ENGLISH GAY PROJECT BLOG

For English-speaking readers, I reproduce below the links to the latest articles that have appeared on the blog in English “Gay Project”

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GAY E ETERO E ESPERIENZE OMOSESSUALI

Ciao Project,
Sono un ragazzo di 22 anni e, ancora alla mia età, ho forti dubbi intorno alla mia sessualità. Mi sento portato affettivamente verso le ragazze, mi innamoro delle ragazze, sto bene con le ragazze e qualche volta ho anche avuto rapporti sessuali con ragazze, anche se erano rapporti per me poco coinvolgenti, ma non riesco comunque a masturbarmi pensando a una ragazza. Ci ho provato più volte ma è come se ci fosse una specie di resistenza, mente quando ho fatto sesso con una ragazza la cosa in qualche modo ha funzionato. Ho provato anche con i porno etero ma anche lì non provo nessun vero coinvolgimento. Mi masturbo solo pensano ai ragazzi oppure, raramente, guardando porno gay. Le fantasie della masturbazione sono praticamente tutte legate a due episodi che io penso abbiano profondamente condizionato la mia vita sessuale. Il primo episodio è accaduto quando avevo 15 anni e il secondo quando ne avevo quasi 19. Fino a 15 anni avevo sempre pensato di essere etero e mi masturbavo pensando alle ragazze, senza troppo entusiasmo a dire il vero, ma pensavo solo alle ragazze. Quando avevo 15 anni, durante una gita organizzata dalla scuola, mi sono trovato in stanza con un altro ragazzo, non c’erano due letti separati ma un letto matrimoniale soltanto. All’inizio la cosa mi è sembrata un po’ strana, ma avevo dormito altre volte con qualche mio compagno in situazioni simili. Dopo che siamo andati a letto abbiamo cominciato a parlare di cose sessuali e a raccontarci proprio tutto, anche del fatto che ci masturbavamo pensano alle ragazze. Poi, gli ho chiesto se, quando lo faceva, pensava solo alle ragazze e lui mi ha detto che qualche volta aveva pensato anche a qualche ragazzo, che la cosa gli sembrava strana ma che ci aveva pensato e che pensava che tutto sommato sarebbe stata una cosa gradevole, non come con le ragazze, ma sarebbe stata gradevole. Non mi aspettavo una risposta di quel genere, così diretta e sincera. Poi lui mi ha chiesto se io pensavo solo alle ragazze e non me la sono sentita di mentire e gli ho detto che quando mi masturbo penso solo alle ragazze ma che pensare al sesso con un ragazzo per me non è una cosa disgustosa come dicono tanti ragazzi e che, anzi, quello che lui mi aveva appena detto non mi sembrava poi così strano. Gli ho chiesto se si sentiva gay e mi ha detto che si sentiva pienamente etero ma che pensava che tanti ragazzi etero facessero qualche volta sesso coi loro amici, così, per giocare. Gli ho risposto: ”Beh, sì, penso che succeda” poi gli ho chiesto se era eccitato di stare a letto con me e mi ha detto di sì, e gli ho chiesto se potevo verificare, lui ha detto: Vai! E gliel’ho preso in mano. Poi ha chiesto se io ero eccitato e gli ho detto che lo ero pure io, e a questo punto lui ha preso in mano il mio. È andata a finire che ci siamo masturbati a vicenda. Poi non è successo più niente di simile anche se io lo desideravo violentemente, lui ha continuato a stare con la sua ragazza e non se n’è proprio più parlato, ma non solo, tra noi non è cambiato proprio nulla. Per me invece è cambiato tutto perché era stata un’esperienza fortissima e del tutto naturale, senza nessuna forzatura da nessuna delle due parti. Io, dopo quel giorno ho messo del tutto da parte le fantasie sulle ragazze e ho cominciato a masturbarmi sempre e solo ricordando quella notte. Ma non è stato tutto facile, mi andavo convincendo di essere gay e maledicevo quella notte perché se non ci fosse stata io sarei stato un normalissimo ragazzo etero e avrei avuto una vita come quella di tutti gli altri ragazzi e invece quella notte aveva cambiato la mia vita. Due cose mi facevano stare male, prima di tutto non accettavo che la mia vita potesse essere determinata da una cosa di quel genere e poi non capivo perché la vita del ragazzo col quale lo avevo fatto non fosse invece cambiata per niente. Perché io dovevo diventare gay per una cosa come quella e qual ragazzo no? Ho fatto di tutto per cercarmi una ragazza, per innamorarmene, poi, finalmente, a 17 anni è successo. Conosco una ragazza bellissima che si innamora di me, che mi coccola e mi ispira tanta tenerezza, si dedica a me con affetto e io alla fine, quando avevo compiuto da poco i 18 anni faccio per la prima volta sesso con lei, nel senso che ci tocchiamo reciprocamente e poi arriviamo a masturbarci a vicenda. Io ne sono entusiasta e penso che allora non sono gay, poi torno a casa ma mi sento strano, la sera non voglio masturbarmi ricordando la solita notte con quel ragazzo, voglio farlo pensando alla mia ragazza e mi ci metto col massimo impegno, ma non riesco nemmeno a mantenere l’erezione, mi sento stranito, allora torno alle solite fantasie e arrivo fino alla fine. Mi dico che così non può andare, che adesso ho la ragazza e che devo eliminare del tutto la masturbazione perché è una cosa da ragazzini e io ormai devo vivere una sessualità adulta. Con il massimo sforzo riesco a mettere da parte la masturbazione solitaria e a limitarmi a farmi masturbare dalla mia ragazza, poi dopo un mese torno per una volta a masturbarmi da solo pensando sempre a quella notte. Le cose vanno avanti così per alcuni mesi e io faccio di tutto per cancellare completamente il ricordo di quella maledettissima notte, poi succede un fatto nuovo e inaspettato, conosco un ragazzo bellissimo e ne sono affascinato anche se cerco di evitarlo perché mi ripeto che non voglio essere gay, poi comincio a cercare informazioni su questo ragazzo per farmi un’idea un po’ più completa. Mi dicono che lui non ha la ragazza e non l’ha mai avuta ma non ha mai avuto nemmeno comportamenti strani. Dopo aver resistito per un po’ comincio a masturbarmi pensando a questo ragazzo e comincio a fargli una corte spietata ma discreta e lui se ne accorge. Un giorno lo invito per un fine settimana in campeggio e lui accetta. La notte ci fermiamo a parlare in tenda, l’imbarazzo è molto forte, poi gli dico che “forse” mi sono preso una mezza cotta per lui, cioè in effetti gli dico solo che è un bellissimo ragazzo e che mi piace molto e gli chiedo se è gay, mi risponde che è etero e che ha la ragazza, che adesso sono lontani per un semestre perché la ragazza studia in un’altra città, poi mi chiede se io sono gay e gli dico che anche io ho la ragazza, mi risponde: “ … io penso che la mia vita la vivrò con la mia ragazza … beh anche tu mi piaci … ma certo che siamo un po’ strani noi due…” poi le cose precipitano e ci masturbiamo reciprocamente. Alla fine lui conclude: “Certo che una ragazza non lo saprebbe mai fare come lo fa un ragazzo …” E finisce tutto così. Io penso che lui sia gay e nei giorni successivi comincio ad assillarlo, alla fine mi dice che è successo ma che lui non è gay e che non se la sente proprio di andare avanti, poi praticamente comincia a sfuggirmi, a non farsi più trovare, a non rispondere al cellulare e io ci resto malissimo. Naturalmente con la mia ragazza è andato tutto a rotoli. Adeso sono solo a leccarmi le ferite. Non riesco proprio a capacitarmi come quell’esperienza quando avevo 15 anni possa avere sconvolto così la mia vita. Perché devo essere gay per una ragione così assurda? Ancora adesso io vorrei una ragazza, ma poi a livello sessuale mi rendo conto che ormai vivere una sessualità appagante con una ragazza per me è impossibile. Che ne pensi Project?
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AMICI GAY E AMANTI GAY

Ciao Project,
sono un 31enne (volevo scrivere un ragazzo di 31 anni ma avrei dovuto scrivere un uomo di 31 anni e allora non ho scritto né ragazzo né uomo). Ti scrivo per dirti che leggere i siti di progetto gay mi ha aiutato molto a trovare il mio equilibrio. Vengo ai fatti. Ormai sei anni fa, quando avevo 25 anni, in modo del tutto casuale, mi capitò di conoscere un ragazzo 21enne. Premetto che mi sono sentito gay da sempre ma che per me l’essere gay si limitava alla fantasia, a qualche video e a un po’ di sesso self made. Per me i ragazzi erano solo un oggetto di fantasia, non avevo mai conosciuto un ragazzo gay di persona. In pratica pensavo che sarebbe stato sempre così e in qualche modo mi ero adattato alla situazione, poi, improvvisamente, è arrivato lui. L’ho conosciuto il 14 luglio 2007 al concerto di Vasco Rossi allo stadio del Conero (siamo entrambi delle Marche). C’era una folla immensa, luci psichedeliche che si accendevano e si spegnevano seguendo il ritmo della musica. Io lo noto subito, è un bel ragazzo proprio scatenato, cerco di capire chi sono quelli del suo gruppo, ne individuo un paio, un ragazzo e una ragazza ma stanno per i fatti loro. Proprio all’inizio del concerto stavano tutti a battere le mani seguendo la musica, anche lui, io invece no, mi guarda e mi dice: “Dai batti le mani pure tu! Che fai? Scatenati!” Io lo guardo perplesso ma sorridente, lui mi risponde con un sorriso che non dimenticherò mai. Il concerto va avanti, ogni tanto scambiamo qualche sguardo e qualche battuta. È proprio un ragazzo bellissimo, o meglio se dovessi sognare il mio ragazzo ideale lo sognerei così. Era andato lì con quel ragazzo e con quella ragazza ma stava per conto suo. Il gioco di sguardi, anche se molto prudente, si è fatto più evidente. Il concerto finisce lui va dai suoi amici e scambiano poche parole, si abbracciano e quelli se ne vanno. Mi chiede se posso dargli un passaggio, gli dico: “Certo!” Mi dice che è lontano, verso Falconara, gli dico che non c’è problema. Usciamo e ci mettiamo in viaggio. Stare in macchina con lui mi sconvolge, ride, scherza, dice battute demenziali, provoca ma lo vedo perfettamente a suo agio. Il viaggio non è brevissimo, all’inizio parliamo solo di Vasco e del concerto, poi mi dice di essere uno studente di ingegneria, io gli dico che dovrei laurearmi in medicina ma che penso ci vorranno quasi due anni ancora. La conversazione non va mai sul personale. Lo accompagno sotto casa sua, mi fa notare che la mia facoltà è vicina a casa sua, ci scambiamo i numeri di cellulare e una stretta di mano assolutamente non formale. Poi me ne torno a casa e penso a come sarebbe bello potere avere vicino un ragazzo così. L’indomani (era domenica) mi richiama la mattina presto e mi chiede se mi va di andare al mare con lui, gli dico di sì e ci diamo appuntamento davanti a uno stabilimento balneare a Falconara. Quando arrivo, lui (lo chiamerò Luca) è già lì, si è portato appresso la chitarra, gli chiedo se suona, mi risponde che strimpella, ma poi a sentirlo suonare devo dire che suona piuttosto bene. Ha con sé anche un borsa da campeggio con panini e bibite anche per me. Ci prendiamo un ombrellone e si mettiamo stesi sulla sabbia. In costume è proprio bellissimo ma so che non devo guardarlo troppo. Poi abbiamo cominciato a raccontarci delle nostre vite, c’era tutto meno che le ragazze, niente ragazze né per lui né per me, amici sì, ma piuttosto superficialmente, sia per lui che per me. Che un ragazzo come lui non avesse la ragazza era sospetto. Io ho evitato di fargli domande specifiche, ma una ragazzo bello come lui avrebbe potuto avere tutte le ragazze che voleva e se aveva chiesto a me di andare al mare con lui era evidente che non aveva una ragazza. Stare vicino a lui in costume da bagno mi imbarazzava e dovevo sforzarmi per evitare reazioni visibili, per lui invece nessuna reazione. Questo fatto mi faceva pensare che tutti i castelli in aria che mi stavo facendo su di lui non avessero alcun senso. Ma, la faccio breve, praticamente siamo andati insieme al mare ogni giorno per due settimane di seguito, non sapevo che pensare ma avevo l’impressione che lui ci tenesse. Io non lo chiamavo mai, mi chiamava sempre lui, ma in fondo Luca sapeva che qualsiasi sua proposta sarebbe stata comunque accettata. Il primo di Agosto, ricordo benissimo che era un mercoledì, alla fine della giornata, mentre lo riaccompagnavo a casa mi ha detto: “Ti devo dire una cosa, sono gay.” E non mi ha fatto nessuna domanda, io gli ho risposto. “Anche io.” Ha fatto un lungo ed enfatico sospiro di soddisfazione, poi ha aggiunto: “Sto bene con te, proprio bene, ma non sono innamorato di te.” Io gli ho detto solo: “Peccato! Perché mi sarebbe piaciuto!” Lui mi ha chiesto: “Domani ti va di venire al mare?” Io gli ho detto: “Certo!” Poi ha cambiato argomento come se nulla fosse successo. Il discorso del primo Agosto mi ha del tutto scombussolato. Quel “non sono innamorato di te” mi pesava come un macigno però con Luca stavo veramente bene, ormai lo conoscevo meglio e mi affascinava e poi avevo l’impressione che la mia presenza per lui, in qualche modo, fosse importante. Abbiamo continuato ad andare allo stabilimento per tutto Agosto, mi ha raccontato di essere innamorato di suo collega di università che però aveva la ragazza. Luca sembrava quasi dipendente da quel ragazzo che nemmeno si era reso conto di quello che gli passava per la testa, ci stava proprio malissimo, si sentiva sfigato, pensava che nessuno lo avrebbe mai voluto diceva di essere brutto e che la sua vita l’avrebbe passata da solo e ne sembrava proprio convinto, certe volte arrivava a mettersi a piangere. Stava mandando in malora l’università, era talmente dominato dalle reazioni emotive che il resto finiva per non esistere proprio. Siamo andati avanti così fino alla fine di Settembre, poi mi ha detto che aveva provato dei desideri sessuali su di me, che non era innamorato ma che aveva bisogno di coccole e che secondo lui ero la persona giusta perché lui con me si sentiva al sicuro. Io qui ho cominciato ad avere paura, non avevo mai fatto sesso con nessuno (e nemmeno lui), per un verso mi attirava, ma quel “non sono innamorato di te” mi frenava moltissimo, ho provato a dirglielo ma mi ha risposto che era proprio così e che non mi poteva illudere e che non mi potava promettere nulla. Insomma, questi discorsi sono andati avanti fino a gennaio, poi ha messo da parte i discorsi e ha preso lui l’iniziativa. Io notavo che era proprio sessualmente coinvolto e ha finito per coinvolgere anche me. Fare l’amore con Luca è stata un’esperienza non paragonabile assolutamente con nessun’altra, era uno sciogliersi totale. Per un gay non c’è niente di più bello che abbracciare un ragazzo, baciarlo e sentirlo profondamente coinvolto a livello asessuale. Non è una questione solo fisica, senti che c’è un affidamento reciproco totale, senza nessun imbarazzo e senza nessun copione da recitare. Ti rendi conto che in qualche modo puoi fare stare bene quel ragazzo e capisci che è proprio come te, che reagisce nello stesso modo. Insomma certamente con dimenticherò mai più quei momenti, perché erano esaltanti al di là dell’immaginazione. È andata avanti così fino al settembre 2008, poi mi ha detto che si stava innamorando di un altro ragazzo (che chiamerò Lorenzo), che sapeva che ci sarei rimasto male e che avrebbe voluto mantenere comunque un rapporto con me perché mi voleva bene. Io sapevo che non era un modo di dire per liquidarmi e ho cercato di agevolarlo in tutti i modo perché non ci fosse il disagio di una rottura, e difatti il disagio non c’è stato. Ci sentivamo meno la continuavamo a sentirci. Qualche volta mi ha detto che gli tornava in mente quando facevamo l’amore e che gli sarebbe piaciuto farlo ancora, ma che adesso aveva il ragazzo e che il ragazzo l’avrebbe presa male. Io lo vedevo tutto sommato abbastanza sereno, aveva ricominciato a studiare. Il ragazzo gli voleva bene ma forse, per lui, era un po’ troppo possessivo. La cosa è andata avanti per tre anni, poi è finita, per come finiscono le storie di Luca, che in fondo non finiscono mai. Poi ha trovato un altro ragazzo ma è durata pochissimo, poi un altro ma anche lì in pratica non è neppure cominciata. Luca, parlando con me, mi diceva sempre che per lui stare in coppia se non aveva avuto senso con Lorenzo non l’avrebbe avuto con nessun altro, voleva bene a Lorenzo, ma non provava per Lorenzo il trasporto che aveva provato per il ragazzo etero che non lo aveva mai guardato. Da un anno e mezzo circa a questa parte Luca non ha un ragazzo, ci sentiamo abbastanza spesso, parliamo dell’università ma anche di noi, di come ci sentiamo dentro e sono cose vere, sentite, lo vedo determinato, si è rimesso a studiare seriamente e ormai il fatto di essere vicino alla laurea lo sprona ancora di più. Io penso che dire che siamo solo amici è riduttivo, sono cose che vanno al di là dell’amicizia, chi lo sa, forse potrebbero qualche volta portarci di nuovo a fare l’amore ma non come una coppia ma come due persone che si vogliono bene e hanno bisogno di un momento speciale di intimità. Non è una questione di sesso ma è proprio un bisogno affettivo profondo, perché io penso che ci si voglia bene veramente. Vorrei dire che se una cosa del genere, cioè fare l’amore, succedesse anche tra Luca e Lorenzo non ne sarei per niente sconvolto. Io penso che tante volte noi abbiamo delle strutture mentali dalle quali non riusciamo ad uscire. I gay non hanno figli e una coppia quasi matrimoniale non va bene per noi, se viene da sé bene, altrimenti la vita affettiva trova le sue strade. Io non mi sento frustrato ma mi sentirei malissimo se non sentissi più Luca, se non passassi con lui ore e ore a parlare dei suoi e dei miei problemi. Queste cose non sono affatto stupide. Il sesso è una cosa bellissima e grazie a Luca me ne sono reso conto, ma costruire la vita affettiva sull’idea della coppia qualche volta può creare più problemi che altro. Ci sono tanti modi verissimi e profondissimi di volersi bene anche senza stare in coppia. Certo c’è il problema della prevenzione ed è vero che con la coppia chiusa, se è veramente chiusa il rischio si azzera, ma anche i contatti sessuali, per avere un valore affettivo profondo non è affatto detto che debbano coinvolgere comportamenti a rischio, la dolcezza nel vivere il sesso esiste eccome anche in cose che sono a rischio zero. So bene che la mia storia non è la classica storia del ragazzo gay che trova il principe azzurro, però io così mi sento realizzato, cioè io so che Luca mi vuole bene e che questo sentimento apparentemente di basso profilo durerà per sempre!
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HO AMICI ETERO BELLISSIMI E SOGNO UN RAGAZZO GAY

Ciao Project,
ti scrivo perché mi sento a un punto di svolta. Ho 23 anni, non ho un ragazzo e non ho mai fatto sesso con nessuno ma non mi sono mai sentito un ragazzo sessualmente represso. Sono gay da sempre, per me i ragazzi sono tutto, dominano il mio mondo sotto tutti punti di vista. Frequento una facoltà dove sono in pratica tutti ragazzi, ovviamente non manco mai a una lezione e sto all’università tutto il tempo che posso, quando non sto all’università sto a casa di qualcuno dei miei colleghi di corso a studiare. Il risultato di tutto questo è che oramai mi manca poco alla fine degli studi, cosa che per me sarà una catastrofe. Passo coi ragazzi tutti il tempo che posso e mi accorgo che ne sono proprio affascinato, non mi pongo nemmeno il problema se siano gay o etero, li guardo perché sono belli, certi cono proprio bellissimi, e ogni volta mi sorprendo ad osservarne qualcuno nel dettaglio. Alcuni hanno mani bellissime, perfette, altri hanno un colorito speciale della pelle, oppure i peli sull’avambraccio particolarmente morbidi, altri hanno particolari del viso che mi affascinano, come la regolarità della disposizione della barba o l’attaccatura dei capelli, o la perfezione delle orecchie e poi il sorriso, che è in assoluto la prima cosa che mi conquista. Io adoro i ragazzi che hanno un sorriso deciso, che lasciano trasparire le loro emozioni. Poi l’occhio cade anche da altre parti e lì lavoro di fantasia e lavoro molto. E poi con questi ragazzi ci parlo, scherziamo insieme, studiamo insieme, mangiamo insieme quasi tutti i giorni ce n’è uno che ha un modo di ammiccare incredibilmente tenero, un altro che si passa la mano tra i capelli e uno che soffia via i capelli dalla fronte. Tutto questo per farti capire come passo le giornate. Sto praticamente sempre coi ragazzi. Torno a casa la sera dopo le nove e in genere ho già cenato. Non devo studiare perché ho studiato tutta la giornata, tutto il tempo che resta fino a mezzanotte e mezza, o all’una, lo dedico al sesso, non credo che alla fine sia una cosa così eccezionale, me ne vado nella mia stanza, mi chiudo a chiave e lì vado a e cercare i soliti siti porno. Project, ti dico la verità, di tutto questo non mi vergogno affatto, con capisco proprio perché dovrei farne a meno. Non mi sento dipendente dalla pornografia, non rinuncerei mai ai miei pomeriggi con i ragazzi per stare a guardare video di sesso, ma il fatto è che stare tante ore con i ragazzi sapendo bene che posso al massimo guardarli e senza neppure esagerare mi eccita realmente e molto. So controllarmi benissimo, bene inteso, ma tutto questo non mi è sessualmente indifferente, anzi tutt’altro, e quindi quando poi torno a casa, passare al pratico mi viene assolutamente spontaneo. Mi piace il nudo non sessuale, cioè mi piace vedere ragazzi nudi che prendono il sole, che giocano, che fanno la doccia, queste cose sì, anche vederli in erezione o quando si masturbano, diciamo che in qualche caso mi piace pure vedere video di sesso a due ma deve essere una cosa fatta con estrema tenerezza. Quello che mi piace di più è il gioco sessuale, in cui il sesso c’entra e non c’entra o meglio c’entra ma appunto come gioco. Fino a qui credo che la mia vita sia abbastanza simile a quella di tantissimi altri ragazzi gay. Ma da una quindicina di giorni a questa parte il sesso in questo modo non m basta più e sta diventando come una specie di ossessione: voglio un ragazzo vero! Lo voglio per volergli bene, certo, però anche per farci sesso, io la sessualità non riesco a sublimarla e non la voglio sublimare. Un ragazzo lo sogno e lo desidero anche dal punto di vista sessuale e i ragazzi che dicono che non è così, che il sesso conta poco, ecc. ecc. o sono ipocriti o, chi lo sa, sono diversissimi da me. Io quando penso a un ragazzo, cioè quando lo desidero, penso di abbracciarlo e di baciarlo ma non può finire lì, per me certamente non finisce lì. Passo ore a fantasticare come sarebbe stare con un ragazzo ma proprio nel senso di quello che vorrei fare con quel ragazzo e sono pensieri sessuali eccome e finiscono nella masturbazione. A me tutto questo sembra assolutamente normale. Adesso vengo al punto. Sono molto soddisfatto della mia masturbazione perché gli stimoli non mi mancano proprio ma se penso di fare un passo più in là cominciano le incertezze. Mi dicono che sono un bel ragazzo e anche in termini sessuali credo di stare bene nella media, eppure ho quasi paura di creare situazioni sessualmente molto coinvolgenti. I miei amici vanno spesso in piscina insieme e io non ci vado mai, non ci sono stato nemmeno una volta, in questi ultimi giorni ci ho pensato moltissimo. Per certi versi potrebbe essere veramente molto ma molto eccitante e anche un po’ rischioso perché un gay come me quando si trova davanti nudi gli amici sui quali ha fatto tantissime fantasie sessuali, beh, è difficile che possa controllarsi e sarebbe veramente imbarazzante anche perché nessuno dei miei amici sa di me e penso siano realmente tutti etero anche se di ragazze non parliamo quasi mai, in realtà noi parliamo solo di studio. Ma forse il motivo per cui non vado in piscina è più complesso, da un lato sui miei amici preferisco lavorare di fantasia e in secondo luogo, se è vero che potrei vedere i miei amici nudi, sarebbe comunque una cosa fine a se stessa proprio perché sono comunque tutti etero, quindi andare il piscina con loro sarebbe il massimo dell’eccitazione possibile, ma poi finirebbe per forza tutto lì. In pratica tornerei a lavorare solo di fantasia, di fantasia più concreta ma comunque sempre di fantasia. In effetti, dire: io voglio un ragazzo! Significa: Io voglio un ragazzo gay! Perché un ragazzo come me può fare sesso solo con un ragazzo gay e qui parte tutta un’altra serie di dubbi. I miei amici li conosco, sono etero ma li conosco e mi piacciono come persone prima ancora che a livello sessuale, ma come sono i ragazzi gay? Io non ne ho mai conosciuto uno e d’altra parte non avrei saputo dove cercarlo. Dove li trovo i ragazzi gay? Lo so che sono l’8% di tutti i ragazzi ma non li riconosci. Chat erotiche? Siti di incontri? Ho provato a dare un’occhiata ma è veramente repellente. Per me un ragazzo, per essere interessante deve essere prima di tutto sveglio e poi deve essere come si deve, non mi piacciano gli atteggiati e non voglio incontrare gente strana. Ma dove stanno i ragazzi gay normali? So bene che ce ne devono essere parecchi ma non so dove cercarli e allora ho pensato al coming out, nel senso che se io mi dichiaro magari qualcuno dei ragazzi gay invisibili che sono nella mia facoltà viene anche lui fuori, però in una facoltà come la mia coming out = essere messo fuori da tutto. D’altra parte in tutta la facoltà non ho mai visto nessun gay dichiarato, nemmeno sottovoce, i ragazzi sono tanti, ma di gay non se ne vede nemmeno uno. Che faccio Project? Non ce la faccio più ad andare avanti così! Ho bisogno di un ragazzo normale gay … e nemmeno mi basta, deve essere pure bello e deve essere pure innamorato di me. Mi sa che è più facile andare su Marte! Project, io i ragazzi me li sogno la notte, ci fantastico sopra per ore, mi eccitano moltissimo, ma perché deve finire tutto così? Non è giusto! Perché un ragazzo si deve offendere nel sentirsi fare una proposta anche sessuale da un altro ragazzo? Quando dico proposta sessuale non intendo niente di squallido, intendo sesso anche come affetto, come tenerezza, come volersi bene, certo. Perché per noi è tutto così maledettamene difficile? Ti saluto Project, pubblica la mail se vuoi, ma mi sa che di mail come la mia ne avrai ricevute parecchie e anche sul forum ho letto tante volte storie in cui mi sono identificato. Mi puoi mandare il tuo msn? Magari per fare due chiacchiere se non hai da fare.
Giacomo
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A NEW BLOG BY GAY PROJECT TO UNDERSTAND THE REAL GAY WORLD

Yesterday, September 7, 2012, Gay Project has opened a new blog in English “GAY PROJECT” WordPress:
The choice of the platform has been adopted to promote real internationalization of Gay Project. The graphics are very simple, basic but nice. I intend to translate and publish on this new blog, in English, the posts that have received much interest.

DUBBI DI UN GAY 40ENNE

Ciao Project,

mi sento un po’ strano a scriverti certe cose ma non so proprio che fare e vorrei avere le idee un po’ più chiare. Ho 40 anni, sono gay e sono sempre stato gay ma solo nel senso che le mie fantasie sessuali sono sempre state al maschile. In pratica con l’universo femminile non ho e non ho mai avuto rapporti neppure di significato superficiale. Niente contro le donne, per carità, ma non sono il mio genere. Però il mio essere gay non è mai e dico mai andato oltre la fantasia individuale. Ho passato periodi durante l’adolescenza in cui mi sono represso pesantemente, un po’ condizionato dalla famiglia, un po’ dalla religione e un po’ da complessi di vario genere, ho praticamente rimosso l’idea di avere un rapporto vero (non parlo solo di sesso) con un altro ragazzo. Già dai tempi della scuola è stato tutto un fuggire e un mettere da parte l’idea. Forse è stato anche un bene. I primi innamoramenti, se li avessi dichiarati, mi avrebbero sicuramente messo in grosse difficoltà. L’anno della maturità mi sono innamorato di un ragazzo nuovo arrivato nella mia classe e togliermelo dalla testa mi è costato carissimo, adesso quel ragazzo è sposato e ha due figli e io sono contento di avere tenuto per me i miei sentimenti. L’università è stata una sequela di innamoramenti sbocciati e poi finiti prima di cominciare. La mia facoltà era a forte prevalenza maschile e per me quel periodo poteva, in teoria, essere meraviglioso, ma non lo è stato. Certamente di ragazzi gay ce ne dovevano essere ma trovarli era praticamente impossibile, quando pensavo di avere capito che uno era gay mi arrivava la smentita più radicale. Il pratica ho puntato tutto sullo studio, mi sono laureato molto bene e ho trovato subito lavoro, tra l’altro un lavoro che mi piace, ben retribuito anche se molto impegnativo. Anche il mio ambiente di lavoro è a prevalenza maschile, sono tutti ingegneri giovani, in buona parte sotto i 30 anni, io faccio parte dei senior. I miei colleghi sul lavoro parlano solo di lavoro, qui la professionalità e d’obbligo e lasciarsi andare a discorsi di carattere personale è considerato una debolezza pericolosa per la carriera. Quando facciamo le nostre cene aziendali sono una vera liturgia, ci sono i grandi capi e i miei colleghi si presentano tutti con la moglie o con la ragazza in abito lungo. Insomma qui conta l’immagine e per fare carriera devi essere formale e basta, non c’è spazio per l’amicizia a nessun livello ma solo per la competizione. Tra l’altro i miei colleghi, anche quelli che oggettivamente sono bei ragazzi, mi sembrano dei pupazzi programmati, tra l’altro dotati di spirito critico solo a livello tecnico e di carriera e per il resto stereotipati fino all’incredibile. Quindi diciamo che per me l’ambiente di lavoro è del tutto neutro, e adesso vengo alla questione centrale. Quest’anno sono stato, come tutti gli anni, al mare con i miei. Se dicessi a i miei colleghi una cosa del genere mi squalificherei perché è un pezzo di spiaggia qualunque. I miei hanno una casetta vicina al mare, basta uscire di casa e in pratica sei sulla spiaggia. I giorni feriali c’è poca gente ma la domenica arrivano le comitive con le macchine e c’è una marea di gente. Una domenica me ne stavo lì sotto l’ombrellone a leggere delle carte cercando qualche idea intelligente da poter spendere sul lavoro, quando arriva una comitiva di ragazzi giovani 20/21 anni, si tolgono le magliette e si mettono a giocare a pallavolo a pochi metri da me, fin qui c’è poco da dire, succede spesso. Uno di questi ragazzi mi colpisce subito: alto, biondo, sorridente, resto a osservarlo perché ha su di me un’attrattiva potente. Mi dico; ma che bel ragazzo! Beato lui! Io, a parte i miei 40 anni, non ho e non ho mai avuto niente del bel ragazzo e nemmeno di quello medio. Non potevo fissare quel ragazzo troppo a lungo perché non volevo che se ne accorgesse però mi incantava, anche la voce mi sembrava bellissima. Mi sono rimesso a leggere le mie carte ma l’orecchio era fisso alle voci di quei ragazzi. A un certo punto mi arriva in testa una pallonata e mi fa volare il libro, quel ragazzo mi ha detto poi che la pallonata non è stata casuale, lui si avvicina, si scusa dandomi del tu e si riprende il pallone. Finisce la partitella, i suoi amici vanno a fare bagno, lui non ci va, siccome non ha ombrellone mi chiede se si può mettere sotto il mio io gli dico “Certo!” Lui mi sorride, poi mi chiede che cosa sto leggendo, in breve alla fine di quella domenica ci siamo scambiati il cellulare e il contatto msn. Era una ragazzo così radicalmente diverso dai miei colleghi che mi ha lasciato il segno, a parte il fatto che era giovanissimo e non si sentiva minimamente in soggezione per questo. Sapevo che lo avrei visto al massimo un’altra volta la domenica successiva, poi avrei ripreso il lavoro e tutto sarebbe finito lì. Rientro a casa la sera, aggiungo il suo contatto su msn, è online e parliamo per tre ore. In pratica per la prima volta nella mia vita parlo con qualcuno che mi ascolta per motivi non professionali. La conversazione è seria, non invadente, mi colpisce anche da questo punto di vista. È terribilmente diretto, dice anche brutalmente quello che pensa e non me ne passa una. Sono stupito della sua intelligenza e della sua capacità di andare fino in fondo. Nel giro di una settimana mi dice che è gay, ma non mi fa il solito discorso, tipo: “adesso se vuoi posso pure non farmi sentire più”, no! Invece dà proprio per scontato che lo sia anche io e mi dice: “Tu invece si vede che l’hai buttata tutta sullo studio e la carriera”. Non ho dovuto dirgli che ero gay, lo aveva capito perfettamente e aveva capito parecchie altre cose. Abbiamo chattato per ore e ore tutta la settimana, lui la domenica successiva non è venuto al mare ma me lo aveva detto prima. Vedere il gruppetto dei suoi amici senza di lui mi faceva una malinconia terribile e gliel’ho anche detto e, come al solito, non si è stupito, mi ha solo risposto: “beh, l’ho pensato, ma se vuoi ci vediamo domani pomeriggio in città”. Gli ho detto che esco dal lavoro verso le 17.15 e poi vado a un grosso supermercato fuori città a fare un po’ di spesa. Siamo andati insieme al supermercato. Un pomeriggio bellissimo, mi stavo innamorando di quel ragazzo e lui non si tirava indietro. La settimana successiva siamo andati di nuovo a fare la spesa, ma questa volta in macchina mi ha preso la mano e per me è stato proprio un brivido. Stringeva forte per farmi sentire che lui c’era e che ci voleva essere. Project, è così che ho cominciato ad andare in crisi. L’ho riaccompagnato a casa senza dire una parola. Prima di scendere mi ha chiesto: “Sei arrabbiato?” Gli ho risposto: “No, ma sono preoccupato!” e lui: “Beh questo è naturale!” Poi mi ha dato un pizzicotto sulla gota ed è sceso. Io ero felice ma un po’ frastornato una cosa del genere non me sarei mai aspettata. Nei giorni successivi mi racconta dei suoi innamoramenti impossibili e delle frustrazioni tremende che ha dovuto sopportare e vuole che io gli racconti delle mie storie impossibili, poi, come se la cosa fosse scontata (forse lo era) mi dice di essersi masturbato pensando a me e vuole sapere come ci sono rimasto. Gli dico che sono un po’ stupito, perché lui ha certamente di meglio, ma mi chiede in modo molto diretto: “E tu ti sei masturbato pensando a me?” io tergiverso ma mi dice innervosito: “Rispondi!” Io gli dico di sì e lui mi dice che non sopporta certi miei atteggiamenti ipocriti. Ci resto un po’ male ma non mi dà spago e mi dice: “Non mi fare la vittima! Se ti piace ti piace!” Io comincio ad avere paura che il rapporto con questo ragazzo possa essere una cosa che va fuori controllo. Gli dico che lui ha bisogno di altro e che non voglio vincolare nessuno, lui si incazza di brutto, mi dice che sono proprio un ipocrita e che lui alla differenza di età di ha pensato, che non è innamorato di me ma mi vuole bene, che però per lui sono una persona importante anche a livello sessuale. Io cerco di svignarmela, comincio ad avere proprio paura di non capire dove si stia andando a finire. Nei giorni successivi ci vediamo diverse volte, gli dico mille volte che sono perplesso, che sono troppo vecchio ma piano piano si crea tra noi anche un minimo di contatto fisico, che se per un verso mi manda in estasi, per l’altro mi sconvolge. Mi ha detto che non può finire così e che vuole stare con me e credo che sia vero. Mi ha detto è ripetuto che non è mai stato con nessuno e ha voluto sapere se era lo stesso anche per me, ha concluso che non ci sono rischi di nessun genere e che poi a lui basterebbe poco, in pratica a rischio zero. Mi dice che quando mi sta vicino la sente proprio l’attrazione fisica fortissima. Ecco, adesso stiamo a questo punto. Che faccio, Project? Non posso negare che ne sono totalmente innamorato ma le complicazioni sono tante, lui è giovanissimo, non lo dico perché ho paura che se ne possa andare un giorno o l’altro ma perché non vorrei condizionargli la vita. Io gli voglio bene in modo profondo perché lui è come io avrei voluto essere e non sono mai stato. Project, ho paura di imbacarmi per un’impresa troppo grossa per me che penso non saprei gestire. Se fosse stato un mio coetaneo, magari in una storia un po’ disimpegnata mi sarei sentito più a mio agio, ma così, con un ragazzo di 20 anni che è terribilmente più sveglio di come ero io alla sua età, mi sento spiazzato. E se poi non me la sento più? Mica lo posso lasciare a mezza strada. Io veramente, adesso almeno, la differenza di età non la sento troppo come un ostacolo, ci abbiamo riflettuto tutti e due, poi c’è quel discorso del “non sono innamorato di te ma ti voglio bene” che significa che io non sono veramente quello che lui sta cercando. Poi quella frase ha cercato di stemperarla, di svalutarla, ma lui mi ha detto che non è innamorato di me, ma in fondo nemmeno io sono innamorato di lui in modo travolgente e il fatto è che gli voglio soprattutto bene. Che io mi possa infatuare di un bel ragazzo di 20 anni già mi sembra strano, ma forse è una cosa che si può capire, ma lui che cosa può trovare in uno come me? Lui di ragazzi cento volte meglio di me ne può trovare quanti ne vuole, quando ci ha provato gli hanno detto tutti buca, ma di ragazzi ne conoscerà moltissimi. Mi chiedo che cosa può volere lui da me, cioè proprio da me, perché mi sembra che ci tenga moltissimo. Tra l’altro ha una dignità nel suo modo di fare brusco che tanti miei colleghi non riuscirebbero nemmeno a concepire, loro la chiamerebbero ingenuità, perché nel nostro ambiente la dignità non sanno più nemmeno che cosa sia. Ma come fa un 40enne a prendersi una cotta così per un ragazzo di 20 anni? Mi sento proprio spaccato in due ma so che dovrò pure decidere. Project, ma se cedo a lui e anche a me stesso non è che faccio veramente qualcosa di male? Non lo dico a livello moralistico ma di dubbi ne ho proprio tanti.

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POLIGAMIA GAY

Ciao Project,
salto i convenevoli, se ti scrivo vuol dire che per me sei ok. Ho 24 anni, non saprei dire se sono single o multiple. Cioè non ho un ragazzo, o meglio non ho un ragazzo nel senso tradizionale del termine, ma ne ho più di uno. Non vado per chat di incontri o cose simili, sono ragazzi che ho conosciuto nella vita reale, per me non sono solo un interesse sessuale, a questi ragazzi (direi che attualmente sono tre, o forse quattro) io voglio bene e sono convinto che per me farebbero qualsiasi cosa, come io per loro. Ho letto la mail che hai pubblicato sugli ex cioè “oltre la coppia gay”, per me però è diverso, non ci sono ex, cioè magari uno non lo vedo per tanto tempo, anche mesi, poi magari quando ci rivediamo facciamo anche un po’ di sesso. Il sesso per me è importantissimo ma anche perché mi dà un po’ la certezza che quel ragazzo non mi dice di no, non mi rifiuta, ecco, credo che il punto sia questo. Se un ragazzo mi piace, mi attira perché è un ragazzo come si deve, allora me ne innamoro nel senso che voglio che con quel ragazzo si arrivi anche al sesso, per me diventa una specie di fissazione, mi ci metto col massimo impegno, gli faccio una corte spietata, cioè glielo faccio capire in tutte le maniere, ma se mi rifiuta lo allontano definitivamente. Io voglio ragazzi che mi desiderino anche sotto quel punto di vista, poi, quando è successo, la frenesia mi passa e diciamo che quel ragazzo per me resta un interesse vero, sesso a affetto insieme, so che ci posso contare, in un certo senso non mi interessa nemmeno che mi sia fedele perché pure io probabilmente non sarò fedele a lui, però devo sapere di poterci contare. Io coi ragazzi faccio sempre un discorso chiaro, non cerco legami stretti, non mi piacciono proprio, con qualcuno un discorso simile è possibile, con qualche altro proprio no e finisce tutto subito, salvo che non si illudano di poter cambiare le cose. Non mi ritengo un randagio del sesso nel senso che non vado con chiunque, io devo voler bene a un ragazzo per pensare al sesso con lui, se mai sono poligamo, nel senso che ho più ragazzi contemporaneamente , ma sono sempre quelli e solo quelli, magari col tempo qualcuno si allontanerà e ne conoscerò qualcuno nuovo, ma sono pochi. A me piacciono i ragazzi seri ma non moralisti, non mi piacciono quelli che ti fanno la predica perché ti vogliono gestire come se fossi una cosa. Poi, certo, succede eccome che io per certi periodi abbia un quasi-ragazzo, cioè un ragazzo che in pratica mi attrae in modo molto forte a livello sessuale e non solo e allora in quel periodo penso solo a lui. Ma non succede che diventi una cosa definitiva e esclusiva. I miei ragazzi lo sanno che sono così e penso che all’inizio ne soffrano pure parecchio perché loro pensano che il fatto che io mi dedichi a un altro ragazzo significa che mi dimentico di loro ma non è così e quando lo capiscono prima restano perplessi e poi stupiti nel senso positivo. Cioè, per dire, se io fossi tutto di un solo ragazzo mi sentirai forzato, la sentirei come una cosa non spontanea, e poi chi lo dice che non si possa volere bene veramente a tre o quattro ragazzi ma che debba essere uno solo? Le regole generali non hanno molto senso. Se per qualcuno funziona così buon per lui, per me non funziona così. Alcuni amici, non ”i miei ragazzi”, mi dicono che andando avanti così non mi resterà nulla perché non avrò mai una stabilità affettiva, ma io mi sento bene così, ad avere un solo ragazzo ci ho provato più volte ma alla fine diventava una routine, un obbligo, mentre io voglio che le cose siano spontanee. Non sono un assatanato di sesso, mi piace e pure parecchio, ma non devo stare per forza a letto con qualcuno tutte le notti, anzi certe volte passano proprio periodi lunghissimi e poi certe volte basta la fantasia e posso fare pure da solo. Su una cosa sto attentissimo, proprio a livello maniacale ed è la prevenzione ma ormai i miei ragazzi lo sanno. Project, io non mi sento strano per questo mio modo di vivere il sesso, sono gli altri (non i miei ragazzi) che fanno di tutto per farmelo sembrare strano. I miei ragazzi, per me, non sono solo amici e nemmeno amici coi quali magari si può anche fare sesso, per me sono importanti veramente. Perdere uno di loro mi farebbe stare male, ma non perderlo nel senso che si è trovato un ragazzo ma nel senso che lui non mi pensi più, che non mi cerchi più e anche che mi rifiuti quando magari mi viene in mente di vivere un po’ di sesso con lui. Io vorrei comunque continuare a credere che lui c’è e che ci sarà comunque, che abbia o non abbia il ragazzo. Lo so che suona strano, suona strano anche a me quando lo rileggo però in effetti è così. Io penso che la poligamia gay, come la mia, esista eccome e che non sia una cosa così rara. Io ci ho messo parecchio a capire che per me funziona così ma alla fine la mia spontaneità è proprio quella. Che ne pensi, Project?
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HO UN FIGLIO GAY CHE NON MI PARLA NEMMENO

Ciao Project,

mi ha fatto bene leggere la storia di quel padre separato e in attesa di divorzio che ha ritrovato il figlio, è una bella storia ma purtroppo a me non succederà così. Sono una mamma di 37 anni, mio figlio ha fatto da poco 19 anni e ho l’impressione che lo sto perdendo. È ormai un anno che con me non parla quasi più. Io sono sola. Quando lui è nato ero giovanissima, una povera illusa pronta a dare fiducia al primo venuto, volevo sentirmi emancipata e hai capito quello che è successo. Quando sono rimasta incinta lui è sparito, io volevo abortire e l’ho detto a mia madre e lei mi ha convinto a non farlo e mi ha detto che mi avrebbe aiutato ad andare avanti. Poi è nato Luca (chiamiamolo così ma non si chiama così). Io non avevo voglia di studiare e ho cominciato a fare dei lavoretti dove ne trovavo, tanto avevo mamma alle spalle che mi dava sicurezza. Ovviamente quando hai un figlio a 18 anni con uno che del fatto di avere un figlio se ne frega totalmente, dopo non ti vuole nessuno, perché il figlio di un alto non lo vuole nessuno, non sarebbe una bella famigliola tradizionale. Mia madre mi ha portato a ragionare su tante cose e a capire che non era a mio figlio ma a me stessa che dovevo addossare la colpa di tutto quello che era successo. Confesso di avere fatto la mamma più per dovere che perché la sentivo una cosa veramente mia. Ho cercato di lavorare e di non fare mancare niente a Luca, ma naturalmente le mie possibilità sono piuttosto limitate anche se lavoro il più che posso. Luca si è reso conto molto presto di non avere un papà. Io non gli ho raccontato fandonie ma gli ho detto da subito come stavano le cose, forse lui era troppo piccolo per capire e la cosa l’ha un po’ presa male. So che sono stata impulsiva e anche stupida ma ormai è successo da tanti anni. Mio figlio è un bravo ragazzo, certamente molto meglio della madre e anche molto meno stupido. Studia, si impegna e cerca di fare tutto quello che può. Il mio problema, quello che mi fa stare proprio male è un altro. Luca, fino all’anno scorso aveva una ragazza e sembrava che le cose andassero bene, l’aveva portata a casa un paio di volte, era una ragazza molto taciturna ma sveglia e aveva occhi bellissimi. Io ero contenta e lui ne parlava spesso, poi a un certo punto ho notato che qualcosa nella vita di mio figlio è cambiata, non ha più parlato della ragazza, quando gliel’ho chiesto specificamente mi ha detto che non sono affari miei e fin qui potevo pensare che magari fossero in crisi per qualche ragione, poi una volta lui se ne esce il pomeriggio e io me ne vado a fare la spesa, il mercato è chiuso e vado da un’altra parte e camminando mi vedo davanti, a una certa distanza, mio figlio che cammina vicino a un signore che non conosco, uno vestito piuttosto bene, che a occhio avrà potuto avere 40-45 anni. Mi sono chiesta: ma questo chi è? Ho cominciato a seguirli a distanza. Sono andati alla villa pubblica e io li osservavo da lontano. Sono stati un’oretta, poi sono andati alla fermata dell’autobus e mio figlio ha preso l’autobus. Io ho continuato a seguire quel tipo e poi mi sono avvicinata per vederlo più da vicino e l’immagine me la sono stampata nel cervello. Torno a casa, chiedo a mio figlio che ha fatto tutto il pomeriggio e mi risponde che sono cavoli suoi, io non so che dire, se digli che lo avevo seguito ma alla fine non dico nulla, cerco di cambiare discorso e di parlare di scuola. Mio figlio è sempre andato bene a scuola, mi dice che è tutto a posto, il discorso finisce lì. Poi arriva il periodo di natale e il girono del ricevimento dei professori, chiedo a mio figlio se vuole venire anche lui ma mi dice di no, ci vado da sola. I professori li conosco tutti, salvo il professore di matematica che è nuovo, mi metto in fila, entro, lo guardo in faccia e mi prende un colpo: è lui! Non porta la fede, è stata la prima cosa che ho guardato. Mi parla molto bene di Luca ma in modo nettamente professionale. Non so se si sia ricordato che per un attimo ci eravamo guardati in faccia il girono che io ho seguito mio figlio ma non ha detto nulla, dopo cinque minuti mi ha confermato che andava tutto bene e mi ha congedato dicendo che c’era molta fila. Che ci faceva mio figlio al parco col suo prof di matematica? Da lì è cominciata la mia paranoia, io lo dovevo sapere. Sano andata a vedere il cellulare di mio figlio ma la memoria era disattivata, cosa, penso non casuale. Poi sono andata a vedere nel suo pc, lo so che è una cosa indegna comportarsi come me ma ero e sono tuttora agitatissima. Vado nei preferiti e ci trovo dei siti gay e qui mi è proprio crollato il mondo addosso: mio figlio plagiato dal suo insegnante! Quando è tornano a casa l’ho affrontato a brutto muso, prima gli ho detto dei siti gay e lì già mi ha risposto in modo violento che non me lo sarei mai aspettato, poi quando gli ho detto che lo avevo visto alla villa col suo prof mi detto che ero matta e ce mi inventavo tutto e in pratica ha negato tutto ma io lo avevo visto benissimo. Gli ho detto che sarei andata dalla preside per riferire tutto perché uno così in una scuola non ci deve stare! Lui ha reagito come una vipera e mi ha minacciato che se avessi fatto una cosa simile non lo avrei visto più. Praticamente da allora non ho più parlato con mio figlio. Sono andata dalla preside, non per accusare il prof perché in effetti io non ho nessuna prova ma per chiedere il trasferimento di mio figlio ad un altro Istituto ma la preside mi ha detto che siccome Luca era maggiorenne la richiesta la doveva fare lui e non a lei ma alla scuola dove voleva andare, allora non ci ho visto più e mi sono sfogata con la preside e le ho raccontato tutta la storia ma la risposta mi ha lasciata basita, mi ha detto di nuovo che il ragazzo è maggiorenne e che quanto al prof lei lo conosceva da anni e non aveva mai creato problemi di nessun genere. Io ho alzato la voce con la preside che neanche mi ha risposto, ha suonato il campanello e mi ha fatta accompagnare fuori. Mio figlio era nel corridoio, ha visto la scena e ha capito quello che era successo. Quel giorno non è tornato a casa e io mi sono presa un’angoscia terribile, non è tornato nemmeno la notte, ha staccato il cellulare e io sono stata malissimo, credo di non essere stata mai peggio in vita mia. L’indomani sono andata davanti alla scuola, mio figlio c’era e mi sono tranquillizzata un po’. Il prof invece l’ho aspettato ma non l’ho visto, pensavo che la preside lo avesse richiamato e che magari si fosse preso qualche giorno di permesso. Poi me lo vedo spuntare che viene verso il cancello, lo fermo, lui mi saluta cordialmente, mi dà la mano e mi sorride. Era evidente che di tutta la scena con la preside lui non sapeva nulla, non so che fare, gli dico che da qualche giorno ho dei problemi con mio figlio e che è come se il dialogo tra noi si fosse spezzato, lui mi invita a seguirlo dentro, mentre saliamo incontriamo la preside che si comporta come se non fosse successo nulla e ci saluta cordialmente Il prof aveva un’ora libera e parliamo, piano piano comincio a rendermi conto che il prof stima molto mio figlio e che parla con me in modo molto diretto, si preoccupa del futuro di Luca. Mi rendo conto di avere costruito solo un enorme castello di carte in cui l’unica cosa certa erano le mie paure. Chiedo al prof di darmi una mano a recuperare il rapporto con mio figlio, lui mi assicura che lo farà, poi fa chiamare Luca per parlare in tre. Luca scende con una faccia che mi avrebbe presa a morsi se avesse potuto, poi si rende conto che col prof ho parlato solo di scuola e si tranquillizza. Il prof gli dice che io gli ho chiesto una mano per recuperare il rapporto con lui e Luca gli risponde: “Prof, lo so che lei ha tanta buona volontà, ma queste sono faccende che devo regolare in privato io con mia madre!” Il prof fa un cenno come per dire che Luca ha ragione, rimanda Luca in classe e mi saluta. Io torno a casa tranquillizzata. Il problema scuola era risolto ma restava sempre il problema gay che mi teneva in continua agitazione. Da allora sono passati 10 mesi ma non si è risolto nulla. Luca sta a casa nel senso che ci dorme e nemmeno sempre e qualche volta ci mangia. Con me non parla praticamente mai. Che devo fare project? Lo so che ho fatto tante stupidaggini, ma che posso fare per recuperare un rapporto con mio figlio? Ormai al fatto che sia gay mi sono rassegnata, ma almeno vorrei che non mi considerasse più una nemica, anche se ho veramente tanta paura che possa mettersi nei guai.

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OLTRE LA COPPIA GAY

Ciao Project,

Non sono giovanissimo, ho fatto 30 anni da poco. Nella mia vita di innamoramenti ce ne sono stati pochissimi, se si possono chiamare innamoramenti, o meglio penso che a rigore ce ne sia stato solo uno. Cinque anni fa mi sono innamorato per la prima volta (e forse l’unica) di un ragazzo. Lui (David) aveva 19 anni e io 25. Siamo stati insieme un anno e mezzo, è stata una cosa molto bella, poi mi ha detto che forse aveva bisogno di altro ma che non voleva che io ne soffrissi. Sembra quasi assurdo, ma pensare che potesse stare meglio con un altro a me sembrava quasi ovvio. Lui provava anche un grande trasporto sessuale verso di me, probabilmente in modo più coinvolgente di come accadeva a me, pensavo che magari avesse bisogno di sperimentare la sua sessualità e qualche volta sentivo di andare un po’ a rimorchio rispetto a lui, è anche per questo che quando mi ha detto che avrebbe avuto bisogno di altro ho cercato di facilitargli le cose. Mi ha fatto conoscere il ragazzo (Marco) di cui si era innamorato e la cosa mi ha colpito molto. Marco chiaramente sapeva di me e David ma non c’è stato nessun imbarazzo. Devo dire che il suo nuovo ragazzo a me sembrava una persona veramente come si deve e certamente gli voleva bene. Le cose con quel ragazzo sono andare avanti per due anni, all’inizio molto bene, poi con sempre maggiori difficoltà, finché non hanno rotto definitivamente, non senza grosse incertezze da entrambe le parti. In tutto il periodo in cui è stato con il nuovo ragazzo, David ha mantenuto con me una qualche forma di contatto: qualche sms non formale, qualche chattata su msn e qualche telefonata, cose non frequenti ma che avevano un significato. Poi ha conosciuto un altro ragazzo (Luigi) e me ne ha parlato molto ma questo non me lo fatto conoscere e io non gliel’ho chiesto ma, da quello che mi diceva David, Luigi non mi piaceva proprio e avevo l’impressione che David ci stesse perché non riusciva a stare solo. Verso questo ragazzo io ho covato una forma di risentimento forte e ho cominciato a pensare che il mio ex ne fosse diventato dipendente, cosa che però non è facile perché David ha un carattere molto forte, o almeno a me sembra così. Intanto noi ci sentivamo molto sporadicamente, in pratica quasi mai, io ogni giorno andavo su msn per vedere se David era online ma ormai lui, anche se mi vedeva online, non mi chiamava più. La cosa è andata avanti così per circa un anno e io piano piano mi stavo adeguando all’idea di dimenticare il mio ex, nel frattempo ho cominciato a sentire qualche volta Marco e la cosa mi faceva piacere. Marco stava ancora cercando di dimenticare David e ne parlava con tenerezza come si parla di una persona importante, anche se era determinato “per il bene di tutti e due” a non rivederlo più. Non mi sono innamorato di Marco, ma mi sono chiesto come potessero Marco e David non andare d’accordo. Poi, per vie indirette, mi è capitato di conoscere anche Luigi. All’inizio non sapevo chi fosse, un ragazzo un po’ robusto, alto e bruno, l’ho conosciuto ad una festa di amici. Premetto che fisicamente non mi piaceva per niente e che quindi non ero portato a continuare a lungo la conversazione con lui, poi però abbiamo parlato a lungo, ci siamo scambiati i numeri di cellulare e nelle settimane successive ci siamo rivisti, sempre per caso, e lui mi ha parlato un po’ di sé. Un particolare mi ha fatto capire che il Luigi che avevo conosciuto poteva essere anzi era certamente “quel Luigi”. Mi ha detto che il suo ragazzo, di cui non ha nemmeno fatto il nome, porta un anello al pollice sinistro, e lì mi sono messo con le orecchie bene aperte a cercare di capire di più. Da tanti piccoli riferimenti era evidente che il suo ragazzo era David e lui ne parlava in modo affettuoso. La cosa mi ha fatto rivalutare Luigi, ma essergli amico non mi veniva spontaneo e nemmeno dirgli che io ero il primo ex di David. Nei mesi successivi ci siamo rivisti qualche volta, mentre ormai con Davide non avevo più nessun contatto, nemmeno minimo. Alcuni mesi fa Luigi e David si sono lasciati. David mi ha chiamato al cellulare, mi ha chiesto se avevo notizie di Marco e gli ho detto quello che sapevo, cioè che ci avevo parlato e che mi sembrava abbastanza tranquillo. Dopo qualche giorno, io, Marco e David siamo andati a prendere una pizza insieme. Ormai né David né Marco pensavano a rimettersi insieme, l’atmosfera era molto bella, David giocava, scherzava, proprio come quando ci siamo conosciuti. Ci ha parlato anche di Luigi, come di cosa che non poteva andare avanti ma dicendo che avrebbe voluto mantenere un rapporto con lui, come era successo con noi, ma che Luigi non ne aveva proprio voluto sapere e lui pensava che avesse qualcun altro per la testa, ma che ormai, tutto questo non lo interessava più. Da quando ci siamo rivisti sono passati tre mesi, io penso che nessuno di noi tre abbia in mente di costruire una vita di coppia, non so perché, ma è come se questa amicizia che si è creata potesse bastarci, ho l’impressione che tutti e tre abbiamo recuperato una serenità che prima non avevamo. Non so se esistono alternative alla coppia, tra noi non c’è sesso, i rapporti sono piuttosto diluiti, ci si vede il sabato e nemmeno tutti i sabati, ma insieme si sta bene, siamo amici nel senso vero della parola ma è una cosa che ha un valore affettivo enorme. Poi magari David o Marco o tutti e due si troveranno un altro ragazzo e se ne andranno per la loro strada, ma adesso stiamo bene così. Non so come dire ma la coppia con coinvolgimento sessuale adesso non penso sia un obiettivo reale per nessuno di noi. Ma tu, Project, sei proprio convinto che la coppia sia l’unica possibilità di essere felici? Io credo che quello della coppia gay tipo mulino bianco sia uno dei tanti stereotipi imitativi che ci sono stati inculcati. Forse mi devo ancora innamorare veramente, ma io così mi sento bene con me stesso e con le persone che mi vogliono bene.

Giacco

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