GAY E CALO DEL DESIDERIO SESSUALE

Caro Progettogay,

ti scrivo perché è da un po’ di mesi che leggo il tuo blog e devo dire che mi ha offerto molti spunti di riflessione; anche se non ti nascondo che alcuni mi hanno solo portato altri dubbi. Prima di raccontarti la mia storia ti dico subito qual’è il mio dubbio: non riesco più a capire se sono attratto davvero dai ragazzi, se questo sia dovuto al fatto che ultimamente sono deluso dai tipi che conosco o se, finita l’adolescenza, la mia fase di "scoperte" possa dirsi conclusa. Non sono un tipo che si rinchiude in etichette ma, sebbene possa essere sinonimo di vita più semplice, lo scoprirmi etero quasi mi spaventa, ed è per questo motivo che fino ad oggi non ho fatto la fatidica "prova del 9".. il perchè di questa mia "paura" sinceramente non so spiegarmelo. Cominciamo con la mia storia quindi, magari ti farai un’idea più precisa e capirai meglio questo mio dubbio.

Io ho 19 anni ed ho sempre saputo di essere omosessuale, almeno da che ricordo. Mia madre quando ero piccolo, era fortemente credente e seguiva (quasi con vigore) un gruppo religioso, cosa che mi ha portato non pochi problemi di accettazione, tutti, fortunatamente, superati quasi subito.

Da piccolo non mancavano i giochetti tra coetanei (8-9 anni se non ricordo male) ma non ci trovavo niente di erotico a dir la verità, era piuttosto un mezzo per capire come eravamo fatti e quanto eravamo simili/diversi agli altri. Cose a cui, in parole povere, non dai nemmeno peso a quell’età.

Passano gli anni e certe cose le dimentichi, passa il tempo e mi trasferisco nell’Italia centrale (prima abitavo al sud); avrò avuto suppergiù 9-10 anni.. Lì fare amicizia con i maschietti è stato un po’ più difficile così inizialmente ho legato più con le ragazze di classe mia e del mio paese, ma anche a questo non davo peso.. Cominciate le superiori vivo un adolescenza completamente tranquilla fatta di periodi bellissimi e ricordi fantastici, ma mi rendo conto che mi manca qualcosa e così comincio ad prendermi una cotta per una mia compagna di classe, cotta non corrisposta però. Anche se ciò non mi pesava più di tanto. In parallelo cominciai a masturbarmi e i miei pensieri erano tutti rivolti a ragazzi immaginari o a compagni di scuola che ritenevo bellissimi.

Il tempo passa e arrivano i 16 anni, età in cui le mie pulsioni diventano sempre più forti e vivendo in un paesino di campagna l’unico mezzo possibile per conoscersi erano le chat, così mi faccio coraggio e comincio a conoscere l’ambiente. Per non fartela lunga conosco due ragazzi: un uomo con cui però non intavolo niente, forse per paura forse per l’età e il mio primo ragazzo; lui 23enne del mio paese. Inizialmente mi da tutto quello che si può volere a 16 anni. Così la mia prima volta sarà con lui, anche se non troppo convinta. Finita, pochi mesi dopo conosco invece il mio, forse, primo vero amore Federico (nome di fantasia) e, tra alti e bassi, va avanti per circa nove mesi. Mesi in cui tocco le stelle con un dito e sto male come un cane (anche dovuto alla mia immaturità), mesi in cui ex si rifanno vivi e si intromettono per rovinare tutto: sentimenti, amicizie e conoscenze varie. Mesi che mi hanno fatto davvero crescere. Adesso è passato più di un anno da quando io e Fede abbiam chiuso, ma siamo rimasti in ottimi rapporti, non nego che ciò mi fa piacere e che mi lascia un bellissimo ricorso di Lui e di ciò che è stato, nonostante tutto.

Un anno appunto, un anno che ho trascorso a Milano, in una nuova città piena di opportunità, luoghi di incontro e, soprattutto, città in cui puoi essere liberamente te stesso senza aver paura che il paesello parli e senza doverti nascondere, di notte per un bacio che non è altro che amore..

A rigor di logica dovrebbe cominciare la bella vita, le nuove esperienze, le amicizie che ti amano per quello che sei e il divertimento in quei luoghi che per tanto son stati lontani. e invece no… La possibilità di esser così libero ha cominciato a scardinare tante certezze, il dire a nuove amicizie "sono gay" mi suonava inizialmente strano, l’esser accettato e il prendere i miei amori come qualcosa di naturalissimo lo era ancor di più.. Nuovi ragazzi, nuove conoscenze ma nessun amore. Col tempo, anche il mio desiderio sessuale ha cominciato ad affievolirsi. Ad esser sincero continuo a masturbarmi pensando a ragazzi e guardando dei porno ma se sono in compagnia di un ragazzo non vado oltre il bacio o quel po’ di petting..

Ultimamente non mi va bene nessuno e comincio a chiedermi come sarebbe con una ragazza ma nonostante le varie opportunità mi tiro sempre indietro. Continuo a guardare i ragazzi ma poi mi blocco; mentre, magari, vedo miei amici che riescono ad andare a letto con un ragazzo anche solo per divertimento e io alla mia età, dove gli ormoni dovrebbero impazzire per ogni tipo che passa, che me ne sto lì fermo a far poco e niente. Insomma la mia sessualità si è come affievolita, la mia libido non è più tanto forte e basta un difetto nell’altra persona per farmi trovare mille motivi validi al chiudere l’eventuale frequentazione.

Ammetto che questo comincia a farmi male perchè tutto ciò non mi permette di stare in pace con me stesso e questo pesa anche nella mia vita quotidiana. Vorrei una storia, vorrei un amore, davvero ma ogni volta mi riempio di dubbi e paura che fanno solo peggiorare la situazione. Certo se frequento un ragazzo non mi chiedo se sono o no gay, il solo baciarlo mi piace e eccita molto, ma oltre non riesco più ad andare…

Ci sarebbero mille altre cose da dire per spiegare meglio ma mi fermo qui perchè diventerebbero troppo private, se vuoi ti lascio il mio msn: [omissis]

Pubblica pure questa mail se lo ritieni opportuno, lascia anche il mio vero nome, spero di sentirti presto e di esser stato abbastanza chiaro.

Con Affetto,

A.

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Caro A.,

ho finito solo ora di leggere la tua mail e ti ho aggiunto su msn. Pubblicherò la tua mail cambiando almeno i riferimenti geografici per motivi di privacy, ma ritengo doveroso risponderti subito. Certo parleremo su msn e ci sarà modo di capirci meglio ma vorrei che ti arrivasse forte e chiaro da adesso che, alla tua età, con la tua storia affettiva e sessuale alle spalle, l’idea che tu possa finire per riconoscerti etero mi sembra del tutto irrealistica. In effetti quello che tu consideri un calo di desiderio sessuale si riferisce solo all’ultimo periodo, quello milanese. Parli delle due storie precedenti, specialmente di quella con Fede, con rispetto e non dai l’impressione di essere stato deluso quantomeno a livello affettivo e probabilmente anche a livello sessuale. Che cosa ti poteva proporre Milano: luoghi di incontri e una enorme teorica liberà, ma non sono queste le cose che possono rendere felice un ragazzo. Un ragazzo gay non è felice quando può frequentare locali e fare sesso in un ambiente in cui tutto è stranamente facile, un ragazzo gay è felice quando si sente amato veramente, paradossalmente l’amore senza sesso può portare la felicità ma il sesso senza amore non la può portare, tu uscivi da esperienze che avevano una dignità. La storia di Federico è una vera storia d’amore e passare da un’esperienza come quella alla libertà degli incontri di Milano deve essere stato deprimente. A., il problema non è sessuale è affettivo. Il desiderio sessuale vero non è una cosa astratta che scatta al passare del primo bel ragazzo, il desiderio sessuale è un desiderio di condivisione, di intimità senza segreti con un altro ragazzo e una cosa del genere si realizza solo se c’è una base affettiva serissima ed è questa probabilmente la cosa che a Milano ti è mancata del tutto. Il sesso ha un senso ed ha un senso profondissimo quando ci sono le premesse giuste, cioè quando ci si vuole bene in senso serio, quando si cerca di costruire una vita insieme. Se ti capita di avere vicino un ragazzo che non ami, per quanto bello sia, non avrai mai un desiderio vero di condividere con lui la tua intimità perché mancano del tutto le premesse indispensabili. Questo non è un calo di desiderio ma una reazione decisamente adulta che ti allontana da avventure che ti potrebbero solo delusioni. Stai tranquillo che quando riuscirai a costruire un rapporto vero con una ragazzo che ami e che ti ama non avrai problemi di nessun genere perché sentirai l’amore di quel ragazzo e vorrai manifestargli il tuo. Stai tranquillo, queste cose si risolveranno da sé quando vivrai una vera storia d’amore.

Un abbraccio e a presto.

Project

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Se volete, potete partecipare ala discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:
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TRAMONTO DI UNA CONVIVENZA GAY

Ciao Project,
sono un quarantanovenne appena uscito dalla sua terza e ultima storia di convivenza. Dico ultima perché, a parte l’età, non credo che vorrei più vivere niente di simile. So che il mio discorso è in un certo senso opposto a quelli che leggo nel forum, ma credo che ci siano delle componenti di età che non mi permettono più di riconoscermi in quel modo di pensare. Da tre settimane è conclusa la mia ultima convivenza, la più duratura (8 anni). Non mi sento solo ma finalmente mi sento libero e so che non ci ricascherò un’altra volta. Non ho nulla da rimproverare al mio compagno che è un uomo serio e mi ha voluto bene, ma lo dico al passato, perché tutto passa, poi arrivano altre esigenze, non si tratta di tradimenti, alla nostra età sarebbe ridicolo, ma ognuno vuole la sua libertà e alla fine si sente il peso di vivere in coppia. Non mi avventuro alla ricerca dei perché che in effetti non aggiungerebbero nulla, mi basta il fatto che a un certo punto preferisci stare solo. Lui non mi manca, ci penso ogni tanto, ma non ho nessun desiderio di ritornare con lui. Come dire, piano piano ci si distacca, tutte quelle belle fantasie sulle quali si costruiva il senso della vita di coppia vengono meno, e ti accorgi che l’uomo che hai accanto non lo conosci a fondo, che ha altre esigenze che non potresti mai soddisfare e non sai nemmeno quali possano essere, ti rendi conto che lui in effetti non ti capisce. Ti aspetteresti da lui una reazione e invece o non arriva nessuna reazione e lo vedi distratto, oppure arriva ma non è quella che avresti voluto. Ti serve un po’ di tenerezza, una carezza, e ti trovi di fronte mille ragionamenti che non ti servono a nulla. Penso in effetti di essere stato anche io del tutto incapace di capire le sue esigenze. Ho continuato a camminare per la mia strada e lui per la sua, per un po’ le nostre strade sono state vicine, e allora ci siamo illusi di camminare insieme, ma poi si sono si nuovo separate. Leggevo le pagine di diario del gay settantenne e anche se ho 20 anni di meno mi ci sono ritrovato. Lui il compagno lo ha perso e magari col compagno sarebbe stato felice pure da vecchio ma poi alla fine dei conti si torna sempre alla solitudine che non è una cosa terribile, forse è proprio una forma di liberazione. Ho pensato che se non avessi convissuto col mio compagno ma ciascuno fosse rimasto al posto suo, probabilmente, adesso staremmo ancora insieme ma in un modo che ci avrebbe permesso di salvare la nostra autonomia, forse è possibile volersi bene per molto tempo solo se ci si vuole bene a distanza, così l’altro c’è, ma relativamente, non ci devi fare i conti tutti i giorni. Chi lo sa, forse sto invecchiando ma comincio ad apprezzare la mia libertà.

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FANTASIE GAY DI UN UOMO SPOSATO 2

Ricevo oggi da Pietro, l’autore della mail di apertura della discussione FANTASIE GAY DI UN UOMO SPOSATO,

http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=16&t=728&start=0,

una nuova interessantissima mail che pubblico qui di seguito. La pubblicazione della sua prima mail e della mia risposta ha dato seguito sul Forum di Progetto Gay ad una discussione dai toni piuttosto accesi ed è probabile che questa seconda mail possa riaccendere la discussione perché contiene riferimenti specifici a vari interventi di commento della prima mail. Apro quindi una nuova discussione intitolata “FANTASIE GAY DI UN UOMO SPOSATO 2” perché si tratta della prosecuzione della prima discussione e per dare maggiore visibilità alla nuova mail.

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Caro Project, sono sempre “l’uomo sposato con fantasie gay”. Scusa se ti scoccio ancora, lungi da me approfittare della tua immensa disponibilità. Ma ho seguito con molto interesse la discussione che è seguita sul mio caso. Mi sarebbe piaciuto iscrivermi al forum e rispondere alle numerose osservazioni, ma mia moglie non approverebbe. Mi ha fatto piacere l’interessamento, ma sono state dette cose sul rapporto d’amore con mia moglie che non mi hanno fatto molto bene: mi sta bene essere considerato un gay represso o un bisessuale schizofrenico (sì, ho sempre saputo che il mio comportamento tanto normale non è e nella mia vita non mi sono mai sentito etero, mi sono sentito gay a periodi prima di conoscere mia moglie, bisessuale quasi sempre), ma mi fa male quando uno mette in discussione l’amore profondo (inteso come sentimento e sesso) per mia moglie. Capisci che per me la cosa sarebbe terrificante: vuol dire che per tutti questi anni di matrimonio con mia moglie ho soltanto finto soprattutto con me stesso inconsapevolmente, pur essendo profondamente convinto di amarla nel senso più alto del termine e soprattutto di avere un appagamento sessuale: se ci penso mi viene da piangere!

Volevo però dirti che sei proprio un grande e sai perché? Mi sono andato a leggere un tuo post del 31 marzo 2010 dal titolo “Sessualità gay e trasgressione”. Riporto 2 passaggi fondamentali : << In alcuni casi dei ragazzi che hanno una vita affettiva e sessuale di coppia tipicamente etero e pienamente soddisfacente, non si masturbano mai pensando a una ragazza ma lo fanno pensando esclusivamente a ragazzi dai quali non si sentono coinvolti a livello affettivo, con fantasie concentrate su un particolare comportamento sessuale ritenuto particolarmente trasgressivo. In situazioni del genere, il classico principio della sessualità libera, in base al quale l’orientamento sessuale emerge nella masturbazione (sessualità libera) e non nella sessualità di coppia, non può essere applicato proprio perché in queste situazioni la masturbazione non è realmente libera e il fatto di masturbarsi con fantasie gay “trasgressive” o ritenute tali indica che la masturbazione è vissuta non come sessualità ma come un atto di ribellione contro dei tabù. Più “trasgressive” sono le fantasie che accompagnano la masturbazione maggiore è la gratificazione che si ottiene dal superamento del tabù. Intendo dire che per questi ragazzi la masturbazione non è realmente un’esperienza sessuale ma un atto di affermazione di sé come persona svincolata dai tabù. Questo meccanismo di superamento dei tabù tramite la masturbazione “trasgressiva” può in alcuni casi evolvere in forme di sessualità di coppia “trasgressiva”. >> <<E’ evidente che in questo caso la masturbazione non è affatto una forma di sessualità libera e, direi, non è neppure una forma di vera sessualità. Accade non raramente che alla masturbazione “trasgressiva” in chiave gay di un ragazzo che è realmente un etero si accompagni la tentazione di mettere in pratica le fantasie masturbatorie. Bisogna osservare che in questi casi la dimensione affettiva manca del tutto e il problema si riduce al portare il superamento dei tabù dalla dimensione masturbatoria che appare riduttiva a una dimensione ben più “trasgressiva” di sessualità di coppia. Sottolineo che i ragazzi che hanno una masturbazione gay “trasgressiva” hanno in genere una visione piuttosto distorta della sessualità gay che per loro, anche se a parole dicono il contrario, è sostanzialmente qualcosa di anomalo che diventa interessante proprio perché “trasgressivo”, l’idea di sessualità e di affettività gay come normalità per questi ragazzi è difficile da accettare, in un certo senso, se considerassero normale la sessualità gay essa perderebbe per loro ogni attrattiva. Va detto che questi ragazzi nella grande maggioranza non si sono mai innamorati di un ragazzo e considerano quantomeno innaturale che due ragazzi possano vivere un innamoramento profondo e reciproco. Tutto questo con l’essere gay non ha chiaramente nulla a che vedere.>>

Nel suddetto post descrivi esattamente come è la mia situazione dopo che ho conosciuto mia moglie, tranne, secondo me, che proprio etero non sono. Questa cosa l’hai scritta 3 mesi prima che ti raccontassi la mia esperienza! Quindi insistere sulla teoria che è la sessualità libera che determina il vero orientamento sessuale mi sembra nel mio caso troppo semplificatorio.

Vorrei dire che, senza aver letto il post di sopra (lo giuro, prima che qualcuno ne dubiti) guardacaso dopo il mio coming out con mia moglie, come ho già detto, stiamo facendo del sesso più “trasgressivo” (lo ammetto, in questo periodo non riesco a fare a meno di essere penetrato da lei quasi tutte le sere; sono sessualmente felice, anche perché il piacere mi deriva non solo dall’atto in sé, ma anche dal fatto che me lo fa mia moglie e ciò mi fa sentire come ai primi tempi del matrimonio). Non solo, ma le cose che ho appreso dal tuo sito mi hanno fatto meglio comprendere la realtà gay come qualcosa di meno trasgressivo e guardacaso, almeno per il momento, non mi masturbo più con certe fantasie!

Mi rendo conto che pretendere di descrivere la mia vita sessuale e affettiva in 3 pagine è stato un errore, perché non si riesce a far capire tutte le sfumature, ma non potevo annoiarvi soffermandomi sui dettagli. Dopotutto il mio obiettivo non è stato quello di sapere cosa sono (sono una persona molto portata all’autoanalisi: un’idea me la sono già fatta da anni), ma di avere un consiglio sul miglior modo per vivere la mia situazione e ci sei riuscito molto bene, Project: mi hai fatto capire che cercare ora rapporti occasionali anche a pagamento sarebbe deleterio prima di tutto per me, prima ancora che per la mia famiglia.

Certo, prima di conoscere mia moglie pensavo quasi esclusivamente a ragazzi nella masturbazione ma si è quasi sempre trattato di masturbazione anaffettiva: anche quando pensavo a ragazzi specifici (ad esempio compagni di liceo o di università) li pensavo sempre come oggetti sessuali. Non ho quasi mai preso “cotte” per ragazzi, mentre per ragazze sì (accompagnate da desideri sessuali che però solo per brevissimi periodi accompagnavano le mie fantasie masturbatorie: ha ragione Jek70, non sono normale).

Con mia moglie sono stato fidanzato 3 anni e sono stati anni bellissimi come i primi anni dopo il matrimonio, quando sessualmente eravamo molto attivi non solo perché a monte c’era un profondo rapporto d’amore. In quei 3 anni mi sarei dovuto accorgere se qualcosa non andava e mollare tutto, invece andava tutto benissimo: ricordavo l’altra sera con mia moglie che mi bastava sentire la sua voce al telefono per avere un’erezione! Non che abbia smesso di masturbarmi pensando a rapporti omosessuali, ma le mie fantasie sessuali si sono orientate esclusivamente a rapporti trasgressivi immaginari, senza più pensare a specifici ragazzi. Del resto la parte affettiva dell’amore per mia moglie non è mai venuta meno: lei è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita e lo voglio urlare a tutti! Quella sessuale è scemata, a partire dalla nascita del primo figlio, ma è una cosa normale nelle coppie (vero Barbara?). Non la addebiterei al mio essere bisessuale o se preferite gay represso, semmai è il contrario. Chi conosce la vita di coppia sa che a un certo punto non basta più vedersi nudi per eccitarsi, anche perché il fisico non è più bello come una volta, ma occorre sempre più sapersi toccare, accarezzare, ecc. in un crescendo di nuovi stimoli sessuali che per chi ha una libido molto alta come me può voler dire sperimentare “giochi” più “trasgressivi”. Ciò comporta tempo, dedizione e con 2 figli, il lavoro, la casa vi assicuro che non è facile. Ecco che quindi la masturbazione per me non è l’unica forma di sessualità conseguente al fatto che non mi piace quella espressa con mia moglie, ma la valvola per sfogare i propri istinti in maniera semplice, senza troppa fatica e coinvolgimento intellettuale / sentimentale.

Quello che volevo dire quindi è che da anni mi sono convinto che sono bisessuale e credo che la vostra discussione non fa altro che confermarlo, ma non porrei troppo l’accento sulla dissociazione fra affettività etero e sessualità gay, perché anche dal punto di vista sessuale il lato etero è per me appagante e lo è tanto di più perché alla base c’è un profondo legame affettivo! (e tu Project questo lo hai colto da subito).

Non vorrei poi scatenare le vostre reazioni di tipo etico (non siate troppo cattivi con me), ma mi sento di dire che io sono sempre stato felice di essere bisessuale: è bello poter amare la propria compagna e quindi sentirsi sessualmente soddisfatto con lei e contemporaneamente provare eccitazione nel vedere bei ragazzi per strada e se poi questa eccitazione la posso condividere con la donna della mia vita è ancora più bello!

È ovvio che un bisessuale che ponga la famiglia “tradizionale” in cima alla scala dei propri valori debba a un certo punto fare una scelta: da qui il mio rimpianto per non aver vissuto pienamente la parte omo quando potevo.

Vi ringrazio tutti, nessuno escluso e vorrei veramente abbracciarvi non solo virtualmente, anche quel “cattivone” di Editore, le cui analisi mi sono state molto utili per comprendermi ancor meglio. Un grazie particolare, oltre che a Project, anche a Barbara, che ha saputo esprimere in maniera sublime il mio stato d’animo e della quale condivido ogni singola parola.

Complimenti a Telemaco per la sua sensibilità: è una qualità che fa sempre piacere trovare in ragazzi della sua età e gli auguro di trovare la persona che possa renderlo felice perché se lo merita.

Complimenti anche ad Aster, che dal suo blog appare essere un ragazzo dolce, colto e anche carino: nelle mie prossime fantasie masturbatorie mi ecciterò pensando a lui che mi dice “brutto finocchio represso tipico!”. A parte gli scherzi, è proprio un ragazzo in gamba e non soltanto per la storia del coming out (da genitore spero che le cose con suo padre si siano sistemate: per un padre sentire vicino il proprio figlio che lo ha “tradito” non ha prezzo). Anzi, per quanto mi riguarda, ‘ste storie di coming out mi hanno un po’ stufato anche per le polemiche. Piuttosto Aster, facci sognare e raccontaci la tua storia d’amore col tuo ragazzo (sentimentalmente eh, meglio specificarlo prima che cominciate a ripensare che sono un pervertito).

Mi spiace non poter partecipare attivamente al forum, ma magari vi seguirò e chissà, fra qualche anno, quando il mio primogenito sarà in età, spero vi possa far piacere leggere quello che avrò da dire sull’educazione sull’orientamento sessuale e sentimentale. Spero che saprò essere un buon padre, su questo, grazie alla mia “esperienza” e grazie a voi.

Un caro saluto, Pietro

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CONCETTO DI COPPIA GAY

Project,

ma un ragazzo che si sogna di vivere con un altro ragazzo, di volersi bene insieme, di essere un po’ come una famiglia è proprio uno che dice stupidaggini? Io è questo che vorrei, volersi bene in due. Sesso, pure quello, ma io voglio uno che mi voglia bene, io sono certo che ce la metterei tutta per volergli bene e poi mi verrebbe in modo spontaneo. A tanti ragazzi però questa cosa così non gli piace proprio, magari cercano avventure oppure pensano che tanto uno che ti vuole bene non lo trovi mai. Ho due amici gay un po’ più grandi ma non mi piace come ragionano, loro non si innamorano veramente, loro giocano a fare i gay, io penso che se sei gay di stare con un ragazzo che ti vuole bene lo desideri proprio, a me succede così, con il mio ragazzo ci vorrei proprio vivere insieme (adesso purtroppo un ragazzo non ce l’ho), però mi fanno sentire strano, come se io a 16 anni dovessi avere per forza le pare che hanno loro. In un locale gay non ci sono mai stato e la fantasia di andarci non ce l’ho proprio, non sono ipocrita e un po’ di porno lo cerco anche io ma quando troverò un ragazzo mi dedicherò a lui con tutte le forze. Perché i miei amici cercano in tutti i modi di dirmi che non ha senso? Per me ce l’ha!

Poi ti volevo chiedere un’altra cosa, ma tu credi che a 16 anni un ragazzo possa veramente essere maturo per avere un ragazzo, io non mi ci sento molto, cerco di capire come reagirei ma probabilmente devo imparare ancora tante cose, mi sento insicuro, non di essere gay, quello anzi è una della poche cose che mi sembrano assodate. Non so come si fa a volere bene a un ragazzo, il sesso va bene, ma non credo che sia tutto lì. Non mi sono mai innamorato veramente, certi ragazzi mi piacciono pure, poi quando ci parlo mi cascano proprio, con quelli non ci vorrei stare proprio. Mi piacciono i ragazzi non spacconi, quelli che non parlano sempre loro e sanno pure stare zitti quando serve.

Dici che sto ancora nel mondo dei sogni e non mi sono reso conto che il mondo funziona diversamente?

Se vuoi pubblica la mail, ma se pensi che scateni un putiferio lascia perdere, però dimmi che ne pensi.

Ciao. L.

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GAY SPOSATI E SUBLIMAZIONE

Ciao Project,

ti scrivo questa mail perché ho dato uno sguardo al sito google e anche al forum e mi sembrano cose serie, né ideologiche né per fare soldi. Mi trovo in una situazione piuttosto difficile e ho bisogno di capire che cosa mi sta succedendo. Ho 31 anni, ti potrei dire che sono stato sempre gay, perché all’esterno è stato sempre così e diciamo che per un buon periodo ho creduto anche io che fosse così, però se vado a cercare molto indietro nella memoria, quando avevo 11-12 anni, ci ritrovo in pratica tante cose che mi fanno pensare. Da ragazzino avevo la fissa di vedere nudi gli altri ragazzini, al mare cercavo di spiarli, i ragazzini non le ragazzine e mi ricordo ancora benissimo che una volta un ragazzo di 19 anni che giocava con noi sulla piaggia si tolse il costume davanti a me con la massima naturalezza. Non me lo sono più dimenticato, io avrà avuto allora più o meno 14 anni, la masturbazione l’ho scoperta così, da solo ovviamente. Cercavo di fare di tutto per stare insieme a quel ragazzo che mi trattava pure bene, ma lui aveva una ragazza e i suoi gli avevano regalato una canoa a due posti e così da allora ha cominciato a starsene sempre in canora con la ragazza, quando tornavano a terra lui giocava con noi a pallone ed era proprio simpaticissimo poi la ragazza lo chiamava e se ne andavano. Io quella ragazza l’ho odiata. Dai 14 anni le mie fantasie sono state rivolte a ragazzi più grandi di me, ormai i miei coetanei non mi interessavano più. L’estate successiva, avevo 16 anni, e venne alla spiaggia un ragazzo di 17 anni, un tipo con un bel fisico. Per un po’ di tempo abbiamo preso l’abitudine di fare il bagno insieme, lui aveva un battellino gonfiabile, andavano un po’ all’acqua alta, ma non tanto perché si toccava ancora, lui si metteva in piedi nel battellino e io cercavo di farlo cadere in acqua e poi lui si decideva e faceva un tuffo. La cosa che per me aveva importanza era il fatto che portava un costume largo e quando si metteva in piedi nel battellino mentre io agitavo il battello cercando di farlo cadere si vedeva tutto, chiaramente lui non era affatto eccitato ma poterlo vedere in quel modo mi piaceva moltissimo. Dai 17 anni, penultimo anno di scuola, la mia vita è cambiata. È venuto a insegnare religione un prete che avrà avuto più o meno 50 anni, uno che aveva un suo fascino perché presentava la religione in un modo intelligente. Questo prete teneva un oratorio per i ragazzi e io ho cominciato a frequentarlo, all’inizio proprio perché c’erano o ragazzi. C’era pure la messa domenicale tutti insieme. Il mio insegnante mi ha avvicinato alla religione, lui non confessava mai i ragazzi che aveva scuola e questo lo apprezzavo moltissimo, insomma, con molte resistenze, almeno all’inizio ho cominciato a frequentare la chiesa e lì sono venuti i primi problemi con la sessualità. Penso che tutti i ragazzi che hanno frequentato la chiesa ci siano passati ma niente di grave. Nel gruppo gestito dal sacerdote le ragazze erano rare ma qualcuna se ne vedeva. Una si chiamava L. era carina e pure parecchio sveglia. Ti risparmio i dettagli, a 17 anni e mezzo ho avuto il mio primo rapporto sessuale con L. e la cosa mi è piaciuta. In pratica da allora non ho più avuto fantasie gay di nessun genere. Sono uno sportivo, sto nudo con i miei compagni di squadra un giorno sì un giorno no e la cosa mi è completamente indifferente. Due anni fa mi sono sposato con L., in pratica, secondo i canoni comuni, sono ridiventato un uomo normale. L. non nulla delle cose di quando ero ragazzo e non gliene ho mai parlato perché onestamente le credevo del tutto superate. Ma da sei mesi le cose sono cambiate, molto lentamente ma sono cambiate, Ho conosciuto al lavoro un ragazzo di 24 anni, francamente non mi interessa nemmeno sapere se sia gay o etero anche se penso che sia etero. Lui sa che sono sposato e che amo moltissimo mia moglie il che in un certo senso è vero perché con lei vivo una sessualità assolutamente felice e quando raramente mi masturbo penso solo a mia moglie, ma il guaio è che tendo a vedere mia moglie soprattutto sotto il profilo sessuale, quando tra noi qualcosa non va bene la mettiamo sul piano sessuale e si superano tutti i problemi, almeno all’apparenza. Col mio collega non provo implicazioni sessuali di tipo fisico, ma penso di essermi innamorato di lui, non so come spiegarti, sono arrivato a dire bugie a mia moglie per passare una serata con lui, mi fa una estrema tenerezza e tra noi si è sviluppato un rapporto fortissimo che mi sembra proprio che lui viva nello steso modo. Stiamo bene insieme, quando litigo con mia moglie (succede di rado) lo chiamo e la sua voce ha il potere di calmarmi, quando lo vedo in ufficio sto proprio bene, quando non c’è mi manca dannatamente, è un po’ quello che dovrebbe succedere con mia moglie ma con lei con succede mentre col mio collega sì. Ho letto sul forum della dissociazione tra affettività e sessualità, però si parla solo di uomini che sono attratti sessualmente da altri uomini ma che si innamorano solo di donne, a me sta succedendo il contrario. Non credo che riuscirei a concepire l’idea di fare sesso col mio collega, ho provato a cercare di vederlo in chiave sessuale ma il senso del rapporto non è quello, non so che pensare, l’avrò rimosso. Comunque quello che mi fa più pensare ed in un certo senso mi incoraggia è il fatto che sia una cosa condivisa, non so se lui se ne rende conto o se la vive semplicemente come una bella amicizia tra etero ma è certo che qualche cosa di speciale ce la trova. Nell’ultimo periodo questa storia ha preso sempre più piede dentro di me. Non so se si possa chiamare innamoramento, sesso in modo percepibile non ce n’è ma anche solo vederlo mi fa stare bene, è un po’ come se fosse il mio modello di uomo, quanto di meglio ho conosciuto, fisicamente ma soprattutto affettivamente, lo stimo proprio, gli voglio bene, penso che lui sia meglio di me e la cosa mi fa immensamente piacere. Sono arrivato a pensare una cosa paradossale e cioè che forse potrei arrivare a preferire di vivere col mio collega senza sesso piuttosto che con mia moglie. So che posso sembrare ipocrita ma è quello che mi succede. Che deve fare un trentunenne sposato che si trova in questa situazione? Io di perdere il mio amico non ne ho nessuna intenzione e mia moglie sembra che sia contenta così, in pratica che cosa le sto togliendo? Un po’ di affetto, è vero, ma è un tradimento questo? E soprattutto, come andrà a finire?

Project, se vuoi pubblica la mail ma rispondimi in privato. Grazie per la pazienza. Aspetto la tua risposta (e possibilmente il tuo contatto msn).

Enzo (nome di fantasia)

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QUADERNO DI UN VECCHIO GAY

Ricevo e pubblico queste pagine di diario. Non è il mio diario! Ringrazio di cuore Fabrizio che me lo ha mandato (ti ho risposto per e-mail).
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Che giornata! Fa un freddo boia ma io me ne sto a casa, mi faccio una tazza di tè e sento un po’ di musica. Forse gli altri vecchi non si accorgono così chiaramente di invecchiare. Se hai figli ti devi preoccupare per loro, li hai messi al mondo e devi fare in modo che ci possano stare dignitosamente, o il meno peggio. Io adesso ho solo un fratello parecchio più giovane di me, lui ha famiglia e quindi ha altro da pensare, i nipoti hanno la vita loro e che possono capire di un vecchio? Mi fanno un po’ di moine quando capita che mi vengono a trovare ma per loro la vita è ancora tutta una promessa. Ancora sto in salute, diciamo così, almeno non sembra ci siano cose che mi potrebbero portare dall’altra parte in tempi brevi. E allora mi sono rimesso a scrivere, ma voglio mettere da parte le chiacchiere, devo scrivere solo cose, fatti immediati.

Stamattina non vado a fare la spesa perché fa troppo freddo. È un po’ di tempo che non vado più al supermercato a fare la spesa grossa, portare troppo peso mi fa venire i dolori e la macchina non la prendo quasi mai, la tengo per ogni evenienza, ma tanto se servisse magari per portarmi all’ospedale non saprebbero dove è parcheggiata e dove stanno le chiavi. Prima o poi la macchina la vendo perché non mi serve proprio a niente, però rinvio, chi lo sa, potrebbe servire. Quindi spesa niente e alla peggio scendo alla rosticceria qua sotto e compro una cosa già cucinata, ancora me lo posso permettere, è vicino e costa poco e poi non devo lavare piatti.
Quando ero giovane avevo una casa piena di tutto e sempre in disordine, adesso non c’è una virgola fuori posto. D’altra parte la casa è piccola piccola e si fa presto.

Quando ero giovane l’ho rimpianto di non avere una casa più grande, come se la casa grande avesse potuto cambiare le cose, adesso piccola mi sta bene non ci sono cose inutili e poi ho fatto spazio, ho buttato via tutto anche cose che avevo conservato per anni.
La signora della rosticceria mi tratta bene perché ci vado quasi tutti i giorni, è una signora grande che in quel posto ci ha passato la vita, adesso si sono allargati e il locale è messo bene e poi ci va tanta gente. Quando ci vado mi metto sempre bene, barba fatta e camicia stirata e soprattutto scarpe lucidate, non voglio cominciare ad andare in giro trasandato, almeno un po’ di decoro lo devo salvare. Tornando a casa ho incontrato il portiere, un ragazzo giovane credo dell’America latina che ha moglie e figli piccoli, veramente un bravissimo ragazzo. Quando mi vede mi saluta e mi fa un sorriso e io rispondo con la mano come se fossimo vecchi amici.

Il pranzo è finito, quello che è rimasto va bene per la sera, ho preso le medicine e per fortuna hanno acceso il riscaldamento e si sta bene. Mi metto un poco di musica bassa bassa e mi metto sul letto perché se sto in piedi i dolori si fanno sentire di più.

Ho sentito una trasmissione sul festival e sulla canzone di quello che non è più gay. Ma perché si buttano i soldi in queste cose quando ci sta tanta gente che muore di fame? E poi Lippi dice che nel calcio di gay non ne ha mai visto uno e la gente va appresso a queste cose, è proprio deprimente. La gente pensa che si è gay a 20 anni e poi passa, ma quelli che sono gay a 20 anni, dopo 50 anni, se sono ancora vivi, sono gay vecchi, ma non fanno più notizia, quello che fa notizia è il bel ragazzo che puoi mettere in copertina, il resto ha fatto il suo tempo.

Sono stato al matrimonio di un mio lontano nipote, un rito veramente grottesco, almeno dal mio punto di vista, la socializzazione dei rapporti d’amore, ammesso e non concesso che amore ce ne sia e non sia solo un contratto di quattrini. Poi dicono matrimonio gay! Per carità! Finire in inghippi simili non lo augurerei a nessuno; suoceri, cognati, obblighi ecc. ecc.. Non vedevo l’ora di andarmene, Come si sta bene a casa! Senza nessuno! Mi sento misantropo e mi sa che il mio essere solo alla fine è addirittura un vantaggio. Ha cominciato a piovere ma non devo uscire di casa oggi ho mangiato pure troppo. Lunedì devo andare dal dottore così faccio un po’ di controlli. Adesso vado a dormire che sono frastornato.

È ancora notte, ho aperto la finestra e fa un freddo polare, per terra è tutto gelato. Dovrei scrivere a [omissis] ma non ne ho nessuna voglia.

Sono passato dalle parti dell’università, mi ha fatto un’impressione stranissima, i ragazzi ci sono sempre, identici a quelli di quando io avevo vent’anni, ma adesso sono vecchio. Sono belli, ma a quei ragazzi non ho nulla da dire e non ci si capirebbe proprio. Due mondi, due galassie lontane, una, la mia, si avvicina ad un buco nero. Senso di solitudine, di distacco, di indifferenza. In fondo non mi manca nulla: la casa, la pensione. Certo non ho progetti, niente che riguardi il futuro, un vecchio, un tramonto lento.

Ho conosciuto in parrocchia un prete giovane (meno di trent’anni) mi irrita per le continue attenzioni che ha per me, si comporta come un boy scout che vuole fare la buona azione quotidiana, quando parla con me cambia voce, come se fossi del tutto rimbambito e io lo lascio fare, a ragionare seriamente non ci provo nemmeno.

Non amo le persone con atteggiamenti assertivi. Anche se è assurdo, un vecchio può pure credere di essere un oracolo ma che lo pensi un giovane è ridicolo. All’ufficio postale c’era un ragazzo che parlava a ruota libera di economia e non la finiva più, sapeva tutto, aveva capito tutto. Io di economia non ne capisco niente ma se ne capissi qualcosa me la terrei per me.

Ho fatto colazione al bar, ho fatto mettere due cornetti in una bustina ma poi li ho lasciati lì. Mi sento uno che fa le cose senza pensare.

Oggi una signora dal fornaio stava parlando dei gay, povera donna non aveva la più pallida idea di quello che stava dicendo e le davano tutti ragione, pure io, tanto il cervello delle persone non cambia.

Ho incontrato la vedova della prima scala, mi ha detto quanto voleva bene al marito. Quando il marito era vivo litigavano tutti i giorni a urli e strilli e li sentiva tutto il palazzo e gli strillava contro che era un debosciato, adesso è morto ed è diventato un santo. Almeno a me queste cose non toccano.

Ho saputo che alcuni condomini pensano che sia vedovo, non solo ma uno dice perfino di aver conosciuto benissimo mia moglie. Non me lo hanno detto in faccia, quindi lasciamo fare: vedovo è ok, non sposato è sospetto.

Oggi stavo cadendo dalle scale, non sono finito per terra perché mi sono aggrappato alla ringhiera, mi dovrò adattare a prendere sempre l’ascensore.

Mio fratello mi ha invitato a pranzo ma non ci sono andato, mi dispiace solo perché da lui si mangia bene.

Ho trovato due mie poesie di quando avevo 25 anni, le ho lette, è come se non fossero mie, le ho buttate via, von voglio feticci.

Che c’è di fronte a me, be’ …

Stasera vado a una cena con due ex-amici di lavoro, ci penso con un certo interesse. Strano!

Non è stata affatto male, tre vecchi che ricordano cose che non ci sono più e ci ridono sopra. Sono bravi ragazzi, ma abbiamo parlato solo di ricordi di lavoro, solo di quello. Meglio di niente. Ho pure bevuto un po’. Devo ricominciare a comprare il vino perché è una cosa buona.

Visita cardiologica passabile. Non ci lamentiamo. Analisi passabili, anche il PSA. Meglio così.

Dovrei pensare seriamente di trovarmi un interesse. Mettermi a studiare? Alla mia età? Non lo so, leggere un po’ lo faccio, ma così per perdere tempo. Mi alzo tardi e mi impigrisco e ne risente il cuore, dovrei muovermi, fare ginnastica, una mezz’oretta al giorno “con calma” come dice il dottore. Di andare in giro non mi va, fa un freddo polare, è meglio se aspetto la primavera.

In chiesa mi trovo solo col parroco vecchio, almeno non fa chiacchiere.

Stamattina al bar una cosa bella, una ragazza nera che serve al bancone, quando mi sono avvicinato mi ha sorriso, si è ricordata di che cosa prendo sempre e mi ha dato pure un bicchiere d’acqua senza che glielo chiedessi, perché ieri gliel’ho chiesto, ha proprio il modo di fare di una signora, mi fa simpatia, è dolce, una donna così l’avrei sposata, forse no, ma forse sì, magari per lei sarei stato solo un peso.

Ho pagato la televisione, me ne ero scordato. Pure questo non era mai successo, è il cervello che comincia a fare cilecca.

Mi sono preparato al computer tutta la lista delle cose che devo fare, prima di tutto delle tasse, irpef, ici, mondezza, televisione, tassa di circolazione, la scadenza della patente (tra poco la devo rinnovare), Carta d’identità, libretto di pensione, tesserino del codice fiscale, tessera sanitaria, esenzioni sanitarie, assicurazione della macchina.

Domani devo andare a prendere la pensione. Vado alle otto, quando aprono, così sto a casa prima. Questo mese ho speso pochissimo ma dopo che prendo la pensione mi devo comprare un giaccone nuovo e un paio di scarpe e così le economie me le mangio tutte.

Ho trovato un blog gay che mi è sembrato fatto bene ma sono cose da ragazzi, beati loro, quando diventi vecchio, o gay o quello che sei, sempre niente conti.

Oggi ho fatto la lavatrice ma i panni li ho dovuti appendere dentro casa che se li metto fuori si gelano.

La vedova vuole che vada alla riunione di condominio per una cosa di uno che ha il cane che piscia per le scale ma come me l’ha detto non mi è piaciuto proprio. Tutte smancerie, un poco da pu.. le ho detto che ci andrò certamente ma non ci andrò proprio. Mi ci manca pure la vedova inconsolabile, certe volte accatta certe tirate sul marito che l’appiccicherei al muro. È una mezza pazza.

Stamattina al bar non c’era la signora nera ma un’altra scorbutica. Se non torna la nera cambio bar.
Il blog dei ragazzi è carino, certo che le cose sono sempre quelle, altro che progresso, per fortuna certe cose non cambiano. È malinconico fare i conti col tempo. Magari se nascevo adesso chissà che vita avrei fatto.

Domani vado a vedere per il giaccone e magari pure una giacca e un pantalone. Li prendo sempre tutti uguali, stesso colore, stesso genere più o meno, così le camicie si adattano a tutto.

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DA GAY DICHIARATO A NON DICHIARATO

Ciao Project,

mi chiamo D. ho 36 anni, sono un gay dichiarato o meglio dovrei dire un ex-gay dichiarato, non ex-gay, ma ex-dichiarato. Praticamente mi sono dichiarato pubblicamente a 16 anni. I miei genitori hanno reagito male ma poi si sono adeguati e d’altra parte non avevano scelta, con gli amici meno problemi che in famiglia ma in buona parte mi hanno messo al dimenticatoio, e tra quelli che mi hanno messo al dimenticatoio ce n’è uno, chiamiamolo Stefano, che poi ho saputo essere gay, ma di Stefano ti parlerò dopo. A 16 anni ero già uno spirito molto indipendente e anche ribelle, nel senso che non avrei mai fatto quello che volevano gli altri, facevo, o meglio credevo di fare, solo quello che decidevo io. Fino ai 22-23 anni ma anche fino a 24, cioè quando ho cominciato a lavorare, dovevo evitare gli eccessi, facevo il mio comodo, ma siccome non avevo soldi miei c’erano dei limiti. Dai 24 anni ho cominciato ad entrare nel giro gay, quello che tu chiami “etichettato gay” mi dava molto il senso di libertà, mi sentivo emancipato, avevo soldi in tasca e mi piaceva rimorchiare, sono arrivato a portarmi i ragazzi in una camera d’albergo e non è successo una volta sola. Mi ha frenato un po’ la paura delle malattie ma comunque diciamo che dai 24 ai 34 anni ne ho fatte di tutti i colori, andando un po’ per inerzia, seguendo la corrente. Nell’ambiente ero conosciuto, mi chiamavano, mi coinvolgevano e io non mi facevo pregare. A 34 anni, essere apostrofato come gay, essere individuato come facente parte di un ambiente e in pratica dovermi sentire più gay che D. ha cominciato a darmi fastidio, non mi piaceva che i miei amici del giro mi chiamassero e ancora meno che insistessero quando dicevo di no, tra l’altro ero stato con tanti ragazzi ma non mi ero mai innamorato, non solo, ma cominciavo a fare discorsi che non mi sarebbero venuti in mente anche solo un anno prima, mi facevo il conto di quanto denaro avevo speso in dieci anni di quella vita, ed era veramente tantissimo e soprattutto mi sentivo frustrato e insoddisfatto, ero solo, di avventure ne avevo avute tante ma non mi avevano lasciato nulla. Ho deciso di fare un master di due anni per salire un po’ nel lavoro, cosa che non era mai interessata prima, e lì ho ritrovato Stefano. Ovviamente lui di me sapeva tutto, cioè sapeva che ero gay a gay dichiarato, io di lui non sapevo nulla, per me poteva anche avere moglie e figli. I primi giorni mi teneva a distanza, non voleva farsi vedere con me, lo invitavo a prendere il caffè durante le pause ma non ci veniva. Il suo modo di fare mi irritava molto e dopo un po’ non l’ho invitato più. Una volta è venuto alla lezione la mattina col metrò ma poi c’è stato uno sciopero e non poteva tornare a casa, io avevo la macchina e l’ho accompagnato. Durante in tragitto gli ho detto che ero rimasto male del fatto che mi tenesse a distanza perché sono gay perché magari un etero non può rendersi conto e può pensare chissà che cosa. Mi ha risposto che non voleva farsi vedere con me perché gli avrebbero appiccicato l’etichetta gay. Gli ho detto che lo potevo capire e mi ha risposto che “l’etichetta gay” non piace nemmeno a tanti gay. La risposta mi è sembrata strana ma il discorso è finito lì, poi abbiamo parlato solo di lavoro e del master. Col passare dei mesi il rapporto con Stefano si è sciolto, ci ha messo sei mesi per dirmi che era gay e mi ha raccontato un po’ la sua storia. Era rimasto sempre solo, si era innamorato due volte ma sempre di ragazzi etero, però si era messo un po’ di soldi da parte e si era comprato un piccolo appartamento anche se gli rimaneva il mutuo da pagare. Io gli ho raccontato di me e delle mie storie e poi mi ha chiesto se mi sentivo realizzato e gli ho detto la verità, non solo che non mi sentivo affatto realizzato ma che di stare nel giro non ne potevo più. Mi ha risposto: “E allora cambia aria.” La faccio breve. Non mi sono innamorato di Stefano e credo che lui non sia innamorato di me, tra l’altro ha veramente l’ossessione dell’aids e fa bene, ormai ci frequentiamo da un anno e mezzo, sempre di nascosto perché lui non vuole farsi vedere con me. Un risultato serio con me lo ha ottenuto perché ho smesso di fumare e mi sento veramente meglio e ho pure smesso di bere alcoolici, non che fosse un vizio, ma insomma poteva diventarlo. Con Stefano sto bene e penso che lui stia bene con me. Tra noi non c’è mai stato contatto fisico e non so se ci sarà mai, ma quando c’è provo una forma di serenità di fondo che non ho mai provato prima. La settimana scorsa gli ho detto che mi sento a disagio a fare il gay dichiarato (ho ripreso il discorso) e siamo arrivati all’idea che si potrebbe cambiare aria del tutto, cambiare città. Bisognerebbe cambiare lavoro e andare a vivere in un’altra città. Ci siamo fatti un po’ di conti, il cambio di lavoro, con qualche sacrificio economico si potrebbe anche sostenere e si potrebbe pure prendere un appartamentino ma lui non ne vuole sapere, mi dice che ognuno deve avere un “buchetto” per conto suo perché se dopo non va bene non ci devono essere vincoli di nessun tipo. I problemi economici sono enormi e lo sappiamo benissimo. In termini concreti si potrebbe riuscire a fare tutto in due o tre anni, non prima. Non voglio chiedere soldi ai miei e lui deve continuare a pagare il mutuo. In un weekend siamo andati in un’altra città dove c’è una grossa filiale della nostra ditta e dove potremmo trasferirci. È un ufficio molto grande, con quasi 40 dipendenti. Se e quando (perché non so proprio se succederà) ci trasferiremo, penso (cioè ho deciso) che non dirò a nessuno di essere gay. Non so se pensare di cambiare città per poter stare vicino ad un amico di cui non sono innamorato (almeno a quello che penso adesso) abbia o non abbia senso, ma ho bisogno di tranquillità e con lui sto bene. Non so se tra noi ci sarà mai altro ma in effetti non mi sembra nemmeno troppo importante. In pratica Stefano è l’unica persona che mi abbia preso sul serio, io le sue attenzioni le sento. Dopotutto siamo in due ad essere soli, è paradossale ma è così. L’idea di cominciare una vita nuova mi attira molto, voglio proprio cambiare ambiente. Non è il rapporto con Stefano che mi spinge a cambiare vita, non ne potevo più neanche prima. Però senza Stefano sarei probabilmente rimasto nella stessa situazione mentre adesso sto cercando “con lui” di rendere concreto il progetto di cambiare ambiente e lui è disposto a vendere il suo appartamento e a prenderne uno in un’altra città per seguirmi, cosa che mi sembra più seria di tante dichiarazioni d’amore (Project, sto diventando vecchio!). Ti sembrerà strano, ma è come se del sesso non me ne importasse più niente, prima era una fissa, adesso penso che ne potrei anche fare a meno, ma di Stefano non credo che riuscirei fare a meno. Prima, dei gay non dichiarati avevo sempre pensato che fossero “ragazzi senza palle” (un’espressione che ho letto nel tuo forum) ma adesso penso di me stesso che se avessi usato di più il cervello e di meno le palle (scusa la volgarità) adesso starei meglio. Ho letto sul tuo forum tutta la discussione sul coming out e francamente io sono di quelli che lo hanno considerato fondamentale per anni ma alla fine mi sono ricreduto, ho quasi capovolto il mio modo di ragionare, se prima pensavo che un ragazzo gay non dichiarato fosse “senza palle” adesso penso che un ragazzo dichiarato possa non avere fatto realmente una sua scelta ma che in qualche modo di sia fatto portare e che, una volta compiuto il passo, ne debba fare un punto di orgoglio. Devo aggiungere una cosa però, che io non ero solo dichiarato ma ero pienamente inserito nel mondo etichettato gay e che quindi non mi posso rendere conto della condizione dei gay dichiarati ma non frequentatori dell’ambiente e credo che possa essere una situazione molto diversa dalla mia. Project, non mi iscrivo al forum proprio per non farmi trascinare troppo, ma se vuoi pubblica questa mail. È solo il mio punto di vista, non esprime teoremi generali, ma forse può avere un’utilità.

Un abbraccio.

D.

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SESSUALITA’ AFFETTIVA GAY E PORNOGRAFIA

Il post che segue si compone di due parti, la prima parte è costituita da un post che stavo scrivendo oggi pomeriggio, la seconda parte è un estratto di una mail che ho ricevuto e che presenta un punto di vista lontanissimo dal mio ma che merita la massima attenzione, perché non è certo la prima volta che mi capita di incontrare ragazzi che la pensano così.

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Questo post intende analizzate i rapporti dei gay con la pornografia. Con tutte le riserve del caso, partirò dai dati dedotti dal sondaggio di Progetto Gay sulla pornografia.

L’età media dei ragazzi che hanno partecipato al sondaggio sulla pornografia è di 23, 81 anni, il 40% non ha mai dichiarato a nessuno la propria omosessualità, il 20% la ha dichiarata ad una sola persona, il 34,67% l’ha dichiarata agli amici veri, mentre il 4% è dichiarato pubblicamente.

L’1,33% del campione dichiara di non aver mai fatto uso di pornografia, il 2,67% va su siti porno solo eccezionalmente e per curiosità, il 13,33% usa siti porno per masturbarsi ma lo fa di rado, il 45,33% usa spesso siti porno per masturbarsi ma non se ne sente condizionato, il 25,33% si masturba in pratica solo usando i porno, l’8% dichiara di essere parzialmente dipendente dalla pornografia e di passare sui siti porno tutto il tempo possibile, il 4% si dichiara dipendente dalla pornografia della quale non riesce a fare a meno.

Il 29,3% dei ragazzi che hanno fatto il test dichiara di avere avuto i primi contatti con la pornografia prima dei 14 anni, il 21,33% a 14 anni.

Il 28% dei ragazzi si masturba facendo uso di pornografia in oltre il 90% dei casi.

La pornografia di massa è un fenomeno abbastanza recente. Oggi la pornografia in rete ha praticamente soppiantato quasi del tutto quella a mezzo stampa e quella tramite cassette e DVD. Le ragioni sono riducibili sostanzialmente due: in primo luogo l’anonimato e il secondo luogo il costo. Poter fruire gratuitamente di pornografia in modo del tutto anonimo costituisce una spinta molto forte al consumo.

Vorrei aggiungere che, specialmente in età molto giovane (14/15 anni) la pornografia costituisce in pratica l’unico mezzo cui viene di fatto delegata l’educazione (o la maleducazione) sessuale dei ragazzi. La famiglia non si occupa praticamente mai di educazione sessuale, la scuola insegna di tutto ma l’educazione sessuale è ancora un tabù totale e viene delegata ad equipe mediche che trattano la cosa esclusivamente in termini di fisiologia della riproduzione o, al massimo, di prevenzione e di educazione alla salute. La Chiesa è praticamente l’unico ente che in qualche modo si occupa anche di educazione sessuale ma ha in questo campo dei presupposti che portano alla condanna di principio della omosessualità. Che cosa resta ad un ragazzo giovanissimo per soddisfare le sue curiosità? La risposta è facile, gli resta solo la pornografia ma, nell’ottica di una educazione sessuale, la pornografia è uno strumento pericoloso perché non presenta la realtà della sessualità e fornisce modelli in cui la sessualità è del tutto scissa dalla vita affettiva.

Una forma di educazione sessuale seria dovrebbe partire da una rappresentazione della sessualità integrata nella vita affettiva delle persone, in sostanza una educazione sessuale seria non dovrebbe mai essere esclusivamente sessuale nel senso tecnico del termine ma dovrebbe mostrare e chiarire il rapporto tra sessualità e vita affettiva. Nel mondo di oggi è ancora sostanzialmente valida la vecchia distinzione tra film d’amore serio, anche a tema gay, e pornografia. Il film serio si occupa di problematiche affettive, psicologiche, interpersonali, ma con dei limiti di censura che di fatto bandiscono i contenuti strettamente sessuali, il porno presenta solo aspetti strettamente sessuali del tutto staccati dalle tematiche affettive. Ne risulta a livello complessivo un messaggio che viene inteso come: l’affettività è una cosa, il sesso è un’altra cosa. Lo stesso discorso vale per la letteratura. Il romanzo d’amore serio non si occupa del sesso se non per allusioni o di sfuggita, il racconto pornografico parla solo di sesso al di fuori di contesti affettivi.

Emerge frequentemente nelle chat con i ragazzi il tema della scissione tra affettività e sessualità nel senso che la sessualità masturbatoria, vissuta come del tutto staccata dall’affettività, è rivolta verso i ragazzi mentre gli interessi affettivi sono rivolti in modo più o meno convinto verso le ragazze. La masturbazione viene vissuta da moltissimi ragazzi come una realtà che non ha nulla a che vedere con la sfera affettiva e che è condotta esclusivamente sulla base della pornografia. Molti ragazzi faticano a comprendere che possa esistere una masturbazione affettiva, cioè del tutto slegata dai porno e condotta su fantasie relative a ragazzi conosciuti nella realtà e verso i quali si prova a anche un forte trasporto affettivo. In sostanza si arriva al paradosso che molti ragazzi che sono abituati a vivere la masturbazione esclusivamente in dipendenza dalla pornografia non riescono a riconnetterla ad una dimensione affettiva verso persone reali. Questo fatto comporta anche il sorgere di problemi relativi alla sessualità di coppia che viene vista come qualcosa di più o meno vagamente affine alla pornografia e questo comporta difficoltà nella creazione di rapporti affettivi e nel vivere la sessualità all’interno di questi rapporti affettivi. Il condizionamento operato dalla pornografia sulla sessualità individuale non è neppure avvertito da chi lo subisce e anzi chi lo subisce non ha il minimo dubbio che quanto di fatto ha appreso dalla pornografia rappresenti invece la sua concezione spontanea della sessualità. La pornografia diffonde modelli di comportamento sessuale e di normalità che si imprimono profondamente nella mente dei ragazzi, tanto più se giovanissimi, e inducono all’imitazione e all’idea di provare, trasformando la sessualità in un insieme di pratiche che contano per se stesse e che sarebbero da sperimentare per vivere a pieno la propria sessualità. In campo gay poi, si definisce addirittura una identità sessuale gay basata sulla presunzione che un gay non possa non seguire determinate pratiche sessuali. Tutto questo, come risulta evidente dalle statistiche di Progetto Gay non ha nulla a che vedere con la realtà.

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Ho ricevuto poco fa una mail da un 25enne proprio  a proposito della sessualità gay e col suo permesso ne riporto qui dei tratti fondamentali.

“ Project, lo so che tu non la pensi così, ma io mi sono stufato, ho avuto tre ragazzi e ho fatto sesso con tutti e tre, protetto, sempre, però alla fine se non lo avessi fatto sarebbe stato meglio, in effetti a questi ragazzi volevo e voglio bene, mi fanno un po’ pena come anche io faccio pena a me stesso, ma fare sesso non capisco proprio a che possa servire, mi pare di recitare un porno, che ne so. Quando non lo hanno fatto i ragazzi lo vivono nell’attesa come se fosse la cosa più sublime del mondo (almeno i ragazzi con cui sono stato io) poi, quando lo hanno fatto, per un po’ dura la frenesia e dopo si stufano. Tu la metti sulla storia d’amore, ma in effetti è tutto molto più banale. Io adesso mi sono proprio stufato di cercare le storie d’amore, se ne ho voglia uso un porno, che almeno è sicuro dal punto di vista della salute, ma di rimettermi con un ragazzo non ne voglio più sapere, è sempre la solita storia, ci sono passato tre volte di fare la quarta non mi va proprio. Bisognerebbe accettare tutti la propria mediocrità e invece spariamo sempre in alto, scusa se te lo dico Project, ma certe volte ho l’impressione che tu sui gay ci fai proprio la filosofia sopra, bellissima per carità, ma le cose non vanno come dici tu. La sessualità affettiva? Potrebbe pure esistere, però non l’ho mai vista. Lo sai che cos’è il grande amore? È il periodo in cui i ragazzi stanno costruendosi la strada verso un rapporto sessuale, è il prima che conta, sai, tanta fantasia, tante cose bellissime, ecc. ecc., poi, dopo che è successo, uno o due mesi e si passa oltre. Questa non è sessualità affettiva perché la sessualità affettiva non esiste. Ma tanto i ragazzi alla fine non vivono una vita sessuale vera ma vivono solo una vita sessuale degradata fatta solo di masturbazione sui porno e quando stanno con un ragazzo e si accorgono che di idillico non c’è proprio niente pensano che tutta questa supervalutazione della sessualità in effetti è solo un grande presa per il c. . Ho letto un po’ di cose che hai scritto, sono belle per carità, tu i ragazzi li fai sognare ma prima o poi si sveglieranno. Ma credi davvero che la sessualità affettiva, come la chiami tu, sia la realizzazione di un ragazzo gay? Io francamente penso che non sia così.”

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COPPIE GAY E SOLITUDINE

Ciao Project,

ho 38 anni, non ho un compagno o meglio non ce l’ho più, l’ho cercato per anni, all’inizio credevo che non avrei mai conosciuto un altro ragazzo gay invece poi alla fine ne ho conosciuti e anche parecchi, tutti fuori da giri strani, tutti ragazzi non dichiarati (sembra strano lo so, ma li ho incontrati), la prima volta che ho conosciuto un ragazzo gay mi è sembrato di toccare il cielo col dito e quando ho capito che era interessato a me ero proprio in orbita, avevo 23 anni, poi le cose tra noi sono andate bene per un po’ ma dopo piano piano non è stata più la stessa cosa. È un bravissimo ragazzo che ormai non sento più da parecchio tempo. Quando è finita ci sono rimasto un po’ stranito ma me lo aspettavo, era in qualche modo inevitabile. Sarà stata la noia, il fatto di conoscersi veramente (abbiamo anche convissuto per tre anni), fatto sta che a un certo punto ci siamo accorti che non avevamo più una spinta vera per restare insieme, non parlo nemmeno di spinta sessuale. In pratica all’inizio abbiamo vissuto di entusiasmi perché ognuno si era immaginato che l’altro fosse come ce lo aveva in testa lui, poi abbiamo capito che non era così e le cose sono andate a spegnersi. Non abbiamo mai litigato, ma eravamo al punto che eravamo di impaccio l’uno per l’altro e allora ci siamo lasciati. Qualche rimpianto certo c’è stato e da tutte e due le parti, ma la volontà di ricominciare da capo non l’abbiamo avuta. Dopo ho conosciuto altri quattro ragazzi, con i primi tre ho avuto solo rapporti sessuali, una cosa tutto sommato gradevole ma non eravamo innamorati o forse lo siamo stati solo nei primissimi tempi ma sono state cose che non sono mai durate più di sei mesi, con l’ultimo invece c’era anche un’intesa ad altri livelli, stavamo bene e abbiamo deciso di vivere insieme. È durata quattro anni. Diciamo che è stata una cosa più voluta che vissuta con l’entusiasmo degli innamorati. Lui è una bravissima persona, lo stimo, gli voglio bene, ne sono stato anche innamorato nel vero senso della parola ma anche questa volta solo all’inizio, quando abbiamo cominciato a vivere insieme mi sono accorto che aveva un mondo tutto suo e lui ha capito che io ne avevo uno tutto mio, alla fine stavamo insieme per conforto reciproco. Poi ci siamo separati. Vorrei sottolineare che le mie due storie importanti non sono finite per ragioni di tradimento o per cose simili ma per il fatto che di fatto continuavamo ad essere due persone distinte con due mondi distinti. All’inizio c’era l’illusione che il sesso e anche l’amore affettivo potessero costituire un elemento in grado di farci superare i particolarismi e le nostre specifiche maniere di vedere la vita, ma alla fine non abbiamo costruito realmente qualcosa di comune. In questi giorni, a 38 anni, mi capita di aver conosciuto un ragazzo di 27, un ragazzo gay, non dichiarato, tra l’altro un bel ragazzo che mi attrae molto fisicamente. Ho l’impressione che lui a costruire qualcosa ci proverebbe anche seriemente ma io francamente non me la sento. Sarebbe come ripetere per la terza volta la stessa storia. Con gli altri ragazzi eravamo arrivati all’idea di convivere attraverso il sesso, cioè piano piano si arrivava a una forma di coinvolgimento sessuale reciproco e poi ci si illudeva che quello fosse il senso di un rapporto di coppia, come se il sesso potesse operare il miracolo e fare di due ragazzi una cosa sola. Questa volta non me la sento, non perché non sia sessualmente ed affettivamente coinvolto, anzi! Ma perché ormai non ci credo più. Quello che non mi sta bene è proprio il fatto che ci si possa piano piano ricadere per finire poi come tutte le volte precedenti, con un arrivederci e grazie. Mi piacerebbe tenere questo ragazzo come amico, ma pure lì a una certa distanza. Temo che lui abbia cominciato ad innamorarsi di me, lo vedo dal fatto che lo sento dipendente da me, che non mi dice mai di no, che si adegua a tutto quello che crede vada bene a me. In un certo senso mi fa tenerezza ma mi fa anche un po’ pena, ma non lo voglio fare soffrire, se adesso ci buttiamo in una storia che poi finirà regolarmente per stanchezza reciproca, alla fine ci staremo male in due e lui starà sicuramente peggio di me, perché io ormai verso queste cose mi sento vaccinato mentre per lui è la prima volta. Mi dice che sono una persona di cui si fida totalmente e io gli ripeto che per essere gay bisogna prima di tutto imparare ad essere soli nel senso che se sei gay la solitudine è il tuo modo di vita normale, ti puoi anche innamorare e puoi anche convivere, ma poi finisce e la solitudine torna. Se non sai stare solo il fatto di essere gay lo vivi male, ma se alla solitudine non solo ci fai il callo ma cominci a trovarci anche qualcosa di positivo, alla fine essere gay non ti pesa più. Verso questo ragazzo ho un dovere: quello ci non raccontare frottole, di non parlare di cose sublimi ma di mezze cose vere, non di amore totale, ma di come trovare un equilibrio in due. Project, so quello che pensi tu delle coppie gay, cioè di come dovrebbero essere, tu sottolinei molto che ci deve essere amore, e questo è giusto ma l’amore vero, quello che ho conosciuto io, è molto più tiepido di come lo dipingi tu e lo stesso vale per il sesso, sì è importante, e chi lo nega, però non basta nemmeno quello a fondere due persone. Amarsi in una coppia gay significa voler amare l’altro (e sottolineo il verbo volere) per quello che è realmente, non si tratta di essere due metà di un tutto ma di essere due singoli che si stimano, si rispettano ma che capiscono senza illudersi che l’altro è altro e resterà altro comunque. Il ragazzo che si è innamorato di me vuole provare seriamente una convivenza e sono convinto che ci si metterebbe con tutta la buona volontà, lui è convinto che riuscirebbe a cambiarmi la vita, io, francamente, non dico che sono convinto del contrario ma mi aspetto al massimo un bel rapporto che possa durare qualche anno. In una situazione del genere, che vivo da disilluso, secondo te che devo fare? Al di là di dirgli la verità non posso andare. Se gli dico di no gli faccio male adesso e se gli dico di sì gli farò male dopo. Ho l’impressione che lui sogni da un rapporto di copia delle cose che dopo non potrà comunque ottenere. Realmente non so che fare, per me non è una scelta di istinto, è veramente una decisione da prendere perché a questo ragazzo io voglio bene e forse per questo cerco di allontanarlo da me.

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