LA MIA VISIONE DEL SESSO GAY

Ciao Project,
siccome non so come chiamarti, ti chiamo Project, come fanno tutti. In questo fine settimana, caso rarissimo, non avevo niente da fare. Gli amici sono partiti tutti, i miei genitori se ne sono andati dai parenti e io sono rimasto a casa solo. vado sui social ma su quelli dei miei amici non c’è niente di nuovo, allora me ne vado a cercare qualche sito sessualmente eccitante, così, per passare un po’ di tempo in modo divertente.

In genere non faccio mai troppe ricerche in internet, ho i miei siti porno abituali e vedo sempre quelli, anche questa volta ci ho passato il pomeriggio di venerdì con tutto quello che ti puoi immaginare, poi sabato mattina ho cominciato a cercare altro, insomma, forse cercavo altro porno, vabbe’, parto con una ricerca “gay” , i primi siti non mi attirano proprio, poi capito nel forum di progetto gay, non mi ricordo nemmeno esattamente cercando che cosa e mi metto a leggere una discussione di diversi anni fa e ci resto appiccicato per un’ora buona. Di porno non c’era proprio nulla e ci ritrovavo tante cose che ho vissuto anche io e poi anche le situazioni e i problemi affrontati erano quelli stessi che ho dovuto affrontare pure io.

Ho passato in pratica tutto il sabato a leggere, fino a notte alta, poi verso le 3.00 sono andato a dormire. Stamattina ho ripreso a leggere e mi è venuto in mente che Progetto è un bel posto, con tanti ragazzi veramente notevoli, non avevo mai trovato una cosa simile. Poi ho visto che ormai non si registra quasi più nessuno ma che tu pubblichi delle mail che ricevi di tanto in tanto e allora ho pensato che forse ti potevo scrivere anche io. Intanto grazie per avere creato una cosa che tratta di vita gay in modo serio, devi andare avanti, è un peccato che queste esperienze siano soppiantate dai social, perché si perde di spessore culturale e di serietà.

Ma vengo ai contenuti di cui vorrei parlare: essenzialmente il sesso che, diciamocelo chiaro, non è un gioco, ma qualcosa che permea profondamente la vita dei ragazzi e penso anche delle persone di tutte le età. Io ho 30 anni, ho avuto le mie esperienze sessuali e non proprio minime e mi sono accorto di quanto il sesso sia una questione complicata per tutti. Probabilmente è così perché i condizionamenti sono tanti e pesantissimi fin da quando siamo bambini, e qui lo dico facendomi anche un esame di coscienza: io sono il primo che ha identificato per anni, e identifica ancora oggi il sesso con la pornografia.

Andarsi a cercare un sito porno è facilissimo, mentre andarsi a cercare un ragazzo, per costruirci una relazione seria, è difficilissimo e allora si sceglie la strada più semplice, che però è anche la più stupida, cioè quella che non ti porta a costruire niente. Quella strada è stata la mia e purtroppo penso che lo sia ancora e, da quello che ho visto, è stata la strada di tutti o quasi i ragazzi con cui sono stato. Io mi sento dipendente dal sesso ma non totalmente, faccio una differenza tra il sesso via porno, che purtroppo è la quotidianità, e il sesso come mi piacerebbe, che appartiene al mondo dei sogni.

Il vero problema del sesso vero, cioè di quello con un ragazzo vero e non a fantasia è che il ragazzo deve essere vero, e un ragazzo vero è com’è, non lo puoi plasmare a tua immagine e somiglianza. Innamorarsi di un ragazzo teorico, o meglio innamorarsi in astratto di un ragazzo creato dalla propria fantasia e facilissimo, ma significa innamorarsi di se stessi, è il massimo del narcisismo, ci si innamora della propria fantasia. Un ragazzo vero è un’altra cosa, ha una storia “sua” con la quale tu non c’entri niente, ha avuto le sue esperienze prima di conoscerti, e illuderti che tu sarai per lui l’esperienza definitiva, quella che chiude la serie con una relazione destinata a durare tutta la vita, non ha niente di realistico.

Dalla mia esperienza ho imparato che nelle relazioni con i ragazzi se non hai spirito di adattamento resterai sempre solo. Già a livello fisico il ragazzo perfetto non esiste. Quando mi faccio la doccia la mattina e mi guardo allo specchio mi piaccio, sì, mi piaccio abbastanza, ma ci sono pure tante cosette e non solo cosette che non mi piacciono, un po’ di scoliosi, troppo pelo, il volto non perfettamente regolare, o che almeno mi sembra così, e tante altre cose, con i ragazzi che ho avuto è stato lo stesso: quando ci parli sui social o sui siti di incontri te li immagini bellissimi, poi li vedi da lontano e dici: “beh, niente male!”, ma quando li vedi da vicino, uno è troppo cicciottello e l’altro è tropo secco, uno ha il naso storto e l’altro ha la pelle grassa, per non dire di quando si arriva al dunque e li vedi nudi, e lì possono arrivare anche delusioni profonde, perché sarò pure fissato, ma certe cose, per attirarmi veramente devono essere come dico io.

È vero che la parola d’ordine dei rapporti con i ragazzi è “adattarsi” ma se un ragazzo non ti attira veramente da quel punto di vista, può essere pure Eistein, ma non ti attira dal punto di vista fondamentale. Se dicessi il contrario mi sentirei un ipocrita. E poi, ammesso che ci sia una certa compatibilità fisica, cioè che ci sia un’attrazione sessuale forte e “reciproca”, sì, il primo passo è fatto, ma ci sono ragazzi che ti fanno proprio cascare le palle, ci sono quelli lagnosi, quelli bugiardi, quelli “capisco tutto io” e pure quelli pericolosi, violenti e prevaricatori che è meglio perderli che trovarli. “Adattarsi” sì ma con buon senso.

Nella mia esperienza ho imparato che innamorarsi non è una scelta, ed esclusi i casi di evidente incompatibilità, se cerchi la perfezione non vai da nessuna parte e quindi non puoi che adattarti alla soluzione più accettabile o, forse, meno peggio. Parlo solo sulla base della mia esperienza diretta: pensare che le cosiddette affinità elettive, tipo l’interesse per la musica o per l’arte, per certe tematiche culturali o ambientali siano cose che motivano due ragazzi a mettersi insieme, sono tutte cazzate.

Due ragazzi stanno bene insieme prima di tutto se c’è un desiderio sessuale reciproco molto forte. Se un ragazzo ti piace e lui vuole stare con te, questa è la migliore premessa, forse non l’unica ma quasi. Io alla fine non ho costruito nessuna relazione stabile, ma se una relazione ha avuto un senso, e ha ancora un senso, per quanto debole sia, è stato perché c’era quel desiderio sessuale forte e reciproco, a partire da lì, piano piano c’è stato anche un po’ di contatto affettivo, per niente stupido, ma quando la spinta sessuale era debole o soprattutto non era reciproca, dopo qualche pomeriggio a parlare di cinema e di letteratura, si finiva molto rapidamente per non sentirsi più.

Uno mi ha detto semplicemente: “sei un bravissimo ragazzo ma non riesco a pensare a te per farmi una sega”, è brutale e ci sono rimasto male, ma in fondo aveva ragione, non puoi farti piacere uno che non ti piace. Project, io non ho sempre ragionato così, quando avevo vent’anni sognavo a occhi aperti, adesso penso più al sesso che all’amore, che mi sembra una immensa sovrastruttura culturale. E poi, se la base dell’amore non sta nel desiderarsi sessualmente non ho capito in che altro potrebbe essere. Il sesso vero, condiviso, voluto, è amore, non è un’altra cosa. E poi per vivere veramente il sesso con un altro ragazzo ti devi fidare di lui, cioè non può succedere con uno qualunque, con uno che non stimi proprio come persona.

Uno dei miei ragazzi mi piaceva abbastanza (che è già un modo di dire ambiguo). Lui a me ci teneva moltissimo, ha provato a mettermi alle strette con le parole, cioè parlando quasi per costringermi a dirgli di sì ma io sono stato molto evasivo, perché quando stavo con lui, pure se era più o meno un bel ragazzo non provavo nessuna eccitazione sessuale, un altro invece, pure lui si era cotto di me, ma pure io di lui, anche se allora scappavo e cercavo di evitare di coinvolgermi troppo perché avevo preso parecchie bastonate, lui non ha fatto discorsi, ha capito che aveva un fascino forte su di me e si è dimostrato disponibile a comportamenti molto liberi verso di me, in pratica mi ha fatto capire che stare vicino a me lo eccitava e che su di me ci faceva spesso fantasie. Questi non sono discorsi, è un modo di dire: “io voglio fare sesso con te!” E dopo un po’ ci siamo arrivati.

Quando vedi che un ragazzo sta con te proprio perché vuole te, o in quel momento almeno vuole proprio te, lo capisci subito ma non dalle parole o dalle dichiarazioni d’amore ma dal fatto che non si trattiene, che è eccitato, che è completamente disinibito, e guarda che sono cose molto rare. Io di ragazzi che facessero sesso veramente, cioè partendo veramente in quarta, in pratica ne ho trovato uno solo, con gli altri era una schermaglia, un gioco delle parti, molte chiacchiere e poco sesso e soprattutto sesso imitativo, per loro era ripetere quello che avevano imparato tramite i porno, ma non li vedevi mai veramente partiti.

È da questo che capisci se un ragazzo ti vuole veramente o sta solo giocando con te, e quando ti capita l’esperienza giusta, che forse è capitata anche a me, capisci che cosa vuol dire fare l’amore, cioè vivere il sesso con trasporto vero, senza recite e senza obblighi. Se con un ragazzo trovi un’armonia sessuale, alla fine la trovi anche nelle altre cose, almeno è questo che è capitato a me. Non che poi questo significhi che hai trovato l’amore eterno o cose del genere, però quando stai con quel ragazzo vivi un’esperienza profonda, quella del sesso vero condiviso. Niente è eterno a questo mondo, ma per il tempo che dura, che potrebbe anche essere lunghissimo, beh, vivi proprio ad un altro livello.

Project, non sto facendo l’apologia del sesso, non mi piace fare discorsi teorici, dico quello che ho provato personalmente. Ovviamente non faccio statistica e il mio punto di vista è molto limitato ma è stato una conquista faticosa che mi ha fatto crescere e mi ha fatto capire il senso della sessualità condivisa che resta un valore, nonostante la sua fragilità. Mi sono un po’ sfogato e ho detto la mia. Vedi tu che fare della mia mail, quello che mi auguro comunque lo sai!
Un abbraccio. Fede93

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UN RAGAZZO GAY COSTRETTO A FINGERE DENTRO CASA

Caro Project,
mi chiamo Simone, ho 18 anni e il prossimo anno farò la maturità e poi si vedrà. Non ho mai avuto problemi con la scuola, con i prof e con i miei amici, il mio vero problema sono i miei genitori coi quali ho un rapporto totalmente falso.

So da sempre di essere gay, non è stato assolutamente un trauma per me, ma la cosa più naturale del mondo e per me potrebbe, ansi dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo anche avere una storia con un ragazzo e vivermela come piace a me, ma tutto questo è impossibile perché ci sono i miei genitori che sono convinti che le scelte di fondo della vita (che poi non sono affatto scelte!) le debbano fare loro per me, perché loro hanno esperienza! In effetti hanno sempre scelto loro al mio posto, hanno scelto il tipo di scuola superiore, hanno scelto la palestra, hanno scelto i miei amici tra i figli dei loro amici, col risultato che ho dovuto cambiare scuola, ho dovuto cambiare palestra e trovare amici che stessero bene a me e dei quali i miei genitori non sapessero nulla.

La cosa più grottesca sono i rapporti con le ragazze, devo mettere sui social delle foto con qualche mia compagna di scuola “che loro conoscono”, lasciando intendere che quella è la mia ragazza, perché i miei genitori “vogliono sapere tutto di me” e io sono arrivato a un punto che non li sopporto più e sto il più possibile fuori casa. Quando la scuola era aperta, io stavo a scuola mattina e pomeriggio a fare qualsiasi attività, anche le più farlocche.

Certe volte mi tocca andare per forza coi miei passando anche parecchio tempo in macchina con loro e devo fare finta di dormire, sono arrivato al punto che li odio proprio, sono ficcanaso, pensano di capire tutto ma sono due poveri deficienti, e il peggio è che io devo per forza avere una doppia vita. Loro non si accorgono nemmeno che non li sopporto, mia madre mi tratta come se avessi cinque anni.

Me ne devo andare di qua altrimenti finisco ai pazzi! Al momento però le possibilità sono nulle, devo fare un altro anno di scuola, ma dopo voglio cominciare a lavorare per andarmene lontano, se potrò fare l’università lontano da casa, bene, la farò, altrimenti ne farò a meno, ma anche su questo le prospettive sono pessime, perché nella mia città ci sono tutte le facoltà universitarie e non avrei motivi diciamo così “oggettivi” per andarmene in un’altra città. Ma con loro non ci voglio stare più. Non ne posso proprio più!

Mio padre si sente molto di larghe vedute perché secondo lui i gay sono poveri casi patologici da compatire perché “si perdono il meglio della vita”! In pratica lui si sente di manica larga perché non dice che dovrebbero essere impiccati!

Mia madre pensa che la vita sia veramente vissuta bene solo se hai messo figli al mondo, lo pensa perché lei uno al mondo ce l’ha messo e poi gli ha rovinato la vita, ma questo lei non è in grado di capirlo.

I miei genitori pensano che gli amici siano solo gente che da te vuole soldi e favori e che le vere persone delle quali fidarsi sono i parenti. Loro passano la vita coi parenti, cosa che io non sopporto più. Ho tagliato i ponti con un branco di zii, zie e cugini di tutte le età. Non mi sento affatto parte di quel branco dove si può solo omologarsi a tutti gli altri, altrimenti “poverino, hai dei problemi” e devi essere compatito. I miei hanno preso male il fatto che non vado più dai parenti e che non mi faccio mai trovare a casa quando i parenti vengono a casa mia. Ma si consolano perché “è ancora piccolo…”.

Non ne posso più, Project, ma li devo sopportare per forza. Tutto questo mi rovina la vita ma io la mia vita la voglio vivere, adesso mi tocca viverla sotto traccia e questo mi manda in bestia perché le persone che mi dovrebbero sostenere sono la mia più grande preoccupazione e non li sopporto più!

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COPPIE GAY E OSCILLAZIONI DI UMORE

Caro Project,
ti ho scritto altre volte, l’ultima poco prima di natale, quindi sette mesi fa. Mi hai risposto ma ho notato che non hai riportato la mia mail nel forum, forse perché non hai trovato l’autorizzazione a pubblicarla, che effettivamente avevo dimenticato di inserire, ma a rileggere adesso quella mail, capisco perché non l’hai pubblicata, probabilmente perché la mia mail era solo una specie di lamento ideologico che testimoniava soltanto il mio disincanto in relazione ai temi dell’amore e del sesso. Ti riporto un brano della mail del 20 dicembre.

“leggo spesso il forum, che qualche volta si ravviva in modo incredibile e interessantissimo. Leggo tutti i nuovi post che, lo devo dire, mi fanno sognare, ma allora mi chiedo se solo io solo sfigato, perché anche se ho avuto alcuni ragazzi decenti, per dirla così, non ho mai trovato niente che fosse paragonabile a quello che leggo sul forum. Onestamente anche io, fino a pochi anni fa, mi prendevo delle tremende cotte unilaterali, e mi è successo almeno tre volte, cotte che mi hanno fatto sognare, ma quando si sogna troppo, poi ci si risveglia in modo traumatico. I ragazzi che ho conosciuto erano ragazzi normalissimi, per tanti aspetti meglio di me, ma in effetti tutto questo legame affettivo non c’è mai stato. Si stava bene perché c’era un po’ di interesse reciproco, c’era un po’ di sesso e forse ci si voleva pure un po’ di bene, ma, a parte i primissimi tempi, in cui forse c’erano anche un po’ di farfalle nello stomaco, alla fine tutto diventava standardizzato e abituale, anche il sesso era una cosa che ogni tot giorni si faceva, e anche con una certa soddisfazione, ma anche in quei momenti c’era l’impressione che ognuno vivesse le cose per se stesso e che tutta questa partecipazione non ci fosse proprio. Con uno di questi ragazzi, che è il mio attuale ragazzo, ho avuto un rapporto un po’ diverso, diciamo meno schematico, era meglio, ma alla fine anche con lui il trasporto reciproco è tutto sommato relativo. Forse io faccio paragoni impropri tra la fantasia e la realtà e quindi la realtà mi sembra sempre più banale della fantasia …”.

Mi rendo conto che al di là del bla bla non c’è niente di concreto. Mi chiederai perché ti scrivo di nuovo. Il motivo è semplice. Il mio ragazzo non sta più con me, non ci siamo lasciati, ma lui è andato a lavorare all’estero e adesso ci sentiamo solo tramite telefono e social. Io avevo sempre considerato il mio rapporto con lui una cosa in fondo abbastanza standard se non addirittura banale ma, adesso che non c’è, mi rendo conto di quello che la sua presenza ha rappresentato e rappresenta per me. Mi manca! Anche se ci sentiamo abbastanza spesso, mi manca maledettamente, mi manca proprio la presenza fisica e anche il sesso. Non lo chiamo tutti i giorni perché non voglio diventare per lui una preoccupazione, ma mi manca.

Certe volte passo ore a fantasticare sui ricordi delle nostre serate di sesso, che adesso mi sembrano cose speciali, anche perché non ci sono più. Lui è tornato per cinque giorni in Italia per pasqua e due giorni li abbiamo passati insieme. Vedere che non si era dimenticato di me ma che mi voleva e mi desiderava, ancora più di prima, mi ha colpito molto, mi ha detto che anche lui si ferma a fantasticare sui ricordi delle nostre serate di sesso, ma lui dice “serate passate a fare l’amore”, perché è meno cinico di me.

Comincio a pensare che per stare veramente bene con un ragazzo lo devi vedere poco, lo devi desiderare e lui deve desiderare te. Se ti manca veramente tanto, quando lo rivedi capisci la differenza tra quando c’è e quando non c’è! È un po’ come l’aria, quando respiri non ti accorgi nemmeno che l’aria c’è, la banalizzi, non ne capisci il valore, poi quando l’aria comincia a mancarti ti cadono le fette di prosciutto dagli occhi e cominci a vedere e a capire. A pensarci oggi mi sembra quasi strano, ma di lui mi rimangono vivissimi soprattutto i ricordi legati al sesso, alla spontaneità, al capire uno i bisogni dell’altro, al fatto che non ci fosse nemmeno bisogno di parlare.

Non ci davamo mai un appuntamento, prima di venire da me mi chiamava e mi diceva solo “Passo verso le 17.00”, non una parola di più. Se io non potevo (proprio casi rarissimi per situazioni impreviste di forza maggiore, gli scrivevo semplicemente: “Purtroppo non posso” e lui mi rispondeva solo: “ok”, ma nel 99% dei casi gli scrivevo: “Ti aspetto”. Se avevo un po’ di tempo libero prima del suo arrivo, sistemavo la stanza, la facevo arieggiare, cambiavo la biancheria del letto e ci mettevo sopra una copertina leggera, fresca di di bucato, perché in genere lui si metteva sul letto ma non sotto le lenzuola. Avevo sempre in frigo una scorta del suo succo di frutta preferito e una scelta di biscotti farciti, di quelli che gli piacciono di più. Poi davo una sistemata al bagno e al corridoio per arrivarci, perché in casa lui camminava senza scarpe e con solo un paio di calzini. Cambiavo l’asciugamano e gli lasciavo in bella vista un accappatoio pulito, anche se non ha mai fatto la doccia a casa mia. Poi mi preparavo io, con il massimo scrupolo, in modo da essere lindo e profumato al suo arrivo.

Quando arrivava si limitava ad un ciao, il seguito ogni volta era diverso. Certe volte si spogliava nudo e si sdraiava sul letto e mi chiedeva di fare un po’ di buio nella stanza, altre volte, se faceva freddo, dopo essersi steso sul letto , mi chiedeva una coperta e mi faceva cenno di andarmi a stendere accanto a lui. Il nostro contatto sessuale era immediato, lui si sentiva accettato senza riserve e si lasciava andare del tutto, certe volte si addormentava mentre io lo accarezzavo e la cosa mi faceva un effetto di intimità fortissimo. Non parlavamo neppure, il contatto fisico era la nostra via di comunicazione fondamentale.

Non c’erano tabù di nessun genere, qualsiasi richiesta sarebbe stata accettata, perché era stata accettata almeno una volta, ma c’era uno stare attenti a capire il livello di coinvolgimento e di apprezzamento da parte del partner. Il sesso con lui non è mai stato mordi e fuggi, ci prendevamo il nostro tempo, preferivamo vederci una volta di meno ma avere per noi tutto il tempo che volevamo per dedicarci uno all’altro. Quando arrivava a casa mia spegneva il cellulare e lo poggiava sul tavolo e quello era il segnale che io dovevo fare lo stesso.

Ci dedicavamo totalmente uno all’altro, quello era il tempo per noi e solo per noi, il tempo di vivere la sessualità come ci veniva spontaneo, ma sempre con un occhio attento al compagno e ai suoi bisogni. Quando capisci i bisogni sessuali del tuo compagno e lui capisce i tuoi, non c’è più niente che ti possa sembrare strano. Noi ogni tanto restavamo anche a parlare al telefono per ore e a parlare del nostro mondo più segreto. Lui sapeva che poteva fidarsi di me e io di lui.

Fare sesso aveva un valore enorme che io, all’inizio, non riuscivo a capire ma ci sono arrivato piano piano e mi ci ha portato lui passo dopo passo e ho capito le sue paure, le sue ossessioni, le sue mezze fissazioni, le ragioni di certe idee ricorrenti e di certi malumori. Lui ha capito che io venivo da esperienze molto diverse dalle sue e che ero ancora molto imbranato nelle cose del sesso, e soprattutto ha capito che lo prendevo sul serio, che non lo giudicavo, e ha provato a portarmi subito sul suo terreno, ma si è accorto che avevo bisogno di tempo e si è adeguato lui a me. Altri ragazzi cercavano di forzare la mano e di farmi fare cose che non volevo fare, lui non l’ha mai fatto. Insisteva un po’, poi vedendo la partita persa, ci rinunciava, perché penso che comunque non mi volesse perdere.

Lui sa che io ho l’ossessione delle malattie sessualmente trasmesse e che siccome lui non fa mistero di avere ogni tanto anche contatti con altri ragazzi, io, con lui, non vado oltre i contatti a bassissimo rischio, cioè praticamente senza rischio, all’inizio ha fatto fatica ad accettare la cosa, ma poi ha finito per accettarla e sembra che non la consideri più un problema, in pratica non insiste più e si limita a condividere quello che è possibile condividere.

Quando viene da me, a meno che non faccia proprio un freddo polare, stiamo sempre nudi, questa è praticamente una regola condivisa; se fa freddo portiamo una maglietta, ma dalla vita in giù niente. Quello che mi stupisce è che lui sia molto interessato a me, che io sia interessato a lui mi sembra assolutamente ovvio, ma il contrario è qualcosa che non mi aspettavo o almeno non mi aspettavo a quel livello, voglio dire che è proprio interessato sessualmente.

Certe volte, dopo il sesso io temo che lui se ne vada, ma mi chiede se ho qualcosa da mangiare e da bere e ci rifocilliamo un po’, poi io penso che stia per andarsene ma non succede e si sdraia di nuovo sul letto e mi fa cenno di avvicinarmi e ricominciamo. Il contatto non è mai sufficiente, capita quasi sempre che andiamo avanti fino all’alba. In genere se ne va la mattina alle prime luci dell’alba dopo essersi dato una sistemata in bagno, è rimasto solo tre volte a dormire a casa mia perché dice che è abituato al suo letto. Quando se ne va mi fa solo un cenno con la mano e un piccolo sorriso.

A tutte queste cose, prima, quando lui c’era, non davo importanza, mi sembravano cose banali, mi sembrava che lui fosse avaro di parole, che volesse darsi un atteggiamento e che in fondo io fossi per lui una specie di passatempo, che va bene quando non c’è di meglio. In effetti non avevo nessun motivo serio per pensare queste cose ma le pensavo lo stesso. Adesso che lui non c’è mi rendo conto di quello che stavo rischiando di perdere per la mia stupidità. Vorrei che fosse qui adesso ma non c’è, però mi ha detto che verrà cinque giorni a settembre e io ho cominciato a vivere nell’attesa di quei giorni.

Certe volte al telefono mi fa un po’ di discorsi sessuali e la cosa mi piace molto, è il nostro gioco segreto, è un modo per dirci che tra noi non si è spezzato nulla. Mi impensierisce un po’ quando mi dice che non si sente perfettamente bene in salute, non credo che abbia problemi particolarmente gravi ma mi dispiacerebbe proprio se stesse male, a qualunque livello. Adesso, Project, penserai che io sono partito in quarta e che tutto va benissimo, ma non è così, c’è sempre, al fondo di tutto, la paura, o forse l’accettazione tacita dell’idea di andare avanti comunque vada, è come se ci fosse la consapevolezza che sotto sotto probabilmente c’è qualcosa che non va.

Certe volte penso di sapere come ragiona e quello che ha in mente, ma altre volte ho l’impressione che mi sto costruendo il mio romanzo personale perché ne ho bisogno e allora faccio di tutto per riempire il vuoto e per crearmi, a forza di fantasie, il mio personale principe azzurro. Non credo di inventarmi proprio tutto, penso che qualcosa alla base di tutte le mie costruzioni ci sia, ma penso che la parte costruita a fantasia non sia poi tanto trascurabile.

Alla fine penso che manterrò comunque con lui un rapporto che probabilmente durerà, gli voglio bene, anche se non so nemmeno io che cosa vuol dire un’espressione del genere. Probabilmente adesso desidero la sua presenza proprio perché adesso lui non c’è, ma, quando ci sarà, tutto ricomincerà come prima. Un po’ di sesso niente male quando capita l’occasione propizia e poi ognuno va per la sua strada, fino alla prossima occasione. Dopo tutto non è male nemmeno così, capisci che sognare non ha senso e ti accontenti di quello che c’è, quando c’è. Se di tutto questo non ti fai un problema puoi anche dire che la vita non è poi così malaccio.

Tutto qui, Project, vedi tu se è il caso di pubblicare la mail, chissà che lui non la legga e non capisca che sto parlando di lui!

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SONO INNAMORATO DI UN RAGAZZO SPECIALE

Se c’è qualcuno che io posso considerare il mio ragazzo, quello sei tu. Lo dico così, istintivamente, lo sento, non saprei nemmeno dartene una ragione e comunque a te non servono ragioni. Dall’esterno direbbero che siamo solo due amici o che non siamo nemmeno quello, perché ci siamo tenuti strettissimo il nostro privato, per metterlo in salvo dai pettegolezzi. Non lo sanno nemmeno gli amici più stretti, e questo non lo abbiamo deciso insieme, è successo così, spontaneamente, la scelta di fondo è stata la stessa: il nostro mondo privatissimo è soltanto nostro e deve restare soltanto nostro.

Non siamo una coppia ideale, viviamo entrambi da single, ci siamo costruiti un modo tutto nostro di stare insieme, senza obblighi, perché non ce n’è bisogno. Non passiamo ore al telefono, anzi ci sentiamo e ci vediamo poco, siamo liberi e ci vogliamo bene per scelta, una scelta che potrebbe cambiare in qualsiasi momento, sia da parte tua che da parte mia, ma fino ad oggi non è mai cambiata.

Tra noi non si fanno complimenti, non abbiamo mai avuto l‘atteggiamento di due innamorati: non andiamo in vacanza insieme, non abbiamo mai celebrato san Valentino, non ci facciamo regali, un po’ brutalmente diciamo che tra noi facciamo sesso perché dire che facciamo l’amore ci sembra strano, anche se forse è vero. Non ti mitizzo, ma penso che tu sia la persona più intelligente e più onesta che conosco. Con tutti i tuoi difetti, che ci sono eccome, non ti cambierei con nessuno, per nessun motivo.

Mi piace tutto di te, anche i tuoi difetti, perché sono parte di te. Mi piace la tua immediatezza, il fatto che non reciti, che non sei ipocrita, che sopporti le mie meschinerie, che sai come prendermi, anche perché sai di avere un fascino su di me. In effetti tu sei quello forte tra noi due ma non ne hai mai approfittato. Quando avevi una posizione di vantaggio e io restavo indietro, tu ti fermavi ad aspettarmi. Hai una dignità, non scendi a compromessi per motivi di interesse. Sei generoso, se puoi fare qualcosa di buono per un altro, la fai, chiunque sia l’altro.

Mi colpisce molto il fatto che anche io esercito un fascino su di te, e lo capisco dal fatto che in fondo me le dai tutte vinte, non nel senso che si fa sempre quello che dico io, ma nel senso che non mi hai mai messo in una situazione di difficoltà. In questa mail ti posso dire tutte queste cose che non ti potrei dire di persona, perché mi sommergeresti di ironia, non di ironia cattiva, ma come per farmi capire che di dire tutte queste cose non ce n’è nessun bisogno ma che io lo faccio perché i miei buoni sentimenti mi gratificano.

In una cosa eri lontanissimo da me, nel fatto che sei stato sempre sessualmente molto disinibito, l’esatto contrario mio. Alle cose del sesso mi ci hai portato piano piano, senza mettermi ansia e penso che ti abbia fatto piacere vedere che ti seguivo. Non so da che cosa tu avessi capito fin dall’inizio che ti avrei seguito, ma lo avevi capito, non hai mai avuto paura che la mia risposta potesse non arrivare, magari una mezza risposta, ma comunque non una risposta negativa in ogni caso.

Dire che noi stiamo insieme per il sesso non è del tutto vero. Il sesso conta, ma noi siamo anche amici nel senso profondo del termine, sei più di quello che ho sempre sognato, sei vero, non sei un parto della mia fantasia, non fai quello che vorrei io, sei un’altra persona, mi porti nel tuo mondo, mi tiri fuori da me stesso. Se penso a te mi sento felice. Ti voglio bene!

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COPPIE GAY E GIOCO SESSUALE

La coppia nasce dal desiderio condiviso di due persone di creare uno “spazio comune” di interazione e di scambio. Anche due amici costituiscono una “coppia” perché tra loro esiste uno “spazio comune” che può essere più o meno ampio e il rapporto di “coppia amicale” può essere di fondamentale supporto in momenti cruciali della vita.

Comunemente si usa però il termine “coppia”, senza ulteriori specificazioni, quando lo spazio comune include anche la sessualità. Questa definizione di coppia ha due punti deboli il primo risiede nella genericità del termine sessualità, che può essere tanto ristretto da limitarsi alla sola sessualità sublimata, e il secondo sta nel concetto stesso di condivisione che può anche essere molto parziale. È ovvio poi che, al di là delle definizioni astratte e della loro pretesa di oggettività, quello che conta realmente è la percezione che della condivisione della loro sessualità hanno i partner della coppia.

Mettiamo quindi da parte l’elasticità dei concetti di sessualità e di spazio comune e usiamo, da qui in poi, l’espressione “coppia gay” riferendoci ad una coppia gay tipica, in cui la condivisione della sessualità si realizza in modo tendenzialmente completo.

Fermiamoci preliminarmente a riflettere sul “gioco sessuale”. Mi sono interessato più volte del “gioco sessuale” con finalità esplorative, cioè del gioco sessuale volto a capire i livelli di coinvolgimento e le reazioni di un’altra persona di fronte a contenuti più o meno scopertamente sessuali veicolati attraverso modalità giocose che notoriamente abbassano i livelli di autocontrollo. Ho anche analizzato spesso i “gioco sessuale seduttivo” che tende a superare le inibizioni del possibile partner attraverso una progressione di comportamenti sempre più esplicitamente connotati in senso sessuale. Non mi sono però mai soffermato sul “gioco sessuale di coppia”. Possono ovviamente permanere, anche all’interno di una coppia stabile, finalità esplorative o seduttive, ma il gioco sessuale di coppia ha di per sé un significato diverso, si potrebbe dire che ha un significato “confermativo”, come se fosse un modo di dire che “il tempo passa ma il mio coinvolgimento nei tuoi confronti non viene meno”.

Nel gioco sessuale di coppia la memoria della sessualità vissuta col partner ha un ruolo fondamentale. Proprio perché la sessualità di coppia ha una sua storia, mostrare che gli episodi salienti di quella storia non sono stati dimenticati ma restano vividi e vitali anche a distanza di tempo è uno dei modi più diretti per confermare la buona salute della coppia.

Il gioco sessuale di coppia ha delle valenze sessuali molto forti ma è vissuto come un momento distinto dalla sessualità e in qualche modo prodromico rispetto ad essa. Il gioco distrae dall’ansia, scioglie almeno temporaneamente dalle preoccupazioni, porta facilmente al sorriso, permette di valutare la disponibilità dell’altro in modo leggero, riduce l’imbarazzo nel proporre al partner un contatto sessuale e in qualche modo ne sollecita le risposte positive, ma ha anche un’altra funzione fondamentale, serve cioè a ciascuno dei partner a sottolineare all’altro il proprio punto di vista cioè la propria interpretazione degli episodi fondamentali della vita sessuale di coppia. Non va mai dimenticato che la valenza degli eventi della storia di coppia va valutata dal punto di vista soggettivo di ciascuno dei due partner. Alcuni comportamenti che appaiono all’uno come forme molto gradite di tenerezza, possono essere vissute dall’altro come momenti di debolezza o di cedimento. La variabilità delle interpretazioni soggettive dei comportamenti sessuali è così accentuata che l’oggettività perde ogni significato ma in questi casi si può creare una interpretazione condivisa proprio parlando più volte di quei comportamenti e confrontando le letture soggettive di essi, in questo modo piano piano le differenze sfumano e si crea il cosiddetto “ricordo condiviso” ossia il ricordo di un fatto al quale i due partner danno più o meno lo stesso significato.

Una coppia sana, ossia una coppia in cui esiste un rapporto affettivo scambievole, non corre il rischio di andare in crisi, può vivere transitori momenti di conflitto che si superano perché la spinta aggregativa dell’affettività prevale in ogni caso su quella distruttiva dell’orgoglio individuale. In una coppia sana i due partner riconoscono ciascuno i meriti dell’altro e sottolineano i propri difetti e le proprie debolezze, la tendenza individuale a prevalere cede il passo all’idea di dare spazio al proprio partner.

Il gioco sessuale di coppia emerge in due contesti molto diversi, ossia nei momenti di grande distensione e di serenità della vita di coppia, oppure nei momenti in cui l’equilibrio di coppia appare in crisi. Si tratta di contesti sostanzialmente diversi. Esaminiamoli separatamente:

GIOCO SESSUALE DI COPPIA IN MOMENTI DI SERENITA’.
In questi casi la proposta del gioco sessuale dà per scontata la risposta positiva da parte del partner. Il gioco non ha limiti di tempo e tende a protrarsi a lungo o, se è possibile, a trasformarsi, dopo un po’, in piena sessualità. In questi contesti positivi si sottolineano le doti sessuali del partner, il suo sex appeal, il suo fascino e ci si dimostra molto sensibili a quel fascino, si riportano alla memoria i fatti salienti che hanno caratterizzato l’innamoramento e se ne presenta l’interpretazione dal proprio punto di vista, si chiede al partner quale sia la sua interpretazione di quegli stessi fatti e si confrontano senza contrapposizione i due punti di vista. Il gioco sessuale di coppia può anche richiamare alla memoria episodi sessualmente coinvolgenti del passato che possono aver trovato interpretazioni non esattamente simmetriche da parte di entrambi i partner. Il gioco sessuale, in questi casi, permette di focalizzare l’attenzione sul senso e sul valore che sono attribuiti ai fatti sia dall’uno che dall’altro partner. Anche in questi casi, confronto non vuol dire contrapposizione. In genere nel corso di questi chiarimenti che avvengono in un ambito ludico, ciascuno dei partner presenta una esposizione più morbida della propria posizione e tende a sottolineare i punti di possibile contatto e ad evitare o a smussare quelli sui quali le differenze di interpretazione sono più significative. In genere gli atteggiamenti dei due partner tendono ad essere simmetrici ed entrambi concilianti, il che significa che l’interpretazione del fatto esaminato è comunque secondaria rispetto alla conservazione del rapporto. Nei momenti di serenità una proposta di gioco sessuale trova sempre la disponibilità del partner e questo rafforza la vita di coppia. Sottolineo che spesso, in particolare tra due uomini, è difficile usare il linguaggio della tenerezza e lo si sostituisce con il linguaggio del sesso giocoso, questo significa che dietro espressioni che manifestano un forte interesse sessuale è lecito vedere anche un forte coinvolgimento affettivo.

GIOCO SESSUALE DI COPPIA IN MOMENTI DI CRISI.
Il gioco sessuale di coppia ha un ruolo anche nei momenti di crisi, in questo caso equivale ad una richiesta di conciliazione. Se, in questo caso, da parte di chi propone il gioco, la risposta positiva del partner non può essere data per scontata al 100%, essa è ritenuta comunque altamente probabile, al punto che la proposta del gioco sessuale non appare rischiosa, cioè non sembra poter compromettere ulteriormente l’equilibrio di coppia. In questo caso i ruoli non sono però esattamente paritari perché chi propone il gioco lo fa per dissipare incertezze, incomprensioni o malumori, è un modo di manifestare la propria disponibilità purché il partner metta da parte le sue rigidità e suoi atteggiamenti rivendicativi. Per quanto possa sembrare paradossale, è più facile cercare una conciliazione dimostrandosi sessualmente coinvolti e disponibili piuttosto che chiedendo scusa o recedendo esplicitamente da posizioni inopportune assunte in precedenza.

Il gioco sessuale di coppia è in fondo uno dei mezzi più potenti di gratificazione interna della coppia e uno dei rimedi più immediati ed efficienti per evitare di mettere in crisi significativamente l’equilibrio di coppia. L’assenza del gioco sessuale di coppia è un elemento patologico ed è uno dei sintomi più significativi della fragilità della coppia.

Nella maggior parte delle coppie gay non conviventi, che sono molto numerose, il gioco sessuale via telefono o con altri mezzi, anche se ridotto talvolta ad una conversazione breve nelle pause di lavoro, rappresenta un elemento di stabilità, se vogliamo, leggero, ma nello stesso tempo senza i rischi connessi alla convivenza. La progressiva diffusione delle copie gay non conviventi (coppie leggere ma spesso più stabili di quelle formalizzate) dimostra quanto, nella pratica, la convivenza si dimostri molto meno entusiasmante di come appare dalle prospettazioni meramente teoriche.

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UNA RELAZIONE GAY COMPLICATA MA AUTENTICA

Caro Project,
ho 37 anni, non sono più un beginner e dopo molte perplessità e molti dubbi sul che cosa fare, dovuti soprattutto al fatto che ho collezionato parecchie delusioni, mi sono deciso, se si può dire così, ad imbarcarmi in una relazione con un ragazzo che adesso ha 35 anni. La relazione è cominciata alla fine del 2020 in piena pandemia.

Tutto è cominciato su un social, come era successo anche le altre volte, ma questa volta mi sono trovato di fronte a un ragazzo che mi piaceva moltissimo e che, cosa strana a dire, mi faceva la corte in un modo molto delicato anche se insistente. Quando dico che mi piaceva moltissimo non intendo dire soltanto che era un bel ragazzo ma anche che la sua parte sessuale mi piaceva molto, perché somigliava moltissimo alla mia, sia anatomicamente, se possiamo dire così, che come risposte fisiologiche. E forse anche per questo tra noi non c’è mai stato imbarazzo sessuale e nemmeno competizione.

Sul piano affettivo le esperienze accumulate in precedenza mi avevano insegnato a temere in particolare alcuni segnali di sostanziale indifferenza affettiva, ma con lui non avevo avvertito alcun segnale di allarme, forse anche perché, dato che mi piaceva molto, avevo abbassato la guardia. Sul piano sessuale era la prima volta che mi sentivo totalmente a mio agio.

Dopo un paio di mesi ero passato dall’essere perplesso all’essere innamorato perso di Ezio (così lo chiamavo anche se non era il suo nome). Pochi giorni dopo quello che allora chiamavo il nostro secondo comple-mese, siamo arrivati al sesso. Non posso negare che i primi giorni ero entusiasta, mi sentivo voluto, apprezzato, e non mi era mai capitato niente di simile prima. Il sesso con Ezio era assolutamente spontaneo, lo era lui e lo ero io, mi sembrava una specie di paradiso terrestre.

Non avevamo segreti fisici uno per l’altro conoscevamo ogni centimetro del corpo dell’altro. Lui è più alto e più forte di me, ma la nostra costituzione fisica è molto simile, stessa tipologia di mani e piedi, stessa forma della testa, stesso colore di capelli, insomma, non so da parte sua, ma da parte mia avere un ragazzo come lui che voleva stare con me mi sembrava un sogno, ed era felice di starci e lo vedevo ogni giorno.

Poi col passare del tempo ha cominciato a propormi forme di sesso, diciamo così, più disinibito, e la cosa mi sembrava un po’ fuori luogo. Mi dicevo: “Ma se sta veramente bene con me, così come sembra, perché andare a cercare cose strane?” Mi sentivo un po’ spiazzato, lui insisteva e insisteva troppo, a qualche richiesta alla fine ho acconsentito, ma altre mi sembravano proprio assurde, mentre lui le vedeva molto coinvolgenti, o meglio, come diceva lui: “eccitanti”.

Qualche volta (è successo di rado ma è successo) mi sono chiesto perché lui insistesse tanto. Avevo avuto l’impressione che, in fondo, a lui di quella particolare pratica sessuale importasse piuttosto poco e che quello che gli interessava veramente era vedermi cedere e, alla fine, dirgli comunque di sì. In qualche modo pensavo che volesse mettere alla prova il potere che aveva su di me attraverso il sesso. Una volta accettata la sua proposta, e messa in pratica magari una sola volta, poi passava al dimenticatoio e arrivava la proposta di qualcosa di diverso.

Francamente ero di nuovo molto perplesso. In teoria pensavo che avrei fatto meglio a dire addio a Ezio e ad andarmene per la mia strada, ma non l’ho fatto perché il nostro rapporto, a parte questa questione relativa al sesso, aveva tutte le caratteristiche di un rapporto vero e importante. Lui parlava con me di tutto e con la massima sincerità e pure io, che non lo avevo mai fatto, ho cominciato a fare esattamente lo stesso con lui. C’era stima reciproca e ci volevamo bene, di questo non ho dubbi. Nel complesso i lati positivi erano di gran lunga più significativi di quelli, diciamo così, problematici.

Un giorno mi propone di fare sesso mentre il telefonino filma la scena. Qui perdo la pazienza e rispondo in modo drastico e allora lui mi dice che vuole che io veda un video che ha registrato mentre stava facendo sesso con un altro ragazzo. Al che perdo la pazienza peggio di prima e cerco di fargli capire che sta passando i limiti del buon senso. Allora smette di insistere e cambia del tutto tono, mi chiede se ho qualcosa da mangiare e un succo di frutta da bere. Io tiro fuori qualcosa dal frigo e parliamo d’altro per una mezz’ora, poi se ne va apparentemente tranquillo.

Non lo sento per una quindicina di giorni e penso che sia sparito definitivamente, ma alla fine si fa risentire, arriva a casa mia in piena notte, mi chiede se mi va, e sa che non gli direi comunque di no. Facciamo sesso in un modo molto tranquillo che mi piace moltissimo, nessuna stranezza ed è veramente coinvolto. Se ne va che è quasi mattina e io sono felice, penso che i nostri problemi siano definitivamente risolti, ma non è così.

Il sabato successivo è di nuovo a casa mia e mi propone di chiamare un amico comune mentre lui nel frattempo avrebbe cercato di eccitarmi e di fare sesso con me. Gli dico chiaramente di no e temo che se ne possa andare per sparire definitivamente, ma non succede così. Non se ne va. Si siede sul bordo del letto mentre io sto su una poltroncina e parliamo. Parliamo seriamente. Il mio rifiuto non ha cambiato nulla.

Parliamo per molto tempo con lunghe pause di silenzio, poi si spoglia, si sdraia sul letto, sopra la coperta, e mi fa cenno con la mano di andarmi a sdraiare accanto a lui. Mi spoglio anche io a vado a stendermi accanto a lui anche io sopra la coperta. Restiamo così per diversi minuti in silenzio, poi mi prende la mano e la strige forte, io rispondo con tutta la forza che ho. Facciamo sesso senza stranezze e, dopo, restiamo nudi sul letto. L’atmosfera è serena, mi giro verso di lui e lui mi sorride, mi sembra un momento assolutamente magico. Resta con me tutta la notte. La mattina della domenica vado a prendere la colazione al bar e la porto a casa, apparecchio in cucina mentre lui è in bagno, quando esce mi sorride e va a sedersi per fare colazione.

Le volte successive che ci vediamo, con me è prudente e non mi fa proposte strane o meglio, se si accorge che non sono disponibile cambia subito discorso, ma non assume atteggiamenti difensivi, non si chiude in se stesso, non fa discorsi rivendicativi, niente di tutto questo, continua a parlare con me con la massima sincerità anche di cose scabrose che possono rischiare di metterlo in cattiva luce, e questo mi colpisce molto. Lo ascolto con la massima attenzione per cercare di capire che cosa si porta veramente dentro e piano piano comincio a rendermi conto della sua storia, di quello che ha passato prima di conoscermi e, se mai fosse possibile, gli voglio bene più di prima.

Le stranezze ci sono ma lui si controlla e a me chiede solo quello che sa che posso dargli, però di me si fida, si rende conto che parlare chiaro non mi ha allontanato da lui ma ha fatto esattamente il contrario. Io ho cercato di venirgli incontro, almeno nei limiti in cui mi è stato possibile, e lui lo ha notato, ha capito che ci ho messo tutta la mia buona volontà e ha cercato di venire lui incontro a me, evitando insistenze e cercando lui di conformarsi al mio modo di vedere le cose.

Certe volte è drastico e mi dice delle cose tremende che hanno comunque un nucleo di verità. Si tratta di discorsi che in genere si fanno al momento della resa dei conti finale, lui quei discorsi me li fa ma non ne segue nessuna resa dei conti, e mi dice anche una cosa che io non avrei mai immaginato e cioè che si sente gratificato quando fa sesso con me perché non gli dico mai di no in modo radicale e aggiunge che certe cose le dico a parole ma certe altre gliele faccio capire attraverso il sesso, perché non avrei il coraggio di dirgliele a parole. In pratica penso che si riferisca al fatto che mi vede coinvolto molto più di quanto dico di esserlo.

Noi non siamo dipendenti uno dall’altro, lui ha la sua vita, che io rispetto, ci vediamo tutto sommato abbastanza poco, più o meno una volta ogni dieci o quindici giorni, ma adesso, quando ci vediamo passiamo veramente delle ore bellissime insieme e non solo di sesso, prima non accadeva, e i momenti di scontro (non distruttivo) erano frequenti. Il nostro è uno strano rapporto ma penso sia un rapporto importante per entrambi. Vorrei che lui fosse sereno, che trovasse una serenità vera e profonda. Non sono io che potrò dargliela ma posso almeno cercare di creare un clima favorevole, perché gli voglio bene e lui ha dato un senso (un senso complicato ma autentico) alla mia vita.

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