a dormire, scoprendo nei recessi del lenzuolo una superficie esposta di carne contro cui appoggiai la mia faccia in un abbandono di gioia. Per il resto sono stato un partecipante passivo; il suo piacere sembrava finire nel mero maneggiare le parti carnose del mio corpo a tal fine io di solito giacevo a faccia in giù sulle sue ginocchia. Per quanto posso ricordare, questa intimità portò ad una diminuzione della mia ricerca di piaceri fantasiosi; per circa un anno nessun ulteriore sviluppo ebbe luogo.

“Più o meno in quel periodo fui circonciso perché il prepuzio era troppo lungo.

“Tra il sesto e il settimo anno un cambiamento di ambiente mi portò a contatto con una nuova serie di facce. Allora avevo un letto per me, e ancora una volta la mia immaginazione si risvegliò. Fu in quel momento che mi ritrovai a costruire a partire dalle facce degli uomini delle ipotesi sul resto dei loro corpi: una faccia bruna mi portava a supporre un corpo uniformemente bruno, una faccia pallida un corpo pallido. Questa idea della varietà cominciò ad affascinarmi.  E allora feci la scelta definitiva tra le mie fantasticherie: se sarei andato a dormire tra cosce bianche, o rosse, o brune. Andare a dormire sicuramente descrive l’obiettivo del metodo a dal quale ero ormai dipendente. Appena entravo nel mio letto mi abbandonavo alla costruzione di una fantasia amorosa e la conservavo quanto più a lungo possibile, finché non ero addormentato. Posso dire che non ero consapevole di eventuali eiaculazioni in queste circostanze (e fu così fino ad alcuni anni dopo, quando le provocai col mio stesso atto), ma il piacere era abbastanza acuto.

“Per tutto questo tempo ci furono incontri segreti con il mio compagno di letto di un anno prima. Ma ora avvenivano di giorno, in vari nascondigli, spogliandosi un po’ o mettendosi in mostra; il mio compagno era freddo e infastidito e respingeva qualsiasi affettuosità da parte mia, la cosa diventò per me una specie di secco rituale. Allora pensavo che l’intera faccenda non fosse che un’invenzione originale sua e mia che non ci fosse nessuna probabilità che venisse praticata da qualche altro nel mondo. Ma questa considerazione non mi tratteneva dal costruire scene d’amore con tutti coloro il cui aspetto mi attraeva. In questo periodo quasi tutti gli uomini con cui venni in contatto suscitarono almeno il mio desiderio transitorio; solo quelli piuttosto vecchi e deformi stavano al di fuori della portata dei miei desideri . Molti dei miei amori si svilupparono in chiesa, gli uomini che sedevano vicino a me erano gli oggetti della mia attenzione, e il sacerdote, il cui sermone non ascoltavo, mi fornì l’occasione per fantasticare sulle attrattive che il suo fisico avrebbe avuto per me in altre circostanze. Deve essere stato in quel momento che ho cominciato ad elaborare l’idea di una fila serrata di cosce messe una accanto all’altra, sulle quali ero steso e venivo trascinato. Io le potevo sistemare in un ordine preciso e quindi potevo immaginare me stesso trascinato dall’uno all’altro un po’ forzatamente. L’ammirazione della forza cominciava in quel momento di avere una parte definita nelle mie concezioni, ma nulla che somigliasse alla crudeltà aveva avuto per me un’attrattiva. (tranne il sogno originale della mia infanzia, che mi sembra ancora che sia incredibilmente a parte). Tra le fantasie cui allora mi dedicavo, la sensazione di venire spinto attraverso gambe di consistenza e di colore diverso era sottile e piacevole. Credo che la nota di crudeltà costruttiva che allora ne seguì, sia nata da una rivalità immaginata tra i miei amanti per il possesso di me; l’idea di essere desiderato mi portò presto bearmi nell’immaginarmi lacero e afferrato da gruppi di contendenti. Allora, a partire da questo cominciai a costruire definite scene di violenza. Ero in grado, nella fantasia, di stare in mezzo alla densità e alla tensione delle prelibatezze conglomerate insieme delle cosce che si sforzavano per trattenermi; ero in grado di immaginare almeno sei corpi che mi circondavano con un contatto appassionato. Allo stesso tempo, avevo una sensazione radicata della mia pochezza fisica in relazione alle gambe il ​​cui contatto mi gettava in tali parossismi di delizia. Una nuova e sufficientemente ridicola invenzione prese possesso di me; mi immaginavo legato alla coscia (sempre, credo, quella destra) di un uomo su cui sceglievo, per quella volta, di concentrare i miei desideri, e di essere così “indossato” da lui durante la sua giornata di lavoro, nascosto sotto i vestiti. Non mi rendevo conto di nessuna difficoltà in relazione alla mia taglia. Il fascino della schiavitù e della costrizione era qui, di nuovo, in ascesa. Immagino che fosse a questo proposito che considerai anticipatamente la fustigazione come il delizioso culmine alle mie emozioni, la fustigazione somministrata quando il mio possessore, alla fine della sua giornata di lavoro, si spogliava per riposare.

“Fin qui la mia attrazione per l’organo riproduttivo maschile era stata lieve e vaga. Due cose a questo punto contribuirono a portare il pensiero di esso in risalto. In due o tre occasioni in cui accompagnai  dei contadini alle loro occupazioni li vidi fermarsi per strada per alleviare la natura [per fare i loro bisogni]. La mia timidezza estrema per quanto riguarda tali questioni in rapporto alla mia persona trasformò questo loro comportamento in mia presenza in un oltraggio alla mia modestia. Quella visione esercitava sulla mia riservatezza la suggestione di una sollecitazione indecente verso uno la cui inclinazione era di lasciarsi andare a capofitto e in modo delirante. Restavo immobile arrossendo con gli occhi bassi finché l’atto non era finito ed ero consapevole per un periodo considerevole che balbettavo mentre parlavo e le mie facoltà mentali erano confuse. Quando riconsideravo le circostanze, esse avevano per me la stessa capacità di attrazione che la crudeltà amorosa proprio allora cominciava a esercitare sulla mia immaginazione. La mia mente segretamente abbracciava la dolcezza timorosa della sensazione di recente scoperta, circondando l’esercizio della funzione con invenzioni atroci e bizzarre di qualsiasi tipo. Per un po’ il mio intelletto si ritrasse dall’idea di accettare questo come il segreto centrale e più ardente della attrazione del sesso maschile; ma poco dopo, andando a passeggio con mio padre, l’ho visto compiere lo stesso atto; ero sopraffatto dall’emozione e riuscivo a malapena a trascinare via i piedi dal luogo o gli occhi dall’erba umida dove lui aveva depositato le acque della segretezza [dove aveva orinato]. Anche oggi, che la mia mente è da parecchio abituata alla conoscenza dei fatti della procreazione, non posso dissociarmi dal fascino da brivido che quel momento aveva per me. L’attrazione che la persona di mio padre aveva sempre esercitato su di me era ora decuplicata dalla performance cui avevo assistito (anche se io non avevo visto il pene in nessuno di questi casi).

“Per molto tempo dominarono la mia immaginazione solo gli amanti che avevo visto nell’atto che così acutamente mi aveva colpito. La mia delizia ora prese la forma dell’immaginarmi legato alle cosce della persona mentre quella funzione era in corso.

“A quei tempi dovevo avere 8 anni. Il rapporto freddo e segreto di cui ho dato conto era continuato senza insegnarmi nulla delle possibilità ardenti che avrebbe potuto suggerire; nessuna forza o crudeltà era usata su di me, nessun calore veniva profuso. E fece poca differenza che il mio compagno avesse ora scoperto l’atto della masturbazione, essa non aveva alcun significato per me, dal momento che non portava affatto al calore dell’abbraccio Il suo metodo era quello di staccarsi da me. Dovevo blandirlo dal di dietro e anche inventare storie indecenti per stimolare la sua immaginazione. Mi sentivo uno strumento disprezzato, il semplice spettatore di un atto che, se diretto verso di me con un po’ di calore, avrebbe suscitato il desiderio più vivace. In questo momento, come avevo capito già da allora, il mio compagno stava avendo conoscenza dai classici antichi. Per un certo tempo un certo fascino è derivato dal fatto che mi insegnava ad adottare un abbraccio avvolgente faccia a faccia. L’inizio della sua pubertà fu enormemente interessante per me, se fosse stato meno gelido, avrei potuto rispondere con passione alle sue carezze; ma ha sempre insistito sulla rigorosa passività da parte mia, e non mi ha spiegato nulla. Un giorno, come per darmi una piccola mancia, mi indusse ad offrirgli la mia bocca, anche se ancora non capivo affatto che risultato lo stavo aiutando a raggiungere. Una volta che si verificò l’orgasmo, l’effetto fu estremamente nauseante; dopo fu più attento. Il mio compagno si stava avvicinando alla virilità, le sue richieste divennero più frequenti, le sue pretese più umilianti.

“Allo stesso tempo, la mia passione per l’amore maschile era sempre più forte. Ero in grado di costruire a partire dalla schiavitù insoddisfacente in cui ero tenuto le immagini di un abbraccio completo che prima non potevo formare per la mancanza di un sufficiente senso di contatto umano, anche se raramente immaginavo qualcuno degli atti che nell’esperienza reale mi respingevano. Un giorno, però, mi sottrassi ad un’umiliazione particolarmente ripugnante che il mio compagno aveva tentato di impormi per forza. Scoperto l’inganno, si alzò dalla posizione prona, in cui giaceva, e mi lancio otre le sue ginocchia, mi colpì violentemente. Mi sono sottomesso senza lottare, vivendo una curiosa sensazione di piacere nel bel mezzo del mio dolore. Quando ha ripetuto il suo ordine ho trovato che la sua realizzazione non era più ripugnante. Uno dei pochi ricordi piacevoli che questa intimità, che si è estesa nel corso degli anni, mi ha lasciato è quel momento di abbassamento abietto a chi, senza calore di sentimento, aveva ancora una volta avuto l’energia sufficiente per essere brutale verso di me.

“Deve essere stato da questa vicenda che l’effetto calcolato della flagellazione ha cominciato ad avere peso per me quando mi abbandonavo alla mia immaginazione. Un desiderio di essere respinto, calpestato, violato dall’oggetto della mia passione dominò il mio istinto. Anche allora – e, in effetti, fino al mio tredicesimo anno – non avevo alcuna idea del rapporto sessuale normale Sapevo vagamente che i bambini nascevano dai corpi delle donne; non conoscevo, – e quando me li dissero non ci credevo – i veri fatti della relazione coniugale. Tutto ciò che avevo sperimentato, sia nella realtà che nella fantasia, era per me così strettamente personale che non avevo nessuna idea che qualcosa di simile potesse esistere al di fuori della mia esperienza. Non avevo alcuna idea del sesso come base della vita. Anche quando sono venuto a poco a poco a capire che uomini e donne erano fatti in un modo che presupponeva un rapporto tra loro, credevo ancora che fosse una sorta di condotta dissoluta, alla quale non dovevano certamente cedere coloro che avevano pretese di rispettabilità.

“Ero arrivato però in quel periodo a una forte attrazione verso gli organi della generazione e verso tutti gli aspetti della pubertà, e la mia immaginazione si concretizzava in un fantastico culto di ogni segno di mascolinità. La mia gioia consisteva ormai nell’immaginarmi costretto a subire l’umiliazione fisica e la sottomissione al capriccio dei miei rapitori di sesso maschile, e il fatto centrale diventò lo scarico di urina dal mio amante sul mio corpo e sui miei arti, o, se ero molto affezionato a lui, lasciavo che lo facesse sulla mia faccia. Questo era seguito di solito da un castigo per metà gradevole, in cui serviva solo la mano.

“Il periodo di cui ora sto scrivendo fu quello del mio ingresso nella vita scolastica I miei amici immaginari divennero subito numerosi; tutti gli insegnanti e tutti i ragazzi al di sopra di una certa età mi attraevano, per due di loro ho avuto in più un sentimento romantico oltre all’attaccamento fisico. Infatti, da questo momento in poi non mi sono mai mancati eroi verso i quali mi abbandonavo ad una passione perfettamente separata e teneramente ideale. L’annuncio che uno era in procinto di partire mi ha sorpreso in un impeto appassionato di pianto; ma la mia riservatezza era così grande e il mio senso di isolamento così schiacciante che non feci alcuno sforzo verso l’intimità con altri ragazzi, e con uno, verso il quale provavo una devozione inesauribile, ho appena parlato per i primi tre anni, anche se lo incontravo ogni giorno. In quel periodo i temi della mia contemplazione avevano diversi metodi specifici di approccio. Così, in un caso immaginavo che ci trovassimo faccia a faccia nelle nostre camicie da notte; improvvisamente venivo spogliato della mia, venivo afferrato e portato a forza sotto la sua, e fatto pendere con i piedi staccati da terra, con tutto il mio peso sul suo organo eretto, che si inseriva tra le mie cosce; così appeso – con il mio corpo avvolto nelle pieghe della sua biancheria e il mio viso premuto sul suo cuore – subivo una punizione che continuava fino a quando non venivo buttato giù per ricevere una scarica di urina sul mio corpo prostrato. Tali immagini sembravano venire indipendentemente dalla mia volontà.

“È stato in quel momento che ho trovato un grande piacere nell’immaginare un contatto con persone che non mi piacevano, la nota prevalente di queste intimità era sempre la crudeltà, alla quale mi sottomettevo con gusto acuto. Ho scoperto, tuttavia, dalle ordinarie esperienze delle scuole che le punizioni corporali, non avevano alcun fascino per me quando erano somministrate per infrazioni scolastiche, nemmeno ricevendole dalle mani sotto le quali in altri momenti mi immaginavo compiaciuto di ricevere dolore. Mancava il rapporto necessario, se avessi percepito da parte del mio giudice qualsiasi simpatia per l’operazione, ci sarebbe stata probabilmente una risposta da parte mia. Una volta fui frustato ingiustamente; cosciente del carattere crudele della punizione invece del carattere sanzionatorio, questa fu l’unica punizione che ricevetti, che aveva in sé un elemento di gratificazione per il mio istinto. Allo stesso tempo non ho mai perdonato la mano che ha somministrato quella punizione, è l’unico caso che ricordo in me di un rancore nutrito per anni.

“Nel frattempo, in mezzo a questo caos di amore confuso e di odio, di gusto per la crudeltà e di odio per l’ingiustizia, la mia prima relazione a sfondo veramente romantico e ideale si stava sviluppando. Posso dire, di coloro ai quali ero legato da amore romantico, così come da attaccamento fisico, che sono rimasti parte immutabile della mia natura anche oggi, come lo erano vent’anni fa, quando penso a loro il sangue sgorga nel mio cervello, le mie mani tremano e sudano con un’emozione che non posso controllare. Io sono ai loro piedi, li adoro. I miei sogni su di loro erano totalmente teneri; l’idea di crudeltà non ha mai toccato la concezione che avevo di loro, ma torno a quella che è stata l’influenza principale della mia giovinezza: più grande di me di soli tre anni, era di fisico bello e atletico, con l’adolescenza che si mostrava sul suo volto, l’incerto nascere del culto per lui fu confermato da una parola di incoraggiamento gettata a me il giorno che andai a ricevere la mia prima fustigazione; senza dubbio la mia piccola faccia spaventata suscitò la sua gentile pietà. Mi sono preoccupato in seguito di fargli sapere che non avevo gridato durante la fustigazione, e credo che abbia passato parola in giro che avevo sopportato la mia punizione coraggiosamente. Avevo con lui così poco contatto che al di là del culto costante da parte mia non ricordo nulla finché, circa tre anni dopo, ricevetti da lui una specie di sollecitazione per metà scherzosa, espressa in linguaggio pulito e semplice. Così terrificante era la mia timidezza e la mia tendenza alla segretezza che anche allora non avevo alcuna idea che una familiarità del genere era abbastanza comune nelle scuole. Non ero assolutamente in grado di connettere mie sensazioni con quelle del mondo in generale o di credere che gli altri provassero sensazioni simili alle mie. In questa occasione ho semplicemente sentito che qualche spinta sagace mi era stata data per scoprire il mio segreto. Mi aveva disegnato sulle sue ginocchia; sedevo lì in silenzio, rosso in faccia e sbalordito. Non fece alcun tentativo di fare pressione su di me; avrebbe, secondo quello che pensava, detto abbastanza se io avessi scelto di rispondere in modo adeguato; al di là di questo non mi avrebbe tentato ulteriormente. Alcuni anni fa ho sentito parlare di lui come di un uomo felicemente sposato.

“Nel seguire le mie emozioni in questa direzione ho superato di gran lunga il periodo del mio sviluppo, periodo fino al quale ho dato una completa descrizione degli eventi. Avrò avuto più di 12 anni prima che la vita della scuola mi convincesse ad affrontare (come insegnato da novizi ridacchianti) l’effettività del rapporto sessuale. Allo stesso tempo ho imparato che avevo il mezzo per ottenere godimento dal mio corpo in una direzione ben precisa, che non avevo fino ad allora sospettato. Una crescente resistenza da parte mia ai suoi freddi desideri aveva portato a una rottura con il mio ex-amante; alla fine non mi aveva insegnato nulla, se non il disgusto per lui stesso. Ora trovavo insegnanti pronti a destra ea sinistra. Uno dei miei compagni di scuola mi invitò a guardarlo mente si masturbava, lo spettacolo mi lasciò del tutto indifferente, il risultato mi pareva molto meno eccitante dello scarico di urina che, fino ad allora, avevo associato con la virilità maschile. Ero così abituato alle mie meditazioni amorose solitarie che lo sforzo e l’azione necessari per questo procedimento, quando cercavo di imitarlo, sconcertavano i miei pensieri e interferivano con la concentrazione sulle mie fantasie. Non avevo mai provato il piacere che accompagna lo spasmo dell’eiaculazione, e mi sembrava che non ci fosse niente che valesse la pena di provare per quella strada. Ho desistito e sono tornato alle mie fantasticherie. Ora ero in un labirinto perfetto di promiscuità; ci dovevano essere state almeno cinquanta persone che mi attiravano in quel momento. Ho sviluppato una predilezione per l’immaginare me stesso tra due amanti, in genere uomini che erano fisicamente diversi. Era mia abitudine analizzare quanto più minuziosamente possibile quelli che mi attiravano. Per ottenere una certa intimità con quello che era sotto la superficie, studiavo con attenzione le loro mani, i polsi dove essere scomparivano (che mostravano i peli dell’avambraccio), e il collo; stimavo la dimensione comparativa degli organi riproduttivi, la struttura delle cosce e dei glutei, e quindi mi costruivo un’immagine dell’uomo nel suo complesso. Quanto più vividamente potevo fare questo, tanto più acuto era il piacere che ero in grado di ottenere dal contemplare i loro abbracci.

“Fino ad allora non ero stato assolutamente toccato da scrupoli morali. Avevo la solita acquiescenza alle credenze religiose in cui ero stato cresciuto. Non mi era entrato in testa che ci fosse qualche legge divina, in un modo o nell’altro, in merito alla lusinghe della fantasia. Dal mio tredicesimo anno lievi sentori di inquietudine cominciarono ad insinuarsi nella mia coscienza. Cominciavo forse a capire che le formule della religione, a cui avevo dato ascoltato per tutta la vita con la minor attenzione possibile, avevano qualche significato che qualche volta toccava le circostanze della mia vita. Non avevo ancora capito che il mio passato aveva predetto il mio futuro, e che le donne sarebbero state per me una repulsione invece di un’attrazione quando erano implicate cose sessuali. Avevo la piena convinzione che un giorno mi sarei sposato. Avevo anche qualche paura che, man mano che andavo verso la virilità avrei potuto cedere alle tentazioni delle prostitute. Avevo una repulsione incipiente verso un tale destino, e questo mi sembrava indicare che le emozioni morali erano al lavoro dentro di me. Una notte fui amorosamente [sessualmente] attaccato nella mia camera da letto da due domestiche. Provai un orrore acuto che io nascosi sotto il riso; la mia resistenza fu così disperata che riuscii a sfuggire solo tramite il solletico. Ero stato abituato a sedermi sulle ginocchia dei domestici, un’abitudine che avevo innocentemente conservato fin dall’infanzia; ora posso ricordare in dettaglio gli approcci che queste donne erano abituate ad usare con me. A quel tempo ero assolutamente ignaro che tutto era intenzionale.

“Ero ugualmente ignaro di cose che avevano un rapporto più stretto con i miei sentimenti. Nel passare lungo una strada laterale, una notte, fui sorpassato da un uomo che iniziò una conversazione sul tempo. Mi chiese se non avessi freddo, iniziò a passarmi la mano su e giù per la schiena, poi arrivò una domanda riguardante la fustigazione a scuola, se certe parti di me non erano doloranti, spingendosi ad un tocco indagatore. Spostai timidamente la sua mano ma non reagii malamente a quell’azione. Allora si mise ad esplorare le tasche dei miei pantaloni e io iniziai a pensare che fosse un borseggiatore, respinto in quel tentativo, tornò allo sfregamento della mia schiena. La sensazione era piacevole. Lo presi quindi per un magnaccia che volesse portarmi da una prostituta, e dato che a quel tempo avevo cominciato a rendermi conto che tali piaceri non erano di mio gusto fui felice di trovarmi a destinazione, e lo salutai bruscamente, lasciandolo in piedi pieno di stupore per il suo fallimento con uno che aveva preso le sue avances così piacevolmente . Io non riuscivo a credere che altri provassero le stesse sensazioni che provavo io. Più tardi mi resi conto della mia fuga, non senza una certa dose di rimpianto, e costruii per mio piacere un finale diverso per quell’episodio.

“Ero ormai così posseduto dall’attrazione maschile che diventai amante di tutti gli eroi di cui leggevo nei libri. Alcuni divennero così vividi per me come quelli con i quali vivevo quotidianamente a contatto. Per un po’ diventai un amante ardente di Napoleone (l’episodio della sua attesa delle nozze con la sua seconda moglie mi attrae per la sua brutalità impetuosa), di Edoardo I, e di Giulio Cesare. Mi ricordo di Carlo II per la crudeltà carezzevole di cui la mia immaginazione gli faceva dono. Giugurta fu un grande acquisto. Bothwell, Judge Jefferies, e molti cattivi della storia e dei romanzi mi affascinavano per la loro crudeltà.

“Ero diventato un adepto nella costruzione mentale necessaria per la soddisfazione dei miei desideri. Eppure fino a quel momento non avevo ancora mai visto il corpo nudo di un adulto pienamente sviluppato. Non conoscevo in che misura i peli in certi casi si sviluppano sul torso, infatti, i miei sforzi di caratterizzazione si concentravano, per la maggior parte, attorno alle cosce e agli organi genitali. In quel periodo uno dei miei compagni di scuola vide un operaio comune, che io conoscevo per nome, che faceva il bagno in un fiume con alcuni compagni; tutto il suo corpo era, stando a quanto il mio informatore mi disse, coperto di peli dalla gola al ventre. Di fronte, l’uomo era grossolano e ripugnante, ma allora cominciai a considerarlo come un bel mostro, e per molte notti abbracciai appassionatamente la sua immagine, con il viso sepolto nella folta giungla di peli che gli copriva il petto. Io ero, per la prima volta, consapevole di aver deliberatamente (e con successo) deciso di non vedere il suo volto, che era sgradevole per me. Allo stesso tempo, un altro compagno di scuola mi disse di un insegnante che faceva il bagno con i ragazzi, che i peli si mostravano al di sopra del suo costume da bagno fino all’altezza dell’ombelico. Ora cominciavo decisamente a ricostruire i corpi in dettaglio; la suggestione di una vasta pelosità mi faceva impazzire di gioia, ma rimaneva nella mia mente fortemente associata con la crudeltà; i miei amanti pelosi non si comportavano mai con me con tenerezza; tutto in questo periodo, credo, tendeva a portarmi verso la forza e la violenza come espressione della propensione ad amare. Un compagno di scuola, pochi anni più grande di me, con un crudele atteggiamento da bullo, godeva particolarmente nell’infliggermi dolore: aveva scarpe particolarmente a punta, ed era sua abitudine farmi stare con la mia schiena rivolta verso di lui mentre lui si rivolgeva a me con petting e toni carezzevoli; proprio quando le sue parole erano al massimo della dolcezza mi avrebbe dato un colpo secco con la punta dello stivale, in modo da raggiungere la parte più tenera del mio fondo schiena; il dolore era squisito; Ero consapevole che lui provava piacere sessuale (avevo visto chiari segni di questo sotto i suoi vestiti), e, anche schifandolo, dopo aver sofferto per i suoi calci, mi sarei gettato nei suoi abbracci immaginari e mi sarei lasciato andare ad una furia perfetta di abietta sottomissione. Eppure per tutto il tempo lo avrei volentieri ucciso.

“All’età di 14 sono andato, per una volta, in una fattoria, dove mi era permesso di mescolarmi familiarmente con i braccianti, un bel gruppo di muscolosi giovani. Sono diventato un grande favorito, e, avendo maniere infantili e affettuose un bel po’ lontane dalla mia vera età, mi fu permesso di prendermi molte libertà con loro. Vivevano tutti sotto il tetto del contadino alla vecchia maniera, e la sera avevo l’abitudine di sedermi sulle loro ginocchia e di carezzarli e abbracciarli per rendere contento il mio cuore. Loro prendevano queste cose flemmaticamente; a quanto pare questo non li sorprendeva. Uno degli uomini aveva l’abitudine di ricambiare i miei abbracci e le mie carezze e una volta mi permise di mettere la mia mano sotto la camicia, ma non ci furono ulteriori libertà.

“L’evento che mi rese inquieto per la mia forzata solitudine non accadde che quando fui vicino ai 15 anni. Stavo andando verso la pubertà, e forse nella speranza che avrei potuto trovare il mio proprio sviluppo soddisfatto da un calore corrispondente, entrai di nuovo in rapporti intimi con il compagno le cui performances frigide mi avevano causato stanchezza e disgusto. Ora era un uomo, che aveva raggiunto la maggiore età. Mi mise nel suo letto mentre si spogliava e venne verso di me in perfetta nudità. In un momento eravamo l’uno nelle braccia dell’altro e la dolcezza di quel momento mi intossicò. Improvvisamente, mentre ero sdraiato sul letto, mi sentii attaccato, come pensai, da una assoluta necessità di orinare. Saltai in piedi con una scusa frettolosa, ma già il parossismo si era placato. Nessuno scarico di orina seguì per il mio sollievo, ma la necessità sembrava superata. Tornai dal mio compagno, ma il fascino dell’incontro era già finito. Il mio compagno evidentemente trovava più piacere nella mia persona di quando ero un semplice bambino, mi sentivo commosso e lusingato dal piacere che lui provava nel premere il viso contro alcune parti del mio corpo. In una seconda occasione, un giorno, sembrò che io involontariamente oltrepassassi quasi il livello della decenza, ma ancora una volta, come la prima volta, mi separai, e rimasi ignaro di ciò che avevo rasentato nella mia eccitazione. In un altro incontro, però, mi fu permesso di prolungare il mio abbraccio e di agire seguendo completamente il mio istinto. Ancora una volta sentii improvvisamente l’arrivo di qualcosa di profondamente imminente; mi feci coraggio e andai avanti arditamente. In un altro momento mi impossessai del misterioso segreto dell’energia maschile, in rapporto al quale tutti i miei anni di fantasie deliranti non erano stati se non un’attesa sulla soglia, un bussare ad una porta chiusa.

“Era inevitabile che da quel giorno la nostra intimità degenerasse in dissoluzione (anche se altre cause anticipavano questo decadimento naturale), ma non consideravo più la masturbazione una formula asciutta e faticosa. Nel mio noviziato ero scoraggiato nello scoprire quanto tempo mi ci voleva per dissociarmi dalla forma contemplativa e entrare in contatto con la forma attiva dell’autogratificazione. Ma io alla fine mi ritrovai impegnato nella ripetizione dell’atto tre volte al giorno. Più o meno nell’ultima occasione in cui incontrai il mio amico, lui mostrò un ardore eccezionale. In quell’incontro mi propose di tentare un atto che non avevo precedentemente considerato possibile, e ancora meno avevo sentito che era considerato il peggior rapporto sessuale criminale che potesse avere luogo. Ho avuto una leggera paura del dolore, ma ero disposto a gratificarlo, e per la prima volta trovai nella mia sottomissione l’unione dei due istinti amatori che prima si erano contesi il dominio su di me: l’istinto di tenerezza e l’istinto di crudeltà. La pedicatio non riuscimmo a realizzarla, ma io ricevetti un abbraccio che per la prima volta mi diede piena soddisfazione. La mia gioia era enorme; ero pieno di emozioni. Non ho parole per descrivere il fascino straordinario della carne calda e liscia su di me, e il contatto ruvido delle parti pelose. Eppure ero consapevole, anche in quel momento, che questo era solo il lato fisico del piacere, e che lui non era e mai avrebbe potuto essere colui che io avrei potuto veramente dire di amare.

“Ero adesso nel mio sedicesimo anno, e sotto l’influenza di queste e molte altre emozioni, che allora, per la prima volta, cominciando a invadermi, un senso di potere letterario e il desiderio di esprimermi attraverso canali immaginativi  cominciarono a prendere piede me. Temevo che il mio lasciami andare stesse debilitando le mie facoltà (avevo cominciato a sperimentare il languore fisico e la depressione), e alcuni scrupoli religiosi, risultato della mia formazione iniziale, si impossessarono di me. Per la prima volta divenni consapevole che gli ardori che sentivo verso il mio stesso sesso erano una deviazione dell’istinto sessuale in sé e con mio grande stupore e costernazione scoprii per caso che le pratiche alle quali mi ero abbandonato erano chiaramente denunciate nella Bibbia come un abominio. Da quel momento iniziò una lotta che durò per anni. Ruppi definitivamente con il mio ex-amante, e subito dopo un lungo scontro ebbe luogo tra le influenze contrastanti che lottavano per il possesso del mio corpo. Per un po’ misi da parte il vizio della masturbazione, ma non potei liberarmi così facilmente del mio lasciarmi andare mentalmente, che era ormai quasi un sedativo essenziale per indurre il sonno. In questo momento una visita al mare, dove, per la prima volta, fui in grado di vedere degli uomini che facevano il bagno in completa nudità, apertamente, nella piena luce del giorno, mi immerse di nuovo a capofitto per un po’ di tempo in amori immaginari, e i miei scrupoli e le mie promesse furono gettate al vento. Ma, nel complesso, ero ormai entrato in una fase che, in mancanza di un termine migliore, devo descrivere come emotivamente morale. A qualunque bassezza mi avesse portato il mio lasciarmi andare, provavo un senso di falsità con me stesso; Credevo di essere un ribelle ad una legge, naturale e divina, di cui però nessun istinto era stato impiantato in me. Consideravo ancora indiscutibile la verità della religione alla quale ero stato condotto, e tutta la mia vita, ogni pensiero del mio cervello, ogni impulso del mio corpo, erano in diretto antagonismo alla volontà di Dio. A volte il desiderio fisico abbatteva queste barriere, ma praticai una notevole moderazione fisicamente, anche se non mentalmente, e feci grandi sforzi per dominare la mia avversione per le donne e l’estrema devozione per gli uomini, senza il minimo successo. Compii 30 anni, comunque, prima di trovare un compagno che mi amasse nel modo che la mia natura richiedeva. Sono una persona molto sana, e in grado di lavorare ad altissimi ritmi. In una condizione di libertà sessuale sono diventato più forte.”

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OMOSESSUALITA’ REPRESSA E NEVROSI SESSUALE

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte ottava

Riporto qui di seguito la Storia n. 20, acclusa al trattato di Havelock Ellis sull’inversione sessuale. Questa storia e la successiva (la n. 21, che pubblicherò tra breve) contengono esempi tipici di nevrosi sessuale prodotta dalla repressione dell’omosessualità. Si tratta di fenomeni oggi decisamente più rari, perché la libertà degli omosessuali è molto maggiore di quanto non fosse cento anni fa, in particolare nelle classi sociali alte di allora, ma prima dell’avvento di internet, cioè in pratica ancora trent’anni fa, le cose non erano molto diverse, almeno in alcuni casi, da quanto rappresentato nella storia che state per leggere. Oggi l’educazione sessuale repressiva, seguita da una finale accettazione, per quanto sofferta, dell’omosessualità, induce soprattutto e in tempi brevi alla cosiddetta “fase frenetica” nella quale la paura di perdere il treno e il desiderio di recuperare il tempo perduto, spingono spesso ad una ricerca frenetica e perfino pericolosa di una sessualità gay senza precauzioni. Cento anni fa non c’era l’aids, ma c’era la sifilide, una malattia allora incurabile, che portava alla demenza e alla morte, quindi molte logiche del comportamento omosessuale di fine 800 o dei primi del 900, in termini di prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse (allora si diceva veneree), sono comunque molto simili a quelle che si ritrovano anche nei nostri tempi.

Buona lettura.

STORIA 20

Inglese, possidente, 49 anni. Il padre e la famiglia  del padre erano persone robuste, sane e prolifiche. Dal lato materno, sono rintracciabili: tisi, pazzia, e eccentricità. Egli appartiene a una grande famiglia, alcuni dei cui componenti sono morti nella prima infanzia o alla nascita, mentre altri sono normali. Lui stesso era un bambino debole e altamente nervoso, soggetto a terrori notturni e sonnambulismo, di eccessiva timidezza e inquietudine religiosa.

La coscienza sessuale si svegliò prima dell’età di 8 anni, quando la sua attenzione fu rivolta al suo pene. La sua infermiera, mentre fuori camminava con lui un giorno, gli disse che quando i ragazzini crescono ‘i loro peni cadono’. La bambinaia ridacchiò, e lui capì che ci doveva essere qualcosa di particolare a proposito del pene. Soffriva di irritabilità del prepuzio e l’infermiera lo spolverava di talco prima che lui andasse a dormire. Non ci fu nessun passaggio da questo all’auto-abuso.

All’incirca nello stesso periodo andò soggetto a sogni curiosi a metà tra il sonno e la veglia. In essi si immaginava servo di molti marinai adulti nudi; si rannicchiava tra le loro cosce e si faceva chiamare il loro sporco maiale, ai loro ordini faceva servizi ai loro genitali e ai loro glutei, che contemplava e manipolava con gusto. Più o meno nello stesso periodo, in cui queste visioni cominciarono a manifestarsi, casualmente sentì che un uomo aveva l’abitudine di esporre i suo corpo davanti alla finestra di una stanza dove stavano le cameriere; questo lo turbava vagamente. Tra l’età di 8 e 11 anni, per due volte, prese in bocca il pene di un cugino, dopo aver dormito insieme con lui; la sensazione provocata dal pene gli piacque. Quando dormiva con un altro cugino, avevano l’abitudine di stare stesi tenendo le mani tese per coprirsi a vicenda il pene o le natiche. Lui preferiva le natiche, suo cugino il pene. Nessuno di questi cugini era omosessuale, e non ci fu alcun tentativo di masturbazione reciproca. Aveva l’abitudine di giocare con cinque cugini maschi. Uno di questi ragazzi era malvisto dagli altri, che avevano inventato un metodo per punirlo per presunte colpe. Si sedevano intorno alla stanza sulle sedie, ognuno con il suo pene in vista, e il ragazzo che doveva essere punito andava in giro per la stanza in ginocchio e prendeva ogni pene in bocca a turno. Questo doveva umiliarlo. Questo però non portò alla masturbazione. In un’occasione il bambino accidentalmente osservò un ragazzo che sedeva accanto a lui a scuola mentre giocava con il suo pene accarezzandolo. Questo gli provocò una forte sensazione di disagio. Per quanto riguarda tutti questi punti il ​​soggetto osserva che nessuno dei ragazzi ai quali era legato in quel periodo, e che sono stati esposti proprio alle stesse influenze, è diventato omosessuale.

Era da se stesso, fin dall’inizio, indifferente al sesso opposto. Nella prima infanzia, e fino all’età di 13 anni, ha avuto frequenti occasioni di ispezionare da vicino gli organi sessuali delle ragazze, sue compagne di gioco. Questo non gli provocava nessuna eccitazione sessuale. Al contrario, l’odore delle parti femminili lo colpiva sgradevolmente. Una volta, vedere un compagno di scuola che copulava con una ragazzina, gli diede un senso di orrore mistico. Nemmeno la vista degli organi maschili gli suscitava alcuna sensazione particolare. È, tuttavia, dell’opinione che, vivendo con le sorelle durante l’infanzia, si sentiva più curioso di come fossero le persone del proprio sesso perché erano più lontane da lui. Non mostrava alcuna effeminatezza nelle sue preferenze per i giochi o il lavoro.

Andò a una scuola pubblica. Qui fu provocato da ragazzi amici a masturbarsi, ma, anche se vide spesso l’atto mentre si svolgeva,  questo gli ispirò solo con un senso di indecenza. Nel suo quindicesimo anno la pubertà iniziò con le emissioni notturne, e, allo stesso tempo, egli iniziò a masturbarsi, e continuò a farlo circa una volta alla settimana, o ogni quindici giorni, durante un periodo di otto mesi; sempre con la sensazione che quella fosse una ben misera e ripugnante soddisfazione. I suoi pensieri non erano rivolti né ai maschi né femmine mentre si masturbava. Parlò con suo padre di questi segni della pubertà e, su consiglio di suo padre, abbandonò del tutto l’onanismo; riprese la pratica, soltanto,  e in una certa misura, dopo i 30 anni, quando si trovò senza cameratismo maschile.

Dopo aver abbandonato l’auto-abuso, le emissioni notturne diventarono molto frequenti ed estenuanti. Furono trattate farmacologicamente con tonici come la chinina e stricnina. Egli pensa che questo trattamento abbia aumentato la sua nevrosi.

Per tutto questo tempo, nessun tipo di sentimento sessuale per le ragazze si fece sentire. Non riusciva a capire che cosa i suoi compagni di scuola trovassero nelle donne, o le storie che ha raccontavano circa la lascivia e la delizia del coito.

I suoi vecchi sogni di marinai erano scomparsi. Ma ora godeva di visioni di bei ragazzi e di statue squisite; spesso pianse quando pensava a loro. Questi sogni persistettero per anni. Ma un altro tipo di sogno gradualmente usurpò il loro posto in una certa misura. Queste seconde visioni presero la forma di grandi organi sessuali eretti di giovani stallieri o contadini nudi. Queste visioni volgari offendevano il suo gusto e gli facevano male, anche se, allo stesso tempo, evocavano un forte desiderio attivo di possesso; provava uno strano piacere poetico nella bellezza ideale. Ma le perdite seminali che accompagnavano entrambi i tipi di sogni erano una fonte perpetua di disagio per lui.

Non c’è dubbio che in questo momento, cioè, tra il quindicesimo e il sedicesimo anno, la diatesi omosessuale ormai era diventata stabile. Non ha mai frequentato prostitute, anche se a volte pensava che sarebbe stato il modo migliore per combattere la sua inclinazione crescente per i maschi. E pensa che avrebbe potuto spingersi a indulgere liberamente nel piacere puramente sessuale con le donne se avesse fatto prima la loro conoscenza in un costume maschile, come taglialegna, cherubini, paggi di corte, o giovani alabardieri, in quanto solo quando erano così vestite le donne sul palco o in sala da ballo lo hanno eccitato.

Il suo ideale di moralità e la paura del contagio venereo, più dell’incapacità fisica, lo hanno conservato, come si dice, casto. Non ha mai sognato le donne, non ha mai cercato la loro compagnia, non ha mai sentito la minima eccitazione sessuale in loro presenza, non le ha mai idealizzate. Esteticamente, le ritiene molto meno belle rispetto agli uomini. Statue e immagini di donne nude non esercitavano attrazione si di lui, mentre tutti gli oggetti d’arte che rappresentavano bei maschi lo turbavano profondamente.

Nel suo diciottesimo anno si verificò un evento, che egli considera come determinante nel suo sviluppo. Lesse Platone. Un nuovo mondo si aprì davanti a lui, ed egli sentì che la sua stessa natura si era rivelata. L’anno successivo formò un’appassionata ma pura amicizia con un ragazzo di 15 anni. Il contatto fisico con il ragazzo gli causava erezione, estrema agitazione e un piacere dolente, ma non l’eiaculazione. In quattro anni non ha mai visto il ragazzo nudo e non lo ha mai toccato in modo pruriginoso. Solo due volte lo ha baciato. Dice che questi due baci furono le gioie più perfette che avesse mai provato.

A questo punto, suo padre cominciò a preoccuparsi seriamente per la sua salute e per la sua reputazione. Lo avvertì dei pericoli sociali e legali che potevano derivare dal seguire il suo temperamento. Ma non lo incoraggiò a provare il coito con le donne. Egli stesso pensa che il suo senso del pericolo abbia permesso il successo di questo metodo, o che, in ogni caso, l’abitudine del rapporto sessuale con le donne avrebbe potuto diminuire la sua nevrosi e avrebbe deviato la sua mente in una certa misura dai pensieri omosessuali.

Un periodo di grande dolore e ansia si apriva ora per lui. Ma la sua nevrastenia aumentò; soffriva di insonnia, di oscuro disagio cerebrale, di balbuzie, di congiuntivite cronica, di incapacità di concentrare l’attenzione, e di sconforto. Nel frattempo le sue emozioni omosessuali si rafforzarono, e assunsero un carattere più sensuale. Si astenne dall’indulgere in esse, come anche dall’onanismo, ma fu spesso costretto, con vergogna e riluttanza, a frequentare posti come bagni, orinatoi, e così via, dove c’erano opportunità di vedere uomini nudi.

Non avendo alcuna passione per le donne, fu facile per lui evitarle. Eppure le donne non gli ispiravano proprio orrore. Aveva l’abitudine di sognare di trovare una via d’uscita dalla sua situazione dolorosa attraverso la convivenza con ragazze del popolo un po’ grossolane, con atteggiamenti da ragazzo; ma la sua paura della sifilide lo ostacolò. Sentiva, però, di doversi vincere attraverso sforzi di volontà e attraverso un persistente indirizzamento dei suoi pensieri verso le immagini eterosessuali. Cercava la compagnia di donne illustri. Una volta riuscì a mettere su un affetto romantico per una giovane ragazza di 15 anni, che finì in nulla, probabilmente perché la ragazza percepiva l’assoluta mancanza di passione nel suo corteggiamento. Lei eccitava la sua immaginazione, e lui davvero l’amava; ma lei non stimolava affatto il suo appetito sessuale, nemmeno nel contatto più intimo. Una volta, quando lui la baciò appena dopo che lei si era alzata dal letto al mattino, percepì una curiosa ripugnanza fisica, vissuta con un triste sentimento di delusione.

I medici gli consigliarono fortemente di sposarsi. Lui alla fine lo fece. Scoprì che era sessualmente potente, e generò diversi figli, ma scoprì anche, con suo disappunto, che la tirannia degli organi genitali maschili sulla sua fantasia aumentava. Per questa ragione il suo disagio fisico, mentale e morale divenne acuto. La sua salute crollò.

A circa 30 anni, incapace di sopportare più a lungo la sua condizione, cedette finalmente alle sue inclinazioni sessuali. Quando cominciò a fare questo, cominciò anche a riguadagnare la calma e una relativa salute. Formò uno stretto legame con un giovane di 19 anni. Tale relazione era in gran parte sentimentale e caratterizzata da una sorta di sensualità di tipo etereo. La relazione non comportò atti sessuali al di là di baci, del contatto nudo e di rare emissioni involontarie. Intorno ai 36 anni iniziò a seguire liberamente le inclinazioni omosessuali. Dopo di ciò, recuperò rapidamente la sua salute. I disturbi nevrotici si placarono.

Ha sempre amato uomini più giovani di lui. A circa 27 anni aveva cominciato ad ammirare i giovani soldati. Dal momento che si lasciava andare liberamente alle sue inclinazioni, gli uomini che cercò furono invariabilmente persone di un rango sociale più basso del suo. Portò avanti una relazione ininterrottamente per dodici anni, che iniziò senza passione dalla parte dell’amico, ma a poco a poco crebbe fino ad avere quasi uguale forza su entrambi i partner. Non è attratto dalle uniformi, ma cerca qualche figlio incontaminato della natura.

I metodi di soddisfazione per lui sono stati diversi, secondo le diverse fasi della sua passione. All’inizio erano romantici e platonici, quando il tocco di una mano, un raro bacio, o la semplice presenza bastavano. Nel secondo periodo ci furono il dormire uno accanto all’altro, l’ispezione del corpo nudo dell’uomo amato, gli abbracci e le emissioni occasionali dopo un contatto prolungato. Nel terzo periodo la gratificazione divenne più francamente sensuale. Prese ogni forma possibile: la masturbazione reciproca, il coito intercrurale, la fellatio, l’irrumatio, e di tanto in tanto la pedicatio attiva; sempre secondo l’inclinazione o concessione del maschio amato.

Egli stesso interpreta sempre la parte maschile attiva. Non si abbandona mai all’altro ruolo, e afferma che non ha mai avuto la gioia di sentirsi desiderato con un ardore pari al suo. Non si sottrae alla pedicatio passiva; ma è una cosa che lui non richiede mai. Il coito con i maschi, come sopra descritto, gli sembra sempre sano e naturale; lascia un profondo senso di benessere, e ha cementato amicizie durature. Ha sempre cercato di formare legami permanenti con gli uomini che egli ha adorato così eccessivamente.

È di statura media, non robusto, ma dotato di grande energia nervosa, di grande forza di volontà e autocontrollo, in grado di resistere alla fatica e ai cambiamenti delle circostanze esterne.

Nella fanciullezza non aveva simpatia per le occupazioni femminili o per la compagnia delle ragazze, preferendo lo studio e la solitudine. Evitava i giochi e le occupazioni rumorose dei ragazzi, ma non era maschile solo nella sua indifferenza allo sport, non è mai stato femminile nel vestire o nelle abitudini. Non è mai riuscito nei suoi tentativi di fischiare. È un grande fumatore, e a volte ha venuto molto. Gli piacciono l’equitazione, il pattinaggio, e l’arrampicata, ma è un ben misero cavaliere, ed è impacciato con le sue mani. Non ha capacità per le belle arti e la musica, anche se è molto interessato a queste cose, ed è un autore prolifico.

Ha sofferto molto per tutta la vita, grazie alla sua percezione della differenza tra sé e i normali esseri umani. Dichiara che nessun piacere che egli abbia goduto può eguagliare la millesima parte del dolore causato dalla coscienza interna di essere un paria. Il massimo che può invocare a sua difesa, ammette, è l’irresponsabilità, perché riconosce che il suo impulso può essere morboso. Ma si sente assolutamente certo che nella prima parte della sua vita la sua salute è stata rovinata e il suo riposo morale distrutto a causa del perenne conflitto con la propria natura innata, e che sollievo e forza gli sono venute dall’indulgere alla sua natura. Anche se ha sempre davanti a sé il terrore della scoperta, egli è convinto che i suoi rapporti sessuali con gli uomini siano stati totalmente sani per lui, che abbiano aumentato di molto la sua energia fisica, morale e intellettuale e non siano stati dannosi per gli altri. Non ha alcuna percezione di un qualche errore morale nelle sue azioni, e considera l’atteggiamento della società nei confronti di quanti sono nella sua condizione come assolutamente ingiusto e fondato su principi falsi.

Il prossimo caso è, come il precedente, quello di un uomo di lettere di successo, che è anche lui passato attraverso un lungo periodo di conflitto mentale prima di riconciliarsi con i suoi istinti omosessuali. Egli appartiene a una famiglia in cui tutti sono in buona salute e hanno dimostrato marcata capacità in diversi campi di attività intellettuale. Si sente certo del fatto che uno dei suoi fratelli sia come lui un invertito assoluto e che un altro sia attratto da entrambi i sessi. Sono in debito con lui per il seguente racconto dettagliato che descrive le sue emozioni e le sue esperienze durante l’infanzia, che considero di grande interesse, come contributo non solo alla psicologia dell’inversione, ma alla embriologia delle emozioni sessuali in genere. Vediamo qui descritte, in una forma eccessivamente precoce e iperestesica, idee e sentimenti, che, in una forma più leggera e più frammentata, possono essere messi in parallelo con le prime esperienze di molti uomini e donne normali. Ma è certamente raro trovare così tanti punti della psicologia sessuale così definitamente illustrati in un singolo bambino. Si può aggiungere che la narrazione non è priva di interesse come studio dell’evoluzione di un uomo di lettere; un bambino la cui immaginazione era stata così precocemente esercitata e sviluppata era predestinato a una carriera letteraria.

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SESSUALITA’ GAY E GAY SPOSATI TRA 800 E 900

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte settima

Prosegue la pubblicazione della traduzione italiana delle Storie di omosessuali inserite da Havelock Ellis nel suo trattato sull’inversione sessuale. Qui di seguito potete leggere le storie 16, 17, 18 e 19, che presentano modi molto diversi di affrontare l’omosessualità, si passa da atteggiamenti risoluti e fortemente liberi da condizionamenti ambientali, a situazioni vagamente possibiliste nei confronti di un matrimonio etero, per arrivare al caso, veramente interessantissimo, di un gay sposato, trattato nella Storia 19.

Stupisce che Storie raccolte e pubblicate quasi cento anni fa siano ancora così attuali.

Buona lettura.

STORIA XVI

Irlandese, 36 anni; non ha notizia di nulla di insolito nei suoi antenati. I suoi gusti sono maschili sotto ogni aspetto. È  forte, sano, e appassionato di esercizi e di sport. I suoi istinti sessuali sono anormalmente sviluppati; confessa un grande desiderio quasi di tutto, mangiare, bere, fumare, e di tutte le cose buone della vita.

A circa 14 anni ha praticato la masturbazione con altri ragazzi della stessa età, e ha anche provato molto piacere nell’essere a letto con uno zio con il quale praticava la stessa cosa. In seguito ha praticato la masturbazione con ogni ragazzo o uomo con il quale era in rapporti di intimità; l’essere stato a letto con chiunque senza che avesse luogo nulla di simile gli avrebbe reso impossibile il sonno, e lo avrebbe fatto sentire assolutamente misero. I suoi sogni erotici in un primo momento riguardavano le donne, ma più di recente riguardano di solito giovani uomini, e molto raramente donne. È per lo più insensibile nei confronti delle donne, come anche le donne sono sempre state insensibili nei suoi confronti. Anche se è bello, forte, e maschile, non ha mai conosciuto una donna che si sia innamorata di lui. Quando aveva circa 18 anni pensò di essersi innamorato di una ragazza; e aveva spesso, coabitato con prostitute quando aveva tra 20 a 30 anni. Ricorda che una volta, molti anni fa, ebbe rapporti sessuali con una donna sette o otto volte in una notte, e poi dovette masturbarsi a mezzogiorno del giorno successivo. Non è sposato, e pensa che sia improbabile che possa mai sposarsi, ma aggiunge che se una donna sana, bella e intelligente, si innamorasse di lui, lui potrebbe cambiare idea, perché essere vecchio e solo sarebbe come essere abbandonati, e gli piacerebbe avere dei figli.

Non è mai attratto da uomini più anziani di lui, e preferisce i giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Possono essere di qualsiasi classe sociale, ma non gli piace la gente comune, e non ama uniformi e livree. Le attrattive richieste sono: un occhio intelligente, una bocca voluttuosa, e “denti intelligenti.” “Se Alcibiade cercasse di corteggiarmi”, dice, “e avesse i denti brutti, il suo sforzo sarebbe inutile.” È stato a volte il partner attivo nella pedicatio, e ha provato il ruolo passivo per curiosità, ma preferisce la fellatio.

Non ritiene di stare facendo qualcosa di sbagliato, e considera i suoi atti come del tutto naturali. Il suo unico rammarico è la natura assorbente delle sue passioni, che si impongono anche nei momenti meno opportuni, e lo lasciano tranquillo solo raramente o addirittura mai, e talvolta rendono la sua vita un inferno. Eppure dubita che cambierebbe, anche se ne avesse la possibilità.

STORIA XVII

Età 25; è impiegato in una comune officina, e vive nei vicoli di una grande città in cui è nato e cresciuto. È bello, delicato e raffinato in apparenza. Gli organi sessuali sono normali e ben sviluppati, e le passioni sessuali forti. Sua madre è una donna grossa e mascolina, e lui le è molto legato. Il padre è delicato e debole. Ha sette fratelli e una sorella. I desideri omosessuali sono iniziati in tenera età, anche se non sembra essere stato sottoposto a qualche influenza perversa. Non è incline alla masturbazione. I sogni erotici sono sempre di maschi. Dichiara di non essersi mai curato di nessuna donna eccetto sua madre, e che non poteva sopportare di dormire con una donna.

Dice che generalmente si innamora di un uomo a prima vista, di regola, qualcuno più grande di lui e di classe sociale più elevata, e anela a dormire e a stare con lui. In un caso si innamorò di un uomo che aveva il doppio della sua età, e non ebbe pace finché non ottenne il suo affetto. Non si preoccupa molto di quale forma il rapporto sessuale prenda. È sensibile e femminile per natura, gentile e affettuoso. È pulito e ordinato nelle sue abitudini, e appassionato del lavoro domestico; aiuta la madre a lavare, ecc.. Sembra pensare che le relazioni con gli uomini sono perfettamente naturali.

STORIA XVIII

Inglese, nato a Parigi; 26 anni; un attore. Appartiene ad una antica famiglia inglese; suo padre, per quanto egli ne sa, non aveva inclinazioni omosessuali, né le aveva nessuno dei suoi antenati dal lato paterno; ma crede che alcuni della famiglia di sua madre, e in particolare uno zio materno, che aveva un forte interesse per la bellezza fisica, fossero molto simili a lui da questo punto di vista.

I suoi primi ricordi mostrano un’attrazione per i maschi. Alle feste dei bambini incorse nell’ira di suo padre per aver baciato altri ragazzini, e i suoi sentimenti crebbero di intensità con gli anni. Non ha mai praticato l’auto-abuso, e raramente aveva sogni erotici; quando si verificavano riguardavano maschi.

La sua sensazione fisica per le donne è di indifferenza assoluta. Ammira le belle donne nello stesso modo in cui si ammira uno splendido panorama. Allo stesso tempo, gli piace parlare con donne intelligenti, e ha formato molte amicizie con ragazze inglesi schiette, pure, e colte, per le quali egli ha la massima ammirazione e il massimo rispetto. Il matrimonio è impossibile, perché il piacere fisico con le donne è impossibile; ci ha provato ma non riesce ad ottenere la minima sensazione sessuale o la minima eccitazione.

Ammira soprattutto i giovani (anche se non devono essere immaturi) dai 16 o 17 anni a circa 25. Il tipo che lo attira di più e che lui attira di più, è fine, ha la pelle liscia, è delicato, piuttosto femminile ed effeminato, con la mollezza dell’ingenuo, non della cocotte. Il suo preferito, per attirarlo deve essere sottomesso e femminile; gli piace essere l’uomo e il maestro. Su questo punto aggiunge: “La grande passione della mia vita è un’eccezione, e sorge su una base completamente diversa. Realizza un ideale di matrimonio in cui nessuno dei due è padrone, ma entrambi condividono un potere congiunto, e in cui la tirannia sarebbe altrettanto dolorosa per entrambi. Ma questa amicizia e questo amore sono per un pari, un anno più giovane di me, e non esclude altri e meno affidabili legami, essendo la fedeltà fisica impossibile per gli uomini del nostro calibro.”

La pedicatio è la soddisfazione che preferisce, a condizione che abbia il ruolo attivo, e mai quello passivo. È bello, con le spalle larghe, bella figura, e con viso piuttosto classico, con begli occhi azzurri. Ama andare in barca e pattinare, ma non il cricket o il calcio, e di solito è pronto al divertimento, ma ha, allo stesso tempo, ha il gusto della lettura.

Non ha sentimenti morali su tali questioni; egli le considera come  al di fuori dell’etica, come mere questioni di temperamento e di sensibilità sociale. Se l’Inghilterra fosse spopolata, pensa che potrebbe eventualmente provare qualche lieve rimorso; ma, per come stanno le cose, sente che nel prostituire maschi piuttosto che femmine sta facendo un’azione meritoria.

STORIA XIX

T. N. La sua storia è riportata qui con le sue parole.

“Fin dal tempo delle mie prime fantasie, sono sempre stato attratto con forza dagli uomini e spesso ho pensato di essere rapito da grandi guerrieri e di vivere con loro nelle grotte e altrove. Quando avevo circa 7 anni, un ragazzo aveva l’abitudine di farmi vedere il suo pene e di maneggiare il mio di tanto in tanto. Nel convitto privato la masturbazione era abbastanza frequente e penso di essere stato iniziato alla masturbazione a circa 12 o 13 anni. Dopo aver lasciato il convitto, a volte indulgevo alla masturbazione, ma non successe niente fino a quando avevo circa 20 anni, salvo il fatto che ero spesso attratto da giovani uomini forti, ben strutturati e di buon carattere, un uomo che non fosse onesto e di buon cuore non mi attraeva affatto. A 20 anni sono stato molto legato ad un giovane della mia età. Era fidanzato. Questo non gli impedì, una volta, di tentare per gioco e con suo fratello di avere accesso alla mio corpo. Io ho resistito con successo, però, se fosse stato presente solo lui, non avrei resistito, ma avrei accolto con favore il tentativo, e ho spesso rimpianto di non averglielo fatto sapere. Ma avevo una vaga idea che il mio pene fosse un po’ sottodimensionato e questo mi rese timido. Le circostanze ci separavano. Circa due anni dopo, stavo attraversando la Manica, quando mi sono impegnato in una conversazione con un uomo che aveva più o meno otto anni più di me, che era uno del nostro gruppo in viaggio. Credo che l’attrazione sia stata un caso di amore a prima vista, di certo lo è stata da parte mia. Alcune notti più tardi, aveva sistemato le cose in modo che condividessimo una camera da letto, e lui venne subito verso di me e teneramente toccò il mio corpo. Io ricambiai, e torno indietro di tutti questi anni col pensiero a quella notte con piacere e senza vergogna. In un’occasione, in quel periodo, mi capitò di essere a letto con un altro giovanotto (un compagno di ufficio) in un giorno festivo, quando mi svegliai, trovai che lui teneva in mano mio pene e lo accarezzava. Io gentilmente spostai la sua mano e mi girai. Ciò nonostante pensai a lui, ma il mio corpo sembrava appartenere solo a me stesso e all’amico che amavo. L’amico che amavo non era un Urning, ne sono certo, ma stavamo spesso insieme è entrai molto nei suoi interessi e provai una soddisfazione infinita della vita, feci molti progressi ed ebbi molti amici. La nostra intimità fisica si ripeté, lui aveva la parte attiva nel contatto intercrurale. Poi si sposò felicemente. La nostra amicizia rimane, ma le circostanze ci impediscono di incontrarci spesso, e non c’è più alcun desiderio da nessuna delle due parti.

“Per alcuni anni sono stato piuttosto solitario nonostante avessi amici. Ero in qualche modo attratto da un altro uomo, ma la sua posizione sociale superiore era un difetto da me. Poi, a 28 anni circa, sono venuto in contatto con un giovane di 24, della classe artigiana, ma superiore per ideali e intelligenza alla maggior parte degli uomini. L’ho amato a prima vista e fino ad oggi. All’inizio era solo amicizia, ma ben presto la sua figura, la voce e i pensieri mi sono entrati nell’anima di giorno e di notte. Desideravo di stare sempre vicino a lui, di vederlo progredire e aiutarlo se potevo. Avrei rinunciato con gioia a casa, amici, e reddito, e lo avrei seguito fino alla fine del mondo, preferibilmente su un’isola dove noi due fossimo gli unici uomini bianchi. Sembrava incarnare tutto quello che desideravo quanto a conoscenza della natura, forza, e capacità pratiche, e la voglia di imitarlo in queste cose allargava e rafforzava il mio carattere. La prima volta che ho dormito con lui ho potuto solo trovare il coraggio di mettere il mio braccio sul suo petto, ma non riuscivo a dormire per il desiderio insoddisfatto, e l’erezione costante provocò un dolore sordo l’indomani. Non mi era mai piaciuto quel tipo di conversazione che confina con l’osceno e di conseguenza ero molto ignorante sul molte questioni; mi addolorava anche sentirlo ridere di tali osservazioni. Penso che se fosse stato intimo con me non avrei conversato molto su tali argomenti, ma allora provavo piacere in queste cose con lui perché esprimevano intimità. Lo sognavo e non ero mai veramente felice in sua assenza; la gioia più grande sarebbe stata quella di dormire tra le sue braccia; la pelosità delle sue gambe e delle sue braccia erano anche più affascinanti. Circa un anno più tardi, ci siamo trovati ancora una volta insieme la notte, e questa volta ho sentito, per gradi, con la mano, i suoi organi genitali, ma lui era freddo e mi sono sentito un po’ insoddisfatto. Volevo essere abbracciato. Questo è accaduto ancora una volta, e poi in un’altra occasione, – non che mi desse tanta soddisfazione, ma volevo stimolarlo all’ardore – tentai di masturbarlo. Questo provocò il suo disgusto e di conseguenza io rimasi sgomento. Mi disse che dovevo sposarmi e, anche se sapevo che il suo amore era tutto quello che volevo, non mi sentivo se non uno che può fare felice una donna. Le continue erezioni non soddisfatte che avevano luogo quando vedevo il mio amico adottare un atteggiamento gradevole mi causavano dolore in fondo alla schiena, e io consultai due specialisti, che, anche loro, mi consigliarono il matrimonio. Non ho detto loro che ero un ‘invertito’, perché neppure sapevo che era una cosa riconosciuta, ma dissi loro qualcosa di quello che era accaduto, loro non hanno fatto nessun commento, ma davano per scontato che fosse una cosa frequente. Il mio amico ora sentiva repulsione verso di me, ma non si esprimeva, e siccome altre circostanze, allora, in una certa misura, alzarono una barriera tra noi, non mi rendevo conto del vero motivo della sua freddezza. Ma mi sentivo assolutamente miserabile. Quando ho incontrato una donna nobile che avevo conosciuto da tempo, le ho chiesto di essere mia moglie e lei ha acconsentito. Anche se le ho detto molto presto, e molto prima del nostro matrimonio, dei miei limiti come marito e del mio costante desiderio per il mio amico, capisco ora di aver fatto un grande errore, e non riesco a capire perché non ne fossi più consapevole a quel tempo; che stessi in una certa misura ingannando i suoi parenti era inevitabile. Mi aspettavo di dedicare la mia vita a renderla felice, ma ho presto scoperto che il vero motivo dell’infedeltà apparente del mio amico era stata la mia azione, combinata con la sensazione da parte sua che il nostro rapporto affettivo avrebbe dovuto cessare comunque, anche a costo di incomprensioni. Da allora, tre anni fa, non ho avuto un giorno o una notte felice, e non sono quindi proprio in grado di promuovere la felicità degli altri. Senza il mio amico, non posso trovare alcuna soddisfazione con una moglie, un figlio, o una casa. La vita è diventata quasi insopportabile. Spesso ho seriamente pensato di suicidarmi, solo per rinviare poi la cosa ad un momento che fosse meno crudelmente inopportuno per gli altri. Vedo il mio amico (ora sposato) quasi ogni giorno, e soffro torture nel vedere gli altri più vicini a lui di me. Sembra impossibile che si possa arrivare ad un chiarimento tra noi, dato che l’idea stessa dell’inversione è così ripugnante per lui, ed essendo un uomo d’onore, per lui i legami coniugali escludono qualsiasi altro calore di affetto. Ma tutti i desideri della mia vita sembrano dover culminare in una forza trainante che mi porterà alla prostituzione maschile o alla morte. Non posso concentrare il mio pensiero su niente altro, e di conseguenza sono diventato inefficiente nel lavoro e non ho cuore per il gioco. So che, se i miei desideri potessero essere occasionalmente soddisfatti, recupererei immediatamente, ma il mio timore è che se io mi uccido, quelli che mi conoscevano in giorni più felici siano confermati solo nell’idea che io fossi un degenerato e pensino che siano stati miei istinti a provocare mio suicidio, mentre in realtà sarebbero proprio la negazione e la fame di quegli istinti ad aver prodotto quel risultato. Ora so per esperienza di me stesso e degli altri che la mia disposizione è congenita e che ho reso infelice me stesso e sono stato causa di infelicità per gli altri perché sono venuto troppo tardi a conoscenza di me stesso. L’esempio del mio ex amico che si è sposato mi ha portato a credere erroneamente che anche io avrei potuto sposarmi e fare una casa felice; e così, quando l’uomo che amavo mi ha consigliato in quel modo, ho deciso di farlo, come avrei fatto quasi altra cosa che egli mi avesse suggerito. Se avessi potuto tirarmi indietro senza imbarazzo dal fidanzamento con la donna devota che divenne mia moglie, lo avrei fatto, se lei me ne avesse dato l’opportunità. Nulla nel mio matrimonio mi ha dato piacere e spesso mi auguro che mia moglie possa cessare di amarmi in modo da poterci separare. Ma lei avrebbe il cuore spezzato anche solo all’idea e mi sento spinto a tentare di alleviare i miei sentimenti anche in un modo che in precedenza mi sembrava ripugnante, cioè mediante l’uso di denaro.

“Quanto ai miei sentimenti verso mio figlio non c’è molto da dire, in quanto non sono molto forti. Lo prendo in braccio, aiuto quando fa bagnetto e lo assisto tanto quanto la maggior parte dei padri, e quando lui sarà di qualche anno più grande spero di poterlo trovare molto socievole. Ma lui non mi ha portato una vera gioia, anche se vedo che altri uomini lo guardano quasi con affetto. Ma ha portato un po’ di felicità in più a sua madre.”

Il prossima Storia è interessante perché mostra lo sviluppo mentale ed emotivo in un caso molto radicale di inversione sessuale.

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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:

http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=19&t=5318

SUBLIMAZIONE E SESSUALITA’ CLANDESTINA GAY TRA 800 E 900

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte sesta

 Prosegue la pubblicazione della traduzione italiana delle Storie di omosessuali inserite da Havelock Ellis nel suo trattato sull’inversione sessuale. Qui di seguito potete leggere le storie 14 e 15, che presentano situazioni molto diverse e, nel secondo caso, molto complesse e contraddittorie, capaci però di illustrare l’estrema complessità delle situazioni in cui l’omosessualità può presentarsi. Lo stesso Havelock Ellis, dopo aver tentato una classificazione teorica degli omosessuali ha preferito rinunciarci e presentare un’antologia di situazioni reali. Spiace purtroppo che si tratti in pratica, in modo esclusivo, di omosessuali appartenenti all’alta società o almeno all’alta borghesia e che non sia possibile ricostruire in modo altrettanto preciso la vita sessuale degli omosessuali appartenenti ai livelli sociali più bassi.

Buona lettura.

STORIA 14

Scozzese, di 38 anni. I suoi antenati paterni erano normali, per quanto ne sa. Sua madre apparteneva a una vecchia famiglia celtica, molto eccentrica. Poco dopo i 5 anni si innamorò talmente di un giovane pastore che il ragazzo dovette essere mandato via. Ha praticato la masturbazione molti anni prima dell’età della pubertà, e attribuisce importanza a questo come fattore nell’evoluzione della sua vita omosessuale.

Ha avuto raramente sogni erotici sugli uomini, più frequentemente sulle donne. Anche se è indifferente alle donne, non ha repulsione verso di loro. Ha avuto rapporti sessuali con le donne due o tre volte, ma senza provare emozioni passionali dello stesso livello di quelle provate con gli uomini.

Lui vorrebbe un figlio, ma non è mai stato in grado di trovare la quantità necessaria di passione per arrivare al matrimonio.

Ha sempre avuto un affetto sentimentale e platonico per gli uomini. In questi ultimi anni ha formato due amicizie di carattere affettuoso e anche erotico con adulti. Non è interessato a nulla, o quasi, oltre la masturbazione reciproca e i baci; ciò che desidera è l’amore del maschio.

In apparenza non vi è nulla di anormale in lui, tranne l’aria da giovanotto.  È forte, sia nel corpo che nella mente e ha un’enorme capacità di resistere alla fatica. È un eccellente uomo d’affari. È uno studente paziente. Non vede nulla di male nelle sue passioni omosessuali. È contrario alla promiscuità. Il suo ideale è un’unione permanente che comprende i rapporti sessuali.

STORIA 15

T. S., artista, 32 anni, “Sono nato in Inghilterra.  Mio padre era un ebreo, il primo a sposarsi fuori della sua famiglia e a sposare una cristiana. I miei bisnonni erano cugini; lui era tedesco e lei danese. Anche i miei nonni erano cugini, lui svedese e lei danese.

Mio nonno materno era un protestante inglese, e mia nonna materna era irlandese, fanaticamente cattolica romana, e una donna molto eccentrica.

Nella famiglia di mio padre ci sono stati molti membri degni di nota. Nella famiglia di mia madre ci sono stati molti avvocati di fama.

Mio padre aveva un fratello maggiore che era omosessuale. Lui era già, a 31 anni, un autore di primo piano, quando morì di consunzione.  Ho anche un cugino di secondo grado da parte di mio padre, che è un ottimo tenore, anche lui è omosessuale. Nella famiglia di mia madre non conosco nulla di anormale.

In nessuna delle due famiglie c’è o c’è stata qualche forma di follia, ma c’è piuttosto un’abbondanza di capacità mentali.

I miei genitori erano una coppia ideale felice. Si erano fidanzati dopo essersi conosciuti per sei giorni, e dopo essere stati separati tre mesi si sono sposati. Sono stati sposati trentacinque anni senza un litigio. Ho un fratello di tre anni più grande, nato un anno dopo il matrimonio, e una sorella di sette anni più giovane.

Mio fratello ha preso da suo padre, in apparenza. Lui è un grande amante delle donne e molto rovinato da loro. È  abbastanza normale e sobrio.

Mia sorella è una donna molto femminile. Da bambina lei disapprovava molto le amicizie femminili e confidava sempre in sua madre. A 13 anni ha incontrato l’uomo col quale ora è sposata. Hanno aspettato dieci anni prima di sposarsi e sono ora una coppia ideale felice. Mia sorella è perfettamente normale e molto sobria.

Ho vissuto i miei primi dieci anni in Inghilterra, diciotto anni in Svezia, due n Danimarca, due in Baviera, Austria e l’Italia, e ora vivo a Berlino. Mi considero inglese. Sono mentalmente un uomo, ma tutti miei sentimenti fisici e i miei desideri sono quelli di una donna.

Io sono di altezza media e sono molto esile. Peso 106 libbre inglesi, senza vestiti. Le mie mani ed i piedi sono piccoli e ben sagomati. La testa è di dimensioni normali. I lineamenti minuti. Gli occhi verdi. Ho portato gli occhiali da quando avevo 7 anni. Il mio colorito è giusto. L’aspetto non da ebreo. La pelle del mio corpo è molto bianca, senza macchie. Poco pelo sul mio viso. I peli sulla testa e sull’addome sono lussureggianti. Niente peli in nessun posto sullo stomaco e sul petto. Il colore dei peli è ramato ovunque tranne che sotto l’ombelico, dove sono neri. (I capelli di mio padre, di mia madre e di mio fratello erano marroni. Mia sorella ha i capelli ramati, e così li aveva lo zio citato sopra.). I miei seni sono leggermente rotondi; i miei fianchi sono normali. Non gesticolo molto. Dalla mia persona fisica sarebbe difficile trarre la conclusione che sono omosessuale. I miei organi sessuali sono normali.

Il mio carattere è apparentemente brillante, ma in realtà è malinconico. Ho molto poco amore per la natura umana, ma ho una predilezione per le razze britannica ed ebraica. Odio gli affari, la politica, lo sport e la vita sociale. Amo la musica, l’arte, la letteratura e la natura. Ho un  profondo interesse per il misticismo. Sono chiaroveggente. Sono stato usato più volte come medium. Conduco due vite separate, una vita esterna ed una psichica interna. Sono un fatalista e un teosofo. Ho sempre avuto una fede profonda nella reincarnazione, perché quando ero un bambino potevo ‘ricordare’ molto. Ho una memoria eccellente, che risale fino al mio terzo anno. Sono sempre stato troppo auto-analitico. Fin dalla mia prima infanzia mi sono sentito un alieno. Sono molto sensibile, fisicamente e psichicamente. Non ho alcun desiderio di indossare abiti da donna o di fare lavori femminili. Per quanto riguarda i vestiti per me, preferisco il nero e non molti gioielli.

Potrei amare solo un uomo perfettamente virile tra i 21  e i 40 anni. Deve essere fisicamente bello e ben fatto. La dimensione degli organi genitali non giocano alcun ruolo. I muscoli devono essere sviluppati e le mani devono essere particolarmente ben formate. Le mani sono il mio feticcio. (Non potrei mai amare nessuno con le mani brutte.) Non deve avere alcun odore che provenga dal suo corpo (anche se non mi è sgradito un lieve profumo quando è vestito), e, soprattutto, non deve avere un alito cattivo. Deve essere intelligente, amare la musica, l’arte, la letteratura e la natura. Deve essere raffinato e colto e deve avere girato il mondo. Deve avere semplicità nel comportamento, nel modo di vestire e nel tratto, e, soprattutto, deve essere pulito di corpo e di mente. Non sopporto il cinismo. (Qui posso dire che una volta avevo un cane San Bernardo che mi ricordava molto il mio ideale. Era sempre calmo, sempre amorevole e fedele, generalmente tranquillo. Si eccitava solamente quando era all’aria aperta.) Non sono stato in grado di andare avanti con le persone che non hanno il senso dell’umorismo. Dalla mia nascita ero fisicamente debole. Per prima cosa ho sofferto di eczema. Essendo nato con un doppio strabismo, sono stato operato a 2 anni e mezzo e di nuovo a 3 anni e mezzo, con un eccellente risultato. Da 4 a 12 anni ho avuto convulsioni (spesso), e tutte le malattie dell’infanzia. All’età di 12 anni e mezzo ho preso la scarlattina, seguita da una debolezza cardiaca, che è diventata più forte dopo un anno, e ho avuto anche la malattia di Bright, che è durata quindici anni quasi senza interruzione. Questa malattia ha avuto il suo effetto abituale di produrre melanconia e di sconvolgere l’intero sistema nervoso. La malattia di Bright si fermò di colpo, ma fu seguita da una serie di altre malattie. Poi ho avuto la neurite in forma molto grave. Poi me ne sono andato in Baviera, e per recuperare le forze nervose sono stato trattato con il metodo psicoanalitico di Freud, con grande successo. Ho avuto una brutta ricaduta, quando mio fratello, che aveva appena sentito che ero omosessuale, è venuto a farmi visita e mi ha minacciato di farmi mettere sotto tutore, se mio padre fosse morto. Mi ci sono volute settimane per riprendermi dallo shock. Abbiamo rotto tutti i rapporti, e anche se mio fratello è stato più volte nella stessa città dove sono stato anche io, siamo rimasti due estranei. In questo periodo mio padre morì improvvisamente. La scorsa primavera quattro suicidi di amici in alcune settimane hanno avuto un effetto molto negativo sui miei nervi. Ora sono a Berlino e sono di umore assai migliore, ma il crampo continua a farmi male, a volte.

A questo devo aggiungere che dal mio quattordicesimo anno, indipendente da qualsiasi malattia, ho sofferto mentalmente e fisicamente di dolori mestruali ricorrenti ogni ventotto giorni e che duravano da sei a otto giorni. Che questi fossero dolori equivalenti a quelli dei periodi mestruali di una donna non sono riuscito a farlo ammettere a nessun medico, finché sono stato trattato per un periodo di tempo da uno specialista tedesco di malattie nervose.

I dolori fisici iniziano bruscamente. Congestioni improvvise di sangue nel cervello e nell’addome. Sudori improvvisi, calore e freddo. Grandi dolori nervosi ai reni, anche ai centri nervosi del ventre e dello stomaco. Dolori acuti, lancinanti ai seni e soprattutto ai capezzoli. Mal di denti improvviso che si ferma improvvisamente. La pelle diventa più scura, a volte screziata. Ho tutto il tempo un sapore del sangue in bocca e spesso tutto quello che mangio sa di sangue. Ho grandi difficoltà in quei momenti a mangiare carne. Il desiderio fisico dell’avventura erotica è controbilanciato da nausea mentale alla semplice idea.

I sintomi mentali sono: improvviso senso di profonda depressione, tendenze suicide, in alternanza con improvvisa e inspiegabile leggerezza. Imprevedibilità e grande insoddisfazione di me stesso e della vita in genere. Orrore di fronte alla mia incompletezza sessuale, improvvisi attacchi di odio verso le donne e un grande desiderio di essere amato da uomini. Questa condizione cambia lentamente e torna a quella normale. Mi ci vogliono diversi giorni per perdere la mia debolezza fisica dovuta a questa causa.

Fisicamente mi sono sviluppato a 16 anni di età. Mentalmente mi sono sviluppato in età molto precoce, ma ho mantenuto la mia vita interiore piuttosto nascosta, giocando sempre a fare l’innocente. Nessuno casa credeva che io sapessi nulla della vita. Erano a volte molto sorpresi quando uscivo fuori dal ruolo che avevo previsto per me. Fino a quando avevo 17 anni, niente che avesse a che fare con la morale di altre persone fu mai discusso davanti a me. Sembravo così puro, ma so che le persone sono sempre attente di fronte a me. Mio padre non ha mai discusso di queste cose con me. Dalla mia prima infanzia ho amato gli uomini teneramente, anche se ero sempre ai ferri corti con mio padre e mio fratello. Io adoravo mia madre allora, come accade ora. Mia sorella ed io non andavamo affatto d’accordo da bambini, anche se ora noi siamo molto amici. Lei e suo marito, così come mia madre, sono stati la bontà personificata da quando hanno saputo della mia condizione. Fin dopo  i 30 anni non ho incontro un uomo che io potessi amare come mia madre, e lui è eterosessuale. Devo aver amato mio padre e mio fratello all’inizio, ma i conflitti continui, i temperamenti incompatibili, le incomprensioni reciproche e la mancanza di simpatia hanno reso la vita a casa orribile. Devo ammettere che dalla mia prima infanzia ho avuto un certo disprezzo per mio padre e per mio fratello, perché li ho trovati molto materialisti. Avevo tutti i miei litigi d’infanzia con mio fratello. Mio padre prendeva le parti di mio fratello, mia madre le mie. Dopo aver recuperato, dopo la morte improvvisa di mio padre (le mie prime parole furono dopo aver letto la lettera: ‘Grazie a Dio non si tratta di mia madre!’) Ho sentito un grande sollievo, ma ci è voluto molto tempo per me per capire che ero davvero libero.

Mi è sempre piaciuta la compagnia delle donne e, da giovane, ero molto interessato ai pettegolezzi, cosa che adesso non accade più in alcun modo. Ho molte amiche donne, più che amici uomini. Queste amiche donne sono tutte eterosessuali, tranne una. Molto spesso mi piacciono le donne anziane; penso di rivedere mia madre in queste donne. Una donna non avrebbe mai potuto farmi arrossire, ma un uomo che io ammiro ci riuscirebbe facilmente.

Avevo 23 anni quando una donna sposata di buona famiglia mi chiese di andare a passare la notte con lei. Ci andai, e anche se era molto ben fatta, in modo pulito, e anche se le sue vesti e gli appartamenti erano di grandissimo buon gusto, non ebbi alcuna erezione. D’altra parte, mi sentivo molto sporco e feci il bagno tre volte in ciascuno dei tre giorni successivi. Da allora non cercai più di avere rapporti sessuali con le donne.

A Copenhagen ho cercato di eccitare i miei sensi con ogni tipo di donna, ma invano. Suppongo che la mia natura sia così simile a quella di una donna che non ci può essere alcuna reazione. Con gli uomini io sono spesso molto timido e nervoso, muto, e le mie mani sudano. Non è mai successo così con le donne.

Da bambino ho amato gli uomini e mi innamoravo disperatamente di qualcuno che veniva a casa. Mi sarebbe piaciuto, quando non c’era nessuno, baciare i loro cappelli, o i loro guanti, o anche i loro bastoni.

Mi ricordo, quando avevo circa 6 anni, come mi sono innamorato di un tedesco 26enne molto bello. Aveva i capelli molto ricci e le mani molto belle. Era molto affezionato a me e io avevo l’abitudine di chiamarlo ‘il mio ragazzo.’ Quando veniva a farci visita, spesso aveva l’abitudine di rimboccarmi le coperte, dopo che l’infermiera era andata via. Aveva sempre dolci o qualcosa per me. Mi ricordo come gli gettavo le braccia al collo e gli coprivo il volto di baci. Gli avvicinavo la testa al mio cuscino e mi raccontava belle favole e mi addormentavo abbastanza felice.

A 7 anni di età, durante un soggiorno in campagna, uno stalliere di circa 25 anni, si comportò male con me. Avevo l’abitudine di fargli visita spesso nella stalla, dato che quest’uomo aveva una strana attrazione per me. Un giorno mi fece il solletico. Mentre lo stava facendo tirò fuori il mio pene e anche il suo, che era in piena erezione. Cercò in ogni modo di eccitare i miei sensi, ma invano. Per lui la cosa terminò con una eiaculazione. Mi proibì dirlo a chiunque, e io non lo dissi, ma ha cercai di scoprire tutto quello che potevo sull’argomento, con poco o nessun risultato. Da quel giorno odiai lo stalliere e provai una sorta di senso di colpa, come se avessi ‘perso qualche cosa.’ Non mi sono reso conto fino a quando non ho avuto 12 anni.

Dalla mia prima infanzia ho avuto un ideale di un uomo. Da questo ideale non ho mai deviato. All’età di 30 ho trovato un amico che, anche se abbastanza eterosessuale, senza alcun rapporto sessuale, mi ha dato l’amore di cui ho hanno sempre avuto bisogno.  È stato nell’ultimo paio di anni, una seconda madre, un padre, una sorella, un fratello e un amante. Grazie a lui ho riguadagnato la mia salute, il mio amore per la natura, e ha contribuito a smorzare il mio odio verso la natura umana e la mia amarezza. Non potrei mai trovare un amico migliore. Ha compensato tutti i miei anni di sofferenza fisica e mentale. Una cosa strana è che il sentimento è reciproco. Ha avuto una vita tragica, perché sua moglie, che egli amava al di là di tutto, è morta in circostanze molto tristi. Dice che io sono il migliore amico maschio che abbia mai avuto. Quando stavo con lui, gran parte della mia natura inferiore veniva estirpata. Io lo considererò sempre come il punto di svolta nella mia vita. Penso che abbia prodotto alcune delle sue migliori influenze attraverso la sua musica. Suonò Beethoven e Wagner per me per un paio d’ore al giorno per mesi, e, quindi, mi aprì un nuovo mondo …. lui è sei anni più grande di me.

Quando avevo 10 anni ci siamo trasferiti in Svezia, un paese che ho odiato dall’inizio alla fine. In quel periodo ho cominciato a notare che c’era qualcosa di strano in me. Mi sentivo un alieno, ho cominciato a sentirmi tale da allora. Un evento importante nella mia vita è stato, ne sono sicuro, quando la sorella di mio padre ha cercato di appropriarsi del ruolo di mia madre, lo ha fatto con gelosia e rancore, e mia zia ha dovuto chiedere perdono ai miei genitori. Esteriormente la faccenda fu rattoppata, ma sono sicuro che mio padre non perdonò mai sua sorella. Gli ebrei non perdonano mai.

Questo fatto risvegliò in me un grande odio verso le donne, e successe molti anni prima che io riuscissi in qualche modo a controllarlo.

All’età di 14 anni stavo molto con un americano interessato alla musica e di bell’aspetto, di un anno più grande di me. Un giorno, mentre ci divertivamo, successe proprio la stessa cosa che si era verificata con lo stalliere. Non avevo ancora sensazioni sessuali. Siamo rimasti buoni amici. Desideravo spesso di baciarlo. Dopo la prima volta non me lo permise più. Era molto apprezzato tra gli ufficiali e i cosiddetti uomini dell’alta società, e aveva sempre un sacco di soldi. Circa dieci anni dopo sentii che usava accettare denaro dopo un rapporto intimo con quegli uomini dell’alta società.

Durante il mio quindicesimo anno ebbi un grande desiderio di rapporti sessuali con gli uomini. In quel momento i primi segni di pelo si cominciavano a vedere sul mio addome.

All’età di 16 anni, un giardiniere, un uomo sposato con famiglia, mi iniziò al mutuo-abuso [masturbazione reciproca]. Viveva nel retro del condominio dove allora abitavamo . Aveva circa 40 anni, un uomo brutto ma muscolarmente sviluppato. Queste pratiche hanno avuto luogo nella cantina, che aveva tre ingressi. Non gli ho mai permesso di baciarmi, e la vista dei suoi figli risvegliava sempre in me una grande sensazione di nausea. Questa era la reazione naturale di una cattiva coscienza. Per l’uomo stesso ho avuto il massimo disprezzo. Questo uomo mi ha detto di diversi parchi e pissoirs dove gli uomini si incontravano, e sono andato in questi luoghi di tanto in tanto in cerca di avventure erotiche.

Devo qui riferire che, all’età di 16 anni mia madre mi ha messo in guardia contro l’auto-abuso. Questo fatto ha avuto l’effetto opposto, mi ha incuriosito, così ho cominciato subito. Ho continuato da allora, almeno una volta al giorno. (I non ho mai avuto un’emissione involontaria in tutta la mia vita.) Tra i 17 e 22 anni, ho avuto bisogno  di farlo più volte al giorno. Lavorare sull’arte, la pittura, e, soprattutto, sulla musica e la bellezza ha una forte influenza su di me e accende i miei desideri erotici in moto violento. Non ho mai trovato che questo mi facesse male. L’astinenza, invece, ha un effetto molto dannoso su di me,  e sconvolge l’intero sistema nervoso e fisico. Spesso trovo che ci sia un qualcosa di veramente carente nell’auto-abuso: la commistione di due corpi umani che sono mentalmente e fisicamente in sintonia dà una soddisfazione elettrica che acquieta l’intero sistema nervoso. Questa almeno è stata la mia esperienza.

Il giardiniere lasciò il lavoro e si trasferì in campagna. Ho poi, a volte, visitato i pissoirs o, come vengono spesso chiamati,  ‘i panorami’ (perché sono rotondi e lì c’è molto da vedere). Quello che ho visto nei parchi durante le lunghe notti d’estate fu quasi una vera rivelazione. Durante l’estate, quando i mariti avevano mandato le loro famiglie in campagna, molti di loro conducevano una vita molto indiscreta. Quello che ho visto la prima estate ha distrutto tutto il rispetto che avevo per le persone anziane. Avevo sempre connesso il matrimonio e i capelli grigi con la virtù e la morale; poi ho imparato che le cose stanno diversamente. Devo dire che diventai in quel periodo un maiale sensuale. Sapevo quanto fossero pericolosi questi luoghi a causa della polizia e dei ricattatori, ma questo aggiungeva alla caccia una nota piccante. A quel tempo conducevo una doppia vita e stavo sempre a guardare e ad analizzare me stesso. Ho avuto a che fare con un sacco di uomini di tutte le classi sociali. Mi hanno spesso offerto del denaro, che non avrei accettato per nessuna ragione. Pagare o essere pagati uccide ogni sorta di sentimento erotico in me e sempre lo ha fatto. Una volta volevo mettermi alla prova. Mi fu offerta una piccola somma di denaro da un ex maestro di scuola. La accettai solo per vedere che effetto mi avrebbe fatto. Un attimo dopo buttai i soldi il più lontano possibile. Così vidi che non avevo in me nulla della natura di una prostituta. Ero semplicemente sopraffatto dalla sensualità. Ipotizzai di essere criminale e desiderai di vedere in quanti modi la mia natura avesse l’istinto criminale. Volevo vedere se potevo diventare un ladro. Rubai un bottone d’argento in un negozio dove si vendevano antichità, ma andai al negozio di nuovo lo stesso giorno e rimisi a posto il ​​bottone, senza che le persone se ne accorgessero. Scoprii che non potevo diventare un ladro. Poi mi venne la domanda. Perché mi ero sentito un criminale da quando avevo sette anni? Era colpa mia? Se no, di chi era la colpa? Non ho avuto una visione chiara nel mio carattere prima di studiare il sistema psicoanalitico freudiano.

Quando avevo 20 anni, ho incontrato un signore una notte in una pesante tempesta di neve. Abbiamo camminato e parlato e ci siamo compresi l’un l’altro. Apparteneva ad una delle prime famiglie aristocratiche della Svezia. Era estremamente raffinato. Mi ha chiesto di andare a casa sua. Ci siamo spogliati e ci siamo stesi uno a fianco all’altro. Aveva una testa bellissima e un ancor più bel corpo. Penso che tutti i miei sentimenti erotici si fossero congelati, guardando il suo bel corpo. Per me se ci fosse stato qualcosa di sensuale sarebbe stato un sacrilegio, ho pensato, e ricordo la sensazione di stupore che mi pervase. Lui aveva allora 20 anni, ma i suoi capelli erano tutti bianchi. Prima non capì, poi fu molto gentile con me. Sono rimasto perfettamente casto per tre mesi interi dopo la vista del suo corpo. Ci siamo rivisti spesso. Otto anni dopo ci siamo incontrati per l’ultima volta. Ha sofferto molto di melanconia. A quel tempo gli impedii di suicidarsi. Questo inverno, però, si è sparato.

Quando avevo 22 anni, mia sorella mi presentò un affascinante, intelligente e raffinato pittore, metà inglese e metà svedese. Ci ‘riconoscemmo’ l’un l’altro contemporaneamente, anche se non ci eravamo mai visti prima, e non sapevamo nulla dei nostri caratteri. Ai miei genitori piaceva molto più di qualsiasi altro amico che io abbia mai avuto. Lui e mia sorella furono fin dall’inizio come fratello e sorella. La prima sera a casa mia io e lui ci baciammo. Le donne erano pazze di lui. Più tardi ho trovato che anche molti uomini lo erano. Ero tre settimane più anziano di lui. Aveva le sue stanze. Non ho mai sentito una tale meravigliosa armonia come quando i nostri corpi nudi si mescolavano. Era come galleggiare nell’etere. L’unica volta che sono stato attivo nella fellatio è stata con lui. Stavamo molto insieme, anche se non molto fisicamente, perché aveva molti amori con le donne. Quello che ho amato è stato il modo in cui tagliava tutte le avances degli uomini, io ero il suo ‘fratello minore’ e così mi chiama ancora oggi. Ora è sposato in America, e padre di una bella bambina. Oggi siamo ottimi amici.

I due anni a Copenaghen sono stati tra i più felici che ho passato, anche se quasi tutto il tempo avevo dolori fisici. In Austria ho trovato, tra i contadini tirolesi, che gli Inglesi, che vanno lì in inverno per gli sport e in estate per l’alpinismo, hanno avvilito i giovani contadini di sesso maschile con il denaro. Il rapporto omosessuale è facile da raggiungere se si è disposti a pagare il prezzo, più alto in buona stagione, meno alto fuori stagione.

In Italia è solo una questione di soldi o di passione, ma qualsiasi cosa, in amore, lì è abbastanza transitoria.

In Baviera ho trovato l’amore e la pace ‘al di là del comprensibile.’ Questo amore e quest’amicizia senza nulla di natura fisica intima mi ha ritratto dal ‘abisso nero profondo’ in cui stavo velocemente scivolando. Quando ho incontrato il mio amico ero quasi alla fine del mio incatenamento. Quello che il suo amore e la sua amicizia hanno fatto per me, insieme con il sistema psicoanalitico freudiano, nessuno lo saprà mai.

Da quando sono a Berlino, una città che mi piace molto, una vita nuova si è aperta per me, una vita in cui si vive come uno desidera se non si ha a che fare con i ragazzi giovani. Qui ci sono bagni omosessuali, pensioni, ristoranti, e alberghi, dove si può andare con uno del proprio sesso a un certo prezzo per ogni ora. Berlino è una rivelazione. Ma dal momento che stando qui ho trovato che il lato fisico erotico della mia natura è poco eccitato, suppongo che sia la vecchia storia del’ frutto proibito.’

I miei genitori avevano una casa molto ospitale. Gli ultimi due anni in Svezia non sono stato mai a casa. Odiavo la vita di società e sapevo molto, o addirittura troppo, delle storie private di coloro venivano a casa mia. Tutti appartenevano alla più alta società. La società più alta e quella più bassa sono molto simili. Naturalmente i miei genitori non sapevano nulla su queste persone. Quando ho detto a mia madre una grande quantità di storie private di persone che venivano a casa nostra, è stato per lei uno shock e ha potuto finalmente capire il mio disprezzo per la cosiddetta buona società. Negli anni successivi ho frequentato solo ambienti artistici e teatrali; considero questa categoria di persone più naturale rispetto alle altre e molto più di buon cuore.

La mia vita ha anche un altro lato, il lato mistico. Ma questa sarebbe una storia molto più lunga. Basti dire che io sono di natura altamente sensibile, dotato di una seconda vista”. [Un resoconto dettagliato delle visioni, delle premonizioni di morte di conoscenti ecc. del soggetto, mi è stato fornito da lui.]

Ho provato in quattro occasioni a suicidarmi, ma ora vedo che non c’è nulla da guadagnare facendo un gesto simile.

Due anni fa ho detto ai miei genitori della mia condizione sessuale. È stato un colpo terribile per loro. A mio padre è stato necessario spiegare le circostanze; ma non ha mai capito la questione e non l’ha mai discussa con me. Se glielo avessi detto prima, sono quasi certo che, con la sua natura dispotica, mi avrebbe messo in una gabbia di matti. Mia madre e mia sorella mi hanno trattato molto gentilmente sempre. Mio fratello mi ha rinnegato.”

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IMPRINTING E ORIENTAMENTO OMOSESSUALE

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte quinta

Prosegue la pubblicazione delle storie presentate da Havelock Ellis nel suo trattato sull’inversione sessuale.

La Storia 10 dimostra una classica situazione di iniziazione sessuale della fine dell’800 e apre uno squarcio sulle pratiche omosessuali più diffuse, tra le quali, come avviene quasi sempre nei casi presentati da Havelock Ellis, non è compresa la penetrazione anale.

La Storia 11 è di difficile interpretazione. La sessualità giovanile del protagonista, che appare nettamente gay, è presentata come profondamente condizionata dalla frequente masturbazione. Il protagonista, a distanza di qualche anno, afferma di essere alla vigilia del matrimonio e di avere cambiato orientamento sessuale, ma quello che dice della ragazza che sta per sposare sa ben poco di vero innamoramento. La penetrazione anale, ritenuta impensabile nella fase gay, diventa, nella fase etero, una pratica che si alterna alla penetrazione vaginale.

La Storia 12 presenta uno stereotipo di omosessualità caratterizzato da atteggiamenti femminili ostentati più che da vera effeminatezza.

Buona lettura.

STORIA 10 

A. H., dell’età di 62 anni. Appartiene ad una famiglia che non può essere considerata in buona salute, ma non c’è follia tra i parenti prossimi. Il padre è un uomo molto virile di caratteristiche elevate e di buona intelligenza, ma di salute fisica non sana. La mamma era instabile e nervosa, ma in possesso di indomito coraggio e molto affettuosa; ha vissuto molto felice con suo marito. Divenne un’invalida cronica e morì di consunzione. A. H. era un bambino di sette mesi, il terzo della famiglia, tutti nati molto rapidamente, tanto che tra il primo e il terzo figlio c’era solo una differenza di età di tre anni. A. H. ritiene che anche uno dei suoi fratelli, che non si è mai sposato e preferisce gli uomini alle donne, sia invertito, anche se non nella stessa misura di lui stesso, e sospetta anche che una relazione di sua madre potrebbe essere stata con un invertito. La sorella, che assomiglia al padre nel carattere, è sposata, ma si parla di lei come di una donna da donna piuttosto che come di una donna da uomo. La famiglia in genere è considerata orgogliosa e riservata, ma di doti mentali superiori.

Nei primi anni di vita, A. H. era di salute delicata e i suoi studi erano spesso interrotti per malattia. Pur vivendo in una condizione buona, era timido e nervoso, spesso depresso. Nella vita successiva la sua salute è arrivata fino ad un livello medio, ed è stato di solito in grado di nascondere i suoi dubbi mentali e la sua diffidenza.

Da bambino giocava con le bambole e aveva delle ragazze come compagni fino a un’età in cui giunse alla consapevolezza che il suo comportamento era insolito e diventò vergognoso, mentre suo padre sembrava preoccupato per lui. Ritiene di essere stato un bambino molto infantile.

La sua vita sessuale consapevole iniziò un un’età compresa tra gli 8 e i 10 anni. Stava giocando in giardino dalle quando vide un servitore che era stato a lungo con la famiglia, in piedi davanti alla porta di un capannone con il pene eretto ed esposto. Il ragazzo non aveva mai visto nulla del genere prima, ma provava grande gioia per quell’esibizione e si mosse timidamente verso l’uomo, che si ritirò nel capanno. Il ragazzo lo seguì e gli fu permesso di accarezzare il pene e di giocarci fino a quando non arrivò l’eiaculazione, l’uomo rispose, alle innocenti richieste di informazioni del bambino, che “era stato bello.” Questa esperienza fu spesso ripetuta con lo stesso uomo, e il ragazzo si confidò con un altro ragazzo, suo amico, con il quale cercava di accertare per esperienza personale in che cosa consistesse la “bella sensazione”, ma erano troppo giovani per trarre un qualche piacere dal tentativo, oltre la gioia di fare ciò che era istintivamente sentito come “mangiare un frutto proibito.”

Da questo periodo le sue tendenze sessuali iniziarono a diventare fisse e consapevoli. Non ebbe mai, in nessun periodo della vita, un’attrazione sessuale consapevole neppure momentanea verso una persona del sesso opposto. Le sue amicizie più calde, infatti, erano state con le donne e molta della felicità che ha goduto, forse la maggior parte, è stata prodotta da quelle amicizie. Ma la passione era suscitata solo da persone del suo stesso sesso, in genere da uomini molto più giovani di lui. Si sente timido e a disagio in presenza di uomini della sua età. Ma anche alla sua età attuale, il tocco di un uomo o di un ragazzo può causargli la gratificazione più vivace.

Poco dopo l’incidente già narrato di quanto era ragazzino, A. H. indusse un ragazzino suo compagno ad andare con lui in un posto tranquillo, dove, su suggerimento di A. H., ciascuno a turno prese in bocca il pene dell’altro. A. H. non aveva mai sentito parlare di un tale procedimento. Fu un istinto naturale.

Cominciò a masturbarsi in tenera età. Ma ben presto trovò un compagno per condividere la sua passione. Un uomo più anziano, in particolare, sposato e con una famiglia, diventò suo complice in ogni occasione possibile, e si manipolavano l’un l’altro. All’età di 21 anni, la fellatio cominciò ad essere praticata con quest’uomo. Divenne una pratica destinata a durate tutta la vita, e il suo metodo preferito di gratificazione sessuale. Preferisce che la eseguano su di lui, ma non ha mai chiesto a nessuno di fare per lui quello che lui stesso non avrebbe fatto per l’altro, se richiesto. Non c’è mai stata pedicatio. Il pene, si può aggiungere, è di buone dimensioni e i testicoli sono piuttosto grandi.

Nessuno ha mai sospettato la perversione sessuale di A. H., nemmeno il suo medico, con il quale ha avuto per lungo tempo una stretta amicizia, fino a quando in un momento di grande angoscia mentale A. H. non gli ha volontariamente rivelato il suo stato. È abituato alla società raffinata, ha sempre letto molto, aborrito i passatempi atletici, ha amato la poesia, i bambini e i fiori. Il suo amore per la natura equivale, infatti, ad una passione. Ovunque è stato ha fatto amicizie tra le persone migliori. Confessa di aver avuto occasionali periodi di dipendenza da sostanze stupefacenti, dovuti ad una compagnia socievole, e controllati solo con la forza di volontà.

Per gli affari non ha la minima attitudine, e non può seguire i suoi propri affari. Ha sempre temuto la povertà e la miseria. Ritiene, tuttavia, di essere considerato abbastanza capace tra i suoi amici.

Considera l’inversione una cosa naturale, nel suo caso, e ritiene di avere tutto il diritto di gratificare i suoi istinti naturali, quantunque ammetta anche che essi possano essere vizi. Non ha mai cercato di influenzare una persona innocente verso le proprie tendenze.

STORIA 11 

T. D., non sa di nulla di anormale nella sua ascendenza. Suo fratello ha tendenze omosessuali, ma è anche attratto da donne. Una sorella, che è molto religiosa, afferma che lei ha poche inclinazioni sessuali o non ne ha per niente. Erano tutti di una disposizione sognante, da giovani, con disgusto dei loro insegnanti. Egli ha inviato il seguente rendiconto di sé dall’Università, all’età di 20 anni:

“Quando ero un bambino (prima di andare a scuola a 9 anni),” egli scrive, “ero già di carattere affettuoso, un affetto che girava prontamente verso un sesso o verso l’altro. Nessun ragazzo fu la causa delle mie inclinazioni, che erano del tutto spontanee. (Senza dubbio, una parte delle motivazioni può essere trovata nel nostro sistema sociale, nel quale le donne sono piuttosto creature da salotto che devono essere trattate con rispetto a distanza.) Quando avevo 10 anni, in una scuola preparatoria, ho cominciato a formare legami con altri ragazzi della mia età, in cui ho sempre avuto riguardo alla bellezza fisica. È questa fase, in cui l’elemento sessuale è latente, che Shelley dice venir prima dell’amore nelle nature ardenti.

A 12 anni imparai la masturbazione, a quanto pare per istinto, e, mi spiace dirlo, la praticai eccessivamente per i successivi sette anni, sempre in segreto e con vergogna, e spesso con l’accompagnamento di fantasie pruriginose che non hanno impedito però che i miei rapporti con quelli che amavo fossero di natura molto spirituale. La masturbazione era spesso praticata quotidianamente, con esplosioni di pentimento e astinenza, ultimamente più raramente. Ma fino a quando avevo 15 anni non sapevo assolutamente nulla di questioni sessuali, e solo all’età di almeno 17 anni fui consapevole del desiderio sessuale, che reprimevo con vergogna.

A causa dell’eccessivo auto-abuso, non sono in grado di eiaculare se non manualmente, ma il desiderio è forte. Penso che un contatto nudo sarebbe sufficiente, e in ogni caso un rapporto intercrurale. Aborrisco la pedicatio e la fellatio. Adoro i ragazzi di età compresa tra 12 e i 15 anni; devono essere della mia classe sociale, raffinati, e amabili. Desidero solo la parte maschile attiva. Ora considero le mie inclinazioni come naturali e normali per me. La difficoltà consiste nel guidare l’altra parte a considerarle come tali, oltre che nella giovane età richiesta e nella natura clandestina delle procedure necessarie. Le difficoltà morali delle circostanze sono così forti che ho poca speranza di gratificare la mia passione completamente. Un paio di volte si sono sbagliato circa il carattere del ragazzo. L’ultima amicizia è durata tre anni, durante i quali l’ho visto nudo solo due o tre volte (questo mi provocava l’erezione), non l’ho mai toccato pruriginosamente, e l’ho baciato solo una volta.

Non ho mai trovato un oggetto soddisfacente dei miei sentimenti, e la mia felicità e forse la mia salute, sono state gravemente ferite. Nella mia scuola pubblica un insegnante mi ha aiutato in una comprensione più vera di queste cose. La sodomia solo animale che esiste in molte scuole pubbliche era sconosciuta. Quello che ho imparato del sesso l’ho imparato da me. Mi è stato raccomandato di rivolgere le mie aspirazioni alla donna universale astratta,… ma finora almeno io non riesco a farlo.

La statuaria greca maschile e il Fedro di Platone hanno avuto una grande influenza sui miei sentimenti, anche se solo confermativa. Il mio ideale è quello di Teocrito XIII, in cui Ercole stava portando Hylas alla misura perfetta un uomo. Il mio primo pensiero è il bene del mio amico, ma, fatta eccezione per la buona influenza soggettiva della passione, ho fallito completamente.

Sono molto alto, scuro, piuttosto forte, appassionato di giochi, anche se non riesco ad eccellere a causa della miopia. Io sono inglese, anche se ho sangue francese, che può spiegare una disposizione appassionata senza riserve. A differenza di altre persone, non sono affatto femminile, né per quanto ne so, qualcuno lo ha mai pensato. Posso fischiare facilmente e bene. Sono così maschile che non riesco nemmeno a concepire il piacere sessuale passivo nelle donne, e ancora meno negli uomini. (Questo costituisce una delle difficoltà nell’amore dei ragazzi.) I miei affetti sono inestricabilmente legati agli ideali di tutela di uno più debole di me. In tempi precedenti, quando la sessualità era meno consapevole, questo fatto era una grande fonte di sentimento romantico, il cui fascino si va però via via perdendo. Non riesco a capire l’amore dei maschi adulti, e ancora meno se sono di classe inferiore, e l’idea della prostituzione per me è nauseabonda.

Credo di poter dire di avere il senso estetico e quello morale fortemente radicati. Anzi, li considero in gran parte sinonimi. Non ho attitudine drammatica, e, anche se mi illudo di avere buon gusto per la musica, non conosco la musica Se ho un colore preferito, è un cremisi scuro o blu, del tipo del vecchio vetro colorato. Ricavo grande piacere da tutta l’arte letteraria e pittorica e dall’architettura; in sostanza, dall’arte di tutti i tipi. Sono abile nello scrivere versi lirici personali, cosa che mi dà sollievo.

Penso che la mia inversione debba essere congenita, perché il desiderio di contatto con quei ragazzi che ho amato è iniziato prima della masturbazione e si è prolungato in luoghi pubblici e privati e nella vita universitaria. L’altro sesso non mi attira, ma io sono molto amante dei bambini, intendo delle bambine così come dei bambini. (Se c’è sessualità in questo, e penso che non ci sia, è comunque latente).”

Questa dichiarazione è interessante perché può anche condurci a supporre che l’autore, che è di mente equilibrata e di sano giudizio, possieda una visione omosessuale ben definita della vita. Mentre, tuttavia, è la regola che la direzione permanente dell’impulso sessuale si decida intorno all’età di 20 anni, questa età è troppo anticipata per permetterci di valutare in modo definitivo, soprattutto in un giovane i cui impulsi adolescenziali indifferenziati o omosessuali sono favoriti dalla vita universitaria. Questo è proprio quello che si è verificato nel caso di T. D., che, pur possedendo certamente un qualcosa di psichicamente anomalo, è ancora prevalentemente maschile. Lasciando l’università la sua eterosessualità si affermò normalmente. Circa sei anni dopo la precedente dichiarazione, scrisse che si era innamorato. “Sono alla vigilia di sposare una ragazza quasi della mia età. Ha interessi e anche conoscenze nei miei campi di studio; così è stato più facile per me spiegarle il mio passato, e ho scoperto che lei non riusciva a capire le obiezioni morali contro le pratiche omosessuali. La mia opinione era sempre che le obiezioni morali erano molto considerevoli, ma potevano in alcuni casi essere superate. In ogni caso ho completamente perso la mia attrazione sessuale verso i ragazzi, anche se sono contento di dire che l’apprezzamento del loro fascino e della loro grazia rimane. I miei istinti, di conseguenza, hanno subito un notevole cambiamento, ma il cambiamento non è del tutto in direzione della normalità. L’istinto della sodomia, nel senso proprio del termine, mi era incomprensibile, ma da quando l’oggetto della attrazione è diventata una donna questo istinto è mescolato con quello normale nel mio desiderio. Inoltre, un elemento che mi preoccupava molto, perché era piuttosto estraneo ai miei sentimenti ideali, potrei dire che non mi ha abbandonato – la curiosità indecente e spesso scatologica [coprofilica] per le ragazze immature. Posso solo sperare che la realizzazione della normalità nel matrimonio possa finalmente eliminare queste aberrazioni dolorose. Vorrei aggiungere che la pratica della masturbazione è stata abbandonata.”

STORIA 12 

Di 24 anni. Padre e madre entrambi viventi; la madre è di una migliore condizione sociale rispetto al padre. È molto attaccato a sua madre, e lei gli dimostra un po’ di simpatia. Ha un fratello che è normalmente attratto dalle donne. Lui stesso non è mai stato attratto da donne, e non prova alcun interesse per loro, né per la loro compagnia.

All’età di 4 anni ha preso coscienza per la prima volta di un’attrazione per i maschi più grandi. Dall’età di 11 anni e fino ai 19, in una grande scuola di grammatica, ha avuto rapporti con un centinaio di ragazzi. Inutile aggiungere che considera l’omosessualità molto comune nelle scuole. È stato, tuttavia, il caso di Oscar Wilde, che gli ha aperto gli occhi per la prima volta sulla vasta diffusione dell’omosessualità, e ritiene che la pubblicità di questo caso abbia fatto molto, se non per incrementare l’omosessualità, in ogni caso per renderla più visibile e per fare in modo che divenisse argomento di discussione.

Egli è ora attratto da ragazzi di circa 5 o 6 anni più giovani di lui; devono essere di bell’aspetto. Non ha mai pervertito un ragazzo che non fosse già incline all’omosessualità. Nella sua relazione non si sente esclusivamente come un maschio o come una femmina, ma a volte uno, a volte l’altra. Dice di essere une persona che spesso piace per il suo carattere maschile.

È pienamente sviluppato e sano, ben oltre l’altezza media, incline ad essere grassoccio, con viso pieno e baffetti. Fuma molte sigarette e non può andare avanti senza di esse. Anche se i suoi modi sono molto leggermente femminili, ammesso che realmente lo siano, egli ammette di avere molti modi di fare femminili. È appassionato di gioielli, fino a poco tempo fa indossava un braccialetto, e gli piacciono gli anelli da donna; è molto ricercato per quanto riguarda le cravatte eleganti, e usa fazzoletti da donna molto delicati. Ha sempre avuto gusto per la musica, e canta. Ha una predilezione speciale per il verde; è il colore predominante nella decorazione della sua stanza, e tutto quello che è verde lo attira. Egli trova che l’amore per il verde (ma anche per il violetto e il porpora) è molto diffuso tra i suoi amici invertiti.

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