AMORE GAY DIPENDENZA DALLA PORNOGRAFIA

Ciao Project,
leggo il tuo forum da diversi mesi ma non ho mai trovato il coraggio di scriverti, anche se ne sentivo proprio il bisogno. Ho 26 anni che già mi cominciano a pesare tutti come un macigno. In pratica la mia vita l’ho passata tutta scappando e cercando di non vedere e di non capire. Sono all’apparenza un ragazzo normalissimo e sotto molti aspetti anche fortunato. Mi sono laureato molto bene e adesso da poco più di un anno ho trovato anche lavoro, non è un lavoro eccelso ma non è lontano da casa e tutto sommato mi sta bene così. Quindi, diciamo, da tutti questi punti di vista generali mi dovrei dire soddisfatto, ma c’è un però: in pratica non ho alcun dialogo con i miei genitori, per essere sincero ne ho quasi paura. Mio padre dice con la massima tranquillità cose incredibili sui gay e io devo stare lì a sentire e a stare attento a non reagire. Mia madre lo asseconda in tutto e certe volte se ne esce con delle sparate che sono peggiori di quelle di mio padre. Sono letteralmente ossessionato dal’idea che mio padre possa capire qualcosa. Tra l’altro i miei sono convinti che io sia segretamente innamorato di mia cugina che mi sta appresso e che mi tratta quasi come se fossi il suo ragazzo, anche perché pure lei è spinta dai genitori. Francamente non ho il problema di mia cugina perché penso che al di là delle pressioni dei genitori sia interessata ad un altro ragazzo il che mi lascia nella parte dell’innamorato trascurato, parte che a me sta comunque benissimo. Il mio vero problema sono i miei genitori, che per fortuna non capiscono niente di computer, ma ad ogni buon fine sul mio computer ci sono le password a ogni passo. Fino qui sembra quasi una situazione comune, chissà, magari capitano cose simili a tantissimi ragazzi. Però il fatto è che anche se mi sento gay e non ho proprio nessun dubbio su questo (leggere i tuoi articoli mi è servito tantissimo), non riesco comunque a vedermi in una storia vera con un ragazzo. Diciamo che mi sento gay, ma che la vivo come una cosa che mi piacerebbe non dover vivere, come se in fondo essere gay per me fosse una specie di condanna, la mia, certo, ma una cosa comunque negativa. Aggiungo una cosa importante, non ho mai avuto rapporti con un ragazzo (e nemmeno con una ragazza) e sono un consumatore accanito di pornografia, diciamo che questo è un po’ il mio vizio segreto e ti devo dire che lo sento come molto condizionante. Ho cominciato prestissimo ed è diventata una specie di fissazione. Ci passo ore ogni giorno, onestamente ho anche pensato che ci fosse qualcosa di patologico in questo mio atteggiamento, anche perché non riesco a staccarmene e, quello che è peggio, mi sento sempre meno coinvolto nei contatti umani con i miei amici e ti devo dire che non mi sono mai innamorato di un ragazzo. Per me è come se il sesso fosse pensabile solo nel clima della pornografia, mi è impossibile pensare di poter voler bene a un ragazzo (cosa che mi fa uno strano effetto anche a dirla) e poi magari di poter avere un rapporto sessuale con lui, per me le due cose non possono andare insieme. Mi dà fastidio l’idea di un ragazzo che mi coccola o che solo fa il tenero con me. Piano piano credo di essere diventato refrattario ai contatti con i ragazzi. Anni fa, fino a quando avevo 22 anni, andavo in piscina e facevo nuoto a livello agonistico serio, allora la piscina aveva per me anche il valore di un momento sessuale, lo spogliatoio e tutto il resto e poi il clima cameratesco che mi piaceva moltissimo, poi me ne sono staccato perché quelle cose non avevano mai un risvolto sessuale vero, era solo una cosa di fantasia, e dovevo pure stare bene attento a non farmi scoprire e non era facile perché “lui” si drizzava spesso. Oggi come oggi ci sarebbe forse un unico ragazzo che potrebbe non dico interessarmi, ma mi piacerebbe parlare con lui, chiamiamolo Luca. Luca è un bel ragazzo, è un mio collega di lavoro, con lui parliamo ma di cose generiche. Luca non parla di ragazze e penso non abbia la ragazza, ma non ne so più di questo. Luca potrebbe essere per me un po’ la svolta, anche se non so nemmeno se è gay, perché da parecchi anni a questa parte è in pratica l’unico ragazzo “vero” che è entrato nelle mie fantasie masturbatorie. È successo in modo del tutto tranquillo tanto che all’inizio non ci ho nemmeno fatto caso, però è successo. Non è che le cose per me siano cambiate gran che perché in pratica vado sempre a cercare i porno, cioè la fissa non mi è passata, però, come dire, c’è pure Luca. Sento che è un equilibrio instabile e che in effetti, se Luca fosse etero, sarebbe tutta una elucubrazione senza seguito, però Luca c’è. Non mi sento innamorato di Luca, per me è un amico, però quando ti masturbi pensando a un amico forse non è solo un amico. Il guaio è che la paura che la cosa sia unilaterale è grossa. Detto questo vengo alla domanda: che fare? Cioè in una situazione simile parlo con lui in modo sincero? Fino a che punto? Vale la pena di rischiare? Lascio andare le cose per il loro verso e mi limito a giocare di rimando? E poi ho un grandissimo dubbio, a parte le mie fantasie erotiche su Luca, che comunque non sono poi realmente travolgenti, ho paura che alla prova dei fatti non riuscirei a vivere un rapporto vero con un altro ragazzo, sia sul lato sesso, perché mi sento molto condizionato dalla pornografia, sia soprattutto sul lato affettivo perché, come ti ho detto prima, per me, cercare di costruire un rapporto affettuoso con un ragazzo è quasi innaturale mentre penso che per lui magari potrebbe essere essenziale. Qualche volta penso che su Luca sto costruendo magari tanti castelli in aria e che io stesso in fondo in fondo per lui non sento niente di serio e sto solo cercando di trovare una soluzione alla mia dipendenza dalla pornografia, però non ti nascondo che il mio sogno sarebbe potergli parlare veramente a cuore aperto di tutto, compresa la dipendenza dalla pornografia e che lui mi dicesse: “Non c’è problema! Perché ci vogliamo bene!” Vado cercando solo uno che mi tiri fuori dalle mie paranoie o forse mi posso innamorare veramente di Luca? E poi c’è il fatto che se magari si riuscisse a costruire veramente qualcosa io non potrei nemmeno viverla alla luce del sole perché c’è mio padre. Avevo letto nel forum di quei giochi infiniti a tira e molla: “è gay, non è gay?” ma non pensavo di finirci dentro io, ma penso che stia succedendo, e poi mi dico: ma se Luca non è gay io che faccio? A 26 anni e con la mentalità che mi ritrovo che cosa posso pensare di costruire di buono? Project, ti passo il mio contatto [- omissis -] mi farebbe piacere fare due chiacchiere con te, soprattutto perché avrei bisogno di convincermi che gay e porno non sono la stessa cosa, cioè, per me sarebbe fondamentale rendermi conto che esiste, come dici tu, una normalità gay e che i ragazzi gay non sono magari gente un po’ fissata come me, ma in effetti spero di non essere poi così fissato nemmeno io.
Aggiungimi su mns. A presto. Se vuoi pubblicare questa mail fallo, naturalmente togli il mio contatto.
M.T.
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GAY ETERO E PRESUNTI TALI

Ricevo e pubblico con piacere la seguente e-mail inviatami da un ragazzo 28enne, previa sua autorizzazione. Ho solo modificato i nomi per ragioni di privacy.

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Caro project, ho letto con moltissimo interesse le tue considerazioni sui rapporti asimmetrici tra gay ed etero. Hai cose interessanti da dire, e ti ringrazio per questo. Leggendoti, vedo che escludi categoricamente l’esistenza della bisessualità, o di sfumature omosessuali in soggetti prevalentemente etero. La sessualità umana è veramente così rigida? Voglio iniziare questa lettera affermando che dal 2004, per circostanze che non sto a dire, ho avuto avventure o relazioni ESCLUSIVAMENTE con persone che NON si definiscono gay. Sono persone spesso sposate, anche con figli, se non sono sposate, sono in relazioni con donne. Non sto qui a dire se queste relazioni siano salutari o meno, ma voglio sottolineare che non tutti hanno la consapevolezza della propria sessualità. In questi anni di frequentazioni ho imparato che molti gay si definiscono bisex, e molti bisex si definiscono etero. Le autodefinizioni sono fallaci. A questo aggiungiamo che TUTTi, e ripeto TUTTI gli uomini che ho frequentato apprezzavano anche il sesso femminile. Adesso mi dirai che se hanno fatto sesso con me, non sono etero, ed io rispondo che non sono nemmeno gay perché amano anche il sesso femminile, e pure tanto (te lo garantisco, perché sono stato cornificato solo con altre donne e mai con altri uomini). Come la mettiamo? Nessuno dei tanti uomini che ho avuto intimamente dal 2004 si è mai definito gay. MAI! O si definivano etero curiosi, o etero al 100%, pochissimi bisex. Veniamo al nodo della questione. Ho dovuto da poco chiudere con grandissimo dolore e devastazione un bellissimo ma tormentato rapporto di amore platonico che avevo con un amico etero che chiamerò Marco. Marco avrebbe dato la vita per me, ma io ho dovuto eliminarlo dalla mia vita per non soffrire. I problemi sono iniziati quando verso la fine del 2007 ho conosciuto Marco un bellissimo ragazzo, bello dentro e fuori. Io ho deciso di proposito di ignorarlo per non farmi illusioni. Non lo salutavo nemmeno quando ci incrociavamo per i corridoi, lo evitavo. Lui sapeva sin dal primo istante che mi piacevano gli uomini, non l’ho mai tenuto nascosto e si vede da 30 km. In ogni caso, lui ha voluto iniziare l’amicizia con me, da subito. E’ stato un calvario. Lui ha sempre sostenuto di essere etero, ma sin dall’inizio ha avuto un attaccamento morboso nei miei confronti, partito da lui. Mi faceva gli occhi dolci. Non c’è mai stato sesso, nemmeno baci, ma voleva sentirmi ogni santo giorno, mi imboccava il cibo, diceva che ero il suo bambino e lui era il mio papi… era geloso quando ricevevo telefonate da altri uomini, gli dava fastidio, voleva conoscere tutti gli aspetti della mia vita sessuale. Adesso tu dirai che mi sono immaginato tutto io, che sono un visionario pazzo, che ho preso allucinogeni, che ho proiettato o iper-interpretato, ma ti do la mia parola d’onore che ho visto cose reali che andavano sicuramente al di là dell’amicizia. Ma mi devi credere! Io, in 28 anni di vita, non ho MAI avuto un’amicizia come quella che ho avuto con Marco: né con un gay, né con una donna, né con un bisex. Adesso non sto a elencare tutte le cose che ha detto o fatto, ma una persona SANA DI MENTE PENSEREBBE CHE MARCO E’ INNAMORATO COTTO DI ME, se solo sapesse l’1% dei fatti. Ho fatto il gravissimo errore di dichiarare la mia attrazione per lui nel 2007, dopo un mese di conoscenza. Ribadisco che lui sapeva sin dal primo momento che fossi gay, ed è stato LUI a voler iniziare l’amicizia con me. Quando mi sono dichiarato, mi ha rifiutato categoricamente. Ha detto che mi ero immaginato tutto, che lui mi vuole bene come amico, e che è etero e che determinate cose le ha dette scherzando. Ci siamo persi di vista per un periodo, poi siamo tornati di nuovo insieme più affiatati di prima. Ha iniziato ad aprirsi un po’. Se all’inizio della nostra relazione era così chiuso da non mi stringeva nemmeno la mano e rabbrividiva al solo pensiero di abbracciare un uomo, col tempo ha iniziato a dire che non vedeva l’ora di rivedermi (nel frattempo mi ero trasferito in un’altra città) che non vedeva l’ora di riabbracciarmi e di darmi un po’ d’affetto perché io ero il suo piccolino. Sono un cretino perché ho trascinato questa relazione per più di 2 anni?

1) lo conosco dalla fine del 2007, ma il tempo che abbiamo passato insieme, complessivamente, sarà stato massimo 2 mesi. Mi sono trasferito in un’altra città e ci sentivamo ogni giorno tramite email, messenger, telefono, sms, ma di persona, sì e no, due mesi in tutto.

2) ha fatto progressi. Mai mi avrebbe detto le cose che mi ha detto l’altra settimana (che mi adora, mi vuole abbracciare ecc) due anni fa.

3) conosceva ogni minimo dettaglio. Ricordava le mie espressioni, cose che ho detto una sola volta di sfuggita, persino ricordava la forma delle mie orecchie, cosa mi piaceva mangiare, bere, leggere.

4) era geloso in maniera un po’ celata,

5) ma non abbiamo mai fatto sesso, e le occasioni non sono mancate.

6) disdiceva gli appuntamenti con le sue donne per stare con me. Glielo chiedevo e mi assecondava.

Questo limbo è durato fino all’altro giorno. Non ce l’ho fatta più. Sperare per cosa? Non ci vedevamo da luglio, pensavo che l’altro giorno, quando sono andato nella sua città, si sarebbe sbloccato. Quando mi parlava delle sue relazioni sessuali con le donne, mi dilaniava il cuore, mi straziava, mi devastava. Se lo immagino a far sesso con una donna, mi manca il respiro. Gli ho chiesto di non parlarmene mai più, per un po’ ci è riuscito. Finché non ne ho potuto più ho cambiato numero di telefono, disattivato tutte le mie email, sparito. Ha il mio indirizzo di casa, se vorrà veramente trovarmi, saprà come fare. Se avesse fatto sesso con altri uomini, l’avrei mandata giù, ma quando mi parlava di donne, era una battaglia persa, ad armi ìmpari. Perché maledico di non essere nato donna. Non posso competere con le donne. Con un uomo sì. Ecco, tu dici che questi tra etero e gay sono sogni impossibili, ma siamo veramente sicuri che questi soggetti siano etero come dichiarano? Ne ho conosciuti a dozzine, anzi, a centinaia, credimi, di soggetti presunti etero che mi hanno sedotto rifiutandomi. L’unica discriminante del rapporto con Marco è che non c’è stato mai nemmeno un bacio. Sembra un paradosso, ma a volte bisogna fare i finti tonti per farli cedere. Proprio l’altra sera ho conosciuto un tipo che ha passato mezz’ora a dirmi che era etero e che non era attratto da me, io l’ho mandato al diavolo, mi ha seguito per tutto il locale per scusarsi e per ribadire che era etero e voleva parlare con me perché gli sembravo simpatico. Alla fine ha voluto fare sesso con me. Possibile che mi sia immaginato tutto e che questo Marco, etero, provi solo un sentimento di amicizia per me? Sto impazzendo. Da un lato mi dico che se fosse stato bisex o etero con una sfumatura gay, avrebbe già fatto qualcosa a quest’ora. Dall’altro mi dico, e tutte le cose che ha fatto con me come un innamorato? Dammi un po’ di credito perché leggo che sei molto severo con i gay che si innamorano degli etero e noto che spesso li condanni. Grazie di cuore

STRAZIATO

PS: un mio amico gay ha avuto una storia molto analoga a quella tra me e Marco, e poi ha scoperto il motivo per cui questo ragazzo etero ha usato l’amico gay per gonfiarsi l’ego: aveva il pene minuscolo, ma patologicamente minuscolo. Non è uno scherzo.

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MASTURBAZIONE GAY TRA INNAMORAMENTO E PORNOGRAFIA prima parte

Questo lungo post e il successivo contengono uno scambio di mail tra me e un ragazzo, uno studente 22enne, sui temi della sessualità gay. Il mio interlocutore mi ha autorizzato a pubblicare i testi in forma anonima (Marco è un nome fittizio), cosa che faccio di buon grado, perché si tratta di uno scambio epistolare serissimo che ha aiutato anche me a riflettere su molti aspetti della sessualità gay.

Da Marco a Project – Sabato, 6 Mar 2010 22:16:55 +0100

Ciao Project, non ti sento da un po’ … tutto bene?
Volevo sapere se le considerazioni che ti ho espresso sul tuo lavoro ti fossero state d’aiuto o meno.
Ho visto sul sito che hai risposto ad un ragazzo di 20 anni circa che non sapeva se fosse etero o gay.
Non ho potuto fare a meno di notare, nuovamente rinnovato in questo caso, la tua forte dedizione alla considerazione dell’elemento sessuale masturbatorio come componente essenziale dell’autoidentificazione del sé come gay … E, te lo dico sinceramente … mi sono sentito male.
Mi sono sentito male perché per un attimo ho avuto come l’impressione che tu potessi avere qualche remora nel rispondermi (visto che ormai è da un bel po’ che non ti fai vivo) proprio per il fatto che io, quasi all’inverso del tuo pensiero, riponessi la mia attenzione sull’aspetto affettivo delle cose più che su quello sessuale (che invece mi pare d’aver capito sia il perno stesso sul quale si basa la tua idea di orientamento sessuale) …
Per favore, dimmi che ho pensato male. Io ci tengo molto a poter costruire insieme a te, ed a chiunque altro voglia unirsi alle mie ed alle nostre forze, un posto per le persone da poter chiamare "casa". In verità ti dico che faccio questo per buona parte perché io stesso mi sento non appartenere a niente in questo mondo per me vuoto di affetti.
Se non appartengo a nessuna realtà, a nessuna persona, ed in più non ho neppure modo di aiutare gli altri a sentirsi parte di qualcosa di buono (ad avere una "casa" nella quale tornare), io mi sento ancora più perso, debole, triste.
Non so se riesci a capire quello che intendo dire. E un po’ di tutto questo discorso io mi sento colpevole di agire in modo così "nobile" solo ed esclusivamente per la salvezza della mia anima. Ma sono un essere umano limitato almeno quanto tutti gli altri uomini che calpestano questa terra. Vivo per il mio desiderio di vivere e la mia felicità, prim’ancora di quella degli altri. Sono inquieto, ho veramente paura di quello che mi potrà accadere in futuro.
Ho paura di perdere anche quel poco di affetti che ho.
Ho paura di non riuscire a sostenere economicamente la mia famiglia ora che ce n’è bisogno. Ho paura che non riuscirò mai ad essere felice insieme a nessun ragazzo (neanche a livello di profonda amicizia). Ho paura delle lacrime che mi stanno rigando il volto adesso, paura di tutti gli orrori e debolezze che mi nascondono.
Perdonami per queste lunghe lamentele, ma ho bisogno di sfogarmi con qualcuno e tu sei l’unico col quale posso liberamente parlare di queste cose. Perdonami se ti usando così. Non volevo scriverti tutte queste cose, ma alla fine non ce l’ho fatta a trattenermi ed a dirti le cose come stanno in maniera chiara e tonda.
Ciao Project, ti prego rispondimi. Anche se tu fossi arrabbiato con me per qualsiasi cosa, perché ti sono sembrato freddo e supponente nei miei discorsi tecnici, o per qualsiasi altra cosa ancora, ti prego rispondimi. Da solo non ce la faccio davvero a sopportare tutto questo peso sulle mie spalle. Ti prego.
Marco

Da Project a Marco – Domenica, 7 Mar 2010 08:54:50 +0100

Ciao Marco,
non sono affatto arrabbiato con te e mi piacerebbe eccome continuare a lavorare con te sui test del progetto, è solo che adesso sono subissato di lavoro, ho una marea tale di cose da fare che non riesco nemmeno ad avviarle e ho delle scadenze prossime e non procrastinabili. La mail che ho pubblicato non è di questi giorni ma di quando avevo tempo di dedicarmi a queste cose. E vorrei tanto averne ancora. Quando alla questione del apporto tra masturbazione e affettività, francamente, non vedo perché le due cose non debbano andare d’accordo. Sessualità fisica e affettività non sono cose distinte, la masturbazione è un modo di vivere un’affettività forte di coppia quando non è possibile viverla realmente. Quando un ragazzo si innamora di un altro ragazzo comincia a masturbarsi pensando a quel ragazzo, il che però ha esattamente il valore di un profondissimo desiderio di intimità con quel ragazzo. E’ ovvio che una sessualità senza sentimenti non ha senso e non può risultare gratificante, tipico il caso del sesso fatto con sconosciuti che non si rivedranno più, ma la masturbazione dedicata ad un ragazzo che si ama è un segno di coinvolgimento profondo, sessuale e affettivo insieme, verso quel ragazzo. Non penso affatto che tu sbagli a fondare le cose sulla dimensione affettiva, penso piuttosto che la masturbazione sia l’espressione di una pulsione profonda, affettiva e sessuale insieme verso un altro ragazzo, in qualche modo sia un’affettività concreta che si esprime anche a livello genitale. Francamente non credo che quello che dici tu sia sostanzialmente diverso da quello che dico io.
Mi dispiace molto invece di leggere l’ultima parte della tua mail, perché ti vedo molto scoraggiato e non vorrei affatto che accadesse. Non sono sparito e non ho nessuna intenzione di sparire ma mi sento schiacciato dalla mole enorme di lavoro che devo fare e che non posso rinviare. Cercherò di essere più presente ma, te lo ripeto, non ho nessuna intenzione di defilarmi.
Un abraccio fortissimo e coraggio! Che si deve andare avanti!
A presto Marco
Project

Da Marco a Project – Lunedì, 8 Mar 2010 00:11:58 +0100

Ciao, e scusami per lo scoraggiamento che ti ho espresso nella mail. E’ solo che ultimamente mi stanno accadendo tutte insieme tante cose brutte e sento che spesso mi manca la forza interiore per far fronte a tutto il caos della mia vita. Mi dispiace sinceramente di averti fatto sentire il peso delle mie lacrime, ma purtroppo non ce la facevo più e mi sono sentito nel bisogno di dovermi sfogare con qualcuno che poteva comprendermi. Perdonami davvero, non volevo neppure apparire così debole ai tuoi occhi, perché vorrei essere molto più forte di adesso per poter affrontare non solo i miei problemi ma anche quelli degli altri (o almeno questo è quello che vorrei). Se tu per caso dovessi avere bisogno di qualsiasi aiuto da parte mia, o anche solo volessi sfogarti con qualcuno puoi tranquillamente parlare con me perché io ci sono ad ascoltarti. Almeno questo è giusto che sia chiaro, perché è questo quello che io desidero veramente. E’ una cosa che va al di là del fatto di darti una mano per "senso del dovere".

Per quanto invece riguarda il discorso masturbazione devo dirti che sono d’accordo con te col fatto che masturbarsi pensando ad un altro ragazzo è segno di voler diventare più intimi con quel ragazzo, voler amare quel ragazzo. D’altra parte percepisco però che qualcosa è sbagliato in questa stessa affermazione. E’ una percezione quella che sento, non è una sorta di certezza di cui sono convinto, però proverò comunque a cercare di spiegarmi . . .
. . . è indubbiamente certo che un ragazzo che ama un altro ragazzo possa riversare nella masturbazione affetto verso il ragazzo amato. Ma, oltre al fatto che penso che il masturbarsi è derivazione dell’affetto, non mai l’affetto derivazione della masturbazione, voglio esporti quella che è la mia sensazione personale: non riuscirei mai a masturbarmi pensando al ragazzo che amo, perché sento che lo renderei "sporco", o comunque mi sembrerebbe di sminuire l’affetto e la stima che ho per lui immaginandomelo in situazioni sessualmente eccitanti. E’ come se io ponessi un qualche muro divisorio che impedisca alla sessualità di toccare le cose che amo, perché le deifico e non voglio che "perdano valore" ridotte ad una fantasia sessuale atta al mio semplice appagamento fisico.

Allo stesso tempo vedo l’idea del sesso fatto tra persone che si amano come qualcosa di giusto e bello, e permetto che dal sentimento ci sia il passaggio successivo alla sessualità fra le due persone (e non vissuta tra me e me tramite la sola masturbazione, come del resto ho detto prima).

Non riesco a descriverti meglio di così le mie sensazioni, ma penso che siano già abbastanza comprensibili. Cosa ne pensi? a) sono solo fisse mie; b) c’è del vero nel mio discorso; oppure c) sono ad un qualche stadio di rifiuto della sessualità o giù di lì; d) altro?
Non so come è la realtà vissuta dagli altri ragazzi gay, o meglio mi sto facendo sempre più qualche vaga idea al riguardo. E sulla base delle idee che mi sono fatto oserei dire che ci sono ragazzi che tranquillamente si masturbano pensando a chi gli piace, in piena consapevolezza di tutte le sensazioni che si provano al masturbarsi pensando alla persona amata. [è così che agiscono o sbaglio?]

Per me il sesso è solo un’estensione dell’affetto che provo per una persona, non è assolutamente necessario che ci sia, ed è in virtù di ciò che mi sembra di deflorare la purezza dell’immagine della persona che amo immaginandomela in situazioni erotiche non necessarie per convincermi del’integrità dell’affetto che nutro per quella persona, ma io considero anche egoisticamente fine a sé stessa l’dea di ridurre alla mia mercé un altro ragazzo (nelle fantasie erotiche ovviamente) per raggiungere l’orgasmo.

Non lo so, tu che ne pensi? Sono il solo a pensarla così o sono in molti i ragazzi che la pensano come me? Se fossimo in molti a pensarla così, quale fondo di verità di cui fare tesoro si potrebbe trovare nel nostro pensiero? O forse la conclusione di tutto questo è solo che sono una persona dalla sessualità frigida? [anche se così non mi reputo per varie ragioni che non sto qui ad elencare]

Attendo una tua risposta [magari in settimana . . . no, non per farti fretta ovvio. Semplicemente perché mi piacerebbe sentire il tuo parere il prima possibile per poterci poi ragionare su e *credo* che una settimana possa bastarti per pensare a tua volta cosa dirmi e trovare il tempo per dirmelo, o sbaglio?][mi piacerebbe inoltre sapere cosa ne pensi di quel che ti ho detto nella mia mail riguardante il tuo futuro test sulla sessualità: sia che tu abbia critiche, sia che tu condivida appieno quel che ti ho detto … sempre nei limiti delle tue possibilità di tempo ed energie che ci puoi spendere, ovviamente]

Ciao ancora e grazie davvero per le amorevoli attenzioni che mi concedi. Spero per te che i problemi di lavoro non finiscano col toglierti il respiro. Vorrei davvero esserti più vicino di così.

A presto
Marco 

Da Project a Marco – Martedì, 9 Mar 2010 06:55:46 +0100

Ciao Marco,
prima di tutto non devi scusarti di nulla, tra noi le formalità non servono, mi dispiace sentirti giù di tono e vorrei sentirti in un altro modo. Non solo non mi crei problemi ma alla fine questo scambio di mail è un po’ un momento di pausa in mezzo alle assurdità della vita sociale e del lavoro, una dimensione rara in cui si può essere quello che si è e si può dire quello che si pensa. Anche per me queste mail hanno la dimensione della valvola di sfogo e sono cose che vivo come dei momenti positivi ai quali mi piacerebbe poter dedicare più tempo.
Ma veniamo alla questione masturbazione. Sembra assurdo, ma ancora nel XXI secolo ci sono in proposito dei pregiudizi molto radicati e condizionanti. La sessualità fisica ancora oggi non solo non è vissuta in modo sereno ma è caricata di molte valenze mitiche ed è condizionata da molti tabù. È l’eredita di secoli di cultura cattolica, di condanne e di repressione. C’è poco da fare, il pregiudizio resta. Einstein diceva che è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio! La distinzione affettività/sesso ripete la distinzione anima/corpo: tutto ciò che è nobile viene dall’anima, e quindi dall’affettività, tutto ciò che è “sporco” viene dal corpo e quindi dal sesso. Se ne deduce che la sessualità non per fini procreativi è “sporca” e che un interesse affettivo nobilita la persona che si ama, mentre un interesse sessuale la degrada. In realtà, la distinzione dell’uomo in anima e corpo non ha senso, si tratta di una unità inscindibile e così non ha senso la scissione tra affettività e sessualità. Al di là delle divisioni ereditare da una cultura bipolare (bene/male, amina/corpo) esiste una dimensione unitaria cui bisognerebbe dare il giusto valore. Siamo d’accordo circa il fatto che non abbia senso pensare ad una sessualità anaffettiva che è sostanzialmente dissociata e introduce una spaccatura tra affettività e sessualità, ma allo stesso modo non ha senso un’affettività desessualizzata. Quando un ragazzo si innamora di un altro ragazzo, se tra i due non c’è e non ci può essere alcun contatto fisico (tipico il caso dei rapporti gay-etero), non per questo il rapporto è desessualizzato. Certamente non lo è da parte del gay, ma, se si intende come sessualità una forma di gradevolezza fisica piuttosto che di sola reazione genitale, un qualche coinvolgimento sessuale esiste anche da parte etero, vedi tutte le forme di cameratismo, che non sono lette in chiave sessuale ma di amicizia ma che probabilmente hanno a che vedere con la sessualità molto più di quanto non si creda. Quindi possiamo parlare di rapporti che non hanno manifestazioni sessuali evidenti, ma non certo rapporti che non coinvolgono la sessualità che è una realtà ubiquitaria che accompagna la vita di un individuo in tutte le sue manifestazioni.
Tanto premesso, se facendo un’operazione mentale mettiamo per un attimo tra parentesi i preconcetti sulla sessualità fisica, non esiste alcuna ragione per attribuirle un valore negativo capace di contaminare e di distruggere. La sessualità fisica è una delle manifestazioni dell’affettività che non deve essere demonizzata. C’è ancora l’idea che il sacrificio è buono mentre il piacere è cattivo, cosa priva di senso. Aggiungo che la sessualità troppo spesso viene repressa in tutte le sue forme e, quanto alla masturbazione, resiste l’idea che si tratti di una forma di sessualità non affettiva o non di coppia ma quasi dedicata al solo piacere individuale ed egoistico. Questi concetti non hanno in realtà alcun fondamento. Nella masturbazione si tende proprio a creare mentalmente e fisicamente quel contato che nella realtà non è possibile creare. Si tratta certamente di un’attività che coinvolge in modo essenziale l’immagine di un’altra persona, che prefigura un rapporto di coppia o addirittura tende a riviverlo in una forma meno astratta del puro ricordo. La masturbazione non sporca nessuno ed è anzi il segno di un interessamento profondo. Non potrai negare che quando un ragazzo si masturba pensando ad un altro alla base c’è un rapporto affettivo forte, cioè c’è un sogno d’amore (e di sessualità) che non è riducibile al puro sfogo fisico.
Marco, non voglio aggiungere altro. Cerca di stare sereno, te lo dico di cuore anche se capisco che è difficile. Un abbraccio.
Project

Da Marco a Project – Martedì, 9 Mar 2010 16:34:40 +0100

Ciao Project,
primissima cosa prima che me la dimentichi: ho notato che mi stai scrivendo con lo stesso carattere ad eguale grandezza . . . non è necessario se non ti piace. Non è che ho problemi di vista o altro è solo che gradisco maggiormente una scrittura più corposa, in specie se le mail che scrivo o leggo sono particolarmente articolate.
Detto questo ti ringrazio di avermi ricordato del bisogno profondamente affettivo che la sessualità sublima, anche attraverso la masturbazione pensando a colui che si ama. Non avendo avuto molte esperienze di vita in generale dimentico facilmente che sessualità è sopratutto questo. Come giustamente dici tu non è vero che il sacrificio non può che essere cosa buona ed il piacere al contrario malvagia. Però volevo anche metterti al corrente del fatto che la mia difficoltà nel masturbarmi in tal senso non deriva da una formazione religiosa [la mia religiosità non si immischia nella mia sessualità], bensì da una mia considerazione di valore che per sommi capi dice "non desidero mischiare l’aspetto fisico a quello spirituale per il semplice fatto che voglio pensare a quella persona per ciò che di lei amo realmente, cioè la sua anima. Il suo corpo mi attrae, è vero, ma io mi sono innamorato del suo spirito che per me vale molto di più e non voglio distogliere l’attenzione dall’animo per guardare una bellezza (fisica) che è per natura inferiore alla prima bellezza"
Ora, immagino facilmente che tu avrai da ribadirmi che affettività senza sessualizzazione è un qualche cosa di tronco … e sicuramente la realtà sta esattamente come dici tu. Però mi è venuto in mente un aneddoto che considero molto più convincente della mia stessa versione per spiegarmi chiaramente: hai mai letto (o meglio ti ricordi ancora qualcosa) della Divina Commedia? E’ successo un fatto molto strano nel grande libro di Dante Alighieri, che io non sono mai riuscito a spiegarmi, a dargli un senso, una dimensione di giustizia vera ed inconfutabile. Mi sto riferendo al viaggio di Dante nel girone dei lussuriosi . . . come tutti sappiamo quivi dimorano le anime di Paolo e Francesca . . . ed io non ho mai capito il perché. Mi chiesi perché. Loro si amavano di un amore puro e degno di esistere . . . ma allora perché? Neanche i miei insegnanti ruscirono mai a darmi una spiegazione valida al riguardo. E’ pur vero che si macchiarono dell’assassinio del marito di lei, ma quell’uomo era un individuo orribile e comunque le loro anime al limite dovevano finire tra gli omicidi, no? No, stando a quel che ci dice Dante. Neppure adesso riesco a comprenderne il perché, è vero, però mi è capitato qualche anno fa di vedere la lettura di quel passo da parte di Roberto Benigni ed una cosa mi fece capire lui stesso: che non bisogna guardare alla bellezza del corpo, ma a quella dell’anima, la sola autentica ed eterna. Se si rimane a guardare estasiati per troppo tempo le cose effimere (qui la bellezza del corpo), si finisce col perdere di vista la vera bellezza che si cela dentro a tutte le cose: essere troppo materialisti porta a non essere capaci di riflettere sopra alla bellezza e rarità di un arcobaleno (esempio realmente accaduto), a non guardare al di là di come appaiono le cose (esempio vero: una persona fisicamente brutta è per noi brutta, punto). Se non affiniamo la nostra anima guardando alla vera anima delle cose, quella persona rimarrà per noi sempre una brutta persona, nonostante magari sia la persona più dolce del mondo . . . ed anche nel caso in cui noi sappiamo che quella persona è una persona dolce, noi ci fermiamo comunque a tenere conto per quanto riguarda il discorso bellezza solo ed esclusivamente dell’aspetto fisico. Ti sembrerà impossibile forse, ma questa è la realtà dei fatti: conosco personalmente individui che ragionano su questi canoni. Costoro che non hanno la benché minima idea di cosa sia la bellezza.
Ah, inoltre aggiungo una cosa che mi è realmente successa: c’è stato un periodo in cui ero costantemente attratto dalla corporeità dei ragazzi . . . ed ho immancabilmente finito con non essere più in grado di sentire tutte quelle belle cose che la vita mi offriva. Tutte occasioni perse. Tutte possibilità di crescita come persona, essere umano dotato di una valido livello di umanità, inesorabilmente perdute. Comprendi quello che dico? Sia chiaro che non sto dicendo che la sessualità è cosa "sporca" [nonostante il fatto che avevo erroneamente introdotto quel concetto nella mia mail precedente], bensì che io sono un tipo che forse dà anche fin troppa importanza all’affetto riducendo al limite l’aspetto sessuale.
Più precisamente mi masturbo facilmente sulla pornografia che trovo online, ma non sulle persone da cui sono attratto: è ovvio che verso le pornostar non provo affettività e quindi non ho alcun problema a masturbarmi utilizzando il supporto che mi danno.
In conclusione del discorso probabilmente sono leggermente sessualmente deviato (nel senso che non rientro nella norma e che la mia anormalità ha anche un qualche fondo di difficile relazionalità tra me ed il sesso)
Chiudo il discorso lasciandolo aperto ad ogni e qualsiasi tua considerazione in merito che è sempre ben gradita.
Speriamo di risentirci presto e tutt’e due messi meglio con i nostri problemi personali.
Ciao ancora, ci si risente.
Marco

Da Project a Marco – Martedì, 9 Mar 2010 18:09:14 +0100

Ciao Marco,
beh, non ti nascondo che nel leggere la tua mail ho pensato molto ad una forma di sublimazione della sessualità. La sottolineatura della distanza tra lo spirituale e il fisico e l’idea della masturbazione sulla pornografia ma non sui ragazzi da cui sei attratto, anche se non derivano immediatamente da un’educazione religiosa risentono inevitabilmente di quel clima di cui ancora ci sono tracce pesanti anche negli ambienti in cui meno ci si aspetterebbe di trovarle. Hai attenuato le espressioni, nel senso che non parli più di sporcare ma di far perdere di vista gli aspetti spirituali, ma la sostanza sembra la stessa. Fa riflettere il fatto che dici tu stesso che quando ti sei soffermato di più sulla corporeità dei ragazzi hai perso delle occasioni. Francamente non capisco perché un’attrazione fisica debba finire per allontanare dal contatto affettivo-spirituale con un ragazzo. Come puoi leggere in molte parti del forum, non sono pochi i ragazzi che usano la parola sporcare quando si masturbano pensando ad un ragazzo, e anzi quanto più quel ragazzo è per loro importante tanto più vivono con sensi di colpa il fatto che si masturbano pensando a quel ragazzo. Anche se la cosa mi appare a prima vista come un portato di una forma di educazione repressiva, non posso negare che questo meccanismo non è affatto raro. In fondo la pornografia è una cosa molto più neutra e molto meno coinvolgente ma mi chiedo se per questa via non si finisce per togliere del tutto alla masturbazione quella dimensione affettiva che dovrebbe pure avere. Non capisco perché la sessualità fisica non possa essere un veicolo di affettività. In fondo l’uso della pornografia svilisce la masturbazione perché la stacca dalla vita reale e contribuisce a creare dei modelli di sessualità del tutto avulsi dall’esperienza e sostanzialmente privi di affettività. Quando poi si arriva alla vita di coppia emergono i problemi connessi proprio alla divisione tra affettività e sessualità. Vivere una vita di coppia tra due ragazzi significa vivere in modo perfettamente integrato affettività e sessualità. Un ragazzo ha bisogno di una sessualità affettiva e se è abituato ad una masturbazione non affettiva può creare difficoltà nell’altro ragazzo. È evidente che ci possono essere molte situazioni in cui non ci può essere uno sbocco sessuale e lì forse la sublimazione della sessualità fisica e la relegazione della masturbazione ad attività puramente tecnica sulla base della pornografia potrebbero avere una seria ragion d’essere, proprio per il fatto che affettività e sessualità in quelle situazioni devono rimanere distinte.
Una sessualità formata su una masturbazione dipendente dalla pornografia ha però un altro aspetto che può creare difficoltà: impedisce lo sviluppo di una sessualità spontanea, cioè non condizionata da modelli. Siccome nella vita di coppia la soddisfazione sessuale è legata proprio al fatto che si riesca a realizzare in maggiore o minore misura le fantasie già vissute nella masturbazione, si rileva che i ragazzi che hanno sviluppato una sessualità spontanea non condizionata dalla pornografia in genere vivono la sessualità di coppia con livelli di soddisfazione decisamente più alti, proprio in ragione della loro spontaneità. Tra ragazzi cresciuti sulla pornografia e ragazzi che non ne hanno fatto sostanzialmente uso gli archetipi sessuali sono piuttosto diversi e questo comporta che l’incompatibilità di coppia tra un ragazzo cresciuto sulla pornografia e uno estraneo alla pornografia è decisamente più marcata. Riflettendo più attentamente sulla sublimazione e sulla separazione tra affettività e sessualità arrivo alla conclusione che, siccome si tratta di fenomeni reali e piuttosto comuni, devono pure esserci delle motivazioni molto serie che alla fine rendono una scelta del genere preferibile almeno in determinate circostanze. Francamente sono portato a pensare che sia l’impossibilità concreta di vivere la sessualità fisica in modo spontaneo e libero da tabù a portare alla sublimazione che in sostanza deriverebbe da una necessità di non sognare cose che non sarebbe comunque possibile ottenere. Probabilmente le cose sono più complesse e meriterebbero un’analisi più seria anche da altri punti di vista.
Marco, non ti avvilire mai. La tua mail mi è stata gradita e ti ho risposto subito perché ho trovato il tempo di farlo e soprattutto perché mi faceva piacere farlo. Un abbraccio.
Project
______________
Se volete, potete partecipare alla discussione di questo pst aperta sul Forum di Progetto Gay:

MASTURBAZIONE GAY TRA INNAMORAMENTO E PORNOGRAFIA seconda parte

(prosecuzione del post precente)
 
Da Marco a Project – Sabato, 13 Mar 2010 00:45:35 +0100

Ciao Project,
scusami se mi faccio sentire solo ora, spero che non ti sia preoccupato per me o quant’altro … Comunque ho riflettuto un po’ sul discorso masturbazione / sublimazione / affettività / sessualità. Intanto rispondo alla tua affermazione " Fa riflettere il fatto che dici tu stesso che quando ti sei soffermato di più sulla corporeità dei ragazzi hai perso delle occasioni. Francamente non capisco perché un’attrazione fisica debba finire per allontanare dal contatto affettivo-spirituale con un ragazzo". Forse non sono stato molto chiaro, ma non intendevo dire con la frase "ho perso occasioni" che ho allontanato un qualche "contatto affettivo-spirituale con un ragazzo". Le occasioni che ho perso sono quelle che spiego dopo il punto, e cioè avevo perso la capacità di dare valore alle cose belle che abbiamo/stanno-attorno. Non ero più in grado di comprendere la loro bellezza perché ero completamente preso da qualcosa che mi toglieva il tempo ed il desiderio di percepire la presenza del resto del mondo attorno a me.

Ma aldilà di questo volevo aggiungere un punto al tuo discorso sulla divisione sessualità affettività. Volevo dirti che penso che sicuramente come dici tu si dovrebbe fare un’indagine più approfondita per scoprire la natura di questo fenomeno psichico (sopratutto perché credo proprio che questa "scelta" che fanno molti ragazzi non sia una soltanto ma vari da ragazzo a ragazzo). Inoltre riflettendo sulle cose che mi hai scritto mi sento in dovere di dire la mia: in tutta onestà io sono partito male introducendo il concetto di "peccato" nell’ambito della masturbazione affettiva … perché in realtà è una cosa più ampia quella che sento, e cioè sento che un ragazzo può trovarsi in difficoltà di fronte a questa particolare masturbazione non esattamente perché "sporca" l’altro. In realtà è che non si riesce spontaneamente a masturbarsi pensando alla persona amata in quanto l’affetto che si prova verso l’altro ragazzo affonda le sue origini in un interesse genuino rivolto verso la personalità dell’altra persona. In altre parole "io ho costruito un rapporto speciale con quel ragazzo fatto di amicizia, fiducia ed affetto e mi sono reso conto di provare amore per lui. Voglio vivere tutte le emozioni che provo per lui. Il mio cuore lo ama perdutamente, perdutamente desidera amarlo e continuare ad amarlo indefinitamente." Amare perdutamente è un azione che implica non solo il continuo amare, ma anche il desiderare di amare sopra ogni altra cosa. Questo amore è tiranno, nel senso che reclama per sé tutto lo spazio affettivo nella mente del ragazzo, e questo in virtù del fatto che provare affetto per l’altro prende qui la connotazione di massima realizzazione del proprio appagamento affettivo. Quindi ne possiamo dedurre che: provare affetto = massima felicità; perciò: la masturbazione viene esclusa perché non è amare lo spirito dell’altro ragazzo, ma solo desiderare il suo corpo distogliendoci così dalla sopracitata "massima felicità". Se in tale situazione di "innamoramento" ci si dovesse rendere conto che il nostro corpo (o meglio il nostro subconscio? /es?/istinto?/boh?) non sta tanto ad accontentarsi dell’appagamento psichico ma a desiderare a sua volta di trovare sfogo, ecco che qui le necessità della persona derivanti dal "pensiero affettivo" (amare l’anima) si scontrano con le necessità dell’ "attrazione fisica" (amare il corpo) e ne viene fuori un bel conflitto di priorità. Potrebbe essere una spiegazione, nonostante quanto appare "sordida"? Considera che la mia ipotesi potrebbe essere avallata dal palese fattore di disturbo ad un sano sviluppo affettivo rappresentato dalla pornografia e più in generale dalla mercificazione dei messaggi sessuali che viene ogni giorno fatta dai media e reiterata dai comportamenti / atteggiamenti / discorsi fatti tra i ragazzi. E questo disturbo può avvenire sopratutto se rileggiamo i codici che ci vengono forniti dalla pornografia e dai media tramite la chiave di lettura ormai secolarizzata dei dualismi "bene / male" – " anima / corpo" – "purezza – peccato". [Ergo: se misceli il messaggio moralistico di natura parareligiosa con quello di avvilimento della moralità fornito dalla "dimensione pornografia" sommato a quello del "vangelo della cultura popolare secondo i mass media", ottieni sicuramente persone che trovano molte difficoltà nel dare il giusto peso naturale e culturale alla propria sessualità, anzi che dico, alla sessualità stessa come definizione e dato di fatto]

C’è una frase che hai scritto il cui senso non l’ho ben compreso: "È evidente che ci possono essere molte situazioni in cui non ci può essere uno sbocco sessuale e lì forse la sublimazione della sessualità fisica e la relegazione della masturbazione ad attività puramente tecnica sulla base della pornografia potrebbero avere una seria ragion d’essere, proprio per il fatto che affettività e sessualità in quelle situazioni devono rimanere distinte."
Non hai spiegato per quali motivi " … affettività e sessualità in quelle situazioni devono rimanere distinte.": se non mi dici il tuo punto di vista non riesco a comprendere quello che intendi dire.
Saluti e grazie ancora di tutto,
Marco

Da Project a Marco – Domenica, 14 Mar 2010 09:06:36 +0100

Ciao Marco,
per la verità avevo notato un ritardo nella tua risposta e ti stavo per scrivere ma appena aperto il pc ho trovato la tua mail e poi, come al solito, ti rispondo io in ritardo.
Parto dalla fine. È una cosa che noto nelle chat con i ragazzi: la sublimazione della sessualità accompagna spesso l’innamoramento verso un ragazzo etero. Un ragazzo gay si innamora del suo amico etero, in fondo, a parte l’ipotesi remotissima che il suo amico si scopra gay, sa benissimo che l’amico resterà etero e che con lui potrà vivere al massimo un bel rapporto in chiave affettiva (cosa che succede realmente, qualche volta) ma sa anche che con l’amico non ci potrà essere nessun contatto sessuale. In questi termini è quasi ovvio che la sessualità fisica venga messa tra parente, ma parlo della sessualità fisica di coppia. Francamente mi sembra quasi impossibile che un ragazzo gay innamorato del suo amico etero sublimi anche la sessualità della masturbazione, anzi direi che in genere quello che è impossibile vivere a livello di coppia lo si vive proprio attraverso la masturbazione e l’immagine dell’amico è la fantasia sessuale dominante. Certo c’è una dimensione di frustrazione in tutto questo ma è accettata proprio per il fatto che con l’amico etero si crea un rapporto anche fisico virtuale attraverso la masturbazione.
Tu dici che non si riesce a masturbarsi pensando a un amico quando l’interesse verso quell’amico è un interesse genuino rivolto alla personalità dell’altro, beh, francamente non è quello che vedo, perché anche questa è una rimozione/sublimazione, dici che “la masturbazione viene esclusa perché non è amare lo spirito dell’altro ragazzo, ma solo desiderare il suo corpo” ecco il dualismo che torna. Quelli che chiami conflitti di priorità vengono proprio dal pensare anima e corpo come due cose distinte tra le quali bisogna stabilire un ordine, ma da quello che vedo le cose in genere seguono altre logiche. Masturbarsi pensando a un amico e ancora di più condividere con quell’amico una intimità sessuale significa sentire un legame, un legame profondo che non si riduce affatto al coinvolgimento solo fisico proprio o dell’amico ma coinvolge eccome anche la sfera dei sentimenti. Ho visto tante volte ragazzi gay innamoratissimi di un loro amico, che ovviamente si masturbavano pensando a quell’amico o che avevano anche rapporti sessuali con quell’amico, che, quando se ne è presentata l’occasione, hanno dato prova di una dedizione totale verso quel ragazzo e non c’è stato nulla a livello affettivo che si stato messo da parte o che si sia perso perché l’amico è stato oggetto di fantasie masturbatorie. Non sono portato a pensare che la sessualità fisica possa avere di per sé una valenza negativa ma credo che, non dico la valenza negativa, ma anche il semplice dover stabilire una gerarchia tra sessualità e affettività, come se fossero cose distinte, non sia che il portato di una cultura della rimozione che si respira ovunque. Tu pensa alla scuola superiore, che è frequentata da ragazzi dai 14 ai 19 anni, dove si parla di tutto: dalla tragedia greca ai teoremi di matematica, beh nella scuola superiore non si parla mai seriemente di sessualità, il che è un controsenso, e meno che mai si parla di masturbazione, come se fosse una cosa che semplicemente non esiste, mentre queste cose sono oggettivamente il centro della vita dei ragazzi. È chiaro che chi cresce con l’idea che di certe cose non si parla se non nelle barzellette, finisce per mettersi in testa l’idea che i sentimenti e la sessualità fisica sono cose diverse ma in realtà non è così, ti porto un esempio concreto, perché, secondo te, ci si innamora in modo profondo, con vere forme di sofferenza e di dipendenza, quando si è giovani, 20/30 anni e queste cose non succedono a 50/60 anni, o se succedono, succedono in modo molto più blando? La risposta sta nel fatto che sono diversi i substrati fisici e ormonali e che l’innamoramento forte di un giovane dipende in gran parte dalla sua sessualità che è nel pieno del suo sviluppo, sessualità e coinvolgimenti affettivi seguono la stessa curva nel corso degli anni perché sono sostanzialmente la stessa cosa.
Poi c’è il problema della religione, altra potente spinta al dualismo e alla rimozione della sessualità fisica, che, però, oggi ha un peso veramente significativo in una percentuale non molto elevata di casi.
La vera questione centrale dell’educazione sessuale sta nel fatto che essa è in pratica totalmente affidata alla pornografia, e questo risulta in modo nettissimo dai sondaggi di Progetto Gay, questo fatto comporta che la parola sesso diventi quasi sinonimo di pornografia. Per un ragazzo ventenne di oggi, pensare a una sessualità affettiva e meno semplice che in passato perché per lui il sesso ha poco a che vedere con l’amicizia e con l’amore e molto con i modelli pornografici. Ci sono film gay, non pornografici, con scene esplicite di sesso inquadrate in una storia affettiva profondamente coinvolgente, questi film sono vissuti dai ragazzi gay con un’emozione profonda proprio perché ci si coglie il valore affettivo della sessualità. Il problema della pornografia non consiste nel fatto di fare vedere scene di sesso esplicito, ma nel fare vedere solo quello, come se il rapporto sessuale tra due persone fosse solo quello. Ho scritto dei romanzi gay in cui racconto la vita di ragazzi gay e in cui ovviamente c’è spazio anche per la sessualità fisica perché tra ragazzi gay la sessualità fisica è una componente normale della vita. Bene, di quei romanzi ho pubblicato in rete diversi capitoli, con dei tagli per motivi legati al fatto che li ho pubblicati su siti senza restrizioni, cioè aperti a tutti, in ogni caso la presenza della sessualità fisica è comunque fortemente presente. I ragazzi che hanno letto quei capitoli mi hanno scritto cose bellissime perché ci si sono ritrovati e perché hanno letto una storia d’amore, che coinvolgeva anche la sessualità fisica, ma una vera storia d’amore, cioè hanno visto “insieme” sessualità fisica e sentimenti.
Un abbraccio Marco e alla prossima.
Project

Da Marco a Project – Domenica 14 Mar 2010 22:19:37 +0100

Ma infatti, scusami se insisto Project, quello che stavo cercando di dirti nella mail di prima è proprio che i dualismi "anima – corpo", "sesso [la cui idea è mutuata dall’ambiante pornografico [e cioè visto come sporco] – amore [puro, perché pieno di sentimento che ci fa sentire bene con se stessi e con l’altro]" sono molto sentiti. Il potere distruttivo che hanno sulla vita affettiva di molti ragazzi è disarmante. Possono portare facilmente le persone a sentire disagio dove questo non dovrebbe esserci.

Io prima ho posto il caso di un ragazzo che ama un altro ragazzo e che considera il masturbarsi su di lui come cosa "sporca" … e credo che questo valga per tutti i ragazzi: se tu ami un ragazzo lo senti un certo grado di attrazione fisica verso di lui, ma se allo stesso tempo senti che masturbarsi pensando a lui sia "sporco" allora reprimi questo tuo desiderio . . . però accade che inevitabilmente la parte di te che si eccita pensando a lui comincia ad agire contro la tua volontà cosciente di repressione della sessualità. E’ questo il "conflitto di priorità" di cui parlavo prima: il te stesso cosciente (come direbbe Freud l’ IO) ed il te stesso subcosciente (sempre citando Freud l’ ES) combattono fra di loro … e l’ IO ne esce facilmente sconfitto in questa guerra se si intromettono nella battaglia condizionamenti para-moralistici derivati dal SUPER-IO (termine sempre coniato da Freud). E’ di questo che parlavo prima.

Per quanto riguarda la mia condizione personale, ti dico che non riuscirei a masturbarmi pensando al ragazzo che amo perché non riesco a dare alla masturbazione quell’aspetto affettivo che tu tanto decanti avere. La verità è che tu dici che la masturbazione "dovrebbe" avere un’origine affettiva, ma purtroppo capita che non venga vissuta così dalle persone, me compreso.
Io mi masturbo nella mia solitudine, da solo e per il mio personalissimo desiderio di appagamento sessuale. Nessuno è lì con me quando lo faccio, e con nessuno ho mai sviluppato il piacere di poter vivere con lui un momento di donarsi piacere reciproco tramite la masturbazione.

La questione è che la pornografia è il mio unico modello forte di riferimento alla sessualità.
Ma anche la mancanza di esperienze positive con un ragazzo in termini di vivere la masturbazione insieme a lui con affettività mi rende impossibile sentire il masturbarmi verso un altro ragazzo una cosa da non considerarsi "vuota, fine a sé stessa", oserei quasi dire "sporca" (perché se svuoti questa pratica dall’elemento affettivo l’unica cosa che fai quando ti masturbi diventa sfruttare il pensiero che hai di quel ragazzo che ami per il tuo solo fine egoistico di godere).
Ripeto e ti ricordo che capisco perfettamente il tuo discorso logico riguardante il fatto che masturbarsi pensando all’amato è segno di affettività nei suoi confronti. Questo lo comprendo bene a livello di discorso, ma per i motivi sopra citati mi è impossibile vivere questa situazione. Non sono in grado di sentire nulla che sia affettività masturbandomi così (perché non ho un solo ricordo affettivo associato a quella persona a livello di intimità), ma solo il mio appagamento sessuale (perché per me la masturbazione assume solo questo valore).

Inoltre c’è una cosa che mi ha lasciato male e che non condivido pienamente: tu dici che l’amore viene vissuto più potentemente dai giovani 20/30enni che dai 50enni in su per ragioni naturali ormonali … Mi spiace, ma non riesco a condividere questa idea con te. Non metto in dubbio il fatto che siano più attivi sul lato sentimentale i giovani gay anche per fattori ormonali, vero, ma non me la sento proprio di dare a madre natura tutto questo peso sulla minore carica passionale nei più maturi. Non contano niente i vari fattori psicologici e/o sociali esistenti? : ad esempio il fatto che gli uomini di 50 e più anni possano aver maturato una determinata esperienza sul campo superiore che li ha portati a ridimensionare la necessità dell’ "innamorarsi" (perché hanno vissuto di più e hanno fatto parecchie esperienze negative; o anche solo tante esperienze e quindi sono arrivati ad "averne piene le scatole dell’amore"); e che mi dici invece del fatto che sì i giovani forse sono più passionali degli adulti, ma anche che forse gli adulti sono più coscienti del significato di "amare ed essere amati"; e del fatto che molto dipende anche dal vissuto interiore della persona e come questa agisce e reagisce nel corso della sua vita??? [esempio banale: il fatto di sentirsi sempre giovani anche ad età avanzate] … Mi hai ridotto la capacità individuale dell’innamorarsi ad una mera funzione della maggiore o minore presenza di tempeste ormonali nell’individuo … tua frase testuale: "sessualità e coinvolgimenti affettivi seguono la stessa curva nel corso degli anni perché sono sostanzialmente la stessa cosa" … non ti pare eccessivo detto così?

Scusa se sono stato un po’ irruento nel dirti le cose, ma mi sono venute così di getto. Riflettici bene su alcune di queste, in particolare quelle riguardanti la mancanza e l’annientamento di valori affettivi che il consumo della pornografia porta con sé e quell’altra circa il fatto che senza esperienze affettive forti si possono innescare meccanismi di "colpevolizzazione della masturbazione a mero atto di auto-appagamento". Reputo molto importante analizzare questi punti al fine di poter cercare di capire i modelli di affettività e sessualità dei gay, sia ai giovani che maturi.

Un abbraccio anche a te,

Marco

Da Marco a Project – Lunedì, 15 Mar 2010 18:49:28 +0100

E proprio perché mi sono venute così di getto queste cose da dirti, rileggendo la mail ho notato che ho scritto alcune cose male …

1) Dove dico che l’IO viene facilmente sconfitto intendo dire che le tensioni che creano ES e SUPER-IO fra di loro, tensioni opposte perché le "ragioni moralistiche" del secondo tentano di reprimere le pulsioni del primo, possono portare l’IO, cioè la volontà della persona, a provare dolore perché si sta comportando "in modo sporco".

In altre parole è dilaniante essere divisi tra il desiderio di amare liberamente (che comprende il masturbarsi) e la concezione dualistica di "puro – immondo". E’ una cosa che agli estremi può portare a tendere dolorosamente l’equilibrio psico-sessuale di una persona, oppure può risolversi più spesso nel negarsi la masturbazione perché prevale il "moralismo". In ogni caso le due cose sono entrambe sbagliate, profondamente ingiuste.

2) Quando dico che "la masturbazione non viene vissuta in senso affettivo dalle persone" è ovviamente una generalizzazione molto grossa. Sono convinto del fatto che molte persone siano in grado di sentire quel qualcosa di più in questo particolare tipo di autoerotismo.


Però questo non riduce la mia convinzione che molti altri ragazzi gay come me ritrovino difficoltà non indifferenti in questo senso.

Bene, ti dovevo proprio mandare la mail con queste correzioni … no, più che altro perché rileggendo quello che avevo scritto prima mi sono detto da solo: "ma se qualcuno legge queste cose mi da immediatamente del pazzo furioso!!!"
Va bene esprimere il proprio punto di vista, certo, ma sicuramente bisogna essere moderati e ponderati nel farlo. Essere integralisti non porta a niente, salvo forse se si ha indubbiamente ragione (ma forse anche in quei rari casi in cui si ha pienamente ragione è comunque meglio essere moderati, per molti altri motivi annessi e connessi)

Va be’, dai ti saluto ancora. [e se trovi altre cose che reputi fuori dalle righe, sbagliate, o semplicemente hai delle critiche di vario genere da pormi, non esitare mai a farmi sapere, mi raccomando. Ci tengo a mantenere un rapporto quanto più onesto e produttivo possibile con te]
Ciao.
Marco

Da Project a Marco – Martedì, 16 Mar 2010 09:06:36 +0100

Ciao Marco,
comincio col dirti una cosa. Questo nostro scambio di mail mi sta facendo riflettere su tante cose che non avevo considerato e su tante che avevo dato per scontate. Devo dire che il livello di analisi e di confronto è estremamente serio e alla fine aiuta, e non poco, a capire meglio le cose. Anche per questa ragione mi era venuto in mente che queste mail, magari opportunamente riviste in modo da non mettere assolutamente a rischio la privacy, potrebbero essere pubblicate perché potrebbero veramente aiutare molti ragazzi a capire più profondamente il senso e la complessità della sessualità. Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi. Ovviamente se per qualsiasi ragione tu non lo ritenessi opportuno non se ne fa nulla e basta.
Quanto alla tua ultima, parto dalla fine. Tramite il Progetto mi è capitato di parlare con tantissime persone delle età più diverse, ma la grande maggioranza aveva tra i 18/20 e i 30 anni. Se guardi le persone che compilano e inviano il modulo online dell’intervista sulla sessualità gay vedi che l’età media è di 24,76 anni. Gli ultra trentacinquenni sono pochi, gli ultra quarantenni sono rari e di ultra cinquantenni in tre anni di attività ne ho conosciuti solo 3. Spiegare questi dati col fatto che le persone più mature non sono abituate ad usare internet è fuorviante. In buona sostanza l’interesse per la sessualità e anche quello per la dimensione affettiva diminuiscono con gli anni. Potrei dire che più passa il tempo minore è l’interesse a costruire una vita affettiva e sessuale con un altra persona. Un uomo gay di 40-45 anni gli entusiasmi se li è persi in gran parte per strada e comincia a crescere in lui la convinzione che alla fine la solitudine, ma bisognerebbe dire l’essere single, non è poi una cosa così tremenda, e rispetto a storie costruire al solo fine di superare la solitudine è addirittura preferibile. Certo su questa evoluzione della storia affettiva e sessuale delle persone pesano molto le esperienze e anche l’idea che in fondo mettere in crisi il proprio tradizionale modo di vivere per cercare di costruire un po’ forzatamente una storia che in effetti potrebbe presentarsi più come una complicazione che altro, forse non vale la pena. La questione è del tutto simile al problema del classico “devi sistemarti” che le madri dicono ai ragazzi etero che non sono realmente portati verso il matrimonio. A una certa età, la costruzione di una relazione non ha più realmente una motivazione affettiva e sessuale profonda ma risponde ad esigenze più astratte e razionali e molto meno pulsionali, sia a livello emotivo che fisico. Oltre una certa età le coppie sono sostanzialmente delle forme di mutua assistenza, che hanno eccome una dignità, ma che con la sessualità e con l’affettività sessuale hanno ben poco a che vedere. Non che io voglia sminuire la dimensione affettiva che si può avere a 50 anni e oltre ma è oggettivamente diversa da quella di un ragazzo ventenne. Un ventenne innamorato vive sentimenti profondi e addirittura sconvolgenti di entusiasmo e di privazione, per lui la dimensione sessuale è realmente quella caratterizzante al punto che immaginare di privare un ragazzo di vent’anni di una dimensione sessuale, anche vivibile singolarmente come la masturbazione, significherebbe imporgli un sacrificio pesantissimo. Per gli ultra 50enni non è certamente la stessa cosa, la sessualità perde progressivamente peso con l’andare degli anni al punto che la castità non è nemmeno un sacrificio, dato che in effetti le pulsioni da contenere, ammesso che ci siamo, sono comunque molto più blande. Una storia d’amore tra due cinquantenni ha poco a che vedere con una storia apparentemente simile tra due ventenni. Non è diversa solo la sessualità fisica, ma in conseguenza di un diverso modo di vivere la sessualità fisica, molto più episodico e molto meno coinvolgente, anche l’affettività in qualche modo degrada e si sostituisce con altri valori, degnissimi peraltro, come la fedeltà, il rispetto e reciproco nell’ambito di una dimensione di affettività conservativa più che creativa. Un ventenne che si innamora crea, inizia una storia, sperimenta, si confronta, fa esperienza, cresce, un 50enne deve prima mettere da parte le abitudini, deve adattarsi a sconvolgere almeno un po’ i ritmi quotidiani della sua vita e farlo non è assolutamente facile, il peso di modi di vita consolidati resta come substrato al di là della storia affettiva che si costruisce.
Avevo cominciato a scriverti questa mail prima di ricevere la tua precisazione della sera del 15 e anche prima di riceverla le cose che hai scritto sulla masturbazione mi sembravano non solo accettabili ma decisamente realistiche. In realtà la masturbazione affettiva è un corollario dell’innamoramento e se ne capisce il senso solo se se ne è fatta esperienza diretta. L’assenza di esperienze affettive profonde legate alla masturbazione e il condizionamento della pornografia, chiaramente tolgono alla masturbazione il senso affettivo, il valore di un’esperienza che anche se è fisicamente individuale è almeno mentalmente un’esperienza affettiva di coppia o la prefigurazione di un esperienza affettiva di coppia o un modo di rivivere un’esperienza affettiva di coppia. Le coppie gay, quando sono costrette a una separazione temporanea proseguono il rapporto di coppia attraverso la masturbazione che serve proprio a rinsaldare e a non fare affievolire il rapporto sessuale di coppia. In una coppia gay la masturbazione reciproca è una componente ordinaria del contatto sessuale e anche per questa via si rafforza il senso della masturbazione come esperienza di coppia, questa volta anche fisicamente di coppia. In queste situazioni non è tanto l’orgasmo che conta quanto la condivisione di una intimità profonda anche a livello sessuale, il non avere più segreti fisici l’uno per l’altro. È evidente che in questa chiave la masturbazione ha un senso eminentemente affettivo ed è proprio questo che permette ai ragazzi di viverla come una vera esperienza sessuale, insieme fisica e affettiva.
Alla fine della pagina dell’analisi statistica del test di autovalutazione dell’orientamento sessuale
si evidenzia in modo nettissimo la correlazione tra soddisfazione affettiva e soddisfazione sessuale nella masturbazione. Quanto più intenso è il livello di partecipazione affettiva nella masturbazione tanto maggiore soddisfazione se ne trae a livello sessuale. In assenza di una vera partecipazione affettiva la masturbazione non avviene con fantasie sessuali polarizzate su un ragazzo vero, con il suo fisico ma anche con la sua affettività, ma sulla pornografia. È in fondo proprio il diffondersi del modello pornografico, che sostituisce le fantasie masturbatorie spontanee e affettive, che riduce il senso della masturbazione a puro sfogo fisico individuale.
Un abbraccio e a presto.
Project
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SENTIRSI UN RAGAZZO GAY OGGETTO

Ciao Project,
ho trovato il tuo sito per caso e ci sto passando sopra le nottate, in pratica è l’unico sito gay che dice cose vere sulla vita dei ragazzi gay e devo dire che mi ci ritrovo perfettamente a mio agio, in parecchi post è come se leggessi quello che penso e quello che provo anche io. Ti mando questa mail perché mi sento un po’ schifato (la parola la devo dire) dal modo di fare di tanti gay che ho conosciuto e entrare nel tuo sito mi fa proprio sentire meglio. Grazie, ne avevo proprio bisogno! Vorrei sapere che ne pensi della mia storia (pubblicala se vuoi) e magari mi piacerebbe avere un confronto con te su msn. Ti ringrazio anticipatamente. Ma veniamo ai fatti.
Ho 23 anni e, non so se dire per mia fortuna o per mia disgrazia, sono un bel ragazzo, io mi vedo normale ma gli altri (uomini e donne) mi dicono che sono bellissimo e, quello che è paggio si innamorano facilmente di me, cosa che, puoi capire, mi mette tremendamente in imbarazzo. In pratica a 16 anni mi si è messa appreso una ragazza che tutti ritenevano bellissima e che lo era realmente (una mia compagna di scuola), e io stupidamente, come se fosse un gioco mi sono messo con questa ragazza e lì per la prima volta ho provato sul lato etero che cosa significa essere oggetto di attenzioni sessuali senza provare la stessa cosa per l’altra persona. All’inizio non capivo che cosa stesse succedendo, sembrava solo un’amicizia seria, con lei parlavo di tutto meno che dei miei desideri sessuali che erano in tutt’altra direzione (sono stato sempre gay e non ho mai avuto dubbi di questo), poi ha cominciato ad assillarmi, a toccarmi, prima in modo generico e io facevo finta di riderci sopra, ma poi in modo sempre più spinto e chiaramente sessuale e lì non l’ho sopportata più. Le ho detto che non ero innamorato di lei e pensavo che capisse, ma non è successo così, mi continuava a chiamare ogni cinque minuti al cellulare, mi si attaccava su msn e non sapevo come fare a chiudere la conversazione, poi voleva capire, voleva sapere, insomma era proprio innamorata cotta ma io no. Ha fatto scene isteriche, pianti, disperazione, anche perché i conti non le tornavano, vedeva che non avevo un’altra ragazza e ha cominciato a fare domande specifiche, per me è stata un tormento anche perché la dovevo vedere a scuola tutti giorni, insomma questa storia è andata avanti per un anno, poi si è messa con un altro e apparentemente la cosa è finita ma voleva continuare ad essermi almeno amica ma non ne ho voluto sapere. Io coi ragazzi sono timidissimo, quasi imbranato, peggio che mai con quelli che mi piacciono. Quindi, in pratica, stavo sempre in mezzo alle ragazze, all’inizio della quinta nuova storia con un’altra ragazza, e sembrava mettersi sulla stessa strada della prima, ma ormai sapevo che cosa aspettarmi e l’ho letteralmente bruciata subito in modo molto pesante, almeno non ha fatto domande e poi non era una mia compagna di scuola. Al tempo mi sentivo molto solo, non avevo amici e avevo una disperata voglia di parlare con qualcuno e qui ho commesso l’errore più grosso della mia vita. C’era una ragazza che aveva il ragazzo e che non mi correva appresso e che mi sembrava una persona serissima, piano piano con lei si è creata un’atmosfera speciale, parlavamo molto, lei mi parlava dei suoi problemi sentimentali e io le dicevo che ero sempre solo e malinconico, poi le ho raccontato la storia delle due mie ragazze (chiamiamole così) ma in versione etero, e poi un giorno dopo l’altro ho finito per credere che con lei ci potesse essere un discorso sincero. Dopo moltissime esitazioni le ho detto che ero gay. Mi sentivo libero, al settimo cielo perché l’aveva presa benissimo, mi chiamava anche più spesso di prima, un po’ mi aveva preso sotto la sua ala protettrice e la cosa mi faceva piacere. Poi un giorno mi dice che facevo male a starmene solo perché soli si sta male e che avrei dovuto trovarmi un ragazzo e mi propone di andare con lei in un locale gay per una serata, solo così per vedere che ambiente è. La cosa mi sembrava una novità sconvolgente, in breve ho accettato e ci siamo andati, quando sono arrivato all’appuntamento con lei ho visto che c’erano anche due ragazzi, uno era il suo ragazzo ma l’altro non lo conoscevo. Era evidente che quei due ragazzi sapevano di me. L’imbarazzo è stato terribile perché non avrei mai pensato che lei potesse parlare ad altri degli affari miei e in quel momento l’ho odiata. Il ragazzo che non conoscevo era un ragazzo gay di 24 anni, Giacomo (chiamiamolo così), un ragazzo niente male a vederlo. Ho ingoiato il rospo proprio perché Giacomo era un bel ragazzo e ci siamo addirittura scambiati i numeri di cellulare. Siamo andati nel locale, io mi sarei nascosto sotto un mattone, Giacomo era assolutamente a suo agio, insomma il disagio è stato tale che ho detto che mi dovevo allontanare un attimo e me ne sono andato via lasciando loro tre nel locale, dopo poco mi hanno chiamato al cellulare, la mia amica ce l’aveva con me perché li avevo piantati così, Giacomo ha cercato di fare il carino per farmi tornare indietro ma non ne avevo la minima intenzione. Da qui è cominciata la storia con Giacomo che mi piaceva solo fisicamente, e molto, tanto che in pratica è diventato da subito l’oggetto delle mie fantasie sessuali ma non mi piaceva affatto come persona. Non che fosse un cattivo ragazzo, ma aveva una mentalità che non sentivo mia da nessun punto di vista. Per un lato lo respingevo e per l’altro lo desideravo e lui l’aveva capito. Mi si è messo appresso in modo asfissiante ma con lui non era come con le ragazze, io in un qualche modo da lui dipendevo a livello sessuale e lo sentivo fortissimo: lo desideravo, mi eccitavo quando sentivo la sua voce al telefono, mi immaginavo di parlare con lui e cercavo di prepararmi prima quello che gli dovevo dire. Ho pure fatto di quei giorni un diario minuto per minuto, che, a rileggerlo ora mi fa uno strano effetto, ma allora ero proprio perso di Giacomo. D’altra parte sapevo che da lui non avrei potuto aspettarmi niente di buono e ne avevo conferme ogni giorno, mi coccolava un po’ a parole ma, con l’andare del tempo, sempre più per una specie di scommessa con se stesso più che per un interesse magari anche solo sessuale verso di me. H avuto più volta la sensazione netta che in ogni caso mi desiderasse solo a livello fisico, quando parlava con me o giocava o fingeva e ho avuto sempre la sensazione che non mi prendesse realmente sul serio. Con la forza della disperazione ho provato a staccarmi in tutti i modi ma ci stavo malissimo, insomma è durata mesi e mesi di angoscia e di starci male da cane, poi l’ho visto in un guardino pubblico che limonava con un altro ragazzo in modo piuttosto esplicito per quello che si può fare in un giardino pubblico. Pensavo che questo volesse dire che la storia con me sarebbe finita, ma non fu così. Continuava a chiamarmi come prima, e a mandarmi sms tipo san Valentino che mi davano proprio fastidio, diciamo a farmi la corte in un modo che mi sembrava molto stupido e superficiale. Avrei voluto parlare seriamente con lui ma quando ci provavo cambiava discorso. Comunque non mi disse mai nulla del ragazzo che avevo visto al giardino, tanto che io cominciai a pensare di avere sbagliato persona, ma dopo un po’, quando cominciavo a non sopportarlo più gli chiesi in modo esplicito di quel ragazzo e vidi che lui ebbe un momento di imbarazzo, poi ammise che era un amico e basta, ma con un amico e basta non si fanno le cose che ci stava facendo lui. Da allora il mio interesse per Giacomo è praticamente crollato, anche se ci fantasticavo spesso sopra, me lo sognavo a modo mio come lui non sarebbe mai stato. Intanto avevo mandato a quel paese anche l’amica o presunta tale che me lo aveva presentato, ma le chiacchiere su di me erano andate in giro, ormai in pratica tutti quelli che mi conoscevano sapevano di me. Era una sensazione molto sgradevole, mi sentivo nudo di fronte alla gente che sapeva tutti i cavoli miei. Non sapevo come comportarmi e avevo paura di tutti, che mi potessero mettere in imbarazzo. In meno di un anno sono stato oggetto di attenzioni molto sospette da parte di tre uomini 30/40enni che prima conoscevo solo di vista. Mi abbordavano come si fa con una ragazza, mi dicevano che ero bello e poi piano piano si allargavano anche a qualche mezza proposta accompagnata da complimenti che a me sembravano i tipici complimenti che si fanno a una puttana. A tutte queste cose ho cercato di reagire con distacco ma mi davano terribilmente fastidio. C’è stata solo una persona che mi ha colpito in modo positivo, un signore sposato di più o meno 50/55 anni che avevo conosciuto quando andavo a portare dei pacchi di un’agenzia di recapiti. Lo avevo incontrato più di qualche volta e un minimo di simpatia c’era. Era un uomo sposato, con figli, almeno in teoria non era gay e con me aveva un modo di fare molto diverso da quello degli altri. Un giorno che non sapevo dove sbattere la testa l’ho incontrato per puro caso e ho parlato con lui in modo libero ed è stato a sentirmi con la massima attenzione, poi mi ha dato molti consigli su che cosa fare. Non dico di essermi innamorato di quest’uomo perché fisicamente non mi piaceva, ma mi ispirava tenerezza, avevo l’impressione che ce la mettesse tutta per comportarsi come si deve con me, il suo modo di essere mi piaceva, aveva una dignità, è stato in pratica l’unico degli uomini che ho conosciuto che non mi abbia fatto la corte ma è probabilmente l’unico del quale penso che avrei potuto innamorarmi. So bene che la cosa può sembrare strana ma è così. Ho sempre pensato che fosse gay, lui non me lo ha mai detto e d’atra parte io non gliel’ho mai chiesto, in fondo saperlo penso non avrebbe cambiato nulla. L’ultima volta che lo vidi, dopo quasi cinque mesi, mi disse che la moglie era morta e che sarebbe andato a vivere in un’altra città col figlio grande, e non ci siamo più sentiti. Nel frattempo avevo cominciato a lavorare con un posto più o meno fisso nell’agenzia di spedizioni. Penso che né i miei colleghi di lavoro né tantomeno i clienti sapessero di me, ma ogni tanto qualcuno ci provava, diciamo che non passavano uno o due mesi che non arrivasse qualche proposta più o meno esplicita. È stato quello il periodo in cui ho provato il maggiore disgusto del fatto di essere gay, mi sentivo sbagliato anche come gay, uno fuori posto che sogna ancora una vita con un po’ di dignità. Sono arrivato a pensare che con uno di questi o magari con un ragazzo che mi avesse corteggiato su una chat alla fine ci sarei pure stato almeno per vedere che effetto fa e ci sono andato molto vicino, ma proprio quando ero sul punto di lasciarmi andare sono capitato su progetto gay. Non so se dire che per me le cose sono cambiate, forse è troppo, ma ho letto il forum in lungo e in largo e quasi non credevo ai miei occhi, dei ragazzi gay veri che discutono seriemente e che si sono creati una specie di mondo a parte, ma nel senso positivo del termine, diciamo un mondo incontaminato dove si parla seriamente di vita gay. Però leggendo il forum non ho trovato nessuna storia realmente simile alla mia. Mi piacerebbe sapere se ci sono dei ragazzi che si sono sentiti addosso le attenzioni non volute di altri ragazzi o anche di uomini adulti e come hanno reagito e anche se ci sono ragazzi che sono rimasti schifati dalla mentalità di altri ragazzi gay, come è successo a me. Io vorrei trovare solo degli amici seri con i quali poter parlare in modo libero e Project mi ha fatto capire che tutto questo è possibile.
Geppo86

p. s. Project, ti mando il mio contatto [-omissis-] e spero che ci si possa sentire presto.

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GAY O NON GAY QUESTO E’ IL DILEMMA

Ciao projet. sono passato di qua molte volte ma non ho mai trovato il caraggio di scriverti, anche perché sono ancora molto incerto e non riesco proprio… è una cosa più forte di me che non riesco a dire a nessuno e per me è la prima volta parlare così apertamente di ciò che in realtà non so di essere. Per questo mi rivolgo a te visto che hai (da quanto ho visto) una certa esperienza in questo ambito. Il mio è un pensiero non fisso, ma il cui sol pensiero mi fa stare male. Oggi ho letto alcuni post da te aggiunti (visto che non venivo qui da più di due mesi!) e vedevo dentro di me che c’era qualcosa che non andava, che leggendo il tutto sentivo un profondo peso, un qualcosa veramente di straziante!! Cerco perciò di aiutarti, sperando che te possa riuscire a capirmi e a farmi capire quello che sono veramente.
Fin da piccolo non posso negare che avevo un certo "prediletto" per i ragazzini è molto spesso quello che era il mio stesso sesso mi attirava molto. Ma in realtà dentro di me hanno convissuto sempre due anime che non hanno trovato ancora pace e nessuna di entrambe è riuscita (purtroppo!) a prevalere sull’altra. Ma nel frattempo che mi piacevano i lui avevo anche un certo attaccamento verso le lei!! Il mio primo bacio voluto (se così si può chiamare) l’ho ricevuto all’età di 6 anni da un bambino che appena ne aveva 4, ma quel bambino rimarrà per sempre nel mio cuore da quel momento. Nel frattempo però mi piaceva una mia compagna d’asilo con la quale dicevo di esser fidanzato e mi piaceva da impazzire, anche se di lei adesso non rimangono che ricordi. Comunque col tempo si cresce e nella mia vita ci sono state sempre donne: donne (bambine) a destra, bambine a sinistra che mi volevano, che impazzivano per me, mi volevano sposare (in poche parole la mia vita era circondata da femmine!) e mia madre mi faceva sempre "devi stare attento quando sarai più grande", ma io le rispondevo sempre: "mamma… io non mi sposerò mai!". Mi ero fatto una promessa con me stesso (e il signoruzzo davanti!): PROMETTITI CHE NON TI SPOSERAI MAI, PROMESSO!! Comunque questo è solo un inizio. A me piacevano molte ragazzine, ma anche ragazzini e in realtà a quell’età non capivo… Questo fino alle medie, quando tutto cambia: mi accorgo di avere qualcosa che non va, qualcosa di "diverso" rispetto agli altri e forse anche data la mia "bellezza" (anche se io non mi ci sono mai sentito) tutti mi prendevano in giro, perché ero troppo carino per essere un ragazzo: "troppo perfetto per esser un ragazzo"!?! Ed io pensavo: "ma infatti io non sono perfetto, ho un difetto che nessuno scoprirà…". Quindi "onorati" di ricevere questa mia prima confessione assoluta!! Comunque quel bambino a cui ho dato il mio primo bacio diventerà parte della mia vita, uscivamo, giocavamo insieme e… CI PROVAVA CON ME!!!, ed io non capivo perché, perché se sono un ragazzo?!? Poi quando ero più piccolo una storia analoga m’era già successa e mi sembrava "normale" che i ragazzini facessero questo. Arriva però il periodo più brutto della mia vita: le superiori! I primi anni sono stati un vero inferno!?! Non capivo perché mi prendevano in giro e dicevano cose di me che io stesso assolutamente non pensavo! Comunque passo la mia vita in un vero inferno e ho sempre pensato di stroncarmi, ma non so quale santo, o meglio quale "Freak Of Nature" mi ha salvato e la ringrazierò per sempre di questo. Arriva internet anche a casa mia e li inizia la mia girata per il mondo, per capire come effettivamente "girasse" il mondo e rimando sbalordito perché quello che pensavo io era effettivamente vero: ero come mi dicevano gli altri?? E questa è stata una bruttissima notizia per me, perché pensavo sempre di essere normale, anche perché mi piacevano le ragazze, però i ragazzi mi attizzavano molto. Ho avuto molte storie con ragazzE e tutte si sono concluse con esito negativo (ma per mia volontà!), l’ultima qualche settimana fa, quando ho scoperto il vero è proprio piacere… il più bel piacere che secondo me un uomo possa trovare, cioè mi sono masturbato per la prima volta alla modica età di 20 anni!! Infatti sono rimasto impressionato, anche perché solo prima me ne venivo solo nel sonno, quindi io aspettavo sempre la sera che per me era il momento più bello e la mattina mi svegliavo con qualche bagnatina in più, ma per me erano delle sensazioni bellissime!! Comunque meglio che giungo al sodo: non riesco proprio a capire se sono etero, omo o bisex, perché a me piacciono da impazzire sia le ragazze, ma anche i ragazzi, ma in realtà con loro non sono arrivato mai a certi punti, anche perché o non volevo o mi faceva paura, una paura da sentirsi male e di non sapere… Comunque per adesso ho trovato solo conferma nella mia "famosa" promessa, cioè che non mi sposerò mai, ma per il resto?? Ti chiedo semplicemente di riuscire a farmi uscire da questo "buco nero" da cui non riesco ad uscire. Grazie di tutto e ti chiedo momentaneamente di non pubblicare nulla di mio. Grazie e spero di sentirti al più presto!
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Ciao,
ho letto la tua mail che merita una risposta seria e mi sono messo subito a scrivere anche se prima di poterti dare una risposta veramente pertinente ci sarebbe bisogno di conoscere la situazione più da vicino. Ti do comunque atto di aver avuto un notevolissimo coraggio a scrivere una mail come quella che mi hai mandato. È probabile che tu abbia avuto un’infanzia profondamente condizionata, senza veri punti di riferimento adulti che potessero essere dei modelli credibili e soprattutto delle fonti consultabili per tutti i problemi connessi alla sessualità che un ragazzo che cresce può incontrare. Una questione fondamentale è quella connessa alla scoperta della masturbazione a 20 anni, che non è una cosa comune. Partiamo da un presupposto: l’adolescenza è intesa comunemente come quel periodo nel quale avviene lo sviluppo sessuale fisico, per i ragazzi lo sviluppo dei testicoli e del pene che arrivano più o meno alle dimensioni dell’adulto, questo sviluppo e che è accompagnato da modificazioni ormonali profonde. Ma in realtà, dire che nell’adolescenza comincia l’attività sessuale significa anche che a livello psicologico nell’adolescenza si va strutturando la sessualità adulta ossia prendono forma i desideri che poi saranno quelli tipici dell’età adulta. Poiché a quell’età non è concretamente possibile esercitare una sessualità di coppia, lo sviluppo sessuale è realizzato attraverso la masturbazione, che è un modo di sperimentare la propria reattività sessuale polarizzandola su alcuni contenuti specifici. È in questa fase che matura l’orientamento sessuale. Tieni presente che l’orientamento sessuale di un ragazzo non si manifesta nei suoi comportamenti sessuali di coppia, che possono essere condizionati da mille cose, ma nella masturbazione, nella quale la sessualità di un ragazzo si esprime in modo libero. Ti dico subito che mi è capitato altre volte di parlare con ragazzi che avevano cominciato a masturbarsi tardi, anche oltre il 20 anni, 22, 23 e anche di più. Questi ragazzi hanno vissuto un’adolescenza cui è mancata lì esperienza della masturbazione e quindi è mancato un supporto importante per la definizione dell’orientamento sessuale e della sessualità individuale. Questi ragazzi in genere non individuano in modo troppo netto l’oggetto del loro interesse sessuale perché questa individuazione avviene in genere proprio tramite la masturbazione. Ti faccio un esempio. Se un ragazzo sta benissimo sia con un ragazzo che con una ragazza ma si masturba pensando esclusivamente alla ragazza è etero e l’amico è solo un amico, se invece il ragazzo si masturba pensando al suo amico, anche se magari fa sesso con la ragazza, è da considerare comunque gay, perché la sua sessualità libera è orientata in quella direzione. Chiaramente questo criterio distintivo viene meno quando non si pratica la masturbazione e l’orientamento risulta almeno apparentemente incerto. La scoperta tardiva della masturbazione può essere riportata a due ordini di cause. In molti casi un adolescente non arriva a scoprire la masturbazione anche se ne ha sentito parlare dagli altri perché ha dei problemi fisici dei genitali che renderebbero la masturbazione dolorosa, tipico è il caso dell’ipersensibilità del glande, ossia della condizione per cui il glande scoperto fa male anche solo quando ci va sopra una goccia d’acqua della doccia, altra situazione non altrettanto condizionante può essere il frenulo corto, mentre altre condizioni, come la fimosi, cioè l’impossibilità di scoprire il glande, non impedisce la masturbazione. Oltre le cause fisiche esistono poi quelle di tipo psicologico, legate essenzialmente a forme di educazione repressiva con il tabù della sessualità o ad episodi a sfondo sessuale in cui la sessualità del ragazzo è oggetto di scherno. I ragazzi che scoprono tardi la masturbazione vanno incontro ad un periodo di maturazione psicologica della sessualità detto adolescenza ritardata. Si tratta ormai non di adolescenti ma di adulti che vivono però in età adulta le esperienze adolescenziali tipiche della masturbazione. Tra i ragazzi che sono arrivati tardi alla masturbazione per ragioni fisiche e quelli che sono stati pesantemente condizionati a livello psicologico c’è une certa differenza. I primi, superato il problema fisico (la masturbazione aiuta a superare il problema dell’ipersensibilità del glande) in tempi relativamente brevi (un anno o poco più), riescono a ridefinire o a sottolineare il loro orientamento sessuale proprio in base alle fantasie della masturbazione, per gli altri ragazzi la strada è un po’ più complicata, subentrano sensi di colpa rispetto alle attività sessuali di qualsiasi tipo e in specie alla masturbazione, si vedono tentativi di rimozione totale della sessualità, che viene tendenzialmente sublimata in varie direzioni (religione, studio, sport) e soprattutto subentra l’idea ricorrente di dover definire subito il proprio orientamento sessuale in termini di aut aut: o gay o etero. In realtà l’unica cosa che ha senso è non forzare i tempi e fare capire a questi ragazzi che devono lasciare libera la loro sessualità di manifestarsi e di orientasi in modo naturale, sottolineando che, qualsiasi essa sia, la sessualità di un individuo è una parte nobile e profonda della coscienza individuale. Il maggiore problema nello strutturare la sessualità in età adulta è dato dai condizionamenti esterni che un ragazzo che si masturba in età adolescenziale non prova affatto. Per un ragazzo giovanissimo la masturbazione, una volta scoperta, è un elemento di libertà che è molto più forte di qualunque tentativo di reprimerla. Quindi una cosa ti raccomando prima di ogni altra: vivi la sessualità in modo sereno, la masturbazione non è affatto una banalità, ti aiuta a capirti e ad esplorare la tua sessualità ed è una cosa importantissima. Non correre avanti, non cercare subito chiarezza o risposte definitive, lascia libera la tua sessualità e starai molto meglio con te stesso e con gli altri e non aver paura di nulla, che tu sia etero, gay o bisex hai comunque una vita da costruire anche a livello affettivo e sessuale e una felicità da realizzare. Un gay può essere un ottimo ragazzo e può essere felice come può esserlo un etero o un bisex. La prima cosa da fare e mettere la paura fuori della porta e accettarsi per quello che si è, piano piano, senza fretta e con la certezza di fondo che la tua libertà conta più di ogni altra cosa.
Un abbraccio.
Project

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